MI HA LASCIATO PER UN NOSTRO AMICO PRESUNTO 'ETERO'

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
Rispondi
Elynch91
Messaggi: 3
Iscritto il: mercoledì 23 dicembre 2015, 13:25

MI HA LASCIATO PER UN NOSTRO AMICO PRESUNTO 'ETERO'

Messaggio da Elynch91 » mercoledì 23 dicembre 2015, 19:40

Salve ragazzi. Vorrei presentarvi una mia esperienza di vita, accaduta di recente, che sento aver sconvolto il mio equilibrio.
Ho 24 anni. La scorsa primavera ho intrapreso una relazione sentimentale (la seconda fino ad ora) con un mio collega universitario, del tutto inesperiente (non aveva persino mai baciato) prima di incontrare me.
La nostra relazione è durata circa 7 mesi, tra alti e bassi, tra momenti di entusiasmo ed altri di profonda insicurezza data sostanzialmente dalla nostra -adesso chiara, allora non molto- incompatibilità di caratteri ma soprattutto dal nostro del tutto opposto modo di sentire le cose. Si è conclusa lo scorso 3 Novembre ne peggiore dei modi possibili: mi ha lasciato per un altro ragazzo, un nostro amico in comune, collega di studi anche lui, con cui a partire dalla scorsa estate sembrava essere nata tra di noi una bella amicizia, reduce da una relazione di 3 anni con...una ragazza (pure lei nostra collega)!!!
Avevamo formato un quartetto di amici piuttosto affiatato: organizzavamo spesso escursioni insieme, pranzi nelle rispettive case, pomeriggi per le vie della nostra sede di studi, e avevamo persino creato un piccolo gruppo su WA per interagire più spesso tutti e 4 insieme quando non avessimo la possibilità di vederci.
Il ragazzo 'etero' -lo chiameremo F.- sembrava nutrire per me un forte interesse sin dall'inizio della nostra amicizia -di cui il mio ex era comunque al corrente: ci sentivamo quasi ogni giorno per più ore al giorno, condividevamo i nostri interessi in comune -prevalentemente la passione per la letteratura, che in lui si esprimeva attraverso la creazione di belle poesie (che gli sono valse la stima e il riconoscimento di gran parte del mondo accademico locale e della critica italiana nazionale)-, e ci scambiavamo anche non poche confidenze sul nostro passato, sui nostri problemi, sulla nostra spiccata sensibilità che ci rendeva introspettivi e non di rado malinconici. Sembrava un'amicizia così sincera e appagante -benché filtrata da quella barriera virtuale che è l'universo mediatico di WA e Fb- da compensare, molte volte, i vuoti affettivi e la mancanza di comprensione che percepivo nel rapporto con il mio ex. -chiamiamolo J.-
All'inizio del mese di Ottobre, però, ho sentito il bisogno di colmare le lacune e le insoddisfazione che funestavano il rapporto sentimentale con il mio ex. non cercando di trovare le toppe in qualcun altro (per quanto di amicizia si trattasse), ma sforzandomi, con la sua collaborazione, di trovarle proprio in lui. Così, dopo un confronto a tu per tu, ho deciso che era il caso di dedicarmi maggiormente a lui, a capire cosa non andasse, e a cercare di rimodulare il rapporto in direzione di una reciproca comprensione e compensazione. Per far questo ho preferito allentare la frequentazione col nostro amico F.: ci sentivamo con meno frequenza rispetto al consueto, ma non per questo gli volevo meno bene o avevo in mente di allontanarmi da lui.
Tuttavia F. non l'ha interpretata in questa maniera, e , volendo forse sopperire alla mia presenza ormai incostante, ha iniziato ad avvicinarsi molto... proprio al mio ex.!! Quando me ne sono accorto -circa 7/10 giorni dopo- ho discusso con il mio ex., mettendolo in guardia dal comportamento ambiguo e poco limpido di F. che sembrava quasi volersi mettere in mezzo tra di noi come per volerci dividere.
Come prevedibile, mi sono sentito dare del paranoico ("F. non deve essere un elemento divisivo tra noi due; stai delirando!"), geloso e possessivo ("Tu vuoi limitare la mia libertà di avere anche io delle amicizie"); per un mio spiccato intuito ho persino avvertito che questo ragazzo gli avrebbe come dichiarato di sentirsi sessualmente confuso, e previsto che avrebbe potuto turbare il nostro già vacillante equilibrio relazionale. Ma il mio ex., insistendo sull'inconsistenza delle mie supposizioni, mi aveva garantito che di lui avrei dovuto fidarmi ("Allora di me non ti fidi? è questo che vuoi dirmi?"), al punto da farmi sentire terribilmente in colpa per aver dubitato delle sue intenzioni.
