VITA DI UN RAGAZZO GAY DAI 20 AI 32 ANNI

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VITA DI UN RAGAZZO GAY DAI 20 AI 32 ANNI

Messaggio da progettogayforum » domenica 5 luglio 2020, 8:27

Caro Project,
ti leggo da quando avevo 20 anni, adesso ne ho 32 e comincio ad avere una certa esperienza di che cosa vuol dire essere gay. Sono passato un po’ per tutte le fasi, dalla smania di trovarsi un ragazzo, alle prime esperienze e poi alle storie significative, cioè a tre storie che hanno occupato i miei anni dai 20 ai 30, poi ho staccato da tutto questo e sono stato solo per un paio d’anni e adesso non so che fare.

La mia prima storia importante, cioè dovrei dire la mia prima storia che sembrava importante, è stata con un bravo ragazzo che non si è mai innamorato di me, non perché era innamorato di un altro, ma perché era bisessuale, stava con me ma pensava alle donne e ogni tanto si permetteva qualche avventura, sempre con donne, io, per carità, lo capisco benissimo, per lui era una cosa fisiologica, era nella sua natura, ma probabilmente sono io che sono fatto male e pensare che magari io sto con te a facciamo l’amore ma tu stai pensando a una ragazza, permettimi, ma non mi piace proprio. Lo so che per i bisessuali è così che funziona ma per me non va bene. Lo so che se fosse stato gay avrebbe potuto fare le stesso con un ragazzo invece che con una ragazza ma è diverso, se fosse stato veramente gay si sarebbe sentito coinvolto fino in fondo almeno qualche volta, ma con lui era sempre una mezza cosa, o forse io la pensavo così, poi mi ha detto che io non ero quello che lui cercava e che voleva provare a mettersi con una ragazza, e io che cosa gli potevo dire? Tanti auguri e figli maschi! Quindi mi sono detto: “È colpa mia! È ovvio che se mi metto con un bisex poi finisce così!”

Un paio di mesi dopo conosco un ragazzo diciamo così “serio”, uno che studia, che pensa alla posizione, al futuro, non un perdigiorno di quelli che non studiano e quando cercano lavoro fanno di tutto per non trovarlo. È serio, è interessato al sesso ma non è fissato, insomma cominciamo la storia. All’inizio va tutto abbastanza bene, ci vediamo poco perché lui ha sempre da studiare, però quando ci vediamo stiamo bene insieme. Si laurea, io avevo lasciato l’università a metà e allora già lavoravo, poi mi dice che deve fare il dottorato in Germania, che per lui è molto importante, ecc. ecc., insomma, se ne parte e cominciamo a sentirci la sera sui social, io lo vado a trovare un paio di volte l’anno, aspetto che finisca il suo dottorato, lo finisce ma non torna in Italia, va in un Istituto di ricerca a Parigi, poi capisco che resterà a Parigi almeno per quattro anni, allora gli dico che non me la sento di andare avanti così, che non posso trasferirmi a Parigi perché il mio lavoro è in Italia. Lui non prova nemmeno ad insistere, mi dice semplicemente che date le complicazioni logistiche come le chiama lui, forse è maglio che ognuno se ne vada per la sua strada. In pratica mi ha congedato così, poi ho saputo che se ne era andato a Parigi perché in Germania aveva conosciuto un ragazzo gay francese, che lavorava nel suo stesso Istituto di ricerca e a Parigi vivevano insieme, ma lui si era “dimenticato” di mettermi al corrente. E allora mi sono detto: “È colpa mia! Devo stare lontano dai cervelloni! Quelli che hanno in testa cose troppo grandi mica possono stare a pensare a me!”

