Disturbo schizoide di personalità

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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ronny88
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Disturbo schizoide di personalità

Messaggio da ronny88 » martedì 2 aprile 2013, 15:51

Premetto che sarà un post un po' lungo perchè non è facile riassumere il tutto in breve, è un tema assai complesso ma penso che possa essere utile.. più che altro perchè è un tema piuttosto sconosciuto..
Recentemente ho avuto una sorta di rivelazione che mi ha chiarito gran parte della mia vita passata e del mio disagio che in passato attribuivo solamente all'omosessualità che invece non è che una minima parte del problema (se di problema si vuol parlare)..

Ricapitolo brevemente la mia storia personale..

Sono sempre stato un ragazzo introverso, timido (col tempo sono andato un po' migliorando) e che preferiva già da piccolo giocare in solitudine o con qualche amico tranquillo.. non disdegnavo la compagnia degli adulti..
Nel corso dell'adolescenza non ho provato grande interesse alla sfera del sesso, che riempe gran parte degli adolescenti "normali" e anche durante tutto il periodo del liceo e dell'università sono rimasto piuttosto indifferente a tali tematiche. Non mi sono mai innamorato e mi sono accorto presto che quando dicevo che mi "piaceva" una ragazza in verità la trovavo solamento simpatica.. insomma non è quello che provavano gli altri coetani..
Mi sono accorto abbastanza presto di essere più interessato ai maschietti, ma anche qui non ho mai avuto un innamoramento vero e proprio..
Se le ragazze mi sono del tutto indifferenti (se non da un punto di vista prettamente estetico.. posso ammirarle come ammiro un bel quadro), i ragazzi un po' meno.. ma tuttavia non sono certo coinvolto come ci si aspetterebbe da un "normale" omosessuale.. (qui vi prego di non far nascere filippiche sul tema di normalità.. immagino si capisca il senso di questo uso).
Insomma a 25 anni sono sì consapevole dell'omosessualità ma non interessato, in parte per paura, in parte veramente per disinteresse di fare un qualcosa di concreto.. poco interesse per il sesso, poco anche per la relazione in sè..
Diciamo che questa situazione mi turbava nel senso che non riuscivo a comprendermi (da filosofo e studioso di psicologia mi sono sempre interrogato).. ma ad un tratto una folgorazione.. leggo i parametri del disturbo schizoide di personalità e mi ci riconosco al 95%... dico questo sono io..
In breve il disturbo schizoide si caratterizza per:
- assenza di desiderio o scarso piacere nell'avere relazioni personali strette, familiari e con amici (tendo a diventare insofferente quando la relazione di fa più stretta, mi trovo bene nell'amicizia quando c'è rispetto reciproco e affetto ma senza che la relazione diventi opprimente, sto molto bene anche in solitudine)
- prediligere attività solitarie (verissimo, la solitudine è una necessità quasi fisica)
- poco o nessun interesse per relazioni sessuali reali (vero)
- non provare piacere vero in nessuna attività (su questo ho qualche dubbio.. o forse mi illudo di provare piacere.. ma un piacere vero che ti riempie e di fa dire sì sono felice non penso di averlo mai provato)
- mancare di amicizie strette e di confidenti (vero, ho difficoltà assoluta a trovare qualcuno con cui confidarmi veramente)
- emotivamente indifferente a critiche o elogi (vero)
- freddezza emozionale, distacco emotivo (vero)

a cui si aggiungono un forte criticismo e cinismo nei confronti delle istituzioni, delle norme etico-religiose, sfiducia e pessimismo e la difficoltà a provare ed esprimere le emozioni intense

Insomma mi riconosco in tutti i punti (per definire il disturbo secondo il criterio DSM-IV-TR sarebbero sufficienti 4 punti)..

Il disturbo non considerabile una malattia mentale e può essere vissuto senza particolare disagio, pertanto non sempre necessita di un supporto.. anche se spesso la terapia consiste nel far guadagnare la fiducia nelle relazioni affettive che il soggetto schizoide non riesce a provare..

Penso di aver già detto troppo.. ma vi lascio un link (penso sia possibile) ad un interessantissimo articolo di approfondimento dove è presente un caso clinico molto toccante:
http://www.sipreonline.it/static/upl/20 ... LLIAMS.pdf

Aggiungo in riferimento alla lettura che non mi faccio mancare neanche l'innamoramento (impossibile perchè si trattava di una donna per cui non provavo nessun interesse se non una certa vicinanza) con una persona isterica così come viene accennato nell'articolo..

