Cadere in depressione

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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Geografo
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Cadere in depressione

Messaggio da Geografo » domenica 20 maggio 2018, 20:04

Se mi chiedeste "Con quanti ragazzi ti sei baciato?", vi risponderei con un numero di certo non basso: "otto". Sì, otto ragazzi. Se poi mi chiedeste: "Con quanti di questi sei ancora in contatto?", bene, la risposta sarebbe "nemmeno uno".
Al massimo, proprio a volersi allargare, sono in contatto sporadicamente con uno di questi, che però vive in Puglia: siamo amici da ormai cinque anni, ci conoscemmo su internet in una maniera del tutto casuale e l'anno scorso venne a Roma, senza dirmi niente. Abbiamo passato un bel pomeriggio insieme e ci siamo anche baciati, è stata più una cosa simbolica che altro, ma eravamo entrambi contenti. Ogni tanto ci sentiamo su Whatsapp, ed è l'unico di quei ragazzi con cui mi "sento". Per il resto, zero proprio.
Se poi mi chiedeste: "Quante storie hai avuto?", vi risponderei: "una sola". È stato tre anni fa, a diciassette anni (ora ne ho venti), durata circa due mesi, anch'esso un ragazzo conosciuto in maniera del tutto casuale, attraverso un annuncio sul sito "Yahoo Answers". Poi finì, perché io feci un anno di scambio all'estero durante il quarto superiore. Per un anno intero avevo pensato a lui, non vedevo l'ora di tornare. Ma una volta tornato, ho capito che non gli interessava di vederci. Così, un giorno che non avevo scuola, ho preso l'autobus e sono andato fino a Roma, facendomi un'ora di viaggio. Da lì sono andato fino alla sua scuola, aspettandolo all'uscita, e nel frattempo mi ero messo a chiacchierare con la bidella di quel piano chiedendomi che ci facessi lì. "Eh, aspetto una ragazza!" le risposi. Voleva sapere a tutti i costi chi fosse questa ragazza, quindi cercai di tenermi sul vago e la misi sul ridere, dicendo che proprio non potevo dire chi fosse, e che era una sorpresa.
Poi la campanella squillò. E lo vidi mentre usciva, mi fa un "Ciao" quasi sorpreso. Lo rincorro, e noto che non mi parla molto, non se lo aspettava. Era cambiato davvero tanto, dopo un anno eravamo entrambi cresciuti (sia caratterialmente che esteticamente), d'altronde nell'adolescenza è così.
Mi chiede se gli va di accompagnarlo fino a casa sua, gli dico di sì. Una volta arrivati, gli faccio: -Ti va se andiamo a pranzo insieme?
-Non posso, mia madre non vuole.
-Dai...
-Ti giuro, non posso, magari un altro giorno.
Me ne vado, inutile insistere, può essere che è vero, quindi vado a farmi un giro, sempre nel suo quartiere. Gli mando un messaggio nel pomeriggio: -Non te l'aspettavi che oggi venissi davanti la tua scuola, vero? Ahaha. Poi dovrò trovare una scusa per la bidella.
-...
-Senti, oggi pomeriggio ti va?
-Mi spiace ma non ne vedo il motivo.

Tutto a un tratto mi sono sentito un coglione. Avevo dato importanza a una persona che a me di importanza non ne aveva data proprio. Per lo meno, non era l'importanza di quando eravamo stati insieme, ma alla fine non ero nemmeno troppo stupito: parliamo di un ragazzetto di sedici/diciassette anni (ora diciotto) immaturo, che ormai cercava di uscire con quanti altri più ragazzi possibili. E io, essendo più maturo (almeno, questo è quello che dice il mio ex psicologo) avevo dato un'importanza molto più grande alla cosa.
Quel pomeriggio presi una birra e, per la prima volta dopo tantissimo tempo, cominciai a piangere su un marciapiede, più che altro pensando a tutto quello che c'era stato tra me e lui, perché di tutte quelle cose avevo un bel ricordo, e ce l'ho tuttora.
Da quando suo padre e mio padre ci accompagnarono in macchina quando dovevamo incontrarci la prima volta (con la scusa di incontrare un amico), quando andammo insieme al cinema con i suoi amici a vedere il film dei Trasformers e lui senza farmi vedere mi teneva per mano, a quando abbiamo fatto l'amore al parco (colpa sua più che altro, con gli ormoni a mille che ha, altrimenti a me non sarebbe passato per l'anticamera del cervello). Ma per lui queste cose semplicemente erano passate, e tutti i torti non li aveva.

