ha un'origine particolare . E' il frutto di una situazione che un tempo mi ha fatto soffrire e dunque rifiutandolo , rifiuto ben più di quell'atteggiamento. Rifiuto di ricordare il motivo per cui sono diventata così.
Secondo me uno rifiuta perché a suo tempo è stato rifiutato. Come gli anelli di una catena le diverse generazioni si tengono per mano, si rinnovano le promesse e si tramandono le ferite. Vedo tanti bambini riprodurre la stessa violenza subita, lo stesso tono di voce, le stesse identiche parole, che prima hanno ucciso in loro il fanciullo e adesso corrono in avanti a rigenerarsi e tramandarsi. E presto i figli saranno padri e di nuovo la stessa inutile stupidissima catena. Occorre la forza di non essere come i padri, di non ripetere gli stessi errori, di staccarsi dall'origine di quel pregiudizio che non si tramanda da adesso, ma che scivola indietro nella storia come una sorta peccato originale, come segno della bassezza di spirito cui è capace l'uomo, quando piega e assoggetta un suo fratello. Dietro questa visione c'è l'idea che il gay sia solo chi se la prende dietro, l'effemminato. La storia prima di tutto ci ha attaccatti, la religione, la cultura. Ed è come se l'altro, che è gay pure lui, quasi incredulo di essere stato graziato, si incattivisse ancora di più del primo contro il suo simile. E ogni colpo di frusta gli ricorda che per fortuna non c'è lui al suo posto, che quell'altro in verità sta prendendo anche per lui i suoi colpi migliori, perché quell'altro non si può nascondere, ma lui si.
Mi viene in mente propro un racconto di Barbara postato in questo forum, non ricordo i nomi, ma parlava di un ragazzino continuamente preso in giro perc hé di lui si sapeva che era gay (immagino si vedesse proprio) e di un'altro che infondo si sentiva in colpa, perché anche lui lo era e riteneva che quell'altro stesse incassando tutti i colpi al posto suo (forse sto proprio inventando tutto Barbara
). Ecco i giovani prodi e forti, tremano e scappano di fronte all'insulto e allo sputo, e i piccoli tremanti effemminati restano a difendere tutti gli altri e forse esagerano ancora di più le loro movenze e il loro costume, come ribellione nei confronti di questo mondo che non li ha mai voluti ne mai li vorrà, perché se neanche un'altro gay è disposto a capirli allora sono veramente soli e senza possibilità di scegliere da che parte stare. Chi sono i veri maschi lo lascio decidere a voi, personalmente non ho dubbi.
Ecco solo questo volevo aggiungere al ragionamento fatto da Barbara, che condivido proprio, nell'atteggiamento e nella sostanza. L'unica cosa cui terrei in questa discussione è di evitare la battaglia tra buoni e cattivi. Konig ha espresso un punto di vista abbastanza diffuso e infondo ci sta dando la possibilità di discuterne. Altrimenti questo post sarebbe stato una noia mortale, tutti li a dirci o che siamo buoni o che siamo belli. Certe resistenze dentro di noi le abbiamo tutti e negarle è solo scorretto perché non permette di capirne bene l'origine. Io insisto su un punto alle persone non da fastidio l'idea che uno sia gay, ma proprio gli atteggiamenti effemminati. Provano quel senso di repulsione a vista di cui parla Konig, che anche quando si traduce in condotte perfettamente civili tende ad isolare le persone in questione. Ricordo bene i miei anni fino all'adolescenza e a pensarci bene non avevo troppi amici, qualche compagnetto e nulla di più. Sentivo a pelle questo senso di rifiuto e questa conseguente difficoltà a relazionarmi con il gruppo dei pari. Rifiutati in casa per quegli atteggiamenti, rifiutati fuori per quegli stessi atteggiamenti. Ho capito dopo di essere omosessuale, ma vi rendete conto che se non lo fossi stato sarei stato rfiutato solo per degli atteggiamenti? A me dispiace doverlo dire, perché sono assolutamente convinto della buona fede di tutti, ma niente è a gratis nella vita. Tutti i nostri gesti hanno un peso e alcuni dei nostri feriscono in maniera mortale senza che neanche ce ne accorgiamo, senza che ne capiamo la profondità. I pregiudizi sono catene e troppe volte capita che il servo si affezioni al tintinnio suadente che fanno quando le scrosci sulle dita.
P.S.: In tutto ciò però secondo me la domanda di tre.4 presupponeva un dubbio di ben altro genere. Potrei sbagliarmi, ma in verità ci hai chiesto se questa persona è veramente gay, visto che odia i gay, non si muove da gay e a quanto pare ti ha detto che ama te ma fa robetta con altri. Per quello che è la mia modestissima opinione, piuttosto che vedere i suoi comportamenti come segni di un incertezza nel suo orientamento sessuale li vedrei come qualcosa di non chiarito nell'anima di questa persona. Non è improbabile che di fondo, in nome di un ideale di virilità che non esiste, rifiuti alcuni aspetti della sua omosessualità e che la tua presenza lo conforti proprio in questo. In fondo stando con te può continuare a sentirsi "maschio" e questo potrebbe rendergli meno insopportabile certe cose. Non so... E' solo un'ipotesi la mia, prov a ragionarci.