A 26 anni ho incontrato il mio ultimo ragazzo, con lui le cose sono state molto più complicate. Ci siamo incontrati casualmente per motivi di lavoro, all’inizio mi era del tutto indifferente, non era il mio tipo, mi sembrava troppo chiacchierone, troppo complimentoso, diciamo così, un po’ falso o almeno costruito. Ci sono state subito delle incomprensioni, io dicevo una cosa e lui cominciava ad analizzare quello che avevo detto e a trovarci i significati più strani. Certe volte mi dava proprio ai nervi, non lo sopportavo, pensavo che non mi sarei mai messo con uno così e invece è successo perché piano piano mi ci ha portato lui e io come un cretino gli sono andato appresso. Avrei dovuto stopparlo subito ma non l’ho fatto e lui si è sentito incoraggiato e a ogni passo guadagnava terreno e per me risultava sempre più difficile sganciarmi. Una volta mi chiama, mi dice che sta malissimo perché il suo ragazzo lo ha piantato e io vado a casa sua a consolarlo. Mai lo avessi fatto! Siamo finiti a letto la sera stessa, ma come “consolazione”, il che non è certamente il massimo. Quando me ne sono tornato a casa mia, a notte fonda, mi sono sentito un totale imbecille e ho capito che se non avessi preso il coraggio a due mani, da quella storia non e sarei uscito più. Ma non ho preso il coraggio a due mani. Ogni volta che andavo da lui mi dicevo. “Questa volta e poi basta!” proprio come fa chi sa che non uscirà più da una dipendenza. Lui ci sapeva fare, conosceva i miei lati deboli, mi incoraggiava, mi consolava quando le cose non andavano bene. Insomma la nostra storia, o sarebbe meglio dire la nostra mezza storia, è andata avanti così per anni. Certe volte mi chiedeva di andare a casa sua e io ci andavo ma avrei voluto tanto rimanere a casa mia e non andare da nessuna parte. Andavo a fare sesso con lui, cioè a fare sesso con uno che da quel punto di vista non mi stimolava affatto e questa è pure una cosa un po’ deprimente, poi era diventato appiccicoso, geloso dei miei precedenti ragazzi, voleva sapere tutto di loro, ma pure delle loro preferenze sessuali, mi ha chiesto se avevamo fatto qualche video quando facevamo sesso, cosa che mi ha lasciato come un baccalà, lui mi ha visto cadere dal pero e insisteva che lo fanno tutti e che è una cosa normale, al che ho cominciato a temere che avesse piazzato qualche telecamera nascosta per registrare i nostri incontri e ho cominciato ad aver paura di lui, forse esageravo, ma non mi sentivo tranquillo.

Da allora ho cominciato a passare i pomeriggi a pensare a come avrai potuto liberarmi di lui in modo non traumatico. Stava diventando un’ossessione. Non trovavo nessun metodo possibile, certo è che i nostri rapporti si sono molto raffreddati, ormai ci si sentiva un paio di volte al mese, Una volta lo chiamo per sondare i terreno e mi risponde in modo molto formale (cosa che non faceva mai) e poi sento una voce maschile che dice. “Ma chi è?” e lui risponde. “È un amico che non sento più da tanto tempo!” Insomma si era trovato un altro ragazzo. Io non l’ho più chiamato e per fortuna è finita così! E allora mi sono detto: “È colpa mia! Non posso mettermi con uno che non mi piace!”

Avevo ormai compiuto 32 anni e francamente di cercarmi un altro ragazzo gay non ne avevo più nessuna voglia! Mi bastavano i miei amici, pochi, sempre quelli e che ci vedevamo una volta ogni due mesi! Adesso sto solo da qualche mese ma sto male lo stesso. A 32 anni ce ne vuole ancora per raggiungere la pace dei sensi! Guardo i ragazzi per strada, non ho perso questa mia vecchia abitudine ma quel coinvolgimento totale che sentivo una volta non lo sento più. Adesso comincio a provare la malinconia per una cosa impossibile. Per un verso c’è la tentazione di provare almeno un’altra volta, ma per l’altro c’è l’esperienza che mi ferma e mi dice: “Ma dove vai? Vuoi fare la quarta edizione dei tuoi fallimenti?” e allora mi fermo prima di fare passi avventati e me ne torno nella mia tana. Certo l’impressione di sprecare la vita tante volte ce l’ho nettissima, anche perché se non lo faccio adesso non lo faccio più! E in pratica mi metto da solo in una condizione di vecchiaia anticipata e francamente farlo adesso mi sembra un po’ troppo presto. Però detto questo resta il grande punto interrogativo: che fare? Andare su qualche sito di incontri o usare quelle famose Applicazioni per lo smart, ma io quelle cose non le ho mai fatte e forse ho fatto male, perché avrei pure potuto trovare lì il ragazzo della mia vita.

