La preside vieta la circolare sull’omofobia

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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IsabellaCucciola
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La preside vieta la circolare sull’omofobia

Messaggio da IsabellaCucciola » venerdì 23 maggio 2014, 9:02

Vorrei lasciarvi questo articolo: “La preside vieta la circolare sull’omofobia: “I gay sono contro natura””, perché sia un’ulteriore conferma di come sia difficile parlare di omosessualità nelle scuole, e di come quando succedono atti omofobi, a volte la scuola li lasci passare sotto silenzio.

ARTICOLO:
http://lezpop.it/la-preside-viete-la-ci ... ro-natura/
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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progettogayforum
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Re: La preside vieta la circolare sull’omofobia

Messaggio da progettogayforum » venerdì 23 maggio 2014, 9:35

Premesso che per formulare una valutazione dei fatti bisogna sempre sentire le due campane, se la preside ha realmente pronunciato le fresi citate nell’articolo:
“L’omosessualità è contro natura, perché non è possibile che un essere umano possa amare un altro essere umano dello stesso sesso, e a me fa schifo.”
“Non hai la facoltà di mandare circolari. Posso farlo solo io e siccome non mi interessa quello che pensi non lo farò.”,
cosa che può essere acclarata attraverso una seria visita ispettiva, dovrebbe essere destituita, perché si tratta di affermazioni che, oltre ad essere radicalmente in contrasto con quello che l’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene in modo chiarissimo su basi scientifiche ormai da molti anni, dimostrano un’arroganza pedagogica e una incapacità radicale di costruire un rapporto educativo con gli studenti. Si tratta di una preside di un istituto pubblico! Ma non c’è una legge contro l’omofobia, e i cattolici potrebbero dirci che si tratta di una espressione della libertà di pensiero, d’altra parte Benedetto XVI ha usato disinvoltamente e ripetutamente concetti legati al contro natura presentandoli come vera antropologia e non come dogma.
L’idea è sempre quella: imporre agli altri i propri pregiudizi, ma la scuola e lo stato dovrebbero essere laici, cioè dovrebbero essere la casa di tutti, in cui con rispetto reciproco si costruisce il dialogo tra persone che provengono da esperienze diversissime e che sono portatrici di esigenze morali diversissime.
È proprio in nome della laicità dello stato, e quindi della scuola, che chi pronuncia frasi come quelle non dovrebbe in nessun caso avere responsabilità pedagogiche.

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