Durante il quinto superiore conobbi a scuola un ragazzo, già ne avevo parlato in un altro post, e facemmo molta amicizia. Lui stesso si dichiara(va) bisessuale (sì, si dichiarava bisessuale a soli quattordici anni, ora non si sa più). Tuttora sono convinto che lui in realtà sia assolutamente gay, e ho i miei buoni motivi per dirlo: una volta, di fronte ad amici, mi baciò, e cercava continuamente il contatto fisico con me. Una mia amica, che è lesbica ma a cui non ho detto di me, quando glielo raccontai ha sostenuto che lui probabilmente è gay e che io gli piacessi. Dopo la maturità, io e lui abbiamo scelto la stessa facoltà, nella stessa città ma in università diverse e ci siamo persi di vista. Io avrei tanto voluto un giorno dirgli di me, che sono omosessuale, e che ho avuto anche una storia. Mi avrebbe fatto davvero tanto piacere raccontarglielo, vedere la sua reazione, e l'avrei fatto, ve l’assicuro. Ma purtroppo non stiamo più in contatto e dopo la maturità non ci siamo più visti, tuttora ci sto abbastanza male. Comunque dopo la maturità mi sono fatto una vacanza in Spagna, una di quelle di "ScuolaZoo", una vacanza assolutamente trash. Sarei dovuto partire con un amico, ma ho cercato di convincere i miei a farmi partire da solo, e devo dire che mi sono divertito parecchio: condividevo la camera con due ragazzi di un'altra parte d'Italia che ho conosciuto lì e che erano parecchio simpatici, uno di loro poi era un vero e proprio sciupafemmine ed era perfino andato a letto con l'animatrice!
Poco dopo quella vacanza, un giorno sono anche uscito in un parco con un ragazzo conosciuto su internet, davvero bello, ma ahimé diciamo che l’incontro non è finito nel migliore dei modi: infatti mi fece un rapporto orale. Era durato tanto ed era stato piacevolissimo, tuttora quella rimane una mia fantasia, però di quel ragazzo non ho mai saputo più niente in quanto ignora i miei messaggi su Whatsapp. In tutto questo mi sarebbe piaciuto averlo almeno come “scopamico”, ma ahimé se l’è data a gambe.

