In una parola: inadeguati

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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IsabellaCucciola
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da IsabellaCucciola » martedì 13 maggio 2014, 13:36

Blackout ha scritto: In cosa credo nella vita? In cosa può credere chi si è negato per 15 anni il proprio orientamento, che ha fatto studi e lavoro solo per seguire i desideri della famiglia, che non ha uno straccio di esperienza affettiva se non false relazioni etero ormai sepolte? A 37 anni, senza lavoro e senza un mondo affettivo non credo in niente, o meglio credo avrò ancora qualche anno di sforzo poi sarà tempo di ritirarmi da questo posto.
Allora Blackout… diciamo che il fatto che non stai passando un buon periodo influisce molto sull’umore e sul nostro modo di vederci soprattutto se non si è riusciti a vedere la normalità dell’omosessualità… anche a me è successo di arrendermi alle cose, di pensare che ero sbagliata, che ci fosse qualcosa che non andava in me, potrei dirti tante cose, ma il problema è uno, che tutti i consigli per quanto validi servono a poco se non nasce da noi la voglia di cambiare… non ti dico che sia semplice né ti dico che basta crederci nel cambiare perché per me non è stato così… è un po’ come se un giorno (nel mio caso) una parte di te dicesse: “Ora basta! Ora basta con queste stronzate che l’omosessualità è sbagliata o altro… Ora uso la mia testa e non quella della società…”, oltretutto una spinta forte per me è stata vedere come la nostra società non sia “omofoba”, ma ipocrita.
Blackout ha scritto:Non mi interessa sposarmi o non sposarmi, tanto che per me il matrimonio finocchio sarebbe solo un imposizione stupida di una catena non creata per noi, che non riusciamo ad avere rapporti duraturi se non per qualche breve periodo.
Riguardo all’avere rapporti duraturi di solito si tende a generalizzare dicendo che i gay non ne sono capaci… a essere sinceri ci sono tanti rapporti che durano anni, ma le persone che vivono questi rapporti non li sbandierano e quindi rimangono “sommersi”, e viene più facilmente alla luce le storie brevi o quelle di solo sesso…
Per il matrimonio il discorso è uno solo, perché i gay devono avere meno diritti degli etero? Il matrimonio dovrebbe essere una libera scelta che viene data a tutte le persone che decidono di sposarsi con altre persone, a prescindere dal sesso… che poi il matrimonio etero sia quasi un’“imposizione” per una persona eterosessuale ci può anche stare…
Blackout ha scritto:Ci sono momenti ok, lo ammetto, ma sono sempre limitati, solo illusioni mentali che ci facciamo per campare ancora qualche settimana o mese prima di ripiombare nella realtà, leggete le varie storie qua
Ci sono momenti in cui anche sento la voglia di gettare la spugna ma perché mi sembra di vivere nel paese degli imbecilli… perché penso che la gente ragioni con la propria testa e non con quella della società o tirando in ballo la religione… getti la spugna perché pensi che sia impossibile vivere in una società così… perché senti e leggi cose talmente stupide sull’omosessualità che pensi che non bastano neanche 50 secoli perché le cose migliorino… e qui si fa strada il pensiero: “Ma forse io sono sbagliato…”, ti viene naturale, e pensi che se non fossi gay allora la tua vita sarebbe migliore perché nessuno ti direbbe che sei sbagliato, sarebbe migliore perché non dovresti nasconderti, ma se tu sei gay non hai nulla di sbagliato… che poi sentir dire da ipocriti religiosi che l’omosessualità sia sbagliata mentre cose veramente sbagliate le vogliano far passare per giuste… dai non sono credibili persone così…
Riguardo alle storie qui dentro, sono lo specchio migliore di cosa sia l’Italia… se l’omosessualità fosse vista come una cosa normale che senso avrebbe la sezione “Disagio gay”?
Blackout ha scritto:non oso immaginare la marea di repressi e spaventati che ci saranno nel mondo che vivranno nella solitudine e menzogna tutta una vita, dimostrando appunto di essere inadeguati a vivere.
Secondo te perché esistono i repressi o i gay che decidono di sposarsi e di mettere su famiglia? Mi ripeto, ma questo succede perché la società condanna l’omosessualità… la società ti educa in un certo modo, dicendo che certi sentimenti sono giusti mentre altri sono sbagliati, e una bambino che cresce in una società così, queste cose le assorbe, e alla fine cercare di liberarsene non è così semplice… ecco perché per molti a distanza di anni è così difficile poter vivere la propria vita normalmente come fanno tutti… perché passiamo da momenti in cui stiamo bene con noi stessi a momenti di sconforto… a questo si può anche aggiungere il fatto che ci sia una certa difficoltà a instaurare rapporti anche nell’ambiente gay stesso…
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

redelmondo10
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da redelmondo10 » martedì 13 maggio 2014, 19:15

Adeguati, inadeguati, naturali e conformi al pensiero comune, cosa volete, sono tutte convenzioni come le unità di misura: il metro il litro il chilo.
Chi decide ciò che è convenzione? E perché ci dobbiamo omologare?
Anch’io ho subìto, sono stato inadeguato e ho pianto.
Ora tutto è passato perché è solo uno stato mentale, è il nostro cervellino che poverino ogni tanto fa cilecca.
Bisogna studiare, farsi una cultura, capire che il nostro piccolo è meschino, il nostro orticello è ridicolo.
Ingigantiamo tutto e viviamo male: se capiamo quanto siamo insignificanti possiamo fare spalluccia e vivere tutto serenamente . Il più grosso problema che crediamo di avere, non supera la barriera della nostra epidermide. In una parola sola FREGHIAMOCENE: non abbiamo tanto tempo, perché sprecarlo? Siamo solo atomi.

