UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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progettogayforum
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UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Messaggio da progettogayforum » venerdì 24 luglio 2009, 15:55

Ciao Project, ti scrivo, superando la ritrosia, perchè ho voglia di parlare con qualcuno, di confidarmi, di dire a qualcun'altro che cosa mi sta succedendo e con i pochissimi amici con cui potrei farlo non ne ho voglia perchè chiederebbero, indagherebbero, s'interesserebbero ed io voglio solo essere lasciato in pace.
Molto tempo fa io e te parlavamo ma poi non l'ho più fatto.
Ho 23 anni ed ho passato gli ultimi due anni della mia vita a lavorare come un matto.
Due mesi fa ho lasciato tutto quanto. Un pò perchè mi avrebbero dato un quarto di tutto quel che mi spettava e mi sono sentito offeso. Un pò perchè ero arrivato allo stremo delle forze ed un pò per il bisogno di "ritrovare il senso delle cose".
Non ho più voglia di fare nulla. Non ho più obbiettivi, sogni, speranze, progetti. Un tempo, anche quando non avevo elementi reali che mi potessero far sperare in qualche buona nuova cosa per il futuro, andavo di immaginazione e vagheggiavo con la mente. Quando mi sentivo troppo solo e cominciavo ad avere le smanie di dolore, prendevo un lenzuolo, lo attorciavo, fingevo fosse il mio ragazzo e convincendomene riuscivo ad addormentarmi.
Adesso invece so che non ho un obbiettivo nè una prospettiva futura e non mi sforzo neppure di immaginarlo e la notte, quando mi sento solo, resto sveglio e mi lascio corroborare da quella sorta di smania che ti da il senso del non aver senso.
Credo d'essere depresso ma non oso dirlo a me stesso figuriamoci agli altri.
In questi ultimi due anni ho lavorato per costruirmi un futuro e magari una famiglia ma è andato tutto a farsi fottere. Il lavoro al quale ho dato tutto me stesso non c'è più e i due ragazzi con i quali ho avuto una sorta di storia sono tornati ciascuno alla propria vita senza ch'io abbia lasciato traccia. L'ultimo di questi, che era il mio capo, mi ha proposto una "relazione aperta". L'ho mandato a fanculo, adesso però penso che forse avrei fatto bene ad accontentarmi di quello perchè tanto non vedo come si possa trovare qualcosa di meglio.
Non ho più alcun impulso sessuale nei confronti di niente e di nessuno. Non ho più voglia di lavorare nè di fare null'altro.
Nella vita credo d'aver sempre convissuto, più o meno bene, con questi stati d'animo ma ho sempre avuto un qualche sogno, un obbiettivo. La depressione per un ragazzo gay è una cosa normale. E' una sorta di compagnia perenne e costante e fino a qualche tempo fa credevo d'essere riuscito a superare il periodo critico; quello in cui te ne stai chiuso nella tua stanza con le finestre chiuse perchè la luce ti da fastidio e piangi per non si sa bene cosa. E invece quel periodo credo non sia tipico solo della fase dell'autoaccettazione. Arriva anche quando ti sei accettato, e sono passati anche un pò di anni da quando lo hai fatto, ma capisci che non t'è servito a un cazzo perchè tanto sei solo lo stesso e al più puoi accontentarti di una "relazione aperta" che non è esattamente il modello di famiglia che avevi in testa.
Adesso non ho più voglia neppure di piangere. Non ne vedo l'utilità.
Ti saluto con una cosa che so essere assurda: mi piacerebbe essere salvato.
ciao project

p.s. se vuoi pubblicala ma tanto non credo possa essere utile a nessuno.

bakuman
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Re: UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Messaggio da bakuman » venerdì 24 luglio 2009, 16:10

Nessuno può salvarti se non te stesso... :D
E poi se avessi accettato una storia aperta non saresti stato cmq felice e ti saresti consumato pian piano.
Ti consiglio di iscriverti sul forum e di parlare un po' coi ragazzi...ti assicuro che la tua mail non è assursa nè inutile...e poi ti trovo abbastanza positivo rispetto a molti altri :lol: dai iscriviti e fai quattro chiacchiere! i rapporti in rete non sostituiscono certo quelli fisici e reali ma sono un ottimo punto di partenza per aprirsi ed essere onesti con se stessi e con gli altri.