Dopo aver fatto questa vacanza, nella chat di questo forum raccontavo spesso che ero abbastanza indeciso su quale università intraprendere (sulla facoltà già non avevo dubbi), e parlavo in chat privata con un ragazzo, mio coetaneo (o meglio, di otto mesi in più di me). Chattavamo spesso, e dato che scopriamo di vivere non solo nella stessa città, ma anche nello stesso quartiere, un giorno lui mi fa: "Ti va di uscire insieme?".
Ci incontriamo, pur non essendoci mai visti, davanti ad un Mc Donald's. Prendiamo la metro e ci facciamo un giro in un'altra zona. Lui sembrava contento di vedermi, chiacchierava molto e cercava di rendersi piacente. In realtà non è di Roma, e lo si capisce dall’accento, ma viene da un paese del Sud Italia, ma per il lavoro dei suoi si era trasferito un anno fa a Roma.
Parlando, mi dice di essere “bisessuale”, scherzando sul fatto che io avessi detto in chat di non credere nella bisessualità, e mi dice che per lui “conta la persona”. Onestamente non ho mai creduto a queste “sviolinate”, scusate tanto… per come la vedo io, divido i bisessuali in due categorie: i ragazzi gay che con utilizzano questo termine per sentirsi più accettati, e poi quegli uomini (spesso sposati) che vedono l’andare a letto con gli altri uomini come una perversione, incapaci di provare verso di essi alcun legame affettivo. Ci saranno poi i bisessuali, quelli veri, non lo metto in dubbio, ma saranno davvero delle mosche bianche.
Ho capito che lui è molto interessato alla politica, infatti finiamo presto per discutere in un bar, tant’è vero che c’è una signora lì accanto che sente la conversazione e, attirata, comincia a parlare anche lei.
Abbiamo delle idee politiche completamente diverse, io ho delle idee di destra (seppur vi garantisco che non mi riconosca per niente nella destra italiana!), lui di sinistra. Dopodichè lui deve andare perché ha l’università nel pomeriggio.
Ci siamo visti anche una seconda volta e, dato che entrambi abbiamo interesse per la storia e le guerre, andiamo a vedere al cinema un film che rientra proprio in questa tematica: Dunkirk. Onestamente, a me il film non è che fosse piaciuto molto (davvero lento e mancava di azione, era più storico che altro), ma lui era davvero entusiasta e io ogni tanto facevo qualche battuta durante il film. Abbiamo poi passato la nottata girovagando in centro, mi consiglia anche dei film da dover vedere a casa, sempre di carattere storico.
Ci vediamo poi per una terza volta e, siccome non ha pranzato, mi chiede di accompagnarlo in un posto in cui si dice che ci sia un ottimo kebbabaro. Io non avevo niente da fare, non avevo ancora cominciato l’università, quindi per me andava bene.
Prendiamo la metro, l’accompagno dal kebbabbaro, e poi andiamo a fare un giro in un parco, finché non ci sediamo su una panchina e mi fa vedere delle cose sul cellulare, così per ridere. Dopo un po’ passa il controllore del parco, che ci chiede di allontanarci in quanto stavano chiudendo, quindi ci mettiamo in una panchina al di fuori di questo parco. A questo punto l’aria si era fatta più tesa, non sapevamo davvero più di cosa parlare e si era creato parecchio imbarazzo.
Io gli metto un braccio intorno al collo, mi avvicino e lo bacio. Lui tremava tutto, e mi fa: “…sento i denti”, nell’imbarazzo, al che gli rispondo, mentre stavamo uno sulle labbra dell’altro: “…riproviamo?”. E stavolta il bacio viene molto più bello, e spontaneo. Ci baciamo anche una seconda volta. Dopodiché lo bacio sulla guancia (a lui era piaciuto tantissimo!).
Facciamo poi per tornare a casa, e lui era davvero contento, dicendo che ero stato bravo, perché lui non avrebbe mai preso l’iniziativa, che ero stato davvero troppo carino e ironico, che anche lui è così ironico e che gli era piaciuto quando l’avevo baciato sulla guancia, e pensava che tutto questo accadesse al cinema piuttosto.
Mentre tornavamo a casa però, lui aveva il terrore di beccare i suoi genitori, sembrava li intravedesse ovunque. Per carità, io anche avevo paura di incontrare mio fratello e delle volte mi sono spaventato, ma lui davvero esagerava.
Quando siamo tornati a casa, dato che su Whatsapp stavamo parlando di politica, gli dissi che io comunque ero stato bene quel giorno e lui mi rispose: “Io sono stato benissimo, grazie ☺ se non fosse per te ancora saremmo in alto mare!”, al che io gli dissi: “In alto mare come le ideologie di sinistra!”.
Passa una settimana, perché io ero tornato nella mia città natale (ancora non era iniziata per me l’università, quindi facevo un po’ come mi pareva), ma poi torno solo perché mi faceva piacere rivederci.
Andiamo nella stessa zona dell’altra volta, quella del kebbabbaro, ma non troviamo nessun luogo in cui fermarci. Io avevo capito che lui volesse andare “dritto al sodo”, che magari volesse pomiciare. A me onestamente non andava molto, però l’esperienza con altri ragazzi mi aveva insegnato che quando si tratta di pomiciare si vuole solo quello, quindi ho fatto finta di niente, e ho provato a cercare con lui un posto ma, come diceva lui, erano tutti “troppo aperti” (nel senso che potevano farsi vedere dalla gente).
