Solitudine Gay

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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Chrono
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Solitudine Gay

Messaggio da Chrono » lunedì 10 febbraio 2014, 22:33

Ho letto diversi topic passati riguardanti la solitudine, e oggi vorrei parlarvi di come vivo io questa cosa, sapendo che è una cosa che accomuna molti di noi, per poterci confrontare e condividere i nostri pensieri, se lo vorrete.

La paura della solitudine è una paura che mi perseguita da tanto tempo. Quella di cui parlo non è solitudine provocata da mancanza di amici, ma da mancanza di una persona che possa condividere tutto con me, e con cui poter crescere insieme. Ogni tanto, nei momenti peggiori, immagino a me in un futuro lontano... mi vedo solo, senza qualcuno che dia importanza alle mie giornate.

Questo perché io non sono dichiarato, molte persone gay non lo sono, e cercare un ragazzo con cui possa esserci qualcosa mi sembra cercare un ago in un pagliaio, perché verrebbe lasciata al caso la possibilità di incontrare qualcuno. Penso che per delle persone etero, questo sia diverso, perché comunque si ha sempre la possibilità di buttarsi e di vedere se vanno le cose, c'è la possibilità di fare esperienze, iniziare a conoscere qualcuno molto facilmente se lo si vuole, per poi vedere cosa succede.

E invece per noi non è così. Vivo in un paese di provincia, mi guardo attorno, eppure non vedo nessuno. Il tempo passa, e anche velocemente, e inizio a sentire sempre di più il peso che io stia perdendo qualcosa, ogni giorno. Ogni giorno perdo la possibilità di fare qualcosa per essere felice con qualcuno. Ogni tanto, quasi per stare ancora peggio, guardo storie di ragazzi gay, e un video in particolare che ho condiviso con voi tempo fa (http://www.youtube.com/watch?v=9-mrDvvuJBs), e che a volte mi fa sentire egoista e invidioso nei confronti di una così bella storia.

Ogni giorno che passa divento più grande, meno ragazzo, più adulto, e sento di perdere ogni giorno quella che potrebbe essere una tenera storia tra due ragazzi innamorati, fino ad arrivare al punto in cui potrei essere troppo grande, e non fare altro che rassegnarmi. So che molti di voi probabilmente mi risponderanno: "dai sei giovane, un giorno troverai qualcuno". Beh si penso che questa sia una speranza che provano tutti per se stessi e per gli altri. Lo spero anche io per me stesso, ma non so se riuscirete a capire quanto per me, un giorno senza qualcuno accanto, è un giorno perso. E lo è ancora di più se lascio al caso l'opportunità di farmi conoscere qualcuno, mentre io non faccio niente per trovarla, perché comunque non sono dichiarato, e come mi diceva un amico, le persone non hanno scritto "sono gay" in fronte.
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Re: Solitudine Gay

Messaggio da marc090 » martedì 11 febbraio 2014, 1:01

Chrono, penso che in tutto questo ci sia un errore di fondo... Ad iniziare dal fatto che la solitudine in cui si vive non va generalizzata come forma di solitudine universale... per continuare col fatto che un ragazzo non può, comunque, ne deve esser, la soluzione a questo tipo di problemi.

Il problema di cui parli è un'altra cosa... Laddove non ti concedi occasioni, laddove non ti metti in gioco in prima persona, rischiando anche.. per ragion di causa è naturale aspettarsi che non piovano nemmeno occasioni così gratuitamente.

E non parliamo di occasioni qualunque, parliamo di conoscere qualcuno di così importante da poter lasciare il segno nella nostra vita.

Credo che tu condivida queste premesse e non so... Non vedrei altra soluzione realmente concreta e valida, che prepararsi e ridare potere al concetto di scelta... Scegliere di rompere certi equilibri, di crearne altri... E si, anche di sfidare quello che fin'ora abbiamo costruito.

