Vita in paese
Vita in paese
Se molto spesso vivere in una città rappresenta un limite per un ragazzo o un adulto gay, in un paese molto piccolo spesso la situazione è ancora peggiore. Non vorrei generalizzare ma spesso in un paese piccolo nel quale ci si conosce tutti il senso di prigionia può diventare ancora peggiore. Può succedere che un ragazzo si senta ancora più solo o sia vittima di attacchi verbali o fisici da parte non solo dei suoi coetanei ma anche di gente più grande o più piccola di lui. Il ragazzo si sente un pesce fuor d'acqua perché cresce in una realtà che non gli appartiene e che la pensa diversamente da lui. Il suo sogno quindi diventa andare via aspettando che inizi l'università, ma se mancano ancora diversi anni come fare?
Io sono stato uno dei ragazzi di cui parlo, il paese era in realtà grande (più di diecimila abitanti) eppure ci conoscevamo un po' tutti e la mentalità era molto chiusa forse perché ai quei tempi si parlava molto poco della realtà omosessuale (e parlo della fine degli anni 90). Ricordo ancora quando ci fu il primo gay pride a Roma nel 2000 o quando durante la prima trasmissione di Dawson's Creek uno dei protagonisti, Jack, rivelò la sua omosessualità... Erano cose nuove a cui non eravamo assolutamente abituati, dei veri e propri tabù. Ho sempre vissuto con la consapevolezza che quel posto non mi apparteneva, che dovevo uscire fuori da lì; raramente mi sentivo in sintonia con la gente del posto, avevano idee che trovavo molte retrograde. Fu grazie all'inizio degli studi universitari che dovetti trasferirmi e le cose col tempo cambiarono.
Ai ragazzi che si ritrovano in una simile situazioni dico di non arrendersi, di avere pazienza e di essere, se possibile, dinamici. Non abbiate paura di spostarvi nelle città vicine (anche solo per un pomeriggio), frequentate ambienti diversi e puntate verso l'esterno, il tempo passa inesorabilmente e arriverà, se volete, il tempo di dover cambiare vita anche per voi.
Io sono stato uno dei ragazzi di cui parlo, il paese era in realtà grande (più di diecimila abitanti) eppure ci conoscevamo un po' tutti e la mentalità era molto chiusa forse perché ai quei tempi si parlava molto poco della realtà omosessuale (e parlo della fine degli anni 90). Ricordo ancora quando ci fu il primo gay pride a Roma nel 2000 o quando durante la prima trasmissione di Dawson's Creek uno dei protagonisti, Jack, rivelò la sua omosessualità... Erano cose nuove a cui non eravamo assolutamente abituati, dei veri e propri tabù. Ho sempre vissuto con la consapevolezza che quel posto non mi apparteneva, che dovevo uscire fuori da lì; raramente mi sentivo in sintonia con la gente del posto, avevano idee che trovavo molte retrograde. Fu grazie all'inizio degli studi universitari che dovetti trasferirmi e le cose col tempo cambiarono.
Ai ragazzi che si ritrovano in una simile situazioni dico di non arrendersi, di avere pazienza e di essere, se possibile, dinamici. Non abbiate paura di spostarvi nelle città vicine (anche solo per un pomeriggio), frequentate ambienti diversi e puntate verso l'esterno, il tempo passa inesorabilmente e arriverà, se volete, il tempo di dover cambiare vita anche per voi.
Alone but not lonely
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- Iscritto il: giovedì 5 settembre 2013, 13:40
Re: Vita in paese
Pure io ho vissuto per 23 anni in paese, ora ne ho 28 e sto in città... sicuramente la vita in paese non è facile per i motivi che hai già detto tu, aggiungi poi che sei fuori dal mondo e difficilmente riesci a conoscere ragazzi gay in zona... difficile così conoscere nuovi amici gay ed eventuale fidanzato... insomma, meglio città diciamo, anche se personalmente, ora come ora me ne tornerei al mio paesino...
Re: Vita in paese
Sicuramente la città permettere di vivere più tranquillamente da questo punto di vista, rispetto a un paese; ma anche in città appena ci sono atteggiamenti "non consoni" allo standard vieni subito additato. Diciamo che al momento, è il Paese Italia a soffrire questa crisi, all'estero è tutto un pò più facile
Re: Vita in paese
Quello che dici Tozeur è molto vero. Proprio per questo è importante che anche in provincia ci siano organizzazioni capaci di diffondere un messaggio di accettazione della realtà lgbt. Abito nella periferia di Milano e qui c'è una di queste realtà. I comuni intorno si sono gradualmente sensibilizzati al tema e ora prestano più attenzione alle loro dichiarazioni e alle loro iniziative, anche solo per evitare di essere accusati di omofobia.
Recentemente alcuni comuni hanno istituito il registro delle unioni civili: sono stata ad una conferenza di un piccolo comune dove hanno portato il tema dell'omosessualità per informare la cittadinanza proprio in vista dell'istituzione del registro. C'erano molte persone e il clima era davvero buono .