Io, per cercare di renderlo contento, mentre camminavamo su una strada lo bacio all’improvviso, cosa che lui non sembra gradire (forse perché appunto la strada era aperta, nonostante lì non passasse nessuno) e va a finire che torniamo sulla panchina dell’altra volta. Lui mi racconta che in vita sua si è “mezzo baciato” con due ragazze, da quanto ho capito alle medie o all’inizio delle superiori. Forse nemmeno si sono baciati. Io gli mostro sul cellulare una ragazza, che frequentavo all’inizio delle superiori nonostante io sapessi benissimo di essere omosessuale, come se volessi fare un confronto tra la mia esperienza e la sua. Poi mi avvicino e lo bacio, di nuovo, e lui ci sta, e ci baciamo in maniera abbastanza intensa. Io onestamente mi sentivo un po’ a disagio, mi sembrava il tutto molto forzato, ma stare con lui mi piaceva davvero tanto, e lui sembrava davvero preso.
Rimaniamo quindi uno col braccio sulla spalla dell’altro a parlare, mentre ci tenevamo per mano, e gli racconto che forse ho trovato una squadra di calcetto di cui far parte, quando lui mi fa: “Scusa, devo dirti una cosa…”. Io gli dico “Dimmi”, e lui mi fa: “Ecco…non rimanerci male…però penso che forse non mi piaci…cioè, non è che non mi piaci, quando sto con te ho il durello…ma non sento quel trasporto speciale, capito?”.
Io mi stacco subito dal lui, poi gli ho chiesto cosa significasse il trasporto speciale di cui parlava, perché comunque non è che dovessimo sposarci, però non volevo in alcun modo farlo sentire forzato, anzi quasi mi dispiaceva di averlo fatto forzare in qualche modo. Lui mi risponde che mi ripete di avere il durello e tutto quanto, ma non sente quello che lui definisce il “trasporto speciale”.
Allora gli allungo la mano, gli sorrido e gli faccio: “Vogliamo essere amici?”. Lui mi stringe la mano come prima, a mo’ di innamorati, al che stacco la mano e gli dico: “No, no, intendo…vogliamo essere amici?”, facendo capire che intendessi una stretta di mano “professionale”. Lui a quel punto mi stringe la mano come intendevo io, poi torniamo a casa anche perché si era fatto buio. Sarò sincero: io davvero ci ero rimasto male, se non altro perché pensavo che lui si trovasse bene con me. Quando siamo usciti dalla metro, mi fa: “La cosa bella tra due ragazzi è che uno conosce bene il corpo dell’altro, però le ragazze hanno delle forme sinuose…”. Io lo guardo un po’ strano, e lui mi fa: “No no, non sono etero però!”. Secondo me lui quella frase l’aveva palesemente detta quasi per sottolineare la sua bisessualità e per convincersi lui stesso, di questo ne sono sicurissimo. Poi l’accompagno al suo autobus e ci salutiamo.
Quando arrivo a casa, mi siedo sul divano, immobile. Davvero ci ero rimasto male, non capivo perché lui si fosse comportato così. Mi arriva anche un suo messaggio su Whatsapp con scritto: “Mi dispiace!”, al che rispondo: “Ehi, non preoccuparti!”. A quel punto comincia a parlarmi nuovamente di politica, scusate tanto ma l’avrei beatamente mandato a quel paese.
Però la differenza nel nostro rapporto si era notata tanto: prima mi mandava sempre un messaggio di buongiorno, dopo che lui mi aveva detto di “non sentire il trasporto speciale” il messaggio del buongiorno non me lo ha più mandato.
Però continuavamo a parlare davvero tanto su Whatsapp: lui mi scriveva in continuazione per chiacchierare, con lunghissimi messaggi vocali. Onestamente non ne vedevo il senso, perché se c’è una cosa che mi innervosisce sono quelle chattate infinite sul cellulare quando ci si potrebbe tranquillamente incontrare dal vivo.
Parlando su Whatsapp, un giorno decido di parlare nuovamente di quel giorno in cui lui mi ha rifiutato, e gli dico che mi è dispiaciuto se lui si è sentito forzato nel baciarsi o nel pomiciare con me. Lui mi disse che assolutamente non si era sentito forzato e che semplicemente non sentiva il trasporto speciale con me, la che gli risposi che il fatto è che io pensavo che lui quel giorno volesse andare "dritto al sodo" e pomiciare, e lui mi disse: "Oddio, io pensavo che tu volessi invece andare dritto al sodo! Ahaha". Forse c'era stata da parte di entrambi un'incomprensione riguardo questa cosa, e gli racconto che una volta io uscii con un ragazzo, che mi piaceva molto, e che alla fine finì per farmi un rapporto orale al parco (e non è quello di cui ho parlato qui sopra all'inizio ma...un altro ancora), e di come quell'esperienza mi avesse lasciato davvero a disagio perché, seppur mi piacesse che quel ragazzo tenesse il mio pene e mi facesse un rapporto orale, io in tutto questo mi sentivo forzato e mi dispiaceva se lui avesse provato con me un'esperienza simile, e lui mi rispose: "Diamine, non vorrei averti forzato io".
Finché un giorno mi dice che dobbiamo assolutamente vederci, perché era da tanto che non ci vedevamo e poi con le vacanze di natale non ci saremmo visti.
Andiamo quindi in una panineria scelta da lui e, dato che insisto per pagare a lui il panino (lui in passato aveva offerto a me il caffè), mi fa una battuta di cattivissimo gusto: “Ok, non insisto, perché è brutto essere rifiutati troppo” e fa un sorrissetto.
