Solitudine e rassegnazione.

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
Rispondi
vity95
Messaggi: 5
Iscritto il: martedì 31 marzo 2015, 16:09

Re: Solitudine e rassegnazione.

Messaggio da vity95 » martedì 28 luglio 2015, 11:46

Caro Niko, credo che la tua esperienza sia abbastanza comune tra i gay. Anch'io, per esempio, vorrei avere al mio fianco una persona da amare che mi ami a sua volta, ma so che, per il momento, è un sogno che non può essere ancora realizzato. È difficile accettare la solitudine, ma in certi casi penso sia meglio aspettare che arrivi l'occasione giusta. Questo non vuol dire rassegnarsi definitivamente alla solitudine, no. Sono convinto che tra qualche tempo, quando sarai più emancipato (per esempio quando andrai all'università e starai lontano da casa), troverai quello che cerchi. Giusto ieri, un ragazzo mi ha assicurato che è abbastanza facile trovare ragazzi gay senza che ci sia bisogno di andarseli a cercare. Per ora anch'io, come te, ho l'impressione che sia quasi impossibile trovare un ragazzo con il quale costruire una relazione, mi sembrano tutti etero. Sentirsi soli è una situazione davvero deprimente, te lo garantisce un esperto di solitudine, però, forse, se si incontrano le persone giuste e si ha il coraggio di superare le proprie paure si può cambiare e iniziare a pensare di poter essere felici. Se hai degli amici o delle amiche di cui fidarti e se puoi contare sull'appoggio della tua famiglia, allora sei a posto, non hai nulla da temere. Non ho capito bene (o mi è sfuggito) se hai già fatto coming out con qualcuno. Se ti confidi con una persona fidata e dalla mentalità aperta ti senti più leggero, hai un peso in meno nel cuore. Però non è necessario che tu lo dica alla tua famiglia, sarebbe preferibile attendere qualche anno, magari quando avrai concluso gli studi e sarai meno bisognoso del loro aiuto economico.
Da quel poco che ho letto nei tuoi post sembra che tu sia un ragazzo in gamba, maturo, discretamente in armonia con te stesso e con gli altri. Dunque, ti consiglio di vivere la tua vita il più serenamente possibile, anche se forse non sono la persona più adatta a darti questo suggerimento. Un ambiente come questo forum ti fa comprendere come tu non sia poi così solo e che esistono tanti ragazzi nelle tue condizioni, questo ti dovrebbe consolare un po'. :)
Ti mando un abbraccio e ti auguro tanta felicità per il futuro!! :mrgreen:

Avatar utente
Niko
Messaggi: 88
Iscritto il: mercoledì 15 luglio 2015, 20:26

Re: Solitudine e rassegnazione.

Messaggio da Niko » lunedì 3 agosto 2015, 22:21

Grazie per i vostri interventi!

Per Project, sì, io mi sento veramente bene nella mia famiglia, perché comunque i miei genitori mi hanno sempre appoggiato in tutte le mie scelte, mi sono stati vicini quando decisi di frequentare il mio 4° anno di superiori in Germania e hanno contribuito quindi a realizzare il mio sogno di apprendere la lingua tedesca, mi hanno sempre aiutato e consigliato quando avevo delle difficoltà, però non nego che questa volta è molto più difficile per loro accettare la mia omosessualità perché sono comunque cresciuti in ambienti chiusi, omofobi, dominati dai pregiudizi... Non capisco come la gente possa essere così intollerante a volte (non mi riferisco ai miei), non vedo nulla di male se un ragazzo prova dei sentimenti verso un'altra persona del suo stesso sesso, cavolo ma stiamo parlando d'amore, anzi credo sia una cosa bellissima, io ho una concezione bellissima dell'amore, credo nel vero amore, credo che prima o poi incontrerò quella persona che mi ruberà il cuore e con cui riuscirò a sentirmi al sicuro, vivo, completo!
Invece l'unica cosa che certe persone omofobe pensano è "guarda, quello vuole proprio prenderlo..." vabbè, non voglio essere volgare ma credo ci siamo capiti; poi magari sempre quelle persone dicono "guarda quella che figa!" Allora siamo sullo stesso piano a questo punto! Solo che questo viene accettato, i sentimenti che io invece proverò verso un mio futuro coetaneo no, perché vengono visti come anormali o malati.
Io ho accettato la mia omosessualità da molto tempo, non soffro per questo, però l'ignoranza di certe persone proprio mi fa rabbia...
In ogni caso sono felice di essere ciò che sono, molti ragazzi di questo sito condividono le mie stesse idee sull'amore e hanno la mia stessa sensibilità, e questo mi dà una grandissima forza, grazie di tutto!!