L'altro giorno nella cittadina accanto a quel comune c'è stato un presidio di Forze Nuove (quattro gatti) contro il registro . Ma la cosa bella è che due ragazze hanno sfidato e zittito i manifestanti baciandosi in piazza davanti a loro.
http://video.repubblica.it/edizione/mil ... 915/139452
Anche la provincia può essere risvegliata!
Recentemente alcuni comuni hanno istituito il registro delle unioni civili: sono stata ad una conferenza di un piccolo comune dove hanno portato il tema dell'omosessualità per informare la cittadinanza proprio in vista dell'istituzione del registro. C'erano molte persone e il clima era davvero buono .
L'altro giorno nella cittadina accanto a quel comune c'è stato un presidio di Forze Nuove (quattro gatti) contro il registro . Ma la cosa bella è che due ragazze hanno sfidato e zittito i manifestanti baciandosi in piazza davanti a loro.
http://video.repubblica.it/edizione/mil ... 915/139452
Anche la provincia può essere risvegliata!
Re: Vita in paese
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Ultima modifica di 875 il lunedì 27 gennaio 2020, 7:44, modificato 1 volta in totale.
Re: Vita in paese
Con me sfondi una porta aperta… Già il paese in cui vivo è diverso da dove sono nato e cresciuto e, inoltre, più passa il tempo e più sento che questo posto non mi appartiene per niente per la gente, per la mentalità, per tutto. Anche io sono stato uno di “quei ragazzi” cresciuto pure lui davanti alle immagini dei primi Pride e ammirando i personaggi gay delle serie tv con la speranza che un giorno le cose per me sarebbero cambiate in positivo. Ho frequentato la città, ma in realtà ho trovato un ambiente molto chiuso che mi ha fatto sentire anche in quel caso un pesce fuor d’acqua (strano, ma vero! lol!). Per questo in parte mi sento di dare ragione a cangrande: non è tutto automatico, può capitare che ne resti fuori lo stesso (almeno a me è capitato così). Ovviamente, non voglio dire che è e sarà così per tutti, anzi suggerisco a tutti di uscire e fare esperienze: se vivete un disagio, dovete fare qualcosa per cambiare.
Re: Vita in paese
Anche io non ce la faccio più.. Forse stare in paese è un gran bel limite, ma credo che si tratti perlopiù di fortuna e di occasioni. Io mi sento molto solo, e molto stanco.
Non ci penso più molto ormai a cercare qualcuno, ma il senso di vuoto sta sempre là.
Ad esempio ho un amico etero che si è trasferito a roma per lavoro da qualche anno. Ed ha conosciuto un bel coinquilino gay, che a me piace pure! (Vedendolo da facebook almeno)
Allora una parte di me pensa che le cose vanno sempre tutto al contrario di come dovrebbero andare, mentre l'altra si autoconvince che tutto accade per un motivo.
Non so più che pensare..
Non ci penso più molto ormai a cercare qualcuno, ma il senso di vuoto sta sempre là.
Ad esempio ho un amico etero che si è trasferito a roma per lavoro da qualche anno. Ed ha conosciuto un bel coinquilino gay, che a me piace pure! (Vedendolo da facebook almeno)
Allora una parte di me pensa che le cose vanno sempre tutto al contrario di come dovrebbero andare, mentre l'altra si autoconvince che tutto accade per un motivo.
Non so più che pensare..
Puoi addomesticare i cani col cibo, gli uomini con il denaro, ma i Lupi non li addomestica nessuno...
Re: Vita in paese
Cari ragazzi, anche per mia esperienza non fu automatico: solo dopo 4 anni in cui mi trovavo in città le cose iniziarono a cambiare in meglio. Penso che arrivò il momento giusto per certe cose, forse prima dovevo lottare contro molti fantasmi del passato legati proprio al mio paese: ricordo tanta rabbia e tanto rancore verso quella "comunità" che ritenevo avesse distrutto completamente la mia autostima, tagliato le gambe e bloccato per sempre in un vortice di vuoto e solitudine. A distanza di anni posso dire che in realtà lottavo senza saperlo anche contro me stesso e certi lati del mio carattere che non mi piacevano e che spesso purtroppo non mi piacciono ancora. Un giorno però dovetti rimboccarmi le maniche e fui costretto per motivi universitari a iniziare un'esperienza che mi "riportò alla società". Fu il primo di una serie di passi avanti che mi hanno portato a ricucire certe ferite portate avanti per troppo tempo. Oggi torno in quel paese con uno spirito diverso cercando di non ripensare più a quel passato che tanto mi attanagliava. Sono sincero, certe ferite ci sono ancora ma sono sicuro che col tempo e con tante nuove esperienze getterò via quei rancori rimasti.
Alone but not lonely