Dopodiché gli racconto un episodio divertente che mi è successo: una volta, mentre stavo in vacanza studio alle superiori, mi feci una sega in camera da letto, quando ad un certo punto la madre della famiglia che mi ospitava se ne accorse ed essendo particolarmente religiosa, disse che avevo fatto un peccato contro Dio.
Lui si mise a ridere tantissimo insieme a me, poi fece: “Ma non guardavi dei video?” e io “Mmmh no, onestamente non li vedo quasi mai, io uso per lo più la mente”, e lui “Ah, io no, devo usare di più i video. Pensa se lei ti vedeva con i video in mano. Aspetta ma…poi te avresti visto i porno gay!”. Non so perché ma in quell’affermazione ci ho visto un’altra linea di demarcazione (che per lui è un’abitudine), come a sottolineare che lui sia bisessuale.
Fatto sta che quella volta è stata l’ultima volta che ci siamo visti dal vivo, e abbiamo continuato a parlare solo attraverso Whatsapp.
Lui mi scrive tantissimo, mi manda sempre un sacco di messaggi vocali, anche parecchio lunghi (magari anche di due minuti).
Io più volte gli ho detto di incontrarci, voglio dire: ma che senso ha parlare all’infinito quando potremmo incontrarci dal vivo?! Gli ho detto che se vuole potrebbe anche venire a casa mia un giorno, ci stanno mio fratello, la sua ragazza e altri nostri amici e spesso vediamo la tv insieme e si crea un’atmosfera molto goliardica. Lui dice sempre di sì, che vuole, ma deve studiare e che presto ci saremmo visti.
Delle volte sembra davvero che mi prenda per i fondelli. Ad esempio, sa che mi sono iscritto in palestra da poco, e un giorno mi scrive, chiacchierando del più e del meno: “Mi sto appassionando alle applicazioni per la corsa e agli esercizi per l’allenamento. Sai che non sono mai stato in palestra?”. Io gli dico: “Sul serio non sei mai stato in palestra? È molto meglio delle applicazioni del cellulare!! Dai che un giorno ci andiamo insieme!”, e lui: “Ma il fatto è che preferisco uno sport rispetto alla classica palestra, per questo andavo in piscina”.
Scusate tanto, ma allora che me lo dice a fare di non essere stato in palestra e che vuole fare esercizio fisico? Dato che sapeva che io mi ci ero appena iscritto, ci vedo un invito implicito affinché io gli chiedessi di andarci insieme, come penso chiunque!
Altre volte, mi manda delle vere e proprie provocazioni, ad esempio quando cercava di capire se un suo compagno di corso fosse gay. Io gli dissi: “Attento, potrebbe anche essere che lui non sia gay però”, al che mi risponde: “Ahaha scusa, ma tu stai dalla mia parte vero?” e io: “Eh? Guarda che ti sto dicendo come la penso”.
Delle volte comunque è stato indubbiamente carino, ad esempio nella chat del forum venne a sapere che era il mio compleanno, mi scrisse su Whatsapp e mi fece gli auguri, e mi cheise come stavo, se davvero stessi bene, perché lui l’anno prima aveva festeggiato il compleanno da solo, e a saperlo saremmo andati io e lui in un posto a festeggiare insieme i miei vent’anni. Io gli dissi di stare tranquillo, che stavo bene e che il mio compleanno l’avrei festeggiato con i miei amici in un altro giorno.
Comunque ormai mi ero davvero scocciato delle sue chat infinite e dei suoi messaggi vocali infiniti, quindi esattamente il 18 aprile (un mese fa) decisi di non rispondere più, tant’è vero che la chat è rimasta ferma a quattro messaggi vocali da lui mandati durante la conversazione (parlavamo di politica, più precisamente di dittature) ma che io non ho aperto, volutamente.
Mi aspettavo che un giorno lui mi avrebbe riscritto, della serie: “Che fine hai fatto?” (perché ogni volta lo fa), ma stavolta non è successo.
E ora lo ammetto: mi manca.
Da quando lui mi rifiutò quella volta (quando mi disse di non sentire il “trasporto speciale”) ho provato, tra l’altro, a frequentarmi con diversi ragazzi: circa cinque ragazzi. Eppure niente da fare, non mi piacevano, perché l’unica cosa che cercavo di fare era di dimenticare lui.
Pochi giorni fa ero in un centro commerciale, da solo, e mi sentivo terribilmente depresso e solo (eppure gli amici li ho). Sentivo quasi di stare a tremare, finché ad un certo punto ho sentito il bisogno di prendere il cellulare, chiamare mio padre e dirgli: “Papà, sono depresso”. Mio padre mi ha chiesto di più, perché fossi depresso, ma non ho specificato, e quindi mi ha portato a fare una visita da un suo amico psichiatra, che per il momento mi ha prescritto uno psicofarmaco (ossia un antidepressivo abbastanza leggero da assumere dopo cena), e al momento mi sta cercando uno psicoterapeuta uomo (perché ho detto che mi troverei più a mio agio nel parlare con uno psicoterapeuta uomo).
Adesso vorrei trovare un modo per rimettermi in contatto con questo ragazzo, ma non so come fare, non so se scrivergli e soprattutto se dovrei scrivergli o semplicemente dimenticarlo.
Cosa pensate? Ormai mi sembra di vivere ogni giorno uguale all'altro, non riesco a studiare, né a fare la minima cosa, perché mi sembra quasi che tutte le relazioni che io viva a livello affettivo tendano a sparire, a rendersi ogni volta inconsistenti...