Penso sia troppo importante, per potervi rinunciare, potersi creare ulteriori occasioni :)
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Solitudine Gay

Messaggio da progettogayforum » martedì 11 febbraio 2014, 2:43

Chrono, leggendo il tuo post, che mi corda molto certi miei atteggiamenti di 40-45 anni fa, provo una strana reazione perché li confronto con quello che penso adesso e non ho rimpianti per il cosiddetto tempo perduto. Le cose sono sempre molto belle quando non esistono, quando poi si presentano nella loro realtà sono molto meno poetiche e molto più problematiche, e quando quelle cose finiscono o si risolvono e si fa un esame retrospettivo ci si rende conto di avere sognato troppo e di avere puntato troppo su cose troppo impegnative e allora comincia la rivalutazione di quello che si è avuto e che si è disprezzato cioè in primo luogo della solitudine, che è una condanna se valutata rispetto ai sogni, ma può essere un grosso rimpianto se valutata in rapporto a realtà molto complesse da gestire, e poi anche dei tanti rapporti di basso profilo che comunque ci hanno permesso di vivere una vita passabile. Ciascuno si porta dietro i suoi sogni e non ci rinuncia ma si aspetta che combacino perfettamente con i sogni di un’altra persona, cosa che puntualmente non succede, e non succede senza colpa di nessuno. Mi rendo conto che il mio è il ragionamento di un vecchio ma, a posteriori, mi accorgo che è tremendamente realistico. Da giovane ho sognato molto che si potessero concretizzare delle possibilità di costruire rapporti stabili e stretti con certe persone, puntualmente non è successo, ma con il senno del poi sono arrivato a pensare che sia stato molto meglio così. Mi rendo conto che la giovinezza è fatta anche di illusioni, però vanno prese con le molle.

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Re: Solitudine Gay

Messaggio da e^ip+1=0 » martedì 11 febbraio 2014, 2:50

Molti dei tuoi pensieri, Chrono, sono in certi momenti identici ai miei. Sarà anche vero che bisogna saper contare sulle proprie forze, ma qui va fatta una considerazione che, per quanto banale, è tremendamente vera: per un eterosessuale, per quanto solitario possa essere, è molto più semplice (anche se non dico che lo sia in assoluto) instaurare una relazione rispetto ad un omosessuale. Non una storia meravigliosa, una semplice relazione, anche soltanto fatta di qualche passeggiata, una pizza insieme, cose semplici insomma. Conoscere qualcuno, provare un'attrazione, un'affinità elettiva e vedere se può svilupparsi in qualche modo è molto più facile per chi è eterosessuale. Per chi non lo è può diventare molto difficile anche solo poter pensare: "quel ragazzo (quella ragazza) mi piace, potrei chiedergli di uscire". Il primo pensiero che, per esempio, viene a me in tali casi è che il ragazzo in questione è quasi sicuramente etero. Poi c'è la questione dell'essere dichiarati o no ("che faccio, ci provo lo stesso? Ma se qualcuno che non deve sapere di me venisse a conoscenza di questo?"). E via dicendo. Ci si trova subito davanti, insomma, una montagna di ostacoli, anche nelle cose più semplici. Figuriamoci se abbiamo il desiderio di avere qualcuno accanto con cui condividere cose importanti. Alla lunga questa situazione logora, per quanto forti e sicuri si possa essere. è frustrante, per descriverla con un aggettivo.

è anche vero che
marc090 ha scritto:
Laddove non ti concedi occasioni, laddove non ti metti in gioco in prima persona, rischiando anche.. per ragion di causa è naturale aspettarsi che non piovano nemmeno occasioni così gratuitamente.
Quindi, l'unica cosa che mi sento di dirti è di rischiare un po'se vuoi che la situazione abbia qualche possibilità di mutare. Di certo da sola non cambierà. Però mi rendo conto che non è semplice, in certi casi, ad esempio, si è stretti tra la necessità di non dichiararsi e la timidezza da una parte e il desiderio di voler, appunto, rischiare dall'altra. Sta a te, alla te che vivi nella tua situazione particolare, mettere i giusti pesi sui piatti della bilancia: prudenza e rischio. In ogni caso, qualche peso sul piatto del rischio devi metterlo credo. ;)

Però, se può servirti la mia piccola esperienza, ti assicuro che conosco coppie gay, in età anche avanzata, i cui componenti hanno pensato a lungo, più o meno, quello che tu scrivi. Nulla è impossibile, quindi. :)