Lascio aperte infinite tematiche.. come la genesi del disturbo o la relazione del disturbo con l'omosessualità..
Un interrogativo aperto è ovviamente "ma non mi sono per caso convinto di essere omosessuale in quanto il disinteresse dal sesso in generale mi ha orientato verso una soluzione alternativa?" Al momento la mia risposta è negativa.. cioè per quanto sia disinteressato al sesso.. gli uomini muovono qualcosa in me che le donne non fanno.. ma non è forse possibile che muovono qualcosa in quanto in loro mi ci riconosco? (e quindi l'omosessualità nel mio caso non è che un riflesso dell'amor proprio?)...

Un continuo domandare, che per quanto scava nella profondità (spesso dolorosa) è a mio avviso vivificante e mai inutile..

Spero che questo post non sia che l'inizio di una discussione che possa essere utile sicuramente a me stesso, ma anche a voi..
L'essere schizoide è una condizione dai confini incerti e ogni persona può condividerne alcuni tratti, in più la relazione con l'omosessualità non è affatta insolita anche se non se ne parla molto..

Aperto a qualsiasi tentativo di chiarimento o contibuito.. anche in privato e anche a domande indiscrete (al massimo non rispondo) :)

Un abbraccio (sincero.. e solo ora mi rendo conto di quanto sia difficile anche solo immaginarlo virtualmente!)

Alyosha
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Re: Disturbo schizoide di personalità

Messaggio da Alyosha » martedì 2 aprile 2013, 17:42

Ronny non sono un specialista e questa è la prima precisazione che tenderei a fare, però se prendi l'elenco delle caratteristiche senza precisare che si tratta di schizzofrenia sono tantissime le persone che tenderebbero a dirti "sono proprio io". E' un pò lo stesso meccanismo che vale per gli oroscopi, scritti in modo talmente generico che quasi tutti ci si posso riscontrare. Il punto è che per fare diagnosi bisogna essere degli esperti e non è neanche semplicissimo farle, mentre è riconosciuto da tutti che le autoanalisi non servon a niente, quindi mi rilasserei sulla questione. La maggior parte dei meccanismi patologi in genere sono derivazioni di quelli fisiologici ed è per quest poi che le patologie hanno una spiegazione razionale, sono cioè quegli stessi meccanismi di difesa amplificatisi o guastatisi. Siamo tutti un pò schizzofrenici se non fosse che quel "po'" è l'esatta differenza tra una condizione normale e una patologica.
Hai comunque avuto molto coraggio a parlarci di questa tua preoccupazione si vede che ti fidi di noi. Sono molto contento tu stia cominciando ad intessere relazioni di fiducia qua dentro per quanto virtuali. Ci sono mille ragioni per cui una persona può aver maturato un carattere molto introverso. Nella nostra ultima discussione ti dissi, mi pare, che vedevo un pò come problema la visione che avevi dei tuoi coetanei e il fatto che probabilmente non ti stai vivendo a pieno la tua età, però non pensavo certo alla schizzofrenia... Io penso però che la scelta di aderire ad una comunity e per altro gay, sia un passaggio importante che è giusto tu impari a vedere, un occasione per cominciare a confrontarti a tu per tu anche con molte persone, che un pò contraddice la descrizione che dai di te (ecco perché e importante non fare autoanalisi). Vedo cioè un interesse per le relazioni e nella esatta misura in cui ci comunichi questa tua preoccupazione anche un interesse a confrontarti e mettere problemi seri ed intimi in questa relazione. Certo l'anonimato aiuta a vincere tante difficoltà, però questo deve farti capire che hai delle difficoltà a relazionarti agli altri e non che non hai il desiderio di farlo. Le difficoltà però si superano non temere.

barbara
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Re: Disturbo schizoide di personalità

Messaggio da barbara » martedì 2 aprile 2013, 19:46

Confrontare i propri comportamenti con i criteri diagnostici può essere uno stimolo di riflessione, ma se si vuole far chiarezza sul senso dei propri comportamenti o delle proprie inclinazioni , se si vuole una diagnosi bisogna rivolgersi a uno psicologo.
Non dico che sia necessario nel tuo caso, ma dico che non è possibile fare delle diagnosi autonomamente.
Inoltre sappiamo anche che certi criteri rispecchiano soprattutto la popolazione media (dunque eterosessuale) e la cultura occidentale. Un criterio va anche rivalutato in base alla cultura di provenienza. Non c'è dubbio che gli omosessuali sono una minoranza e , in quanto minoranza, hanno dovuto sviluppare comportamenti diversi da quelli degli eterosessuali. La riservatezza, perfino l'isolamento sociale a volte è una risposta funzionale ad evitare l'outing.
Ti lascio il link di un libro nel quale precisamente si dice che non possono essere applicati gli stessi criteri diagnostici.
http://books.google.it/books?id=vdCpreZ ... le&f=false
E' un discorso interessante il tuo che mi piacerebbe approfondire in questa discussione. ;)

ronny88
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Re: Disturbo schizoide di personalità

Messaggio da ronny88 » martedì 2 aprile 2013, 20:48

Grazie per i primi commenti..

