I miei non capisco un accidente di niente

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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barbara
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Re: I miei non capisco un accidente di niente

Messaggio da barbara » venerdì 4 febbraio 2011, 21:48

Eh! Certo dover reprimere ogni discorso per paura di farsi scoprire ti sottrae un bel pò di energie. Energie di cui avresti bisogno per affrontare gli altri problemi di cui parli. A volte si vorrebbe addormentarsi e svegliarsi quando tutto è finito. E invece si è costretti e lottare. Ce la puoi fare, Sciamano. E lo sai.

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Sciamano
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Re: I miei non capisco un accidente di niente

Messaggio da Sciamano » venerdì 4 febbraio 2011, 22:16

La cosa triste di queste "sfide" è che non servono per vincere premi (me ne vengono in mente tanti belli), sono solo una profonda rottura che non vedi l'ora che finisce e pare non avere alcun senso... e gli umani normalmente cercano di vedere un senso e una ragione in ogni cosa... (tendenzialmente). E' una lotta insensata... e poi non è nemmeno una lotta, è una situazione ipocrita e svuotante punto e basta... vorrei tornare indietro con questa consapevolezza e impostare tante cose diversamente, oppure vorrei cambiare le scuole, la società... ma non si può. Il massimo è spenderci una vita per dare un modesto contributo... sono ingiustizie insanabili.
Cercare la felicità rispettando gli altri, sarebbe una grande conquista per l'umanità!

guy21
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Re: I miei non capisco un accidente di niente

Messaggio da guy21 » venerdì 4 febbraio 2011, 22:28

lo so sciamy è difficile questo non lo metto in dubbio!
parla con noi, interagisci con chi ti vuole veramente bene, noi qua ci siamo e lo sai!
le cose che stai passando le ho passate anch'io credimi, da poco sono sereno ma se mi guardo indietro è stata davvero dura. per me passare queste giornate senza essere preoccupato e poter scrivere qua a te e aiutarti è già una felicità per me. e per ora mi basta questo, per cui rilassati, esci un pò di casa fai un giro, guarda il paesaggio, la natura insomma fai 2 passi e respira un pò di aria pulita, aiuta te lo dico io!
su io qua ci sono sei hai bisogno di appoggio, appena posso ti aiuto quando vuoi, però devi dirlo e parlare sennò come faccio a saperlo?
dai io ora sono disponbile con chi ha bisogno di aiuto o parlare per cui fatti sentire ciao! tieni duro! :D

Aquilotto
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Re: I miei non capisco un accidente di niente

Messaggio da Aquilotto » venerdì 4 febbraio 2011, 22:36

jack89 ha scritto:Io penso che se noi trattassimo i nostri genitori come a volte loro trattano noi, ci metterebbero le mani addosso.
Successo. Se non altro aiuta a farsi un'idea chiara.
Se io sapessi cosa mi fa bene
se io sapessi cosa mi fa male
nella marea di cose e di persone che c'ho intorno
se non tradissi le mie pulsioni vere
potrei sul serio diventare
un uomo pluricentenario
forse eterno


G.Gaber, Se io sapessi, «E pensare che c'era il pensiero»

Felix
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Re: I miei non capisco un accidente di niente

Messaggio da Felix » sabato 5 febbraio 2011, 2:34

Sciamano,
leggere questo tuo post mi ha fatto venire in mente un sacco di cose che vorrei dirti e che ovviamente qui non posso fare.
Credo cmq che adesso l'ultima cosa che vorresti è sentirti dire cose su cose...
Lungi da me simile atteggiamento. Però sappi che comprendo e ti sono vicino col cuore anche se non ti conosco (il cuore non ha distanze che lo tengano lontano da chi si vuole avere vicino).

Coraggio Sciamano.

A presto
Felix
E ti vengo a cercare con la scusa di doverti parlare, perché mi piace ciò che pensi e che dici, perché in te vedo le mie radici.
...
E ti vengo a cercare perché sto bene con te.

Perché sei un essere speciale
ed io avrò cura di te


(F. Battiato, E ti vengo a cercare/La cura)

Rayden
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Re: I miei non capisco un accidente di niente

Messaggio da Rayden » domenica 6 febbraio 2011, 17:30

Capisco pienamente quello che senti, Sciamano. E' sempre triste quando si sentono queste parole, ma lo è ancora di più se provengono proprio da chi, al di sopra di ogni altro, dovrebbe infonderci fiducia, sicurezza e comprensione. Purtroppo una replica o uno sfogo potrebbe peggiorare le cose, perché in questi casi, secondo me, un'opinione o una giustificazione può facilmente essere letta come una sorta di ammissione o di confessione.

Penso di provare più o meno la stessa cosa quando i miei, in poche parole, e forse senza volerlo davvero, mi facciano capire chiaramente cosa ne pensano dell'essere gay.

Una volta mia mamma, commentando il coming out di non ricordo più quale attore o cantante, ha detto "ha fatto sua scelta", come se il proprio orientamento fosse qualcosa che uno può scegliere, al pari del colore di una T-shirt o del gusto delle tre palline di un cono gelato.

In un'altra occasione, mio papà, mentre in tv andava in onda il servizio sull'aggressione al gay village di Roma, ha esclamato "ancora questo servizio, lo ripetono 1000 volte, neanche succedesse solo a loro".

