UN GAY CHE NON SA CHE COSA SIGNIFICA ESSERE GAY

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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Ferro
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Re: UN GAY CHE NON SA CHE COSA SIGNIFICA ESSERE GAY

Messaggio da Ferro » domenica 14 giugno 2009, 1:54

progettogayforum ha scritto:Ok Extra,
adesso sei arrivato su Progetto Gay. Non sai quanta attenzione ci vuole per mantenere qui un ambiente come si deve, per bloccare sul nascere qualsiasi tentativo trasformare il Progetto in altro strumentalizzandolo ad altri fini, te ne puoi rendere conto anche solo leggendo alcuni miei commenti. Ma se guardi l’ambiente di questo Forum hai ancora l’impressione che i gay abbiano qualcosa di patologico? Negli ambienti in cui si cerca sesso facile ci sono effettivamente delle cose assurde ma non è assurdo l’essere gay ma il doversi ridurre a cercare in quei luoghi dei surrogati della sessualità e dell’affettività vera. Io passo le nottate a rispondere alle lettere che ricevo e a parlare in chat con i ragazzi e quel 95% lo vedo eccome e su questo forum ne trovi un’ottima rappresentanza. Atteggiamenti da checca non ne ho proprio mai visti a nessun livello. Certo non puoi aspettarti che quel 95% esca fuori per fare una parata e dire. “Ci siamo anche noi!” ma quel 95% c’è eccome e lo vedo tutti i giorni.

Si vabbè è se anche si fosse checche, la realtà è che le checche hanno più fortuna, nel senso che bene o male avendo certi atteggiamenti in alcuni casi innati, palesano immediatamente la propria sessualità.

Insomma lo vogliano o meno in un certo senso si trovano allo scoperto, nel nostro caso invece, riusciamo ad essere camaleonti, il fatto di non avere certi atteggiamenti non ci fa delle persone diverse da loro e non credo sia quello il problema.

Sul fatto del rapporto tra omosessualità e mondo cristiano, dubito ci possa essere un punto d'incontro dottrinale, noi siamo banditi.

Oltretutto siamo banditi dalla maggioranza delle religioni del pianeta, facciamocene una ragione.

Uno conto è il nostro rapporto con Dio un'altro con i credi istituzionalizzati

extra
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Re: UN GAY CHE NON SA CHE COSA SIGNIFICA ESSERE GAY

Messaggio da extra » domenica 14 giugno 2009, 7:27

Grazie Sunshine! Hai scritto delle cose molto belle. In modo particolare mi ha colpito quello stare davanti al Santissimo per capire...Io ho avuto dei forti momenti di rigetto perchè consideravo il mio essere omosessuale una vera maledizione.
Puoi capire allora perchè nel mio primo post ho parlato di malattia.
Alcuni anni orsono mi innamorai perdutamente di un ragazzo di qualche anno più giovane di me. Non ero ancora prete. Era il tipico bravo ragazzo: simpatico, attivo in parrocchia e profondamente credente (non certo bigotto). Lo amavo con tutto me stesso e non lo desideravo sessualmente, pur essendo un gran bel ragazzo. Ad un certo punto iniziò a confidarsi con me. La sua ragazza lo aveva lasciato ed era in forte crisi, al punto di pensare molto seriamente di entrare in seminario e diventare prete. Lo accompagnai nel suo cammino di discernimento, gli feci conoscere le persone giuste che avrebbero potuto illuminarlo e soprattutto pregammo molto insieme. Ti assicuro che non feci nulla per condizionare la sua scelta e proprio perché lo amavo fui onestissimo con lui anche a costo di gettare acqua sul fuoco del suo entusiasmo. Finché una sera in un rifugio di montagna provai il fortissimo desiderio di dirgli ciò che provavo per lui....Fu la catastrofe!
La cosa peggiore che mi disse fu: "Allora hai fatto tutto questo per me con la speranza di portarmi a letto!"
Rimanemmo per qualche mese senza vederci né parlarci. Io ero a pezzi: umiliato, arrabbiato con me stesso. Mi sentivo un maledetto e un fallito (nel frattempo ero stato ordinato prete).
In seguito si scusò con me e ridiventammo amici. Ora é prete anche lui ed é un bravo sacerdote. Non siamo però mai più tornati sull'argomento.
In cuor mio l'ho sempre giustificato: in fondo non é cosa proprio di tutti i giorni sentirsi dire "ti amo" da un individuo dello stesso sesso e per giunta prete!
Non giustificavo però me stesso, anzi mi condannavo per la mia stupidità e per non aver saputo starmene al mio posto. Non immagini il periodo che attraversai. Da allora credo di essermi indurito al punto di giungere a veri momenti di cinismo,
di ridere con sarcasmo di me stesso e non di rado di disprezzarmi.
Nei momenti in cui vado in profondità di me stesso, anch'io come te mi ripeto "Se sono così ci sarà un motivo" e grazie a Dio non mi é mai passato per la testa di mollare tutto, anche se continuo a pensare di vivere una condizione anormale e che sopportarla é duro. Ciò che la gente non capisce a volte é che per noi gay non si tratta esclusivamente di sesso. Il nostro é un problema di sensibilità particolarmente affinata ed esposta ai venti delle emozioni. Il nostro desiderio di amore non di rado maschera un bisogno di sentirci accettati, confermati nonostante la nostra diversità. Beh, ora chiudo ringraziandoti ancora anche per aver ascoltato queste confidenze. Un grande abbraccio.

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