Per vity95, grazie per aver risposto, anche la tua storia è molto simile alla mia e sono felice che ci siano persone come te, sì, credo anch'io che in questo momento l'unica cosa da fare sia aspettare, però anche vivere la vita, divertirsi e pensare anche ad altro, uscire con gli amici etc. poi può darsi pure che si incontri il ragazzo giusto, è molto difficile lo so ma c'è sempre una minima probabilità che accada, perciò credo sia giusto lottare per questo e non abbattersi, rassegnarsi subito sarebbe troppo facile, invece questa sera voglio pensare positivo, se una cosa la vuoi veramente prima o poi si raggiunge, poi se non sarà così almeno potrò dire di averci provato!
Per quanto riguarda il coming out... l'ho fatto con una persona: mia madre.
Ok, so a cosa stai/state (per chi legge questo post) pensando, in realtà è lei che l'ha scoperto, ultimamente abbiamo affrontato dei discorsi sulla fiducia e le ho detto che avevo paura di deludere lei e mio padre, poi sono nate le domande e alla fine non sono riuscito più a nasconderlo, avrei voluto aspettare ma ormai era andata.
In ogni caso l'ha presa piuttosto bene, è stata contenta che gliel'ho detto e che ho avuto fiducia in lei, questa è stata la cosa che ha apprezzato di più, solo che ha ancora bisogno di accettare questa cosa, abbiamo fatto una seduta insieme da una psicologa che le ha spiegato che l'omosessualità non è né una malattia né una scelta di vita, è un orientamento sessuale che ogni individuo ha e basta, e che quindi non deve essere curata!
Alla fine la psicologa ha detto che io non ho bisogno di nulla, mamma invece dovrebbe tornarci... ma alla fine è meglio così, almeno so che verrà seguita da una figura professionale formata e colta nell'argomento.
Inoltre se in futuro vorrò frequentare un locale gay o vorrò comunque andare da qualche parte non dovrò mentire a mia madre, e questo mi rende più tranquillo.
Grazie ancora del tempo che mi hai dedicato, ti mando un abbraccio e auguro anche a te tanta felicità per il futuro.
Nico.

Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5950
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

Re: Solitudine e rassegnazione.

Messaggio da progettogayforum » lunedì 3 agosto 2015, 22:54

Ciao Niko. Beh, direi che è evidente che la famiglia ti ha dato molto, soprattutto quella sicurezza in te stesso che spesso molti adulti non conseguono nemmeno a 40 anni. Purtroppo non tutte le famiglie sono come la tua e ci sono ragazzi che sono stati letteralmente distrutti dalle terribili carenze affettive della famiglia. Ci sono ragazzi che arrivano a pensare che la loro vita non valga nulla e che il sesso, a causa dell'aids, sia come una specie di roulette russa alla quale non vale la pena di sottrarsi e poi come va va. Eppure ho visto dei ragazzi diventare sieropositivi proprio per effetto di questa visione fatalistica e distruttiva, ed erano ragazzi che avrebbero potuto fare moltissimo per se stessi e per gli altri. Avere una rete di amicizie gay serie è fondamentale per un gay, anche più che avere un ragazzo. Le relazioni di coppia sono spesso diversissime da come uno se le immagina, ma le amicizie vere sono molto più lineari e spesso anche durature, aiutano a non sentirsi soli mai, a guardare avanti con la certezza di avere accanto amici veri, che non ti abbandonano quando arrivano i problemi. Fa piacere vedere che ci sono ragazzi come te! Ragazzi che sono sereni dentro e che trasmettono agli altri messaggi positivi! Grazie di essere qui!!