k-01

Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da k-01 » mercoledì 14 maggio 2014, 18:51

Blackout, il mio era solo un invito a vedere i propri problemi da un altro punto di vista, in relazione alla realtà sociale nella quale viviamo. Tanto per fare un esempio, hai scritto che sei disoccupato, e facilmente chi si trova in questa condizione tende (ed è indotto dalla realtà esterna) a colpevolizzarsi. Non ho/hai studiato abbastanza, non ho/hai le caratteristiche caratteriali richieste, ho/hai poca esperienza e formazione, mi dò poco da fare o non fai abbastanza, sono/sei pretenzioso, si pensa o ci viene detto, e così via a cercare la causa dentro di sé.
Fatto sta che, al netto di tutti i problemi personali che si possono avere, la disoccupazione esiste in tutti i paesi industrializzati e coinvolge milioni di persone indipendentemente dal grado di istruzione/esperienza/età.
Secondo me, non c'è nessuna reale volontà di eliminarla, per la semplice ragione che è funzionale a creare competizione fra i lavoratori e mantenere gli stipendi bassi. Così ci sarà sempre qualche disperato disposto a lavorare a qualsiasi condizione e salario, anche gratis se necessario, con la scusa della formazione.
Potrai obiettare che queste mie considerazioni, non risolvono certo il tuo problema. Hai ragione, ma colpevolizzarsi non serve e non aiuta a trovare il proprio equilibrio e il proprio posto nel mondo (anche trovandolo, a volte è difficile mantenerlo perché si possono perdere certezze e riferimenti in ogni momento). Nemmeno fare confronti continui con altri, magari più fortunati sotto certi aspetti.
Secondo me non è mai tardi per cambiare. Se nulla ti lega al posto in cui vivi, perché non tentare un’esperienza all’estero?
Riguardo la vita affettiva, a meno di non accontentarsi di rapporti interessati e mediocri, come fanno moltissime persone, non c'è da farsi molte illusioni. Da questo punto di vista chi è gay è svantaggiato non solo per l’omofobia e la discriminazione, ma per le difficoltà che si sommano e s’accompagnano e rendono difficile a molte persone gay vivere serenamente un’affettività piena.
Qualcuno potrebbe consigliarti di uscire, vedere gente, e così via, facendo i soliti discorsi che si fanno in questi frangenti. Non che ci sia qualcosa di sbagliato e che non possano avere la loro utilità, ma per me trovare l'amore è solo questione di fortuna.

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Yoseph
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da Yoseph » giovedì 15 maggio 2014, 10:58

k-01 ha scritto: ma colpevolizzarsi non serve e non aiuta a trovare il proprio equilibrio e il proprio posto nel mondo (anche trovandolo, a volte è difficile mantenerlo perché si possono perdere certezze e riferimenti in ogni momento). Nemmeno fare confronti continui con altri, magari più fortunati sotto certi aspetti.
Secondo me non è mai tardi per cambiare. Se nulla ti lega al posto in cui vivi, perché non tentare un’esperienza all’estero?
Riguardo la vita affettiva, a meno di non accontentarsi di rapporti interessati e mediocri, come fanno moltissime persone, non c'è da farsi molte illusioni. Da questo punto di vista chi è gay è svantaggiato non solo per l’omofobia e la discriminazione, ma per le difficoltà che si sommano e s’accompagnano e rendono difficile a molte persone gay vivere serenamente un’affettività piena.
Qualcuno potrebbe consigliarti di uscire, vedere gente, e così via, facendo i soliti discorsi che si fanno in questi frangenti. Non che ci sia qualcosa di sbagliato e che non possano avere la loro utilità, ma per me trovare l'amore è solo questione di fortuna.
Ottimi consigli, li farò miei! :D

Tozeur
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da Tozeur » venerdì 16 maggio 2014, 23:20

Sarebbe interessante, al fine di avere una discussione costruttiva, leggere una risposta di Blackout ai vari post.
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Blackout
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da Blackout » martedì 20 maggio 2014, 16:04

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Ultima modifica di Blackout il domenica 25 maggio 2014, 13:57, modificato 1 volta in totale.
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

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marc090
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Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da marc090 » martedì 20 maggio 2014, 22:28

Io blackout, fossi in te, lavorerei sui concetti di identità e minoranza... Personalmente, sebbene non rifiuti (come in realtà ammetto di aver ripetuto molte volte) la parola gay (cito da dizionario "Chi prova inclinazione amorosa e attrazione sessuale per individui del suo stesso sesso") non vedo in che modo dovrei essere incluso in una categoria a cui non sento nemmeno di appartenere.

Cito sempre una frase a dimostrazione del concetto, che credo chiunque dovrebbe tenere a mente "Quello che la cultura chiama differenza è il prodotto dei confini che tracciamo, non la loro causa, o movente".

Inadeguati si, concordo con le parole di XUP, solo se si arriva ad autoimmolarsi come vittime di un pericolo che prima di tutto viene percepito e poi secondariamente vissuto. Ovviamente, con distinguo molto importanti tutti relativi al contesto in cui si vive. Per sapere chi è vittima e chi no, penso, basta prima di tutto lavorare con se stessi riguardo esattamente questi concetti.
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
Martin Niemoller


Marc090 -- Amministrazione di ProgettoGay

k-01

Re: In una parola: inadeguati

Messaggio da k-01 » mercoledì 28 maggio 2014, 21:04

Perché hai cancellato il tuo messaggio Blackout?

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