IL SENSO DELLA VITA

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
astrazione
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Re: IL SENSO DELLA VITA

Messaggio da astrazione » mercoledì 7 dicembre 2011, 21:52

marc090 ha scritto:... nonostante appunto la mancanza completa di reali punti di riferimento, a concedere a se stessi la possibiltà sia di credere che di fare realmente qualcosa per migliorare e migliorarsi.
A volte tale concessione è destinata a rimanere infruttuosa, pertanto il metodo più radicale per migliorare e migliorarsi non può essere che liberare la propria anima dal corpo che la imprigiona. Paradossalmente questa potrebbe divenire la concessione migliore che si possa fare a se stessi.
marc090 ha scritto: Secondo voi, la vita è quello che vogliamo vedere?
Credo che troppe volte desideriamo guardare alla vita con occhi sognanti, esulando così da una realtà che - se accettata a priori - sarebbe deleteria per noi.

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marc090
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Re: IL SENSO DELLA VITA

Messaggio da marc090 » giovedì 8 dicembre 2011, 16:26

astrazione ha scritto:
marc090 ha scritto:... nonostante appunto la mancanza completa di reali punti di riferimento, a concedere a se stessi la possibiltà sia di credere che di fare realmente qualcosa per migliorare e migliorarsi.
A volte tale concessione è destinata a rimanere infruttuosa, pertanto il metodo più radicale per migliorare e migliorarsi non può essere che liberare la propria anima dal corpo che la imprigiona. Paradossalmente questa potrebbe divenire la concessione migliore che si possa fare a se stessi.
Eppure in linea teorica la morte dovrebbe essere la fine di ogni libertà... Sarebbe smettere di provare qualunque cosa ma senza alcuna possibilità di scelta. Costruire invece, ci da ancora il controllo di tutto, anche se al suo prezzo ovviamente.
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: IL SENSO DELLA VITA

Messaggio da br_ba_bo_ba » giovedì 8 dicembre 2011, 20:09

astrazione ha scritto:A volte tale concessione è destinata a rimanere infruttuosa, pertanto il metodo più radicale per migliorare e migliorarsi non può essere che liberare la propria anima dal corpo che la imprigiona. Paradossalmente questa potrebbe divenire la concessione migliore che si possa fare a se stessi.
"Liberare" la propria anima? Forse (azzardo mio) non ti sei mai soffermato a pensare seriamente a cosa è la morte. La morte è solo la fine di un evento, tutto qui. E bada bene che quello che tu chiami "anima" è strettamente legato al corpo che definisci "prigione".
Un miglioramento costituisce un passaggio a uno stato maggiormente funzionale o desiderabile. Una decisione simile sarebbe come tentare di migliorare un sistema distruggendolo. Quella che si definisce vita è ordine, energia: al suo termine, l'ordine diviene disordine e l'energia utilizzata per ordinarlo viene miseramente sprecata, disperdendosi chissà dove.
Avere paura della "morte" in sé e per sé è una cosa irrazionale. Bisognerebbe aver paura di finire, invece, di sapere che tutte le tue idee, tutto quello che poteva davvero migliorarti, finirà con te. Questo vale sia per i suicidi che per le morti naturali.
Immagina la vita come un libro scritto per metà: puoi sempre migliorarlo, questo è vero, ma perché strapparne le pagine? D'altro canto, potresti osservare, che senso ha aspettare fino alla fine se il libro finirà comunque al macero? Tanto vale precludersi fin da subito ogni via alla tristezza quanto alla gioia.
Spero di aver chiarito il mio punto di vista...
astrazione ha scritto:
marc090 ha scritto: Secondo voi, la vita è quello che vogliamo vedere?
Credo che troppe volte desideriamo guardare alla vita con occhi sognanti, esulando così da una realtà che - se accettata a priori - sarebbe deleteria per noi.
Non capisco se consideri la cosa un bene, un male o un semplice dato di fatto...
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Re: IL SENSO DELLA VITA