Avatar utente
Niko
Messaggi: 88
Iscritto il: mercoledì 15 luglio 2015, 20:26

Re: Solitudine e rassegnazione.

Messaggio da Niko » lunedì 3 agosto 2015, 23:29

Grazie a te Project per aver creato questo sito!!
Mi sta dando veramente molto, e se posso aiutare qualcuno attraverso un intervento o un sostegno morale non mi tiro mai indietro, io sono fatto così.
La situazione che descrivi tu (se posso darti del "tu") di quelle famiglie è veramente terribile, non capisco come dei genitori possano essere così freddi nei confronti dei figli, l'orientamento sessuale non può e non deve essere un pretesto per trattare i figli in questo modo!
Io e i miei genitori abbiamo un bel rapporto e c'è un certo equilibrio, che però ho paura di rompere quando rivelerò a mio padre di essere gay, io gli voglio molto bene ed è molto affettivo verso di me, ma non voglio che questo gli faccia cambiare quegli atteggiamenti e quella visione che lui ha di me, né che lui si faccia delle colpe per niente, perché da come ho letto l'omosessualità non è né una scelta né una mancata educazione etc.
Comunque in futuro glielo dirò e spero che grazie all'aiuto di quella psicologa lui possa accettare la mia omosessualità.

Per quanto riguarda le amicizie gay... io in realtà non ho nessun amico gay nella vita reale, forse in futuro avrò modo di conoscere altre persone, nel frattempo posso sempre coltivare le amicizie con alcuni ragazzi di questo sito, mi farebbe molto piacere e credo che la chat di questo sito sia un mezzo molto utile a questo scopo.
Di amici con cui uscire ne ho e mi trovo molto bene con loro, naturalmente non sospettano che sono omosessuale, e per ora credo sia meglio così.
Ti mando un saluto e ti auguro tanta felicità.
Nico.

barbara
Utenti Storici
Messaggi: 2864
Iscritto il: mercoledì 14 aprile 2010, 9:22

Re: Solitudine e rassegnazione.

Messaggio da barbara » martedì 4 agosto 2015, 8:01

Sono felice di sapere che il c.o. con tua madre sia andato bene. :) Deve essere un gran sollievo non dover nasconderti almeno con lei. Certo anche i genitori più aperti hanno bisogno di tempo per metabolizzare la cosa. Una mia amica ,che ha una figlia lesbica, ha avuto una reazione iniziale di sconcerto , che è durata qualche mese, nonostante sia sempre stata gayfriendly.
Ora però la vedo molto più serena e partecipa anche a iniziative per promuovere i diritti delle persone omosessuali insieme alla figlia.
I genitori devono prima affrontare e sciogliere i sensi di colpa che provano anche quando sono fuori luogo. Questo è un meccanismo che si innesca per qualunque cosa possa minacciare un figlio. E in effetti l'omosessualità può rappresentare una difficoltà in una società omofoba. Tuttavia se avvertono che il figlio ha una sua solidità epuò affrontare le avversità , questo senso di colpa si attenua ed è possibile anche viverlo più serenamente.
Certo non tutti i genitori sono abbastanza aperti e disponibili a rivedere la loro educazione e le loro aspettative verso un figlio. Questo vale per l'omosessualità come per altre scelte di vita .

fosseluce
Messaggi: 50
Iscritto il: venerdì 7 agosto 2015, 15:41

Re: Solitudine e rassegnazione.

