TENNESSEE WILLIAMS E L'OMOSESSUALITA'

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progettogayforum
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TENNESSEE WILLIAMS E L'OMOSESSUALITA'

Messaggio da progettogayforum » giovedì 10 ottobre 2013, 19:26

versione audio: http://progettogayradio.blogspot.it/201 ... alita.html

Questa mattina ero al mio tavolo di lavoro e, come avevo già fatto con Piero Ostellino, avevo in mente di rispondere con un post e con una conversazione su Radio di Progetto Gay, ad un vecchio articolo di Ernesto Galli Della Loggia, del 30 Dicembre 2012, un articolo in cui prendeva posizione contro il matrimonio omosessuale elogiando un intervista del Gran Rabbino di Francia Gilles Bernheim, citato tra l’altro con entusiasmo anche da Benedetto XVI. Un genitore omosessuale aveva risposto a Galli Della Loggia.

Dopo avere letto la replica del giornalista a quel genitore ho pensato che averi potuto dedicare il mio tempo a cose più importanti e mi è venuto in mente che ieri sera, parlando con Tom, avevo fatto un riferimento a Tennessee Williams ed è proprio a quest’uomo che intendo dedicare il mio post di oggi. Dico uomo e non personaggio o scrittore o altre espressioni limitanti, perché Williams è stato una persona vera, non un ruolo o una professione.

Leggere gli scritti di Tennessee Williams, quando ero ancora ragazzo, mi ha messo di fronte agli abissi di sofferenza che quest’uomo deve avere portato dentro di sé e che sono la matrice di fondo della sua opera teatrale e cinematografica, matrice umana, individuale, non accademica.

Tennessee Williams era un uomo del sud degli Stati Uniti ed era un omosessuale, un omosessuale in un periodo di omofobia violenta e di razzismo, in luoghi in cui imperversavano gli uomini incappucciati del Ku Klux Klan e in cui l’America bianca nascondeva sotto l’apparenza del perbenismo omofobia e razzismo. Williams nacque nel 1911, e la sua vita familiare pesò fin dall’origine su di lui. Deriso dal padre già da bambino perché poco conforme ai modelli di maschio dell’epoca, visse un dramma familiare terribile che lo segnò per tutta la vita perché la sorella, Rose, fu prima richiusa in un ospedale psichiatrico e poi indotta dalle insistenze della madre dominante ad accettare di essere lobotomizzata, cosa che la ridusse ad un vegetale.

Di questo fatto si ritrova un’eco ossessiva nel dramma “Improvvisamente l’estate scorsa” in cui si ripresentano situazioni analoghe che al lettore ignaro possono sembrare espedienti narrativi ma che sono invece l’eco angoscioso di episodi che avevano lacerato violentemente la coscienza di Williams, che aveva finito per covare un violento odio represso verso la madre.

Aveva ricevuto proprio dalla madre un’educazione puritana che lo aveva portato all’auto-repressione violenta della propria omosessualità e a concomitanti idee ossessive, una volta arrivato ai trent’anni, per effetto della terribile vicenda della sorella, tutte le sue ormai ridotte certezze vennero meno e Williams tra Manhattan, Brooklyn e New Orleans si lasciò andare ad una serie incredibile di eccessi: sesso, droga, alcol, a ad un lavoro creativo quasi autodistruttivo.

Nel 1947 conobbe Frank Merlo, che divenne suo segretario e con lui ebbe una relazione importante. Il rapporto tra i due era solido e Williams trovò accanto a Merlo un periodo di relativa serenità. Quando Williams si lasciava andare alla depressione e all’idea che avrebbe fatto la fine sella sorella, Merlo lo costringeva a ragionare, lo rassicurava e lo spingeva a riversare nello scrivere quello che si portava dentro, ed in effetti, quelli del rapporto con Merlo sono stati i migliori anni di Tennessee Williams. Purtroppo Merlo si ammalò di carcinoma polmonare e morì nel 1963.

La morte di Merlo fece sprofondare Williams nella depressione e nell’angoscia più nera, ricominciò a bere e a fare abuso di psicofarmaci e andò avanti così per un decennio. Riuscì a riprendersi solo parzialmente. Fu trovato morto nella camera d’albergo dove risiedeva a New York il 25 febbraio del 1983, forse soffocato da un tappo di collirio spray che non avrebbe tossito fuori perché annebbiato dall’alcol, o forse ucciso da una miscela letale di barbiturici e alcol.

In Italia Tennessee Williams è noto per un famoso film del 1959 “Improvvisamente l’estate scorsa”, sceneggiato dallo stesso Williams insieme con Gore Vidal (un altro personaggio molto noto in ambiente gay), con attori del calibro di Katharine Hepburn, Montgomery Clift ed Elizabeth Taylor. Il film presenta una versione nettamente tagliata dalla censura del dramma omonimo di Williams e, nonostante tutto, nel 1959, suscitò notevole scalpore.

La protagonista del dramma, Catherine, sembra essere impazzita dopo avere accompagnato il cugino Sebastian in Europa. Sebastian è morto durante quel viaggio in situazioni poco chiare. La madre di Sebastian fa di tutto perché non si indaghi sulla morte del figlio e tende a presentarlo come un artista evitando scrupolosamente ogni indizio che possa fare scoprire che Sebastian era omosessuale.

Evidentemente Catherine, anche se ha la mente sconvolta ed è ormai fuori di sé, è a conoscenza di segreti della vita di Sebastian che non avrebbe dovuto conoscere e la madre di Sebastian minaccia Catherine, che è anche sua nipote, di farla lobotomizzare perché dice cose sconnesse su suo figlio.