Messaggio da barbara » venerdì 9 dicembre 2011, 10:56

Le discussioni che suscitano domande sono quelle che preferisco. Così come mi intrigano le riflessioni nelle quali le cose possono essere viste in un modo o nel loro opposto a seconda di come le guardi. Questo , invece di confondermi, mi dà una grande sensazione di libertà , di apertura e di fiducia nelle possibilità dell'uomo di sfidare continuamente i propri limiti per andare oltre.
Bisogna essere sognatori per farlo, ma una specie particolare di sognatori .
Non è tanto un'evasione dalla realtà, quanto la ricerca di un pensiero creativo e divergente capace di trovare nuove strade , vie d'uscita preziose quando la vita ci mette duramente alla prova.
Specie se la nostra storia ci ha consegnato un'esistenza difficile, essere sognatori significa mantenere viva la convinzione che quella via d'uscita c'è, anche se non la vediamo, e continuare a cercarla, possibilmente insieme a dei buoni amici. ;)

astrazione
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Re: IL SENSO DELLA VITA

Messaggio da astrazione » venerdì 9 dicembre 2011, 14:26

[b]br_ba_bo_ba[/b] ha scritto: "Liberare" la propria anima? Forse (azzardo mio) non ti sei mai soffermato a pensare seriamente a cosa è la morte. La morte è solo la fine di un evento, tutto qui.
Una volta che tutto finisce, non ha più importanza.
[b]br_ba_bo_ba[/b] ha scritto: Non capisco se consideri la cosa un bene, un male o un semplice dato di fatto...
Un dato di fatto.
[b]barbara[/b] ha scritto:Le discussioni che suscitano domande sono quelle che preferisco. Così come mi intrigano le riflessioni nelle quali le cose possono essere viste in un modo o nel loro opposto a seconda di come le guardi. Questo , invece di confondermi, mi dà una grande sensazione di libertà , di apertura e di fiducia nelle possibilità dell'uomo di sfidare continuamente i propri limiti per andare oltre.
Bisogna essere sognatori per farlo, ma una specie particolare di sognatori .
Non è tanto un'evasione dalla realtà, quanto la ricerca di un pensiero creativo e divergente capace di trovare nuove strade , vie d'uscita preziose quando la vita ci mette duramente alla prova.
Specie se la nostra storia ci ha consegnato un'esistenza difficile, essere sognatori significa mantenere viva la convinzione che quella via d'uscita c'è, anche se non la vediamo, e continuare a cercarla, possibilmente insieme a dei buoni amici. ;)
Trovo che le tue parole siano molto significative. Mi piace come ragioni e anche come scrivi. :)

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Re: IL SENSO DELLA VITA

Messaggio da br_ba_bo_ba » venerdì 9 dicembre 2011, 15:30

astrazione ha scritto:Una volta che tutto finisce, non ha più importanza.
D'accordo, ma dunque dove sta il miglioramento?
astrazione ha scritto:Un dato di fatto.
E' quel "troppe volte" a farmi pensare, in pratica ci figureremmo una realtà soggettiva in chiave ottimistica per non vedere quel che di brutto sta realmente sotto?
Mi vieni naturale una domanda: come puoi esser certo che la presa di coscienza della realtà sottostante sia necessariamente dannosa?

Non è una critica questa, giusto per capire meglio un tuo pensiero che a dirla tutta un po' mi sfugge...
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Re: IL SENSO DELLA VITA

Messaggio da marc090 » venerdì 9 dicembre 2011, 20:05

barbara ha scritto:Le discussioni che suscitano domande sono quelle che preferisco. Così come mi intrigano le riflessioni nelle quali le cose possono essere viste in un modo o nel loro opposto a seconda di come le guardi. Questo , invece di confondermi, mi dà una grande sensazione di libertà , di apertura e di fiducia nelle possibilità dell'uomo di sfidare continuamente i propri limiti per andare oltre.
Bisogna essere sognatori per farlo, ma una specie particolare di sognatori .
Non è tanto un'evasione dalla realtà, quanto la ricerca di un pensiero creativo e divergente capace di trovare nuove strade , vie d'uscita preziose quando la vita ci mette duramente alla prova.
Specie se la nostra storia ci ha consegnato un'esistenza difficile, essere sognatori significa mantenere viva la convinzione che quella via d'uscita c'è, anche se non la vediamo, e continuare a cercarla, possibilmente insieme a dei buoni amici. ;)
Concordo assolutamente barbara, in tutto :)

E ne aprofitto per accodarmi alla domanda di br_ba_bo_ba
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: IL SENSO DELLA VITA

