In una parola: inadeguati

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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Blackout
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In una parola: inadeguati

Messaggio da Blackout » lunedì 12 maggio 2014, 15:35

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Tozeur
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da Tozeur » lunedì 12 maggio 2014, 17:36

Caro Blackout ho letto con molto interesse ciò che hai scritto e ammetto che hai indicato una serie di pensieri sul quale, in passato, ho riflettuto molto spesso. Noi siamo ciò che abbiamo vissuto e quindi sono le esperienze positive o negative della vita che ci formano. Non esiste un periodo per cui queste cose succedono: succedevano a 10 anni e succederanno anche a 60 anni. In quanto esseri umani, al di là delle etichette, abbiamo giornate migliori e giornate peggiori e quindi, giorni in cui ci sentiamo inetti e incapaci e giorni in cui ci sentiamo meglio e in pace con se stessi. Mettiamocelo in testa, siamo fatti così, è inutile continuare a guardare dentro di noi in cerca di risposte. Le risposte le abbiamo guardando fuori e rapportandoci con ci circonda. Infine, è inutile che passiamo il tempo a pensare solo ai nostri difetti. Forse lo sono per noi, se chiediamo a chi è vicino a noi può vederli come pregi!
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Yoseph
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da Yoseph » lunedì 12 maggio 2014, 18:30

Caro Blackout, è vero che le persone sono diverse tra loro, ci sono quelle più forti e quelle più deboli. Io per esempio ho una sensibiilità tale che è facile mettermi a disagio, e per quanto riguarda l'omosessualità puoi ben immaginare l'omofobia quanto possa avere influito nella qualità della mia vita. Si può dire che a 28 anni ancora debba realizzarmi in tutto, per me tutto inizia adesso, gli altri anni li ho impiegati a liberarmi delle catene che mi imprigionavano, a cercar di trovare un benessere interiore che mi permettesse di sfruttare le mie potenzialità e costruire una vita dignitosa. Certo, se mi paragono con i molti miei coetanei è come se avessi 5 anni meno di loro, ma ciò che mi spinge ad andare avanti è la consapevolezza che un miglioramento costante, seppur minimo, non potrà far altro che farmi stare meglio! Non rinunciare a pretendere di più dalla vita! ;)

barbara
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da barbara » lunedì 12 maggio 2014, 18:41

non tutto è come appare. Voglio dire: i luoghi e il modo di usarli fà si che noi portiamo in questi luoghi una parte di noi, ma c'è anche tutto il resto.
Se vai a un matrimonio, vedrai persone vestite elegantemente, anche se magari faticano ad arrivare alla fine del mese; vedrai persone allegre , perché è prescritto che in un matrimonio non si debba rovinare la festa con discorsi tristi.
Allo stesso modo se vai nella sezione "disagio gay" non ti verrà certo in mente di postare un film o una ricetta di cucina. Il giorno che sei allegro e felice per qualcosa non è detto che tu abbia bisogno di comunicarlo e ad ogni modo non lo scrivi in questa sezione.
Ora so per certo che ci sono molte persone che sono passate di qui e che hanno vissuto o vivono momenti difficili, e in questo concordo con te, ma so per certo anche che per buona parte della loro vita le cose sono andate anche diversamente. Almeno le notizie che ho sono buone in proposito, altrimenti inizierei a chiedermi se questo spazio non aumenti i problemi delle persone.
Ma ad ogni modo anche buona parte degli eterosessuali si sente inadeguato alla vita, e per molte ragioni che a volte è difficile comprendere .
Mi sembra che questo tuo post esprima una sorta di ribellione , un modo per dire:" adesso basta con i lamenti: è ora di agire."
Su questo sono molto d'accordo. Non puoi pensare che le cose accadano da sole quando sei pronto a riceverle, solo perché ci hai pensato tanto e ti sei autoconvinto che le vuoi. Devi anche farle accadere. Insomma devi proprio FARE qualcosa. Puoi imparare a nuotare senza entrare in acqua?
E' evidente che no. ;)

k-01

Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da k-01 » lunedì 12 maggio 2014, 20:24