Messaggio da fosseluce » sabato 8 agosto 2015, 10:08

Sono veramente basita :o :shock: mi sorprende moltissimo che un ragazzo di 17 anni, intelligente e maturo, arrivi a soffrire così tanto, a pensare che rivelare la propria omosessualità sia "pericoloso" e per questo rinunci a viverla pensando che riuscire ad avere una relazione stabile e soddisfacente sia impossibile. indubbiamente sono ignorante, anche perché etero e tendo a modellare la mia realtà mentale per come vorrei e mi aspetto che sia la realtà e poi vivo in una grande città (roma). a volte mi racconto che è impossibile che una persona venga picchiata fino a pestarla in quanto omosessuale fino a crederci per poi rompermi le corna col prossimo servizio di qualche Tg sull'omofobia.
anche io ho sentito molto forte il peso delle aspettative degli altri dall'adolescenza fin ai 25 anche 30 anni riguardo alla famiglia che ci si aspettava avrei creato, il lavoro che avei scelto, il tipo di vita che avrei fatto. non sentivo di avere il talento della mamma e della moglie né sarei stata adatta a fare il medico (mio padre lo voleva fortemente). I genitori si aspettano tutti un po' le stesse cose, in ottima fede, per retaggi culturali che è legittimo che abbiano sebbene siano poco attinenti con la realtà dei propri figli, perché pensano che siano giuste (accompagnare i figli a un "buon" matrimonio, avere dei nipoti e che i figli raggiungano degli obiettivi "migliori" di quelli che hanno raggiunto loro ma tutto è relativo).
Io che non sono nessuno per parlarti così Niko, vorrei dirti che spesso, quando si è molto giovani e si avrebbe il tempo per risolvere una cosa per volta, si tende a pensare che il presente sia eterno allora vorrei dirti di stare a guardare con la mente molto aperta alle sorprese, belle o brutte che siano, che cosa farai, come ne uscirai lasciando un po' da parte il pensiero che non realizzerai mai la possibilità di una vita degna, a tratti felice e serena. certamente percorrerai una strada, sbaglierai, aggiusterai il tiro, imparerai a capire cosa veramente ti appartiene ed è adatto a te e a cercare di raggiungerlo, rivendicando i diritti che tutti hanno in modo più o meno diplomatico.
Tante persone sono uscite dal vicolo cieco in cui ti senti ora partendo da una situazione simile e raggiungendo i loro obiettivi. gli obiettivi poi cambiano insieme a noi nell'arco di un'esistenza.
guardare al futuro come se fosse segnato è un po' come fare l'errore dei genitori.
Ti mando un abbraccio e spero di leggerti ancora.

luce

Avatar utente
Niko
Messaggi: 88
Iscritto il: mercoledì 15 luglio 2015, 20:26

Re: Solitudine e rassegnazione.

Messaggio da Niko » domenica 9 agosto 2015, 23:20

Grazie mille per aver prestato attenzione al mio post fosseluce!
Hai ragione, a volte credo che il presente che sto vivendo ora sia eterno e che non cambierà mai, invece ci saranno novità, nuove sfide, vittorie e sconfitte come ci sono state finora.
La vita del resto è piena di cambiamenti, dal punto di vista scolastico, dell'amicizia e sentimentale.
Ora non posso fare altro che divertirmi e diplomarmi, poi si vedrà ciò che il futuro avrà da offrirmi, in ogni caso so che bisogna comunque essere positivi sulle cose e sperare che cambino sempre in meglio.
Diciamo che ultimamente sto prendendo sempre più atto della mia omosessualità, quindi tra non molto farò c.o. con i miei amici e... con mio padre, sperando che non rimanga deluso da me e che mi accetti per come sono.
Attualmente vivo la mia vita serenamente, rido e scherzo con gli amici, esco, insomma, sono piuttosto felice, anche se a volte mi sento solo dal punto di vista sentimentale e sento il forte desiderio di avere accanto a me un ragazzo.
Quando esco con i miei amici sto bene, però mi sento a disagio quando fanno battutine sulle ragazze o mi chiedono cosa penso riguardo ad una ragazza o chi mi piace etc. e in quei momenti devo fingere continuamente, devo sempre indossare una maschera in volto e recitare la parte del ragazzo etero.
Per me diventa ancora più difficile e stressante quando invece fanno battutine omofobe, perché devo ascoltare tutto in silenzio, a volte vorrei tanto dirgli "non offendete gli omosessuali, cavolo, sono gay anch'io!" però sarebbe solamente peggio per me.
A volte mi chiedo come le persone possano essere così superficiali e credere a tutti i pregiudizi comuni, non sanno che noi proviamo sentimenti veri verso persone del nostro stesso sesso e non siamo spinti soltanto dall'impulso sessuale, molti però non lo capiscono e continuano a giudicare senza sapere, questo è quello che mi fa più rabbia, per questo stimo moltissimo le persone come te che vogliono informarsi e capire di più per crearsi una propria idea e agire di conseguenza :)
Grazie ancora per il tuo intervento, buona serata.
Nico.