@Alyosha: attenzione schizofrenia e disturbo schizoide di personalità sono due cose molto molto differenti.. la prima è una malattia psichiatrica, il secondo un disturbo di personalità.. e pur avendo un nome simile c'è una grande differenza.. lo schizoide non ha nessun problema nella percezione della realtà, nessuna forma di psicosi. Lo schizoide ha "problemi" nelle relazioni e nella sfera delle emozioni.. sono assenti tutti i problemi cognitivi dello schizofrenico..

@Barbara: non ho specificato ma non è tutto frutto di un'autoanalisi (da come effettivamente poteva sembrare, in seguito alla "scoperta" personale ho ricevuto diverse conferme piuttosto autorevoli, anche se mi hanno tutti detto che non essendo una malattia propriamente detta e che un po' di comportamenti schizoidi possono essere presenti in tutti non si può definire una volta per tutte)..
Al momento non frequento un terapeuta sia per motivi economici, sia perchè in questa mia situazione altamente consapevole (forse fin troppo) bisogna andare con molta buona volontà di lavorare su stessi sennò si finisce di andare per "giocare" con lui (intendo con il terapeuta..) cosa piuttosto infame e improduttiva per ambo le parti..

Tozeur
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Re: Disturbo schizoide di personalità

Messaggio da Tozeur » martedì 2 aprile 2013, 21:17

Non so quanto possa essere importante una autodiagnosi per disturbi del genere. La diagnosi del medico specializzato sul tema potrà darti una risposta più affidabile.

Vale per la schizofrenia e non so se vale per altri disturbi di natura non affettiva ma uno dei cosidetti sintomi è proprio la negazione del proprio disturbo oltre a tanti altri.
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barbara
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Re: Disturbo schizoide di personalità

Messaggio da barbara » martedì 2 aprile 2013, 21:29

In queste tue ricerche cosa hai capito della genesi che viene attribuita a questo disturbo?

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Re: Disturbo schizoide di personalità

Messaggio da Nemo » martedì 2 aprile 2013, 21:39

Ronny88 , se per diagnosticare un disturbo di personalità bastasse il riscontro dei sintomi sul dsm, sarabbero inutili i professionisti della salute mentale! Per la diagnosi di un disturbo il professionista si avvale dello studio della persona e del suo contesto, se per esempio prendessimo le suore di clausura, esse risulterebbero tutte schizoidi, ma non è così, dato che i "sintomi" sono dovuti alla loro scelta di vita! Inoltre è veramente molto difficile autodiagnosticarsi qualcosa, dato che chi è dentro una situazione non riesce a coglierne l'obbiettività. Da quello che leggo, sembra che tu stia cercando in una patologia psicologica i motivi del tuo disagio........questo ti consentirebbe ti accettare il tuo disagio non dipendendo da te ma da una patologia, a cui non puoi porre rimedio immediato. Io cercherei di evitare di autoeticchettarmi e mi dedicherei a pensare a come sentirmi meglio!
Nemo.
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barbara
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Re: Disturbo schizoide di personalità

Messaggio da barbara » martedì 2 aprile 2013, 21:48

Ha detto che ha avuto delle conferme autorevoli.
Comunque credo che anche se uno specialista fa una diagnosi, si tratta di un punto di partenza, di un'ipotesi da verificare nel tempo e sulla quale orientare la terapia. Quando non si intraprende una terapia il tutto rimane in una fase per così dire interlocutoria e provvisoria. Almeno secondo il mio modesto parere.

Ilex
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Re: Disturbo schizoide di personalità

Messaggio da Ilex » martedì 2 aprile 2013, 21:54

In psichiatria (DSM-IV) un disturbo di personalità è definito come un modello abituale di esperienza o comportamento che si discosta notevolmente dalla cultura a cui l'individuo appartiene (comunità e famiglia d'appartenenza) e si manifesta in almeno due delle seguenti aree: esperienza cognitivo-affettiva-interpersonale (relazione con gli altri), e controllo degli impulsi.
Il disturbo di personalità è riferito agli individui i cui tratti di personalità (presenti in modo più o meno marcato anche in buona parte dei soggetti identificati quali "psichiatricamente sani") sono disadattivi in modo pervasivo, inflessibile e permanente, e causano una condizione di disagio soggettivo, personale e sociale, clinicamente significativa.
In genere i sintomi dei disturbi di personalità sono egosintonici (accettabili per la persona) e alloplastici (la persona tende a cambiare l'ambiente, non sé stesso). In genere il paziente manca di insight, ossia non si rende conto del proprio impatto sugli altri e non tende a cercare aiuto.
La disadattività può insorgere nella prima metà della vita adulta ma può essere visibile già nell'infanzia, generalmente è stabile nel tempo e presenta un carattere inflessibile e pervasivo nelle diverse aree della vita comportando limitazioni nelle relazioni e nell'area lavorativa

Questa è la doverosa premessa da anteporre alla successivo inquadramento diagnostico basato sul soddisfacimento dei criteri già elencati da Ronny 88.