Messaggio da astrazione » venerdì 9 dicembre 2011, 21:10

br_ba_bo_ba ha scritto: D'accordo, ma dunque dove sta il miglioramento?
Se la vita viene vissuta all'insegna della sofferenza, l'idea che questa possa estinguersi col suicidio, da un punto di vista soggettivo non può che essere un miglioramento.
br_ba_bo_ba ha scritto: E' quel "troppe volte" a farmi pensare, in pratica ci figureremmo una realtà soggettiva in chiave ottimistica per non vedere quel che di brutto sta realmente sotto?
Esatto. E quando ci si risveglia dalla realtà soggettiva in chiave ottimistica, che per tanti anni ci aveva fornito protezione dall'influenza della vita, si viene assaliti dai rimorsi e sensi di colpa. Solo in quel momento, infatti, si realizza che ciò che prima risultava deleterio, in realtà non lo era. E che il vero male era stato solo quello di nascondersi nei propri sogni.
br_ba_bo_ba ha scritto: Mi vieni naturale una domanda: come puoi esser certo che la presa di coscienza della realtà sottostante sia necessariamente dannosa?
Questione di vedute. Che, come dicevo prima, tendono a mutare radicalmente col tempo. Il problema è che spesso certe cose si intuiscono col senno di poi.
Ma non si può neanche vivere di mera speranza.
br_ba_bo_ba ha scritto: Non è una critica questa, giusto per capire meglio un tuo pensiero che a dirla tutta un po' mi sfugge...
Sarò sincero: a volte sfugge anche a me...

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Re: IL SENSO DELLA VITA

Messaggio da marc090 » sabato 10 dicembre 2011, 2:51

Se la vita viene vissuta all'insegna della sofferenza, l'idea che questa possa estinguersi col suicidio, da un punto di vista soggettivo non può che essere un miglioramento.
Solo che... non tutta la vita è dolore, rinunciando sia al bene che al male stai semplicemente perdendo ogni potere e ogni controllo su di essa...

Mi chiedevo infatti.. Siamo qui, non sappiamo ovviamente nulla e c'è chi sostiene con ovvie ragioni che queste domande non dovremmo manco porcele; ma allora che abbiamo se non quello che riusciamo a costruire e che ci appaga?Il dolore, generalizzando ovviamente, certe volte può essere pure considerato come un investimento, come qualcosa da affrontare e in ogni caso... da nulla non può comunque nascere niente,no?
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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lallo
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Re: IL SENSO DELLA VITA

Messaggio da lallo » sabato 10 dicembre 2011, 23:03

Io prima di tutto concordo con quello che ha scritto project.
E' vero che la coscienza ha la caratteristica della soggettività, non possiamo immedesimarci completamente nel prossimo perchè noi valuteremo e penseremo solo e unicamente secondo la specifica visione che noi abbiamo della realtà. Questo è innegabile e quindi non si tratta di biasimare o giudicare chi arrivi a decidere di suicidarsi, ma più che altro di comprendere, di aiutare e cercare di dare un nome ed una spiegazione a ciò che l'ha portato a porsi in una condizione che esso considera obbligata e senza alternative. Chi soffre molto, fino a pensare di farla finita, è come se fosse in un vicolo cieco, non è che non creda nella soluzione, il punto è che non riesce e non può vederla (e infatti io non credo nella scelta lucida e consapevole di suicidarsi); per queste ragioni, secondo il mio modo di vedere, il suicidio non può essere legittimato perchè eticamente e moralmente fare una cosa del genere sarebbe come sopprimere le conoscenze che oggi abbiamo circa i disturbi dell'umore. E' anche il principio per cui in Italia abbiamo abbiamo il T.S.O. perchè non possiamo colludere con chi, inconsapevole della sua malattia, mette a rischio la propria sopravivvenza.

Sulla visione della realtà in effetti concordo in buona parte con astrazione. Spesso si idealizza, si sogna e poi inevitabilmente si deve guardare in faccia la realtà, però è anche vero che questo non vuol dire attendersi e credere fermamente in una strada dritta, liscia e comoda per poi cadere nel baratro non appena ci si accorge che non è così. E' a questo che dovrebbe servire l'esperienza, banalmente si potrebbe dire per sviluppare un minimo di lungimiranza e proteggersi dalle delusioni più cogenti... e forse chi ha più esperienza ce lo può testimoniare.
Secondo me sono gli estremi che vanno evitati, non credo sia giustificabile nè in un senso nè nell'altro perchè da una parte c'è l'idealizzazione, ma dall'altra abbiamo la totale disillusione...perchè? per quale motivo non crederci più? per quale ragione dovrebbe sopraggiungere la convinzione di non aver più nulla di buono da dare e da creare?
La farfalla che volteggia intorno alla lampada finché non muore è più ammirevole della talpa che vive in un buio cunicolo.

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