Sta di fatto che, in seguito a questo confronto, dentro di me si è come innescato uno strano meccanismo di autodifesa che mi ha condotto, nelle 3 settimane successive, ad allentare il mio coinvolgimento emotivo nei confronti del mio ex.: avevo sempre meno voglia di sentirlo e vederlo, non mi andava di farci l'amore, né di dormire insieme o passare insieme più tempo di quello che intendevo dedicare alle mie occupazioni prioritarie (lo studio in primis); nell'ultima settimana prima della rottura mi sono persino rifiutato di baciarlo. In tutto questo, se da un lato provavo un inspiegabile tormento (mi chiedevo perché lo facessi: per metterlo alla prova? per destare in lui la paura di perdermi e dunque il desiderio di trattenermi e darmi prova del suo interesse? perché non lo sentivo preso quanto lo ero io e pensavo che distaccarmi pian piano era l'unico modo per non soffrire terribilmente la rottura? perché ero io a non essere più così tanto preso?) dall'altro lato sentivo che era la cosa giusta da fare, e non di rado mi capitava di meditare che era forse il caso di prenderci una pausa o di troncare il rapporto ma trovando una maniera che risultasse indolore a entrambi: al di là dei dubbi sull'entità del sentimento che potessi provare, ero certo infatti di essergli molto affezionato e altrettanto pensavo di lui.
Ma ecco che giorno 3 Novembre il mio ex. mi dice di essere stato invitato da F. a trascorrere una serata insieme a bere vino a casa di una sua amica a noi ignota. Mi chiede se voglio unirmi a loro, se mi va di andarci insieme, ma non essendo stato invitato direttamente da F. declino la proposta, e gli propongo a mia volta di trascorrere la serata insieme, io e lui, con cenetta romantica, filmetto e intimità post-film. Lui non sembra essere molto convinto... A quel punto, non volendo farmi rinfacciare di "limitare la sua libertà" lo lascio libero di andare alla serata con il suo -non più nostro- 'amico', non nascondendo però la mia voce rammaricata e un po' risentita, come a dirgli "Ci sto rimanendo male...".
Chiusa la conversazione, capisco in quel momento che è finita, e presagisco che quella sera preso dalla foga del vino avrebbe potuto compiere un piccolo tradimento... E penso che qualora questo fosse accaduto, seppur a malincuore, avrei finalmente trovato un buon motivo per troncare la relazione -che evidentemente non poteva andare- senza assumermi alcuna responsabilità e scevro da ogni possibile senso di colpa o pentimento. Lo immaginavo già venire il giorno dopo per confessarmi tutto e supplicarmi di perdonarlo e non lasciarlo, e immaginavo me fanculizzarlo senza pietà e possibilità di riscatto, lasciandolo in preda a profondi sensi di colpa, pentimenti, e tentativi di disperati di riconquistarmi (il che, forse, per me avrebbe potuto testimoniare quanto in fondo fossi importante per lui, e quanto lui lo avesse compreso una volta perdutomi).
Il giorno dopo quindi viene inscenato, almeno in apparenza, il copione che mi ero figurato: mi confessa che, ubriaco, si è scambiato con F. qualche bacio, e questo basta a mandarmi in bestia -come da copione!- e, dopo averlo insultato di essere un traditore, menzognero, ipocrita e disonesto, sono li per lì per sbatterlo fuori di casa; quando lui, mentre mi supplica di perdonarlo, riceve un messaggio di F. che allega ad una romantica poesia d'amore di Rimbaud un patetico "Mi manchi tantissimo".
Perplesso, chiamo F. in persona per scaraventargli addosso le stesse brutte parole con cui ho liquidato il mio ex., e gli dico che comunque se si illude di costruire qualcosa con lui non ha speranze, perché lui è pentito del suo misfatto, mi ha supplicato di perdonarlo etc. etc.
Ma è F. a liquidarmi sussurrandomi con spietata freddezza: "Non sei tu a scrivere la storia: siamo noi a farlo".