Non condivido molto il tuo punto di vista Blackout. Parti dal presupposto che la “normalità” sia rappresentata dall’omologazione e dall’adattamento alla realtà sociale dentro la quale una persona vive (anche la realtà omosessuale quindi) e che il sentirsi “inadeguati” rispetto a ciò che gli altri o la società si aspetta da noi, sia espressione di un disturbo e di una malattia. L'esser “conformi” invece un dato “naturale” (come natura crea). Ma il modo di vivere delle persone, ahimè, non ha più quasi nulla di “naturale” e non risponde più ai bisogni fondamentali dell’uomo.
Trovo anche sbagliata l’idea, che hai espresso alla fine, che se non sei qualcuno nella vita, allora non sei nessuno per nessuno. Mi verrebbe da chiederti allora a quali cose credi e a cui dai valore...

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xup
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da xup » lunedì 12 maggio 2014, 21:45

Ciao Blackout,

la mia risposta è sì. Siete inadeguati, inadatti. Almeno chi lo crede.
L'adeguatezza da che dipende? Da quello che dici tu. Ovvio che se ti basi su una sezione chiamata "Disagio Gay" troverai principalmente situazioni in cui le cose vanno male.
Però non c'è solo quello, anche se ovviamente su un forum troverai principalmente quello. Ci sono tantissimi gay che vivono felici, o che sono tanto felici quanto gli etero (io mi reputo molto più felice di molti miei amici etero).

La felicità o la tristezza, l'adeguatezza o l'inadeguatezza, il benessere o il disagio non sono funzioni della preferenza sessuale, ma spesso lo sono della possibilità di fare ciò che ci rende felici.

Nella nostra situazione ed in un paese aperto come il nostro (ci lamentiamo tanto, ma è molto più tollerante di almeno un 70% del pianeta, non guardiamo solo a Spagna e California...) è difficile farsi strada perché ancora c'è pregiudizio, ma si può fare tutto. Non ci si può sposare.. e allora? È davvero questo quello che ci manca? In quel caso basta fare un viaggetto :)

Si può essere felici o ci si può lamentare senza reagire. Nel secondo caso, beh, sì, è vero, non si è adatti né adeguati. Indipendentemente dal fatto che si è gay, etero, bianchi, neri o piccioni che fissano :)

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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da IsabellaCucciola » martedì 13 maggio 2014, 11:25