Al momento non ho obiettivi, c’è un ragazzo che mi interessa e per il quale forse un passo azzardato lo farei, ma ha sei anni meno di me e non so nemmeno se è gay, anche se certe cose me lo fanno pensare. Poi magari ha la ragazza e si sposa tra un mese! Però un ragazzo come quello ancora mi mette in crisi. Lavora in un supermercato dove vado a fare la spesa, mi dà un’impressione di leggerezza, sembra un ragazzo felice, tende a sorridere alle persone, al supermercato è diventato il beniamino delle vecchiette perché le tratta bene senza esagerare. Ho provato anche io a infiltrarmi tra i clienti, lui con me è stato molto professionale, però un sorriso alla fine lo ha fatto anche a me. Una volta stava spingendo un carrello di merce a una velocità troppo alta e gli è sfuggito di mano e stava andando a sbattere contro un armadio di surgelati, io mi sono messo in mezzo e ho fermato il carrello, lui mi ha fatto un bellissimo sorriso, io gli ho fatto cenno con le mani di essere più prudente e lui ha fatto una mossa come per dire: “Ok, non lo faccio più!” Che cosa so io di questo ragazzo? So il suo nome perché sta scritto su una specie di spilla del supermercato che porta come identificazione ma qui lo chiamerò Paolo per la privacy, so la sua età, perché l’ha detta lui, ma non a me ma a una delle sue vecchiette, quando le vecchiette gli chiedono della sua ragazza, perché qualcuna lo fa, lui non ne parla mai, è radicalmente evasivo sull’argomento e si limita a cambiare discorso, cosa che mi ha fatto pensare. Mi sembra un po’ poco per pensare di parlarci. Mi piacerebbe se succedesse per caso, tipo la storia del carrello, ma potrebbe non succedere mai. Potrebbe essere lui il mio quarto fallimento? È un bel ragazzo, la cosa più bella che ha è il sorriso. E poi io che mi posso inventare per attaccare bottone? Avevo pensato che potrei cercare di capire a che ora smonta dal servizio la sera e potrei trovarmi a passare “casualmente” da quelle parti, ma ne ho pensate di peggio, per esempio che potrei svenire nel supermercato quando c’è solo lui, così lui mi dovrebbe fare la respirazione bocca a bocca, ma magari invece chiama l’ambulanza e mi fa portare all’ospedale!

Io non ho perso al testa per questo ragazzo, però ce l’ho nella mia fantasia, il fatto è che con ogni probabilità io non sto nella sua fantasia! È proprio tanto patologico che uno alla mia età stia a questo livello? Ne ho parlato con uno dei miei amici, coi quali, tra l’altro non parlo quasi mai di queste cose, e lui mi ha ascoltato e ci ha messo un po’ prima di rispondermi, segno che ci ha pensato, poi mi ha detto che pensare che quel ragazzo sarà il ragazzo della mia vita è da stupidi, … però anche pensare che non possa esserlo per principio non è meno da stupidi e che in fondo, se provo e mi va male, ho solo preso il mio quarto cazzotto in faccia, ma se mi va bene … - ha detto – la vita te la cambia proprio. In fondo la risposta è ovvia e in un certo senso incoraggiante, ma tra il dire: “Provaci!” e il provarci veramente c’è un abisso, sarebbe complicata pure con una ragazza, ma con un ragazzo c’è il rischio che lui ti sputtani completamente, anche se a occhio non mi pare il tipo.
Posso chiederti che cosa ne pensi?
Alby87
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Ciao Alby,
mi chiedi che cosa ne penso? Beh, io penso che quello che ti ha risposto il tuo amico sia assolutamente vero. Che questo ragazzo ti interessa è evidente, quindi una eventuale storia non potrebbe comunque seguire il modello di quella col tuo terzo ragazzo. I problemi però sono tanti, in primissimo luogo non sai neppure se è gay oppure no e, su una cosa del genere, affidarsi al cosiddetto radar gay è assolutamente sconsigliabile. Ci dovresti parlare, dovresti provare a costruire un minimo di rapporto di amicizia. Rinunciare a priori penso provocherebbe nel futuro una serie di rimpianti e di nostalgie molto frustranti, già rinunciare sapendo che è etero sarebbe una cosa molto diversa, però se non hai con lui nemmeno un minimo di rapporto non potrai mai sapere come stanno le cose e non potrai mai capire fino a che punto puoi arrivare a rischiare. Mi limito a darti dei consigli banali: vai spesso al supermercato, prova a scambiarci due parole magari sul tempo o sul supermercato, poi vedi se lui tronca subito la conversazione o se non la lascia cadere. Non avere paura, anche dai pochi elementi che hai a tua disposizione non sembra un ragazzo di quelli che ci godono a mettere gli altri in difficoltà. Non penso che avresti comunque molto da perdere. Non saprei che altro dirti, se non che faccio il tifo per te e che ti auguro che sia finalmente il ragazzo giusto.
Un abbraccio e in bocca al lupo!
Project
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Caro Project,
sono passati alcuni mesi dalla mia prima mail e le cose sono cambiate come non avrei mai immaginato. Ho cercato un modo per cominciare a parlare con lui. Sono andato prestissimo al supermercato senza la mascherina e l’ho aspettato fuori. I dipendenti entrano 40 minuti prima dell’apertura al pubblico e non c’erano clienti. L’ho fermato da lontano, lui mi ha riconosciuto, gli ho detto che dovevo fare la spesa ma non avevo la mascherina, lui mi ha riconosciuto subito e mi ha risposto dandomi subito del tu: “Aspetta qui che te ne trovo una.” Dopo 5 minuti è tornato con un pacchettino e con uno scontrino da 5 euro, gli ho dato i 5 euro, che in pratica lui aveva anticipato per me, e mi sono messo la mascherina. L’ho ringraziato molto cordialmente! Poi sono entrato per fare la spesa e quando sono passato da lui abbiamo fatto qualche minuto di conversazione perché non c’era nessuno, poi sono andato a prendergli un panino e una bibita e ho fatto mettere il tutto in un sacchetto di carta, sono tornato da lui (mi tremavano le gambe!) e gli ho dato il sacchetto dicendogli “Grazie!” Lui ha guardato perplesso dentro la busta, poi mi ha guardato come per dire: “Ma non ce n’era proprio bisogno!” Io l’ho ringraziato ancora e poi sono andato via.

