MALINCONIE GAY E MANCANZA DI LAVORO

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progettogayforum
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MALINCONIE GAY E MANCANZA DI LAVORO

Messaggio da progettogayforum » lunedì 9 novembre 2015, 13:19

Gli anni stanno passando, mi sto avvicinando a 30 ma non mi sembra che sia cambiato nulla, forse sono più disorientato di prima, come un perpetuo adolescente. Prima pensavo che fare esperienze potesse farmi maturare. Le mie esperienze le ho fatte ma non sono maturato affatto, mi sento molto portato dal vento, molto dipendente da come mi gira. Ho fatto anche cose che non avrai mai pensato di poter fare, mi sono laureato, anche se con un po’ di ritardo, ma non ho trovato se non lavori che tutto sono meno che lavori stabili, sarà forse anche questo che contribuisce al mio senso di instabilità … mi pesa il dover dipendere da mia madre che per me si spacca la schiena e ormai è una donna grande, ma non vedo molte prospettive. Lei non sa di me ma sospetta e anche con lei non so che fare, dirglielo o no, in fondo non credo che cambierebbe niente. È stata contenta quando mi sono laureato, ci teneva veramente tanto, adesso si aspetterebbe un lavoro, non credo che si aspetti che le porti a casa una ragazza, penso che questa fase l’abbiano passata da anni e lei stessa non ne parla più, proprio capitolo chiuso. Ma onestamente non credo di avere particolari problemi con mia madre che forse su di me ha perso tutte le speranze e ha finito per adattarsi e basta. Mi sento vuoto, project, comincia a non fregarmene più niente di nessuna cosa, proprio indifferenza, tanto alla fine non cambia niente o quasi. Gay? Ma che vuol dire questa parola? Mi piacciono i ragazzi? Sì, ma non mi sono mai innamorato di nessuno, ho avuto le mie storie ma sono state sempre cose molto incerte, precarie, partite in fondo con delle grosse riserve, un po’ come dire: vediamo che cosa succede questa volta. Leggo sul forum di ragazzi che si prendono cotte tremende, ma a me non è mai capitato. Ho in mente il mio modello di vita ma lo sento diverso da quello degli altri ragazzi. Io vorrei una stabilità, o meglio un’affidabilità nel mio compagno, non vorrei essere per lui un’avventura sessuale o poco più. Diciamo che preferirei una storia non travolgente ma stabile. Ti dico che se il mio ragazzo avesse le sue scappatelle la cosa non mi sconvolgerebbe, ma non dovrebbero essere cose che distruggono il rapporto tra noi, o forse sto delirando, tanto un ragazzo non ce l’ho e non l’ho mai avuto. Gli altri mi dicono che ne ho avuti tre, ma non è un po’ di sesso che mi cambia le cose. Tu dici che si può stare anche soli e che potrebbe anche essere meglio, io adesso sono solo e in fondo lo sono sempre stato ma non sto bene lo stesso e non penso nemmeno di poter trovare un ragazzo che mi vada bene. Ogni tanto torno dai miei ex perché sono il meno peggio che ho trovato, sono diversi da me ma anche se li ho liquidati non mi hanno portato rancore. Ah, una cosa strana, le mie storie non sono mai finite perché c’era un altro ragazzo, ma sono finite solo per stanchezza e sfinimento interno. Dopo ci rimaneva una mezza amicizia che comunque un qualche senso ce l’aveva. Almeno ci si conosceva un po’ e si potevano fare due chiacchiere. Sono andato a fare dei colloqui con uno psicologo che non ha dato quasi peso all’omosessualità e al fatto che non avessi un ragazzo ma ha insistito sul fatto che non riesco a trovare lavoro. Dice che col lavoro avrei molto meno tempo per dedicarmi alle malinconie e dice pure che mi tornerebbero anche un po’ di entusiasmi sul lato ragazzi. Potrebbe non avere torto, ma il fatto è che il lavoro non si trova e passo ogni giorno ore e ore a spulciare internet a alla ricerca di una qualche possibilità e a mandare curriculum senza avere quasi mai riscontro. Avevo conosciuto un ragazzo, quando ho lavorato per l’ultima volta, che mi sembrava simpaticissimo, un