Alyosha
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Messaggio da Alyosha » martedì 22 maggio 2018, 13:11

Caro Geografo
C'ho messo un po' per risponderti, perché ho voluto leggere con calma la lunghissima storia che hai raccontato. Sei molto bravo a restituire i colori delle emozioni che hai vissuto. Mi hai fatto tornare alla mente i tempi dell'adolescenza, quando un bacio era qualcosa di più, come dice la nota pubblicità.
A me il racconto però non sa di una persona depressa, forse nostalgica, forse rammaricata, ma di certo non depressa. C'è una dolcezza nel tuo racconto molto bella ed anche una capacità di non stressare l'altro, accoglierlo con i suoi tempi e i suoi modi di relazionarti. Accoglierlo anche quando questo ti comporta evidentemente fatica ed una certa rinuncia ai tuoi desideri.
Che dire tieniti quel primo bacio, anche se magari non è il primo, non lo so. Certamente però da come lo descrivi il primo che conta sul serio. Te ne ricorderai anche quando tutta questa storia avrà perduto importanza e certamente sei riuscito a dargli un valore ed un peso.
Detto ciò purtroppo questa persona non è chiaramente idonea per te. Quello che si legge è una evidente asimmetria rispetto al valore che date tanto a quanto accaduto che alla relazione. Questa asimmetria purtroppo per te lascia pensare proprio ad una bisessualità se non addirittura ad una eterosessualità.
Non che i gay non si scoraggino già dopo il primo incontro anzi, ma nel suo modo di prendere le distanze da te, senza prenderle sino infondo c'è una differenza che a naso mi torna strana. Un'omosessuale come si dice sempre qui, ha un trasporto emotivo rispetto ai propri gesti e alla propria carica erotica, trasporto che non solo non vedo in questo ragazzo, ma di cui nemmeno mi sembra capace.
Capisco che è azzardata come ipotesi a distanza, però vedi comunque stiano le cose, dovresti sempre tenere a mente che all'essere deve accompagnarsi sempre la consapevolezza di essere affinché la verità diventi anche reale. Questo lo disse per primo Hegel che spesso non viene capito. Le cose però sono semplici, sopratutto nel tuo caso. Finché una persona, anche se fosse veramente gay, non acquisisce anche chiara consapevolezza di esserlo, quella persona non è gay e tu non dovresti trattarlo come tale.
Voglio solo farti riflettere che una donna cui capitasse la tua stessa esperienza, in parallelo non esiterebbe a definirlo etero e questo, te lo garantisco, anche se lui raccontasse del bacio che c'è stato conte.
Comunque stiano le cose, entra nell'ottica che da questa persona devi difenderti. Proteggi te stesso e i tuoi sentimenti c'è poco da fare.