A presto!

joe90
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Re: UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Messaggio da joe90 » venerdì 24 luglio 2009, 16:21

ciau scusa ma cosa intedi per relazione aperta???spero mi possa rispondere al più presto ciauuu

bakuman
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Re: UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Messaggio da bakuman » venerdì 24 luglio 2009, 16:33

joe90 ha scritto:ciau scusa ma cosa intedi per relazione aperta???spero mi possa rispondere al più presto ciauuu
beh generalmente si intende un rapporto di coppia nel quale entrambe le parti accettano che l'altro abbia rapporti sessuali anche con altre persone

joe90
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Re: UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Messaggio da joe90 » venerdì 24 luglio 2009, 18:29

hei grazie mille!! sono davvero deficiente!! pensavo a tutt'altra cosa!! grazie ancora!!

Belial88
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Re: UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Messaggio da Belial88 » domenica 14 febbraio 2010, 15:49

salve ragazzi.

Curiosavo un po' in rete e ho scoperto questo bel forum, e mi sono iscritto. Ho letto subito questi messaggi, e ne sono rimasto colpito.
Racconto la mia storia, ammesso che possa servire a qualcosa. Sono un ragazzo di 21 anni, studente fuori sede. Ho ''scoperto'' di essere omosessuale più o meno al liceo. A quel tempo, a parte cotte momentanee e insignificanti, non davo molto importanza alla cosa. Rimossi la mia sessualità, e tutto quello che la riguardava. Studiavo e basta, come un matto. Così anche i primi due anni di università. Me la cavavo abbastanza bene: fugato il problema fugato il dolore. Avevo le mie soddisfazioni, insomma, i miei progetti, le mie passioni.

Nel luglio di quest'anno, conobbi un ragazzo. Sul forum di un'associazione atea, UAAR. Ci scambiammo i contatti, chiacchierammo molto. Morale della favola, me ne innamorai. O meglio, mi sedusse. Mi piaceva: ateo come me, colto, politicante, intellettualoide. Lo incontrai per 4 giorni, ci feci sesso. Lui però era fidanzato, e felicemente. Ci siamo tenuti in contatto telematicamente fino a qualche mese fa. Divenne il mio migliore amico, praticamente. Ma il rapporto da parte mia divenne morboso, malato. E capisco perchè: io non ho mai avuto un ragazzo, conosco pochissimi omosessuali, ho pochissimi amici. Lui, diciamo, è molto più navigato di me. Forse non è nemmeno amore, quello che provo per lui. E' invidia. Lo invidio da morire, fino a odiarlo. Ho scoperchiato, a causa sua, un vaso di Pandora che avrei tanto voluto tener sigillato. Mondo gay, omosessualità, fidanzati, festini gay a casa di amici gay, tutto questo mi infastidiva, ergo rimuovevo. Ora non più. E' come se nient'altro avesso più senso o importanza per me. I miei studi, le mia ambizioni, le mie idee: niente, s'è spento tutto. Nella mia testa ora c'è solo lui, il mondo che lui per me rappresenta. Il risultato di questo mix, ovviamente, ha nome depressione. Sono ormai sei mesi che non riesco a riprendere la vita di prima. Non mi dilungo sulla descrizione dei sintomi di questo male, rischierei di scivolare nel patetico.

Sono molto timido, faccio difficilmente amicizia. E ho non pochi complessi di inferiorità, solo che prima riuscivo a coprire il tutto con uno studio leopardiano. Mi sono forzato, ho provato a conoscere altri gay. Non è stata una grande idea, è cambiato poco o nulla.
Mi ero convinto di poter fare a meno di tutto questo, degli altri. Amavo stare da solo, recitare il ruolo del solitario dal cuore di pietra. Credevo addirittura di essere incapace di provare affezione per le persone. Indossavo l'abito del superuomo, insomma, e mi andava bene. Per gli altri ero un po' il topolino da biblioteca dalla volontà inossidabile, il ragazzo serio dal carattere di ferro. Un bel film, senza dubbio.

So che posso guarire, che posso riprendere a vivere meglio e più di prima. Sono un ragazzo molto energico, molto passionale. Cioè, ero.

Non chiedo molto, alla fine. Vorrei farmi un gruppetto di amici, conoscere gente che abbia una certa sensibilità verso questi problemi. Cazzo, so di non essere l'unico. Questo forum, forse, è il posto giusto.

Grazie.