Blackout ha scritto:mi è venuta come un illuminazione: siamo inadeguati.
Nel senso che quasi tutti qua dentro, me compreso, sono persone che hanno difficoltà a vivere in quanto finocchi, buttateci dentro tutte le motivazioni e scuse plausibili che volete (la società, la famiglia, la scuola, il salumiere, il catechista, il piccione che mi fissa ecc ecc) però sappiamo benissimo che c'è gente che in situazioni ben peggiori se n'è fregata ed è andata avanti, certo subendo grossi problemi ma alla fine prendendosi la propria vita a piene mani, vivendo quello che erano senza farsi fermare. Noi qua, a parte qualche esempio che tutti applaudiamo e di cui siamo un po' invidiosi (in modo anche solo positivo, magari), qua invece siamo tutti negativamente oppressi dal nostro essere ed esistere, pieni di sensi di colpa e difficoltà a relazionarsi con il mondo. Ma non è che siamo semplicemente fatti male? Non è che la nostra difficoltà sta proprio nella chimica di cui siamo composti?
Noi non siamo fatti male, purtroppo crescendo in un mondo in cui si dice che essere gay è sbagliato, immorale, e altre sciocchezze simili purtroppo sono cose che influenzano molto le persone, proprio che sono cose che si respirano fin da piccoli, e quando ci si rende conto delle proprie emozioni tutto quello che ci è stato “insegnato” prende il sopravvento e allora ci sentiamo “sbagliati” quando non lo siamo… L’oppressione deriva anche dal fatto che nel 2014 una parte della nostra società non riesce a capire come semplici come l’omofobia, per molti l’omofobia è una parola che non esiste, è un’invenzione… Ci sono persone poi che hanno la forza di tagliare i ponti con questa società, e magari anche con i propri famigliari che non li capiscono e decidono di vivere la propria vita senza tante menate, però ci sono anche persone che non fanno questa scelta per tantissimi motivi…
Blackout ha scritto: forse non siamo all'altezza di vivere un vita normale, siamo fatti male e ce lo meritiamo, la natura prevede ampiamente questi meccanismi, il fatto di essere intelligenti (qualsiasi cosa significhi) non basta di per se ad aver diritto ad una buona vita, se non ce la facciamo è perchè non ne abbiamo i mezzi, le capacità.
O forse è una parte della nostra società che fa di tutto per negare ai gay di vivere la loro vita come tutti… dal negare il fatto che l’omosessualità sia una semplice espressione della sessualità al negare i diritti più elementari, al bisogno di offendere i gay passando le offese come “diritto di opinione”… Punto il discorso sulla società perché noi viviamo in una società e siamo educati da una società… se l’omosessualità fosse vista sullo stesso piano dell’eterosessualità ci sarebbe così tanta sofferenza nei gay? Che senso avrebbe la loro sofferenza sulla loro condizione se fossero accettati? Non avrebbe senso… Non penso che nel mondo odierno un ragazzo eterosessuale si faccia una domanda del tipo: “Mi piacciono le donne… sarò mica sbagliato?”
Blackout ha scritto:Non vorrei sembrare offensivo e mi scuso in anticipo se questo può sembrarlo.
Quello che si legge in quello che scrivi più che rabbia è proprio rassegnazione… penso dovuta al fatto che si arrivi a un punto in cui si cede… ci si rende conto di dove si vive e a uno passa proprio la voglia di lottare… è come cercare di far ragionare un muro…
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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Blackout
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da Blackout » martedì 13 maggio 2014, 11:32

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Ultima modifica di Blackout il domenica 25 maggio 2014, 13:57, modificato 1 volta in totale.
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marc090
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da marc090 » martedì 13 maggio 2014, 11:45

Secondo me uno fra i principali errori della serie di ragionamenti che propone blackout è questo focalizzarsi, quasi ossessivo, sulla parola gay finocchio eccetera e sui concetti correlati.

Inutile dire che il concetto prende forza e concretezza fintanto che noi siamo i primi a concretizzarlo come tale... Ciò significa, più banalmente, che parliamo di preferenze sessuali e che spesso e volentieri la società non ci da nemmeno tempo di viverne i sentimenti relativi.

Tra lavoro, studi, formazione, tempo che ci viene sottratto, mi sembra già tanto poter dare risalto al concetto di gay e via dicendo.

Ciò che voglio dire non è che questo concetto non abbia valore e non sia importante per noi come persone, intendo dire che non è il punto focale delle nostre vite, anche insistendo per porci tutta la nostra attenzione.

Ed è ancor più spaventoso vedere questa teoria dei "repressi" che continua a dilagare: le vostre persone sono tali anche perchè vivete un certo tipo d'esperienze. Se in una società, come dice isabella, si vive crescendo convinti della propria diversità e non solo, essendo vittime di tale diversità, allora è anche assurdo parlare di repressione, meglio parlare di adattamento, costrizioni, abuso.

Per finalizzare questo ragionamento, credo che l'unico tuo vero errore blackout, sia questo puntare il dito, focalizzarti e dimenticarti che la tua vita non è "GAY"; la tua vita è ben oltre, fatta di tante esperienze che nulla hanno a che fare con questi concetti.

Lascia perdere concetti come "la maggioranza di chi frequenta questo forum ecc" questo è un punto d'approdo principalmente, non altro, ne tantomeno lo specchio di una vita classica e banale.
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
Martin Niemoller


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Yoseph
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da Yoseph » martedì 13 maggio 2014, 11:57

marc090 ha scritto: la tua vita non è "GAY"; la tua vita è ben oltre, fatta di tante esperienze che nulla hanno a che fare con questi concetti.
Spesso ce ne dimentichiamo ma credo sia proprio così marc, a me aiuta molto ripetermi questa frase!

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