Quanto al papà. Lo dici in coda al racconto. Perché mai mandare un figlio dallo psichiatra addirittura se gli dice di essere depresso? Mi pare molto strana come risposta. Manca completamente l'affettività, l'accoglienza di un malessere. Pare più un voile scaricare la propria responsabilità genitoriale in altro. Sospetta che sei gay per caso? Insomma l'ho trovata una risposta veramente poco idonea. Questo senza voler giudicare una persona che non conosco ovviamente, intendiamoci.

marmar77
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Iscritto il: venerdì 10 marzo 2017, 21:43

Re: Cadere in depressione

Messaggio da marmar77 » mercoledì 23 maggio 2018, 18:50

Ciao Geografo,
concordo con Alyosha riguardo il fatto che più che depresso dai l'idea di essere fortemente deluso per le esperienze fatte.
Personalmente non avrei specificato che l'ultimo ragazzo menzionato frequenta il forum, ma non è rilevante..
Da quanto scrivi, si evince il profondo significato che dai ai tuoi gesti e di riflesso ti aspetti che lo stesso valga per chi si rapporta con te: sulla tua pelle stai sperimentando che non è così!
L'educazione, le esperienze personali, il carattere e tutto ciò che fa parte del vissuto di ciascuno di noi influenzano le nostre scelte, i nostri pensieri, le cose dette e quelle non dette. Siamo tutti diversi e lo si capisce proprio dal fatto che a situazioni analoghe, reagiamo in modo differente. Stessa cosa vale per un bacio dato/ricevuto, per una bella serata passata insieme, per un sorriso regalato..
Come Alyosha ti suggerisce, hai bisogno di qualcuno che si collimi maggiormente al tuo carattere.
Il tuo "amico" è stato comunque sincero da subito con te: per questa "banalità" dovresti apprezzarlo. È probabile che non sia neanche bisessuale, ma gay e che semplicemente ha visto in te una persona piacevole, ma che non sente come compagno. Non basta essere gay e bravi ragazzi per innamorarsi.
Quello che descrivi capita a tutti, la differenza è che c'è chi si arrende, chi si sente solo vittima e chi si rialza, guarda avanti facendo esperienza di quanto accaduto.
Sei un ragazzo intelligente e già immagino cosa farai! ;)

Andre72
Messaggi: 31
Iscritto il: martedì 8 maggio 2018, 17:22

Re: Cadere in depressione

Messaggio da Andre72 » mercoledì 23 maggio 2018, 22:53

Ciao Geografo,
io mi sento di quotare al 100% marmar77 nella sua risposta. Egli sostiene che forse è gay e non bisex e non ti riconosce come compagno. Chissà? Può essere...
Magari il tuo amico è stato poco diplomatico ma sicuramente ti ha risparmiato una sofferenza maggiore di quella che provi oggi.
Io sono un bisessuale (anche se da come leggo non ti vanno particolarmente a genio :D ) un po' fuori dal coro sotto certi aspetti, per cui posso capire ciò che stai provando. A tale proposito ribadisco che una spina nel cuore è meglio di una grossa ferita.
Andrea

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