Con espedienti di questo genere, piano piano si è creato un minimo di rapporto. Una volta ha detto che non aveva la macchina, e un giorno che c’è stato un brutto temporale, la sera, io l’ho aspettato all’uscita e quando l’ho visto l’ho chiamato, come se stessi passando lì per caso e lui è salito in macchina, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, io gli ho detto: “Dove ti posso accompagnare? Perché diluvia.” e lui mi ha detto: “Devo andare dalla mia ragazza, ma è lontano!” Per me quella risposta è stata come una pugnalata, ma ormai non potevo tirarmi indietro. Intanto ci scambiamo i numeri di cellulare, poi lui chiama la ragazza, le dice che è in macchina con un amico (io), parlano per qualche minuto ma non riesco a capire il senso di quello che stanno dicendo e alla fine lui le dice di farsi trovare al portone tra 10 minuti. Mi fermo sotto la casa della ragazza e anche la ragazza sale in macchina, è una ragazza non solo bella ma molto intelligente e si vede che tra loro c’è un’intesa molto forte. Paolo mi chiede di accompagnare lui e la ragazza a casa sua, io eseguo quasi meccanicamente, ho l’impressione di essermi cacciato in una storia che non mi riguarda assolutamente, insomma, di essermi cacciato in un altro dei miei pasticci.

Una volta arrivati, Paolo mi dice: “Parcheggia e vieni con noi!” Io dico che non voglio disturbare e che preferisco andare via, ma lui mi dice: “Guarda che c’è qualcuno che ti vuole conoscere!” Io mi sento spiazzato e chiedo: “E chi è?” e lui mi risponde: “Mio fratello.” e aggiunge una frase che mi arriva come una stilettata: “Io ho un fratello gay!” Io cerco di sganciarmi, ma mentre sto mettendo su tutto il mio discorso, il fratello (lo chiamerò Mauro) scende in strada e mi invita lui a salire. Mi stava prendendo un infarto era un ragazzo bellissimo, proprio solare e sapevo che era gay e che mi voleva conoscere. Saliamo in casa tutti e quattro, Mauro aveva preparato quattro tramezzini e delle bibite, mangiamo e beviamo, poi Mauro dice al fratello e alla ragazza: “Noi ce ne andiamo così potete stare più comodi!”

Mauro mi spiega che il fratello gli aveva raccontato di tutte le mie manovre per avvicinarlo, Mauro aveva capito al volo che c’era qualcosa sotto e per quello era curioso di conoscermi Mauro aveva 25 anni, uno meno del fratello, era un bellissimo ragazzo ok, ma io non volevo proprio farmi illusioni di nessun genere, perché secondo la mia logica, un ragazzo come quello non poteva non avere un ragazzo e invece lui non aveva mai avuto nessun ragazzo, ma non basta, a 25 anni era già laureato e lavorava. Insomma, Project, dopo un paio di mesi in cui in sostanza ci siamo studiati a distanza, Mauro è diventato il mio ragazzo e Paolo e la ragazza sono diventati i miei migliori amici. Mauro ha anche un bel carattere, non mi lascia mai a me stesso, capisce quello che penso, è forte, non ho paura che la nostra storia possa finire, vede le cose anche dal mio punto di vista. Con lui mi sento bene sotto tutti i punti di vista, posso dire di avere riscoperto il piacere di essere gay. Tra poco compirò 33 anni e quasi non mi pare possibile che le cose siano cambiate così radicalmente e invece è successo!
Ti abbraccio forte. Se vuoi pubblicare le mail, fallo liberamente.
Alby87

Lao
Messaggi: 126
Iscritto il: domenica 19 luglio 2015, 20:41

Re: VITA DI UN RAGAZZO GAY DAI 20 AI 32 ANNI

Messaggio da Lao » martedì 7 luglio 2020, 12:18

Sono contento che per Alby87 le cose siano evolute nella direzione che desiderava. D'altra parte dare un passaggio "casuale" al ragazzo per cui si sospira e sentirsi dire, senza mezzi termini e senza mai essere stati espliciti prima di quel momento (almeno così mi è parso), "ho un fratello gay che ti vuole conoscere", è davvero bizzarro. Sembra uno di quei film in cui il protagonista, ignaro di ciò che sta per accadergli, è atteso ad un appuntamento che cambierà il suo modo di stare al mondo. In ogni caso gli auguro il meglio.

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