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progettogayforum
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Re: UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Messaggio da progettogayforum » domenica 14 febbraio 2010, 17:19

Ciao Belial,
dunque, passo giornate intere e spesso nottate a parlare in chat con ragazzi gay, effettivamente la sensazione dominante è che la depressione tenda ad occupare il campo piuttosto saldamente, con meccanismi legati non tanto alle ripetute frustrazioni quando a una presunta ineluttabilità di un destino di solitudine. La perdita di interesse per gli studi, per il futuro, la tendenza a non uscire e a chiudersi in casa, a rinunciare, a dormire di giorno e a non dormire di notte sono cose molto frequenti. Innamoramenti non corrisposti e spesso mai confessati alla persona oggetto del proprio amore, amori impossibili verso ragazzi etero o semplicemente amori non corrisposti sono un po’ la costante che accomuna moltissimi ragazzi gay. E dall’altra parte c’è un mito gay, assolutamente non realistico, cioè l’idea che ci siano ambienti in cui sia possibile realizzarsi facilmente anche sotto il profilo affettivo. Da quello che vedo, l’idea di avere accanto un ragazzo, quanto più è difficile da realizzare tanto più diventa dominante e si porta appresso un seguito di frustrazioni e di depressione. I ragazzi che della vita reale dei gay hanno fatto esperienza non la mitizzano affatto, sanno quali sono i problemi veri, mentre i ragazzi che non ci sono passati e che la vedono impossibile la considerano come un ipotetico paradiso terrestre al quale è loro impedito l’ingresso. In realtà bisognerebbe un po’ sfatare i miti e cominciare a tenere i piedi per terra. L’idea di dover trovare per forza un ragazzo e di non riuscire a trovarlo diventa spesso devastante, pesa negativamente sugli studi e sulla ricerca di un lavoro, demotiva all’impegno in tanti altri settori che sono alla base di un equilibrio vero della personalità, come il lavoro, le amicizie, il tempo libero. Tutto finisce per girare intorno ad un teorema: “devo trovarmi un ragazzo perché lui sarebbe la soluzione di tutti i miei problemi!” ma la strada è in salita (e oggettivamente lo è) ed allora o si cercano scorciatoie accontentandosi di surrogati dei sentimenti come gli incontri fatti nelle chat e sui siti di incontri, che sul momento sembrano risolvere il problema, ma che alla lunga sono come una droga perché creano una dipendenza dalla quale è difficilissimo staccarsi, oppure si scivola lentamente in depressione. Che fare? La risposta è semplice, anche se mi accorgo che probabilmente per un giovane non è accettabile o non lo sembra: bisogna tenere i piedi per terra e non farsi dominare non dall’amore ma dall’idea che creare una storia d’amore o dipenda da noi, o sia una cosa per noi totalmente preclusa. Sulla base dell’esperienza di Progetto Gay, un equilibrio vero si trova solo quando si realizza la propria indipendenza economica, in particolare se questa consente un allontanamento dalla famiglia di origine e una vita in una casa propria. La realizzazione di queste cose dipende da ciascuno di noi e dall’impegno che ci mette. Il massimo impegno porta ad accelerare i tempi e a creare le condizioni per realizzare senza troppi rinvii una propria vita anche affettiva. Quando subentra la depressione gli obiettivi concreti, quelli che dipendono solo da noi, li mettiamo da parte e comincia la geremiade infinita, l’autocompatimento, la sensazione di frustrazione poi non fa che potenziare il circolo vizioso e l’idea di costruire realmente le basi per un futuro autonomo viene messa da parte con una serie di tanto che fanno paura: “ ... tanto niente ha senso, tanto che campo a fare? Tanto per un gay la vita non ha alcun significato, ecc. ecc.” Tre cose da fare ci sono:
1) Non restare soli, crearsi un gruppo di amici seri, anche etero, ma un gruppo di amici gay dà la possibilità di un dialogo molto più coinvolgente.
2) Proporsi obiettivi concreti a breve termine.
3) Darsi da fare per gli altri evitando di pensare solo a sé stessi.
Belial, credo onestamente che la depressione sia sempre in agguato per molti ragazzi gay e mi piacerebbe proprio sapere dal tuo punto di vista come pensi di uscirne.
P.S. non inserire più volte lo stesso messaggio nel forum e soprattutto metti i messaggi nella sezione adatta, perché altrimenti per i lettori è difficilissimo ritrovarli.