E sottolineato il carattere PERVASIVO del disturbo, che lo pone in diagnosi differenziale con una evidente manifestazione di analoghi tratti di personalità che possono palesarsi anche in un soggetto non affetto, nel quale essi non ostacolano lo strutturarsi di relazioni interpersonali serene (anche se non sempre appaganti sul piano emotivo), di un "normale" funzionamento in ambito lavorativo, e di una certa capacità introspettiva e di ricerca del cambiamento del proprio comportamento ritenuto inadeguato alle situazioni da affrontare.

Il fatto che tu dimostri una certa capacità introspettiva e autocritica, mi fa sospettare che manchino le premesse per la diagnosi di un vero e proprio disturbo schizoide di personalità, pur essendo apparentemente soddisfatta la grande maggioranza dei criteri elencati nel DSM IV. ;)
Ti suggerisco una valutazione psichiatrica, per considerare quanto siano pervasivi i tuoi tratti schizoidi di personalità, e ricercare una via per dare sollievo al disagio che comunque, evidentemente, ti causano!

In bocca al lupo per tutto!

ronny88
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Re: Disturbo schizoide di personalità

Messaggio da ronny88 » martedì 2 aprile 2013, 21:58

Relativamente alla genesi si parla di una "ferita" cioè di un rifiuto da parte in particolare della madre nell'infanzia che porta ad un attaccamento evitante (l'attaccamento è il modello di relazione che si instaura tra il bambino e la figura di riferimento, di solito la madre.. che in questo caso è fredda e non costituisce un punto di riferimento autentico).. secondo questa teoria lo schizoide ha difficoltà nelle relazioni perchè non ha percepito l'amore nell'infanzia..

Questo per quanto riguarda una spiegazione generale.. personalmente ammetto di avere difficoltà ad autoanalizzarmi nel passato.. ho poca memoria della mia infanzia e non so onestamente quanto la mia infanzia abbia influenzato la mia situazione..
Non posso con onestà dire di non aver ricevuto amore, anche se effettivamente ora come ora sono un po' refrettario ai forti sentimenti.. però da quel che ricordo sono sempre stato così..
Riesco a entrare in empatia e a soffrire se un altro soffre, anche a concepire l'amore di una persona verso una terza (e ne son contento e gioisco per loro, l'invidia è una cosa che mi è del tutto estranea) però non riesco a percepire il sentimento verso di me.. e a provare forti sentimenti io verso altri..

Sicuramente un fatto importante è avvenuto intorno ai 10-11 anni.. diciamo che sono venuto a conoscenza di un fatto di cui non avrei dovuto sapere (e di cui sono uno dei pochi a sapere).. questo mi ha segnato abbastanza.. ma non posso dirvi altro.. se mai in privato..


(aggiungo che non mi sono autodiagnosticato.. o meglio che ad un pensiero che si sviluppa dall'interno ci sono state diverse conferme da parte di professionisti.. insomma sappiamo bene che se uno va a leggere solamente i sintomi pensa di avere tutte le malattie del mondo!)

Aggiunta finale.. diciamo che il disagio è più legato alle aspettative sociali, per me il fatto di essere consapevole di essere piuttosto "freddo" nelle relazioni è una cosa importante perchè mi rende lucido sul del fatto che se voglio cambiare qualcosa devo volerlo veramente.. finchè sto bene in questa situazione è ben difficile cambiare qualcosa.. il problema è una pressione sociale che "obbliga" ad un concetto univoco di normalità..
Io al momento ho una buona situazione familiare e diversi amici fidati.. diciamo che vorrei ancora un po' più di privacy e libertà (soprattutto vorrei vivere da solo) ma che non sento un vero disagio.. quindi non so se potrebbe giovare un tentativo di cambiare le cose.. fino ad ora non ho raggiunto niente a ricercare quello che non desidero..
So di dover ognitanto fare un po' di pressione su me stesso per non isolarmi troppo, però anche il costringermi ad una vita sempre immersa nella folla è oltremodo eccessivo..

Sto valutando sicuramente la possibilità di un percorso di terapia.. ma non so quanto sia possibile cambiare.. o per lo meno bisognerebbe essere un po' più volenterosi di cambiare.. almeno riconoscendo di essere in una vera situazione di disagio..

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