fosseluce
Messaggi: 50
Iscritto il: venerdì 7 agosto 2015, 15:41

Re: Solitudine e rassegnazione.

Messaggio da fosseluce » lunedì 10 agosto 2015, 10:46

Niko, intanto sono molto contenta di leggerti così, mi fa piacere che tu esca, ti diverta e sia più sereno. Se ho capito la situazione con i tuoi, con la mamma ormai l'argomento e la rivelazione sono sdoganati, col papà ancora no e il fatto di voler fare c.o. con lui ti preoccupa. a parte che mi riesce difficile capire come un genitore possa non sapere, anche incosapevolmente, la verità sull'orientamento del proprio figlio ma non sono mamma e i fatti sembrano portarci altre evidenze sotto al naso.
Non escluderei, se veramente si aspetta tutt'altro, che abbia bisogno di fare un percorso prima di arrivare a pensare che quello che conta è solo che tu sia felice e continuare a starti accanto nel tuo percorso di vita qualunque sarà. cos'altro dovrebbe DI FATTO volere un genitore per i propri figli? non truffi i vecchietti, non picchi i bambini, non abusi dei deboli. quando t'innamorerai e ti fidanzerai, sarà con un uomo, un ragazzo. e non cerchi nemmeno il casino dello sballo di chi vuole avere rapporti fisici a rotta di collo ma ambisci a trovare amore, affetto, vicinanza profonda, comprensione reciproca. alla fine della fiera tutto si limita a questo.
non che io non possa ammettere o mi infastidisca di fronte a chi ha molti rapporti occasionali, ognuno sa cosa fare per sé stesso, per la propria gioia, il proprio equilibrio e poi penso che ci siano fasi fisiologiche diverse per ognuno ma certo che, per un genitore, credo sia più tranquillizzante un ragazzo con le tue aspettative, esigenze e desideri.
Non pensi che tua madre possa aiutare tuo padre in questo eventuale percorso a ridimensionare il tutto e a vederlo da una prospettiva più semplice e realistica?

per quanto riguarda le battutine omofobe dei tuoi amici non credo che siano inaccettabili perché anche tu sei gay ma che siano inaccettabili e basta (io prendo una posizione, mi oppongo acidamente, se qualcuno per questo pensa che io sia lesbica non è un mio problema). La nostra situazione so che è molto diversa e anche se la tua fosse più simile alla mia (46 anni, grande città etc.) non voglio invitarti a reagire. Tu sei tarato sulla tua realtà, io non la conosco, tu sai valutare se reagendo avresti qualcosa da perdere e quanto tieni a questo qualcosa però penso una cosa in cui credo molto: ogni volta che una persona dà una definizione su un'altra, ogni volta che la giudica, che la prende in giro magari per una caratteristica fisica, per un disturbo fisico o mentale e anche quando dà una valutazione positiva, quando esterna ammirazione, sta sempre qualificando sé stessa e non la persona di cui parla (che si qualifica, anche lei, da sola).

grazie a te, Niko, per tutta la ricchezza che condividi (a cui mi permetti di attingere).
a presto

Luce

Rispondi