La storia di Giacomo

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
Rispondi
Avatar utente
naufrago18
Messaggi: 139
Iscritto il: mercoledì 27 ottobre 2010, 16:33

La storia di Giacomo

Messaggio da naufrago18 » lunedì 15 novembre 2010, 16:43

Queste sono solo delle bozze di una sorta di breve romanzo che ho scritto in una serata particolare qualche settimana fa...Si accettano più le critiche che gli elogi!!! :) :) :)

bozza 1
Era una delle solite serate all’insegna di tv, patatine, cuscini sparsi qua e là, sciarpa al collo. Aspettava quella partita da tempo, finalmente la sua amata Juve stava per giocare la semifinale di Champions League. Seduto in tutte le posizioni sul divano, mani aggrovigliate, leggera acidità dovuta al cocktail tra le patatine ed il chinotto. Avrebbe dato di tutto pur di condividere quell’euforia con qualcuno, ma come sempre si ritrovava da solo: la mamma era in cucina a guardare “C’è posta per te”, suo papà era andato a letto perché a lui non piaceva tutta quella agitazione e lo stesso aveva fatto il fratello più grande che preferiva non restare sveglio pur di non soffrire per una vita infelice e non alla sua altezza. Giacomo in quegli anni aveva dodici, tredici anni più o meno e non aveva una minima idea di quello che succedeva intorno a lui. Quella sera non gli importava nulla del mondo esterno se non che quei 90 minuti. Giacomo cercava un rifugio in qualcosa, nel calcio, nelle acrobazie di Nedved, in uno stadio in visibilio ma in realtà quelli erano semplicemente gli ultimi attimi di una infanzia felice e spensierata.

Alla fine la Juve vinse, ma erano passati solo quattro anni, e di quella partita Giacomo non ricordava neppure il risultato, ne l’anno in cui si giocò. A volte ci ripensava - “Forse era quell’edizione in cui poi venimmo battuti dal Milan, forse era un quarto di finale...”. A Giacomo ormai non importava più nulla della Juve. Non certo per Calciopoli, non perché Nedved non giocava più.
Giacomo era da tempo alle prese con la sua vita. Aveva 17 anni ed ora anche per lui la sera non c’era cosa migliore che andare a letto presto pur di non pensare, pur di non soffrire, pur di far finta che la sua vita fosse una vita tranquilla e felice. Si apprestava ad iniziare il suo ultimo anno di liceo, rimpiangendo la sua adolescenza sprecata, rimpiangendo la spensieratezza di quella sera, come se avesse racchiuso in quei 90 minuti tutte le cose più belle che conosceva. Ed aveva un gran voglia di riprovare quella serenità. Ma come? In fondo nessuno lo conosceva bene, nessuno era capace di capire il suo stato d’animo, nessuno era in grado di percepire la sua angoscia, e di questo soffriva Giacomo. La notte gli incubi di essere scoperto di chissà quale peccato mortale, e poi i sogni di una felicità-miraggio, e ancora un incubo. La notte fantasticava Giacomo, ma l’importante era svegliarsi la mattina dopo e sperare in un miracolo. A volte era colto da improvvisi vuoti esistenziali, altre volte riusciva a raggiungere uno stato di apparente quiete attraverso il suo mp3 o attraverso la scrittura di qualche poesia. Solitamente però sua mamma o suo papà rompevano questo incantesimo e Giacomo riversava su di loro tutte le cattiverie rinchiuse dentro la sua gabbia toracica. Aveva un carattere forte, radicale, impulsivo, non aveva peli sulla lingua, sfruttava il fatto di essere nato “uomo” per rafforzare la sua posizione nel mondo esterno, feriva con le parole e a volte anche con le mani. Non aveva mezze misure.

Ma proprio non riusciva a dire al mondo di essere gay, non lo voleva ammettere.

Era troppo orgoglioso di avere delle “palle” tali da sopportare una situazione difficile come la sua. In quanti avrebbero saputo vivere con quel peso? Nessuno, ne era convinto. Prendeva coraggio da questo, ogni giorno il suo orgoglio aumentava. Giacomo non aveva paura del presente, anzi non gliene fregava affatto di non aver mai baciato nessuno, il suo timore era il futuro. Per quanto tempo la frenesia giovanile avrebbe potuto placare la sua rabbia e il suo dolore?

Giacomo aspettava il suo momento di gloria.
Aspettava di essere parte del mondo.

Aspettava di amare.
Panta rei. Sarà, ma io mi sento sempre lo stesso.

Avatar utente
naufrago18
Messaggi: 139
Iscritto il: mercoledì 27 ottobre 2010, 16:33

Re: La storia di Giacomo

Messaggio da naufrago18 » lunedì 15 novembre 2010, 16:49

bozza 2

“Mi sono innamorato, stavolta sono sicuro!”