Belial88
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Iscritto il: domenica 14 febbraio 2010, 15:06

Re: UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Messaggio da Belial88 » domenica 14 febbraio 2010, 18:35

Grazie mille della risposta!
Hai centrato assolutamente il punto:

<<I ragazzi che della vita reale dei gay hanno fatto esperienza non la mitizzano affatto, sanno quali sono i problemi veri, mentre i ragazzi che non ci sono passati e che la vedono impossibile la considerano come un ipotetico paradiso terrestre al quale è loro impedito l’ingresso. In realtà bisognerebbe un po’ sfatare i miti e cominciare a tenere i piedi per terra>>.

E' esattamente questa la sensazione che ho addosso: disadattamento, o meglio, inadeguatezza. Intendiamoci, razionalmente so che le cose stanno come dici, so che laffuori non c'è nessun paradiso terrestre, che fin quando si campa di miti o di fantasmi si vive male o peggio non si vive affatto. Questi gay che si divertono, ridono, amano e sono amati...sono persone come me, uomini come me. Alcuni sono migliori di me, più colti e preparati di me. Altri no. Le stesse le debolezze, l'insicurezza, le pochezze. Voglio dire, la mia testa sa benissimo che gli dèi o i semidèi non esistono, che io non ho niente in meno di loro, anzi in meno di nessuno. Emotivamente, però, è tutta un'altra storia.

Quando mi sentivo ancora con quel ragazzo, che mi diceva tutto contento che quella sera sarebbe andato col suo compagno ad una festa di amici omosessuali, mi sentivo morire. Lui sì, io no. Perchè? Ma non mi dilungo: ho compreso dalla tua risposta che hai davvero capito il problema, anzi che è più o meno il tuo pane quotidiano.

Sto cercando in tutti i modi di riprendermi. Non sono un tipo a cui piace crogiolarsi. Alcuni forse lo credono, ma sbagliano di grosso: semplicemente, non sopporto il dolore, nè quello fisico nè quello mentale, e quando sto male scalpito, mi lamento. Il mio psicologo dice che ho ''fretta di stare bene'', ed è vero.

Credimi, la tua risposta è stata davvero terapeutica. Mi ritrovo in tutto quello che hai scritto, tutto. L'ho riletta un sacco di volte, credo proprio che la stamperò e la appenderò al muro! :-) Sai, fin'ora mi hanno sempre detto: pensa a riprenderti, fatti degli amici, conosci altri gay, sforzati di socializzare E VEDRAI CHE SARAI FELICE o quanto meno realizzato. Tu invece mi dici:

<<c’è un mito gay, assolutamente non realistico, cioè l’idea che ci siano ambienti in cui sia possibile realizzarsi facilmente anche sotto il profilo affettivo>>.

Da cui prosegue il corollario <<devo trovarmi un ragazzo perché lui sarebbe la soluzione di tutti i miei problemi>>.

E' davvero consolante. L'immagine del ''paradiso terrestre'' e di me che non ho i biglietti per entrarci, credimi, mi perseguita. Mi fa dormire il giorno e non dormire la notte. Questo intendevo quando parlavo di voler conoscere gente con una certa sensibilità verso questi problemi. Davvero, grazie.

Quanto ai modi con cui penso di uscire dal male, ti dico: ho cominciato a fare psicoterapia, e, forse, se sarà possibile, comincerò un gruppo di auto-appoggio. Spero, con altri omosessuali. Altrimenti un gruppo misto andrà bene lo stesso.
Eppure continuo ad avere un desiderio fortissimo: quello di conoscere gente ''come me'' (qualunque cosa questo ''come me'' voglia dire).
La mia infantile speranza è che questo forum mi serva un po' da piattaforma di lancio. Alla fine ci sarà pure qualcuno della mia città :-) Il punto è che non mi sento ancora così bene da frequentare un circolo o un'associazione, e non ho intenzione di usufruire di chat o profili per gay. Già provato e presto pentito.

Io non credo alle ricette o alle soluzioni preconfezionate, ma davvero sei riuscito a condensare nella tua risposta il cuore del mio disagio. La stamperò e la farò leggere al mio psicologo :-)

Grazie ancora

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progettogayforum
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Re: UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Messaggio da progettogayforum » lunedì 15 febbraio 2010, 0:15