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Re: Solitudine Gay

Messaggio da barbara » martedì 11 febbraio 2014, 8:28

Essere single può dare un senso di libertà quando è una scelta , ma se è una condizione subita ecco che la solitudine prende il sopravvento.
Si inizia poi a cercare una "colpa" eventuale , e questa cosa non è diversa negli eterosessuali. C'è chi colpevolizza se stesso e chi invece ritiene che non ci siano più persone abbastanza serie per costruire una relazione.
Credo che darsi la colpa sia inutile laddove porta la persona a diminuire la propria autostima e la speranza di trovare l'amore.
Invece può essere utile cercare in modo pratico di cambiare le proprie scelte , aggiungendo esperienze diverse , che possano permettere di incontrare altri tipi di persone. Già frequentare uno spazio come questo , al di là delle chat che frequentavi, ti permette di conoscere anche persone differenti .
Potresti anche decidere di sfruttare altre occasioni di incontro, allontanandoti un po' da dove vivi, se temi ripercussioni. Penso che ci siano molte più occasioni di un tempo per poter incontrare qualcuno. Una persona potrebbe anche mettere in conto di andare a vivere all'estero, sapendo che in determinate zone di alcune metropoli è più facile imbattersi in un gay che in un etero.
Cerca di aprire le tue prospettive. Le carte che hai in mano si prestano a mosse molto diverse. Un giocatore può avere una strategia di difesa o di attacco, ma l'importante è che sia consapevole di tutte le opportunità che realmente ha a disposizione.

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Re: Solitudine Gay

Messaggio da marc090 » martedì 11 febbraio 2014, 12:38

Mi ritrovo anche in quella forma di "invidia", anche se nel mio caso è un invidia del "concetto", non delle persone singole. Ossia: è normale desiderare quell' "amore che strappa i capelli", per dirla alla Fabrizio De André.

Io, negli anni, ho sempre più percepito che quell'amore che tanto desideriamo è una sorta di passione fisica, coinvolgimento "esteriore". Ed è giusto sentirne il desiderio, per carità; molti sognano una grande tenerezza e desiderio di stare insieme completato da una forte attrazione. Ma negli anni ci si rende conto che è molto diverso dal sentimento di amore vero, che a mio parere c'è nell'amicizia; perché la passione ed il sesso complicano i sentimenti più "puri" che ci siano: la fiducia, la certezza che l'altro non ti farà mai del male, ma al contrario sarà sempre con te durante il tuo cammino.

Non vorrei che uscissimo troppo off-topic ma c'era una frase molto bella che parlava del legame tra amore e ragione:

Ragione e amore parlano lingue diverse difficilmente traducibili l'una nell'altra; gli scambi verbali producono più incomprensione e sospetto reciproco che autentica comprensione e simpatia. Ragione e amore non si parlano veramente: la maggior parte delle volte si sommergono reciprocamente di urla.

e con questo voglio dire che anche in questo stesso concetto di invidia, anche in questa decantata amicizia e in questo razionalizzare ad oltranza di qualcosa che, secondo me, si può solo vivere, ti sfugge che alla fine queste emozioni son cose talmente importanti, da rimanerci impresse (nel senso che modificano parte della nostra vita) e, al contempo, da non essere all'ordine del giorno. E così come possiamo cercare di muoverci in quella direzione, al fine di poterle vivere, è anche vero che possono capitare a prescindere, con tutte le conseguenze del caso...

Io non darei per scontato l'impossibilità di provare sentimenti talmente forti, da lasciare al bando queste descrizioni... Mi sembra irrealistico non poter provare amore come si deve.

Tra l'altro, per rimanere più in tema, ne approffito della risposta di Barbara per dire che si, effettivamente con un'omofobia diffusa ci sono più difficoltà e questo mi sembra un dato di fatto, ma è anche vero che molti pericoli, o supposti tali, vanno sempre relazionati a quanto siamo disposti a fare per arginarli, viverli o evitarli..

Credo che finirei col ripetermi, ma d'altronde mettersi in discussione e mettere in discussione le proprie scelte, secondo me aiuta a muoversi esattamente dove vorremo arrivare... Si tratta di un processo di accettazione secondo me, anche se si parla di accettazione del cambiamento.
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Solitudine Gay

Messaggio da Yoseph » martedì 11 febbraio 2014, 14:01

Certamente esistono delle difficoltà legate al fatto di non essere dichiarati, di essere magari timidi... Ma purtroppo per tovare la persona giusta ci vuole tempo e fortuna, a prescindere che uno sia etero o omosessuale, e la probabilità di rimanere single è da prendere in considerazione. Se però siamo innamorati della nostra vita credo che ci debba importare poco essere nella condizione di single o di coppia. Non è facile amarci per come siamo, soprattutto da giovani, ma è un percorso che bisogna pur iniziare!