”...ricapitoliamo: lui si è avvicinato per cercare un contatto,uno sguardo, un sorriso,ne sono sicuro! Mi fissava come fisso io gli altri quando mi piacciono! Per una volta che ho un amico in comune con un tipo interessante, io che faccio? Faccio lo scocciato, faccio finta di nulla! Bravo!” – pensava rimproverandosi deluso di se stesso – “Cosi rischi di restare da solo per l’eternità! Complimenti mister timidezza!”.
Giacomo si flippava il cervello con le sue teorie sul gay radar, ma perché non illudersi di amare qualcuno? Perché un ragazzo bello e simpatico non poteva essere gay? In realtà aveva una strana idea sugli omosessuali. Brutti, ossuti e spigolosi, glabri, senza sopracciglia, capelli lisci e lunghi. Giacomo identificava i gay con quelli che circolavano in tv forse perché non ne aveva mai visti di belli e vincenti.
Mentre sfogliava di notte un libro, gli ritornavano i discorsi di due o tre sere prima. Era fatto cosi Giacomo, rimuginava continuamente fino a stremarsi la mente.
“Si ok perché tu credi di non essere riconoscibile dagli etero? Non sarai spigoloso e ossuto ma anche tu hai dei punti deboli che mostrano chi sei per davvero” - ripeteva a se stesso.
”Ma cosa stai dicendo! Certo che no, perché non sono una ragazza, non voglio esserlo, di questo sono sicuro, è l’unica cosa di cui sono sicuro. Sono felice di avere le palle cazzo! Non parlerò mai in falsetto! Non agiterò mai le mie mani come le fatine!” - continuava a tartassarsi il cervello mentre pensava a Gennaro, il tipo interessante - “…o come cavolo si chiama lui…”.
Aveva una concezione egoistica dell’amore. Credeva che l’amore fosse qualcosa che avrebbe potuto risolvere i suoi di problemi, non era condivisone di sentimenti ma una semplice vincita al superenalotto da incassare da solo, senza spartire nulla con nessuno.
In quel periodo il film adolescenziale “Shelter” stava divenendo la sua bibbia. Quella pellicola rappresentava per Giacomo lo stereotipo perfetto di amore, i nodi si sciolgono e il finale è da tutti felici e contenti.
“Ma come facevo prima senza aver visto sto film!?”
Ripensava in particolare ad una scena del film, quella dopo la “prima volta” del protagonista, in cui mentre guida per tornare a casa ad un certo punto sorride, finalmente felice di se stesso. Come invidiava quell’attore, come avrebbe voluto essere anch’egli felice di se stesso. Giacomo si auto immedesimava in quel personaggio, era lui quel tipo, quell’attore stava copiando in tutto e per tutto Giacomo, era come avrebbe voluto essere e come sapeva di essere in fondo.
Fantasticava giacomo, in attesa di un miracolo.
Ultima modifica di naufrago18 il venerdì 19 novembre 2010, 23:10, modificato 1 volta in totale.
Panta rei. Sarà, ma io mi sento sempre lo stesso.

barbara
Utenti Storici
Messaggi: 2864
Iscritto il: mercoledì 14 aprile 2010, 9:22

Re: La storia di Giacomo

Messaggio da barbara » martedì 16 novembre 2010, 7:37

Bravo, scrivi bene Naufrago, bella la storia, profondi i sentimenti.
Inizio a risponderti sul primo brano.
Può nascere un bel romanzo sicuramente. Puoi migliorare ancora il tuo stile se mantieni un equilibrio tra le parti in cui "racconti" e le parti in cui "mostri".
la prima parte è più un mostrare, cioò è come una telecamera che permette al lettore di vedere cosa accade, poi inizi a raccontare . Personalmente avrei interrotto il raccontare fino alla fine di questa frase: Si apprestava ad iniziare il suo ultimo anno di liceo, rimpiangendo la sua adolescenza sprecata, rimpiangendo la spensieratezza di quella sera, come se avesse racchiuso in quei 90 minuti tutte le cose più belle che conosceva. Ed aveva un gran voglia di riprovare quella serenità.
E poi avrei ricominciato a mostrare, per esempio descrivendo una scena , o un dialogo tra due personaggi. Il lettore vuole scoprire da sè che carattere ha il protagonista , attraverso le sue azioni e ciò che dice agli altri personaggi,senza bisogno che il narratore gli spieghi tutto.
Così è più partecipe e legge più volentieri perchè puoi contribuire col cuo pensiero ad animare il personaggio.
Per esempio con la frase "Aveva 17 anni ed ora anche per lui la sera non c’era cosa migliore che andare a letto presto pur di non pensare, pur di non soffrire, pur di far finta che la sua vita fosse una vita tranquilla e felice" il narratore spiega che c'è una differenza fra un prima e un dopo . Trovo molto interessante l'idea della partita di "prima" (anche perchè la partita è proprio un momento particolare e capace di rendere bene l'universo emotivo di un ragazzo , i suoi sogni, il suo entusiasmo. Ma per descrivere la differenza con il "dopo" avresti potuto invece mostrare una partita di tre anni dopo, immagina la scena del padre e del fratello davanti alla televisione , lui che indifferente alla televisione si chiude in camera. Dalla sua stanza sente suo fratello urlare perchè c'è stato un gol e lui si gira dall'altra parte infastidito.
Allora il lettore si chiederebbe cos'è successo, si farebbe delle ipotesi su questa differenza e continuerebbe a leggere proprio per cercare di scoprire dov'è la ragione di questo cambiamento.
Questo almeno è quello che ho imparato scrivendo e scrivendo e scrivendo e ascoltando chi mi ha letto. Poi dimmi tu che ne pensi .