Catherine viene ricoverata per l’intervento ma il medico non vuole che vada persa l’unica possibilità di conoscere che cosa sia realmente accaduto a Sebastian e prima di procedere all’operazione sottopone Catherine al siero della verità. Sotto l’effetto del siero Catherine ricorda la scena raccapricciante della morte di Sebastian, fatto letteralmente a pezzi e divorato da una banda di ragazzi di cui aveva cercato i favori sessuali.

Sebastian, per attirare uomini giovani usava in genere la madre come esca, ma dato che la madre era invecchiata, aveva portato con sé in Europa Catherine per usarla nello stesso modo.

Va sottolineato che il film, diversamente dal dramma originale, non contiene nessun elemento esplicito che accenni alla omosessualità. Il pubblico tende in genere a leggere la vicenda come un esercizio di grande letteratura e ammira i dialoghi intensissimi del dramma di Williams di cui però, con ogni probabilità non capisce il significato. Quei dialoghi non sono letteratura, ma sono pezzi dell’anima dell’autore che non fa che raccontare di sé e delle proprie ossessioni.

Vorrei sottolineare che la vita e l’opera di Tennessee Williams sono il risultato della mescolanza di due elementi: una personalità omosessuale di estrema onestà intellettuale e di grande sensibilità e un ambiente omofobo e ipocrita. La storia di Williams dà solo una vaga idea di quello che gli omosessuali hanno dovuto patire nei decenni passati pagando un tributo pesantissimo all’ignoranza e al pregiudizio altrui.

L’idea della omosessualità come realtà comunque tragica ha dominato la vita e l’opera di Tennessee Williams, ma solo poco tempo dopo l’uscita del film “Improvvisamente l’estate scorsa”, nel 1961, James Baldwin, un nero americano finirà di scrivere “Another country”, edito in Italia da Feltrinelli col titolo “Un altro mondo”, che sarà il primo romanzo americano in cui l’omosessualità è vista in un altro modo.

In realtà quel romanzo, nella prima parte, ha rivolti tragici legati alla omosessualità, ma nella seconda parte racconta una storia d’amore molto bella, tra Eric, un giovane scrittore americano, e Yves, un ragazzo francese molto più giovane di lui. La loro storia non è una tragedia, non è una storia di solitudini, no! E’ una storia d’amore vero ed è una storia d’amore che finisce bene.

Eric incontra Yves poco dopo la guerra, sanno benissimo entrambi che la loro vita non sarà più quella di prima. L’atmosfera è di tenerezza, di rispetto reciproco, di amore profondo. Eric torna in America e Yves gli manda una dolcissima lettera e dopo un po’ lo segue negli Stati Uniti.

Yves arriva all’aeroporto di Los Angeles ed Eric lo attende, quando il ragazzo attraversa i cancelli con l’agitazione nel cuore, sa che, per citare alla lettera le parole di Baldwin, “è arrivato in quella città (Los Angeles) in cui gli abitanti del paradiso (gli angeli) hanno posto la loro dimora!”. E con questa metafora il libro si conclude.

Ma questa storia d’amore non è una favola, Yves ama Eric ma sa che prima o poi avrà bisogno di sentirsi libero anche da Eric per essere se stesso; anche Eric è consapevole di tutto questo, sa che prima o poi, in un futuro più o meno lontano Yves se ne andrà, dovrà andarsene per seguire la sua strada, ma questo fatto non porterà Eric ad abbandonare Yves al suo destino, Eric lo amerà in modo totale pur sapendo che a un certo punto lo perderà, perché, come dice Baldwin, nell’amore non c’è nulla da decidere ma tutto da accettare.

Vorrei sottolineare che la svolta che porta a una visione positiva della omosessualità e che si è realizzata nelle letteratura americana solo nel 1961, nella letteratura inglese era arrivata molto tempo prima con il “Maurice” di Forster, scritto nel 1914 e pubblicato per la prima volta solo nel 1971, che è un inno all’amore omosessuale, un amore che permette di superare pregiudizi secolari di casta e di costruire rapporti controcorrente che sono destinati a durare non perché sono socialmente blindati ma perché sono basati su sentimenti veri e profondi.

Vi lascio con alcune citazioni di Tennessee Williams che possono aiutarvi a capire altri aspetti dell’uomo.

Quando tanti nel mondo sono davvero soli, sarebbe imperdonabilmente egoista essere soli da soli.

Non aspettare il giorno in cui smetterai dei soffrire. Perché quando arriverà saprai di essere morto.

Nello svelamento di un personaggio in una commedia bisognerebbe lasciare sempre un po’ di mistero, così come c’è sempre un bel po’ di mistero nella svelamento di un personaggio nella vita, anche del nostro stesso personaggio davanti a noi stessi.

Perché ho scritto? Perché ho trovato la vita insoddisfacente.

Che cosa è diritto? Una linea può essere retta, o una strada, ma il cuore umano, oh, no, è curvo come una strada attraverso le montagne.

Dobbiamo diffidare di chiunque altro. È la nostra unica difesa contro il tradimento.

Essere liberi è avere realizzato la propria vita.

C’è un tempo per la partenza anche quando non c’è nessun posto preciso dove andare.


Quando sentirete parlare di Tennessee Williams ricordatevi di quanta sofferenza ha patito quell’uomo.

barbara
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Re: TENNESSEE WILLIAMS E L'OMOSESSUALITA'

Messaggio da barbara » mercoledì 23 ottobre 2013, 9:10

Che interessante questo post! Mi hai fatto venire voglia di approfondire la conoscenza di questo autore che conosco poco. Sembra che il dramma della sua vita lo abbia attraversato e ferito, ma non lo abbia veramente piegato.
Le frasi sono bellissime!
Mi piace specialmente quella sulla "partenza", che trovo molto intensa.

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