E' vero, queste frasi non riguardavano me, ma io provavo molta rabbia, un po' perché sapevo di non poter esprimere ciò che pensavo senza destare sospetti, un po' perché mi sentivo comunque coinvolto: in un altro momento e in altre circostanze, il destinatario di quei commenti avrei potuto essere io...

In quei momenti, la mia soluzione è quella di fare di tutto per cercare di scordare l'accaduto (anche se, come vedete, proprio non ci riesco :roll: ), quindi mi chiudo in camera a leggere o mi attacco al lettore mp3.

E' proprio in queste occasioni infelici che mi rendo conto di quanto sia importante che i miei non sappiano nulla di me: i loro pregiudizi sono ancora troppo profondi e i loro orizzonti troppo limitati.

Allo stesso tempo, però, ho capito che questo è il "male minore". Se in qualche modo scoprissero davvero chi sono e cosa provo, probabilmente i loro commenti, le loro espressioni e le loro battutine cesserebbero ed essi cercherebbero di essere più comprensivi o almeno di avere un atteggiamento apparentemente più aperto. Il problema sta proprio nell'"apparentemente": credo che, in fondo, continuerebbero a non comprendere nulla, semplicemente ci penserebbero 2 volte prima di esprimere un'opinione sull'argomento e si sforzerebbero a pesare ogni parola.

So che potrebbe sembrare un passo avanti, ma in realtà non credo che lo sia, perché non sarei più in grado di capire se ciò che mi dicono sia sincero oppure sostenuto soltanto dalla volontà di non offendermi o di rendermi felice. Ogni volta mi chiederei se le loro parole siano sincere oppure no, se quando parlano usino il cuore oppure la mente.

Benché sia difficile da accettare (e ammetto che è una conclusione amara), ormai mi sono convinto che una finzione che compiace sia peggiore di una sincerità che ferisce.

Alyosha
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Re: I miei non capisco un accidente di niente

Messaggio da Alyosha » domenica 6 febbraio 2011, 18:24

Sai Sciamano leggendo di queste vostre ansie, di come vivete i problemi e sopratutto il rapporto con i genitori. Mi saliva alla testa una domanda, e io? dove finivano tutte queste tenzioni? Cosa ha significato per me vivermele senza avere i codici per interpretarle? C'è una cosa che m'è sempre sfuggita. La relazione tra "scuola" e "ragazze", erano le due cose in grado di portarmi in quei punti cechi in cui probabilmente crollavo. Tu ti chiedereai, perché ti sto raccontando tutto questo? Che centra?:
Allora a volte uso la scusa che gli esami mi pesano, in qualche modo è vero ma molto relativamente, non sono quelli il problema.
Ecco questa tua frase mi ha acceso una bella lampadina :). Fatti coraggio non sarà sempre così; è difficile ma pian piano ti porterai al punto in cui tu e loro potrete avere opinioni diverse senza che questo sia un dramma.

barbara
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Re: I miei non capisco un accidente di niente

Messaggio da barbara » domenica 6 febbraio 2011, 18:38

Rayden ha scritto : Se in qualche modo i miei scoprissero davvero chi sono e cosa provo, probabilmente i loro commenti, le loro espressioni e le loro battutine cesserebbero ed essi cercherebbero di essere più comprensivi o almeno di avere un atteggiamento apparentemente più aperto. Il problema sta proprio nell'"apparentemente": credo che, in fondo, continuerebbero a non comprendere nulla, semplicemente ci penserebbero 2 volte prima di esprimere un'opinione sull'argomento e si sforzerebbero a pesare ogni parola.


Personalmente non la vedo così , Rayden. Quando conosci una realtà direttamente è ben possibile che cambi radicalmente il tuo modo di viverla. E cambia così profondamente che certe frasi non solo non le dici più, ma diventi insofferente quando le senti dire a un altro. Non so se questo accadrebbe ai tuoi genitori, ma so per certo che può succedere , visto che a me è capitato.

Rayden
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Re: I miei non capisco un accidente di niente

Messaggio da Rayden » domenica 6 febbraio 2011, 23:01

Forse hai ragione, Barbara. In linea generale può certamente succedere, anzi è un atteggiamento espressivo della capacità di ascoltare, di guardare oltre i propri confini, di mettere in discussione le proprie convinzioni in modo costruttivo.

Il fatto è che questa capacità non è un dono che tutti hanno. C'è chi è disposto a confrontarsi e riflettere e, se si convince, a cambiare modo di pensare. Al contempo, però, c'è chi ha pregiudizi così radicati da non essere in grado di accettare una visione del mondo diversa da quella che lo ha sempre accompagnato. Del resto, non accorgendosi nemmeno di quanto siano limitati i suoi orizzonti, non avrebbe gli strumenti per concepirla.

Ora che mi ci fai pensare, è verosimile che per mia madre ci sia qualche possibilità, come dici tu, di cambiare radicalmente il modo di vivere la realtà, perché non escludo che possa essere disposta a conoscerla direttamente.

Al contempo, però, sono più che convinto che mio padre non ne sarebbe in grado, perché, per vedere il mondo da una nuova e diversa prospettiva, dovrebbe prima essere disponibile ad accettare una prospettiva diversa dalla sua. Purtroppo, però, ho sperimentato che la sua mentalità è davvero poco incline a confrontarsi con punti di vista diversi dagli unici che conosce...

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