Una finestra sul mio cuore 1

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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*tommy*
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Una finestra sul mio cuore 1

Messaggio da *tommy* » venerdì 29 maggio 2009, 8:25

Prima di ogni altra cosa vorrei tentare di presentarmi meglio.
E' difficile descrivere se stessi senza cadere nel comune errore di comporre un testo autocelebrativo. Si finisce spesso, infatti, col presentare una descrizione artificiosa nella quale vengono esaltate le nostre qualità ( se assenti generate miracolosamente) e celati abilmente i nostri difetti. Non resisto, però, alla tentazione di elargire qualche complimento alla mia persona, dunque, mi accingo a cesellare un mio ritratto:
Sono uno studente alla facoltà di lettere.
Sono simpatico, socievole, curioso e sincero...sporadicamente. Alcune volte sono logorroico. Altre volte, invece, mi chiudo in un ermetico silenzio. Sempre, resto consapevole di come si possa parlare per ore senza dir nulla. Vivo in semplicità, sognando capricci di lusso. Adoro fare lunghe e rilassanti passeggiate: Giro per la città con aria stralunata per delle ore. Non amo le feste di compleanno. Il periodo natalizio mi rende malinconico e le discoteche le ho sempre ritenute di una noia mortale. Non bevo né vino né caffé, non fumo e mangio molto solo se stressato.
Un giorno mi piacerebbe poter viaggiare molto. Ho studiato inglese, francese e tedesco. La vita è un movimento ineguale, irregolare e multiforme e va vissuta con leggerezza. Ma sovente sono il primo a dimenticarlo. Credo che la migliore esistenza sia quella trascorsa senza voli eccezionali o stravaganze.

La mia vita è cambiata molto negli ultimi mesi. I cambiamenti più concreti si sono verificati dentro di me. L'aver rivelato la mia omosessualità alla mia famiglia mi ha reso improvvisamente sollevato, alleggerito di un pesante fardello che portavo nel cuore da molto, troppo tempo. Non è stato semplice trovare la forza per farlo. Confessare la propria natura sessuale è come mettersi per la prima volta a nudo, togliere quella maschera che per tanto tempo ha costituito la sola protezione dal giudizio della gente, l'unico strumento di difesa. Quella maschera io l'ho portata sul viso per molti anni. Sono consapevole di esssere gay, infatti, da molto tempo. Ricordo che da bambino ero sempre imbarazzato in compagnia degli altri maschietti. Nel convento di religiose, dove i miei genitori hanno voluto che io studiassi, tutti i bambini indossavano un serioso grembiule blu. Il mio, ricordo, era sempre pulito e di una stiratura impeccabile. Non avamo, infatti, correre per il grande cortile e dare calci ad un pallone come la maggioranza degli altri scolari. Io prediligevo giochi più tranquilli che spesso facevo con bambine. La consapevolezza della mia sessualità è arrivata, però, diversi anni dopo, alle scuole medie, credo. Non riuscivo ad accettarmi e per tale ragione mi sentivo sempre a disagio. La maggior parte dei miei compagni di scuola mi vedeva come un ragazzino timido, riservato, di poche parole. Solo le persone che per diverse ragioni erano state più a contatto con me conoscevano il mio vero volto, quello che celavo per timore che uno sguardo più attento si accorgesse della mia diversità. Una vita sociale quasi inesistente ha caratterizzato tutta la mia adolescenza. Alle scuole superiori, trascorrevo tutti i miei pomeriggi a studiare:Volevo che i miei voti fossero alti, altissimi. Volevo che i miei genitori potessero essere orgogliosi di me, intendendo in questo modo espiare il senso di colpa che covavo in silenzio. La colpa della menzogna che vivevo tutti i giorni. Col passare degli anni il mio comportamento con i miei coetenei è cambiato: Ora ero più sicuro. Nella mia classe, tutti mi dimostravano affetto. Mi chiamavano il "secchione buono"...la mattina distribuivo i miei compiti all'intera classe e durante le verifiche suggerivo fino allo sfinimento. I miei compagni mi accettavano, e non solo perchè ero loro utile. Non rivelai a nessuno la mia natura omosessuale, ma nel silenzio credo che tutti sapessero. Andavo a scuola col sorriso stampato sulla faccia, mi divertivo da morire con i mie compagni, i miei unici amici. Trascorrevo lunghe mattinate a chiacchierare e a ridere fino alle lacrime. Per me la scuola era diventata un parcogiochi. Il pomeriggio, sgobbavo sui libri, ma al mattino ero contentissimo di rivedere i miei compagnidi classe.
Dopo il diploma, però, l'incanto finì e mi ritrovai nuovamente solo, davanti al mio più grande nemico: me stesso.
All'universitànon sono riuscitoa ricreare quel clima sereno che tanto mi aveva fatto bene negli anni passati. Ritrovarmi faccia a faccia con le mie paure, le mie insicurezze è stato inevitabile. La solitudine mi logorava profondamente. Tutto tornò come ai tempi delle scuole medie: pomeriggi trascorsi ad ascoltare vecchie canzoni nella mia stanza, notti insonni spese a piangere in bagno, a pregare, a sperare di morire...
CONTINUA...

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lorenzo95
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Re: Una finestra sul mio cuore 1

Messaggio da lorenzo95 » martedì 20 ottobre 2009, 21:47

ciao tommy!!!non essere triste e non farti prendere dallo sconforto essere gay non è una punizione e neanche una cosa per cui devi soffrire!!!
Io sono molto più giovane di te e molto probabilmente anche a me succederà di sentirmi giù ma sò che non devo mollare e devi saperlo pure tu e se proprio penserai di non farcela da solo beh guarda qua quante persone ci sono pronte ad ascoltarti!!
Non abbatterti ci siamo noi e poi vedrai che anche li all'università troverai qualcuno che ti starà simpatico e con cui potrai (se vorrai) confidarti.
Buona fortuna e continua la storia pleaseeeeeeee!!!!ciao

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