ragazzo gay, non proprio dichiarato pubblicamente, ma insomma gli amici lo sapevano e anche i colleghi di lavoro. A me quel ragazzo piaceva, abbiamo parlato un po’ ma mi sembrava strano, gli avevo detto che ero gay anche io ma lui ha insistito per presentarmi una ragazza, francamente non capivo il perché, poi me l’ha presentata e ho capito, era una legatissima a certi movimenti ecclesiali, come lui d’altra parte, e mi voleva portare a una delle loro riunioni, al che la mia reazione è stata immediata e ho capito perché mi sembravano persone strane. Per fortuna la settimana appresso il mio contratto è scaduto. Quel ragazzo e anche la ragazza mi hanno tempestato di telefonate per convincermi a seguirli, ma alla fine ho proprio risposto male, gli ho detto che sono come gli avvoltoi che se vedono uno un po’ messo male gli si buttano addosso per farlo a pezzi. Ci sono rimasti malissimo, non li ho sentiti più e ne sono contentissimo. Non sopporto la gente appiccicosa. C’è stata solo una storia (ma non è nemmeno una storia) che mi ha scosso un po’ in questi ultimissimi anni. Sono stato un paio d’anni fa a fare un corso di pasticceria industriale a Milano, un corso residenziale di una settimana. Ho condiviso la stanza non un ragazzo etero, sul fatto che fosse etero non c’era il minimo dubbio perché è venuta due volte a trovarlo la sua ragazza a Milano. Beh con questo ragazzo mi sono sentito a mio agio, gli ho detto che sono gay e la cosa, tra noi, non ha cambiato nulla, quando è venuta la ragazza una volta siamo andati a cena fuori in tre. Con questo ragazzo ho parlato un po’, certo non era gay ma era intelligente e soprattutto era una ragazzo normale, senza paturnie di nessun genere, mi ci vorrebbe un ragazzo gay più o meno come lui, ma finora non l’ho trovato. Ormai il corso è finito da tanto tempo, noi non abbiamo interessi di lavoro in comune eppure ogni tanto si fa vivo e ci facciamo una chiacchierata su skype, in un certo senso si è creata un’amicizia, è vero che è una cosa molto relativa ma parlare con lui è una cosa che faccio con piacere, ma succede di rado. Io non lo chiamo mai, ma sono contento quando mi chiama. Ah, poi un’altra cosa, penso proprio stupidissima, dunque, io vado a fare la spesa per me e per mia madre e cucino e tango la casa a posto, tanto non ho realmente altro da fare. Beh, quando vado al supermercato, dentro c’è il banco della salumeria, ci sono tanti ragazzi e anche uomini più grandi che servono i clienti e c’è anche un ragazzo che mi ha colpito subito, molto dolce, con un bellissimo sorriso, quando vado al supermercato passo sempre accanto al banco della salumeria, se lui non c’è passo oltre e non compro nulla, ma se c’è, cerco di fare in modo di prendere il numeretto per potere essere servito da lui, poi se gli altri salumieri sono più veloci, faccio passare avanti gli altri clienti in modo da essere servito da lui e quando è il mio turno compro tanti salumi, tutti diversi, che mia mamma mi dice che sono proprio troppi. Comunque con quel ragazzo si è creata una simpatia, mi sorride, non mi dà né del tu né del lei, come fa con gli altri clienti, però mi sorride e mi piace tanto vederlo sorridere, è più giovane di me, penso, potrà avere 22 o 23 anni. È una storia questa? Proprio no! Però è una bella cosa. Se avessi tanti soldi proverei ad aprire una salumeria… vabbe’, il cervello deve pure fantasticare! Project, hai capito più o meno chi sono? Un po’ stranetto, certo, però non depresso, diciamo un po’ spento, questo sì, mi godo la storia del ragazzo etero che mi chiama ogni tanto e quella del ragazzo della salumeria, poi sarà quello che sarà. Per adesso mi manca soprattutto il lavoro, lo so che non è poco, ma spero di trovare qualcosa di buono, dicono che c’è la ripresa ma crederci mi sembra come credere alla befana.
Un abbraccio, Project, se ti va, mandami il tuo contatto skype.
Ciao
Fede

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