Dal 4 Novembre questi due bastardi - che la notte prima non si sono limitati a scambiarsi qualche bacio innocente, ma -la cosa che ha turbato ossessivamente i miei sogni per diverse settimane- i baci se li sono scambiati altrove!!- si sono messi insieme, dichiarandosi amore eterno, recidendo nettamente con me ogni contatto e lasciando me e una ragazza, l'ex. di F. che ancora non si fa una ragione di come per 3 anni non abbia mai fiutato l'omosessualità repressa del suo congiunto, in preda allo sconcerto e al disorientamento più totale.

Non riesco più a vederci chiaro, né in quello che hanno fatto loro (non comprendo cioè più che il meccanismo alla base dei loro comportamenti - che può essere dettato da una serie di fattori concomitanti che, comunque a mio avviso, hanno ben poco a che vedere con l'AMORE, e sono riconducibili semplicemente ad esigenze contingenti puramente egoistiche e fini a se stesse ("faccio quel che mi serve in questo momento")-, la velocità impressionante con cui è stato azionato -si parla infatti di movimenti dipanatisi nel corso di appena 12 ore, e che hanno un retroscena di frequentazione virtuale (a mo' di sms) di 15-20 giorni al massimo), né in quello che adesso accade dentro di me o meglio nella mia testa (ci penso ogni singolo istante della giornata: in 7 mesi di relazione non l'ho mai amato quanto, paradossalmente, credo di amarlo ora nonostante -è questo che non mi spiego!- il male gratuito che mi ha fatto e continua a farmi, vivendo stra-felice la sua fuga d'amore con un viscido narcisista simulatore, che con le parole ci sa fare da Dio purtroppo, che con i suoi estri retorici ha cercato prima -e di questo ne sono convinto- di sedurre me per poi, una volta constatato lo scacco, ripiegare su di lui (mi chiedo se/come il mio ex non ci arrivi!), solamente per togliersi dalla scarpa il suo sassolino... come se l'omosessualità fosse un gioco (è arrivato a dire alla sua ex che "questo sottobosco [=l'omosessualità e la trasgressione] è così poetico)!

Sono bombardato da tutti i ricordi dei momenti più belli trascorsi tra noi 2, tra noi 3: li vedo ovunque io vada, qualsiasi cosa faccia o pensi sono come un'ombra fitta che non riesco proprio a scacciare. Mi chiedo il perché e il se lo meritassi; mi chiedo come il senso di colpa, che ci rende profondamente umani, non li divori per indurli a riflettere sul male che hanno fatto (addirittura il mio ex. per scacciare il senso di colpa dicono provi risentimento nei miei confronti!!! O_o è il colmo che sia lui a detestare me...!!), mi chiedo come mai, nonostante tutto, non riesca ad odiarli, a disprezzarli, e come invece tutto il risentimento che dovrebbero meritarsi loro lo indirizzi solo a me stesso, per essermi voluto fidare di due lupi travestiti da agnelli, che ad azzannarmi non ci hanno pensato due volte.

Chi di voi si sentirebbe di esprimere la sua opinione al riguardo?
Io mi sento veramente in preda allo squilibrio... Non riesco a leggermi dentro, non riesco a leggere fuori.

Rispondi