Ciao Belial,
ti ringrazio sentitamente per quello che hai scritto e vorrei aggiungere alcune osservazioni. Le situazioni di depressione che vedo si associano spesso a frustrazioni derivanti da errate valutazioni della realtà. Cerco in molte situazioni di mettere in guarda i ragazzi dal credere che le chat erotiche o i siti di incontri possano rispondere alle loro esigenze affettive. Penso ancora che riflettere prima di agire sia una cosa fondamentale ma qualche volta mi rendo conto che il mio sottolineare i rischi di certi ambienti finisce per crearne una visione mitica. Mi sento dire talvolta: “Tu non vuoi rischiare niente in nome della sicurezza ma così non si vive e io voglio vivere!” Mi potresti chiedere che cosa c’entra questa frase con la depressione, perché in realtà sembra il segno dell’esatto contrario. Quel “voglio vivere” equivale a “voglio rischiare”, o anche “voglio andare a provare quella che mi sembra l’unica possibilità per trovare un compagno”. Se insisto nel sottolineare i rischi quel “voglio vivere” si rafforza, se, come mi capita quando mi trovo a parlare con ragazzi molto prudenti, dico: “Se vuoi provare anche le chat e i siti di incontri, fallo pure ma con la dovuta prudenza, non ti mangeranno mica!” l’impossibilità non è più tale ma diventa una scelta, il senso di frustrazione scende e il “voglio vivere” si stempera con un “però so benissimo che alla fine certe cose non lo farò perché so che non mi risolverebbero niente!” Spesso la depressione viene dall’idea dell’impossibilità perfino di provare, della preclusione a priori, della mancanza totale di alternative, della percezione della propria passività di fonte agli eventi, quando poi ci si rende conto che in effetti la possibilità di provare c’è e che quel provare presenta dei rischi reali, allora la reazione depressiva cede a visoni più razionali dei problemi.

noino!
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Re: UN RAGAZZO GAY DEPRESSO

Messaggio da noino! » venerdì 30 luglio 2010, 15:16

Ciao,
sono capitato in questo sito per caso.
Ho 22 anni e ho letto con piacere tutta la discussione. E mi ci ritrovo pienamente!
Ho letto la storia di Belian e sembra molto simile alla mia.... anch'io fin dalle superiori avevo capito la mia sessualità ma l'ho completamente rimossa cucendomi addosso il "comodo" costume del bravo ragazzo studioso e diligente... con i propri traguardi da raggiungere, ma con l'andare del tempo questo costume mi diventò sempre più stretto fino a soffocarmi...
ho cercato qualcuno... ho chattato con parecchi ragazzi ma poi sempre scappando. Mi decisi a conoscerne uno... e lì la mia vita cambiò. Anche il mio rapporto con lui divenne quasi morboso. Non riuscivo a stare senza di lui, già sognavo che la mia vita avesse svoltato e che ora sarebbe stato tutto in discesa. Invece no! Non ci fu sesso tra noi... ma dopo quasi un paio di mesetti troncai tutto... mi ero reso conto della morbosità alla quale mi ero attaccato a questo ragazzo, mi vennero tutti i dubbi di questo mondo... in più abito a casa con i miei e anche tra loro, e con loro, la situazione era diventata insostenibile... cominciai a stare male... cominciò tutto a perdere senso... tutto quello che avevo fatto fino adesso mi sembrava un palliativo... un ingannare il tempo in attesa di morire... questo sentimento mi sta portando all'esasperazione... al parossismo...
La depressione, mi rendo conto, fu sempre mia compagna, sin da quando ero piccolo. Ed ora sono stanco...
Da una parte ho ancora voglia di qualcuno, di rapporti sociali, ma dall'altra ne vedo l'assoluta inutilità...
Vorrei parlarne con qualcuno, trovare una compagnia, ma dall'altra so benissimo (o almeno ho la sensazione) che sia solo un desiderio che non risolverebbe nulla.
E poi... d'altronde a chi potrei interessare? Ed ecco che s'innesca il tutto! La follia è che di questo ne ho coscienza. Sono uno spettatore del mio stesso dolore e delle cause e dei meccanismi che lo alimentano pur essendo (o sentendomi?) impotente di fronte ad essi!
Quante contraddizioni... d'altronde come tutti gli uomini!
Ho sempre pensato a costruirmi una mia indipendenza... per poter andare via di casa il prima possibile... ora questa opportunità mi sembra lontanissima... Dopo aver terminato la laurea triennale con lode, la laurea magistrale mi sembra lontana anni luce; per non parlare del lavoro...

Grazie dello sfogo...
Forse questo messaggio su questo forum aiuterà a sbloccarmi e a trovare qualcosa... o forse tutto cadrà nel nostro universo parallelo chiamato dimenticatoio, dove non c'è gravità e perciò tutto cade nella pienezza del vuoto infinito.
Oddio sono diventato lirico e melodrammatico... Meglio terminare qua allora XD
Comunque grazie ancora e ciao

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