Avatar utente
naufrago18
Messaggi: 139
Iscritto il: mercoledì 27 ottobre 2010, 16:33

Re: La storia di Giacomo

Messaggio da naufrago18 » martedì 16 novembre 2010, 17:33

in realtà le mie bozze in effetti erano più uno "sfogo" quindi non ho badato molto alla struttura, molto mediocre, però hai assolutamente ragione sulla considerazione del mostrare e del narrare,ottima critica!!! :P :P ...il problema è che non riesco a far esternare il carattere di una persona attraverso i dialoghi diretti, ma ci proverò a farlo...modificherò piu in la la prima parte...non ho invece ben capito cosa pensi sulla seconda parte...
Panta rei. Sarà, ma io mi sento sempre lo stesso.

barbara
Utenti Storici
Messaggi: 2864
Iscritto il: mercoledì 14 aprile 2010, 9:22

Re: La storia di Giacomo

Messaggio da barbara » martedì 16 novembre 2010, 20:48

Sulla seconda parte ci devo riflettere.

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2477
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: La storia di Giacomo

Messaggio da Alyosha » martedì 16 novembre 2010, 21:24

Non sono un esperto in materia di letteratura, però sappi che che aspetto impazientemente il prosieguo della storia:)

barbara
Utenti Storici
Messaggi: 2864
Iscritto il: mercoledì 14 aprile 2010, 9:22

Re: La storia di Giacomo

Messaggio da barbara » martedì 16 novembre 2010, 22:27

La seconda parte ha un tono più leggero, quasi autoironico. La lettura scorre facile e senza intoppi . Bella l'idea del nella testa del protagonista! Ci sono molti spunti che ce lo rendono simpatico e ci fanno immedesimare. Una cosa che potrebbe migliorare il testo è il qui ed ora. A un certo punto dici che stava leggendo un libro di Ammaniti , poi l'immagine di lui che legge si perde. Mi piacerebbe vedere lui, magari alla luce di una lampada. Com'è il suo viso? Cos'ha addosso? Fa caldo o freddo? E' inverno o estate? C'è silenzio o si sentono le auto fuori dalla finestra?
Qualche particolare, senza esagerare , ce lo fa sentire più vicino. più vivo.
Provare modi diversi di scrivere può essere utile per scoprire che magari i dialoghi, una volta che provi a scriverli , in realtà ti vengono bene.
Sui dialoghi pure io ho avuto più difficoltà all'inizio, poi esercitandomi, ho scoperto che un dialogo anche di poche battute rende davvero tanto rispetto alla descrizione dell'azione che fa il narratore e poi spezza il ritmo .
Ai lettori piace ogni tanto sentire la voce diretta dei personaggi.
Ma sono solo suggerimenti, poi ognuno deve trovare il suo stile e soprattutto scrivere per il piacere di farlo .

Avatar utente
naufrago18
Messaggi: 139
Iscritto il: mercoledì 27 ottobre 2010, 16:33

Re: La storia di Giacomo

Messaggio da naufrago18 » venerdì 19 novembre 2010, 23:09

"Non sono un esperto in materia di letteratura, però sappi che che aspetto impazientemente il prosieguo della storia:)"

Non ci sarà alcun prosieguo imminente, anzi credo proprio che abbandonerò questo romanzo, non saprei ne come aggiustarlo, ne come continuarlo. La mia vena letteraria finisce qui, ho altri progetti da fare nella "vita reale" che esauriscono la mia creatività. Inoltre non riesco a dare al protagonista una sua immagine definita, il racconto è troppo denso di particolari e poco di sostanza. Giacomo comunque se la caverà, pazientando anche lui troverà il lieto fine alla sua vita.
Panta rei. Sarà, ma io mi sento sempre lo stesso.

barbara
Utenti Storici
Messaggi: 2864
Iscritto il: mercoledì 14 aprile 2010, 9:22

Re: La storia di Giacomo

Messaggio da barbara » venerdì 19 novembre 2010, 23:44

Come non continui? E perchè? adesso che avevi ingranato...
Dai, ripensaci , Daaaaaaaaaaaaaaaaaaiiiiii!!!!!!!!

Rispondi