Chrono
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Re: Solitudine Gay

Messaggio da Chrono » martedì 11 febbraio 2014, 15:49

Parto dicendovi che un mio sogno è quello di vivere insieme a qualcuno, e magari di avere anche bambini. Mi chiedo se questo sia chiedere troppo. Quando penso ad un me nel futuro, mi immagino con un lavoro stabile (almeno quello per fortuna), con uno o due cani, e solo.. finché per malattia o vecchiaia me ne andrò da questo mondo senza il supporto di qualcuno. Voi direste: "ma che bei pensieri felici", però è così. E la cosa che mi fa più rabbia, è che vedo miei amici etero, che anche se sono single, hanno la possibilità di trovare molto più facilmente una ragazza, magari anche andando a tentativi, e questo non ce lo possiamo negare. Un'altra cosa che immagino sono i matrimoni dei miei amici, in particolare quello del mio migliore amico dove magari potrei fargli da testimone. Io... da solo. Potreste dirmi che sono pessimista, però io vedo che è questo che potrebbe portarmi la vita. Non penso che sia una questione di mettersi in gioco, perché comunque quello lo sto facendo, sempre nel limite delle mie possibilità. In ogni caso nessuno sa che sono gay, io non so chi è gay, per cui buttarmi con qualcuno che magari potrebbe piacermi significherebbe rischiare, ma il peso del rischio sarebbe troppo alto, perché lì ne va di un coming out forzato che potrebbe essere causato da una persona sbagliata a cui mi dichiaro. Mi piace sperare che un giorno troverò una persona che dia anche più senso alle mie giornate, rompendo un pò la solita monotonia. E poi un bambino, per me sarebbe stupendo.. però va bè... forse sogno troppo..... Il cambiamento lo cercherò sicuramente, io stesso attualmente sto vedendo per l'erasmus o comunque vorrei prendere la specializzazione all'estero se le cose non cambieranno, però comunque vivo troppo questa cosa come una grave mancanza.
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Re: Solitudine Gay

Messaggio da marc090 » martedì 11 febbraio 2014, 17:43

Chrono, ovviamente non voglio insistere sul tema ma se ti può fornire un ulteriore spunto per riflettere, meglio ancora...

Prima parlavo di accettazione del cambiamento... perché mi sembra che questo sia un discorso principe, anche nella tua realtà... Fin'ora che hai fatto per avvicinarti al sogno di spezzare quella solitudine da quel punto di vista che desideri? Come ti sei posto, specificatamente in quel settore? Perché il punto è che non basta cambiare due cose e sperare che i risultati arrivino da se, il punto è che parliamo di inseguire certi sogni... certi Perché...

E mi sembra che questo schema arrivi a ripetersi...Quando dici:
Il cambiamento lo cercherò sicuramente, io stesso attualmente sto vedendo per l'erasmus o comunque vorrei prendere la specializzazione all'estero se le cose non cambieranno, però comunque vivo troppo questa cosa come una grave mancanza.
dov'è lo sforzo attivo del cambiamento? Hai messo alla prova il tuo contesto, te stesso e quegli stessi limiti che non vorresti trovarti a vivere?

Ovviamente, non sono domande per me, ne pretendo, assolutamente, risposte in merito... però secondo me è quello che aiuta a districarsi tra i limiti di questi contesti, ad averli chiari ad esplorarli, capirli......

Tra l'altro, anche considerare "gli etero" da quel punto di vista mi sembra un punto di vista costretto...Aldilà dell'omofobia, comunque si tratta di persone con le loro vite e i loro imprevisti, che caratterizzano un po' l'esistenza di tutti.
L'omofobia ha una dimensione concreta e in certi posti anche di più, però mi sembra lecito supporre che comunque non sia l'unica dimensione che possa far parte delle nostre vite. E i limiti del contesto, da quel punto di vsta, vanno testati secondo me... per non correre il rischio di viverli ancor prima che si manifestino, o che si possano realmente manifestare.
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Solitudine Gay

Messaggio da k-01 » martedì 11 febbraio 2014, 21:40

Io credo che la solitudine non sia una condizione dalla quale si possa uscire solo con la volontà. Certo conta anche come ci si pone, ma anche ad essere più aperti può non bastare, soprattutto per chi è omosessuale. Già conoscere persone a cui non interessi solo scopare, tramite una chat o in un locale, è un'impresa titanica destinata nella maggioranza dei casi al fallimento.
E i fallimenti col tempo finiscono per fiaccare anche gli spiriti più audaci, peggiorando ulteriormente le cose.
L'omosessualità, al di là di tutto, rimane comunque una condizione difficile da vivere. Per tanti motivi: omofobia, isolamento, invisibilità, ghettizzazione, problemi e situazioni che un etero non ha e non vive, ma che incidono profondamente nell'orientare le scelte e determinare le possibilità.

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