Prima esperienza (deludente) gay

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
Rispondi
Avatar utente
Gio92
Utenti Storici
Messaggi: 633
Iscritto il: domenica 6 settembre 2009, 18:19

Re: Prima esperienza (deludente) gay

Messaggio da Gio92 » domenica 19 giugno 2016, 18:26

Da ciò che leggo nel tuo scritto, ci sono dei sintomi riconducibili all'ansia sociale, anche se non sono ancora evidentissimi e mi verrebbe da chiederti se hai un gruppo di amici stabile, come vivi con te stesso etc. per capire un po' meglio la situazione. Ovviamente non vorrei invadere troppo la tua privacy però mi spiace sapere che anche tu hai dei disagi interiori, magari non marcati, ma che comunque ci sono e al posto tuo non sottovaluterei l'idea di cominciare già da adesso a farmi seguire da uno specialista prima che la situazione potesse peggiorare ulteriormente.

Hai detto bene, l'equilibrio bisogna trovarlo e non è facile. Adesso mi trovo in un punto della mia vita in cui sto rimettendo a posto ancora alcuni pezzi, ma diciamo che il grosso è fatto. Purtroppo le patologie sono così, spesso anche con la massima collaborazione e impegno ci vuole tempo per vedere i risultati.
Spesso penso che in fin dei conti sono giovane e ho ancora tantissimo tempo davanti, ma a volte penso anche che non credo di essermi liberato del tutto dal DOC al contrario della fobia sociale e della depressione, entrambi sconfitte. Ho ancora pensieri e rimuginazioni sul passato e adesso sto applicando tecniche su me stesso imparate in psicoterapia per gestire i pensieri e sono migliorato molto dall'anno scorso.

Birdman, ricordati che il lavoro su noi stessi non finisce mai, la vita è una linea retta piena di segmenti. Ogni segmento è una piccola fase della nostra vita, e quando si arriva alla fine del segmento (traguardo) già comincia una nuova fase. Il nostro traguardo finale è la morte. Quando il nostro corpo cesserà di vivere, siamo perfetti, abbiamo imparato tutto, ma in quel momento questo tutto non potrà servire più a niente perchè diventeremo cenere.

Il segreto per essere felici sta nel godersi ciò che si è conquistato mentre si sta facendo altro lavoro per arrivare al prossimo traguardo. In poche parole, godersi il viaggio tanto quanto la meta.
Spesso anche io, come tanti altri, perdo la capacità di stare nel "quì ed ora", penso già a domani, e ieri pensavo già ad oggi. Ma oggi non penso ad oggi, non penso a ciò che ho conquistato.
Come dire "stasera mangerò il gelato con i miei amici!" e già pensando ci aumenta la salivazione. Andiamo a mangiare il gelato e al 4° morso già ci dimentichiamo del suo sapore e pensiamo a quanto costa o ci viene a trovare qualche pensiero negativo di qualcosa che è successo 3 giorni fa. La vita è così. E quando si ha il DOC il tutto è peggiorato. Ogni minima preoccupazione (che è normale in tutti gli esseri umani) diventa 10 volte più grande e da quì una serie di pensieri irrazionali di cui non è importante il contenuto ma la forma iper ossessiva. L'amigdala è sempre iper attivata e più si tenta di spegnerla e più questa si attiva ancora di più, una sorta di allarme sull'allarme. Il DOC lo immagino come un compagno di vita che mi ha fatto compagnia in tutti questi anni e che ancora oggi un po' è dentro di me. Non è più vivo come prima ma c'è ancora qualche residuo.
Mi piacerebbe se questo residuo andasse via per conquistare ancora un po' di pace in più. Ma per avere ciò devo continuare a lavorare su me stesso, fermarmi ogni tanto e guardare un po' indietro per vedere ciò che ho già fatto. In questo modo già so che mi sento felice perchè se penso da Settembre 2015 ad oggi ho fatto una marea di cose e rispetto ad un anno fa sono andato davvero molto veloce. E guardarmi indietro mi darà un'ulteriore spinta per andare avanti e la motivazione risale.

Non so se ho espresso bene il concetto.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

Avatar utente
Birdman
Messaggi: 139
Iscritto il: domenica 18 ottobre 2015, 0:48

Re: Prima esperienza (deludente) gay

Messaggio da Birdman » martedì 21 giugno 2016, 23:30

Gio92 ha scritto:Da ciò che leggo nel tuo scritto, ci sono dei sintomi riconducibili all'ansia sociale, anche se non sono ancora evidentissimi e mi verrebbe da chiederti se hai un gruppo di amici stabile, come vivi con te stesso etc. per capire un po' meglio la situazione. Ovviamente non vorrei invadere troppo la tua privacy però mi spiace sapere che anche tu hai dei disagi interiori, magari non marcati, ma che comunque ci sono e al posto tuo non sottovaluterei l'idea di cominciare già da adesso a farmi seguire da uno specialista prima che la situazione potesse peggiorare ulteriormente.
Effettivamente non ho raccontato molto di me fino ad ora, perché alla fine c'è poco da dire. Di amici ne ho pochissimi, ma sono tutti delle persone straordinarie (tutti etero in ogni caso). Sfortunatamente in questo periodo vivono tutti lontano e mi ritrovo praticamente solo, ma li sento spesso e tra non molto tornerò ad averli vicino. Mi ritengo fortunato ad aver conosciuto persone come loro, soprattutto perché la mia estrema timidezza non mi permette di frequentare tanta gente riducendo la probabilità di conoscere persone a me più congeniali. Faccio davvero fatica a stare in mezzo alla gente, mi sento stanco fisicamente, e questo è sempre stato così da quando ho memoria. La scarsità di energie mi ha impedito di evolvermi insomma, col risultato di avere una vita decisamente sottotono e priva di tante esperienze, inoltre vedere il mio avanzare così lento mi ha anche eroso parecchia autostima. Solo qualche anno fa ho attraversato forse il momento più difficile (curiosamente coinciso con la fase dell'avvenuta accettazione della mia omosessualità), ma la mia razionalità mi ha salvato e oggi penso che sia difficile che io possa ricadere in quel baratro. Oggi conservo un certo equilibrio, ma non riesco a liberarmi dei pensieri svalutanti che a fasi alterne tornano a trovarmi. So benissimo che si tratta di un grande inganno della mente, ma ancora non riesco ad affrontare questi limiti da solo. Avevo già pensato di cercare un aiuto, ma per tante ragioni (anche economiche) sono giunto alla conclusione che in questo momento sia meglio provare a combattere da solo, anche perché, nel bene o nel male, a breve le cose cambieranno, e di parecchio, e voglio provare a sfruttare l'opportunità che mi si presenterà per migliorare da solo.


Per quanto riguarda il resto delle considerazioni che hai espresso, non posso che essere d'accordo con te su tutta la linea. Del resto tu sai molto meglio di me cosa significhi impegnarsi per migliorare giorno per giorno, anzi, forse tu lo sai meglio di tantissime persone. Il problema di questo tipo di disturbi è proprio, come dici tu, che ci intrappolano in un mondo mentale che ci slega dal momento che stiamo vivendo. Ultimamente sto cercando di apprezzare di più il presente, evitando di crucciarmi troppo per come sono andate le cose. Ma il problema principale resta sempre passare all'azione, dopo aver teorizzato la soluzione.

Avatar utente
Gio92
Utenti Storici
Messaggi: 633
Iscritto il: domenica 6 settembre 2009, 18:19

Re: Prima esperienza (deludente) gay

Messaggio da Gio92 » giovedì 23 giugno 2016, 21:42

anzi, forse tu lo sai meglio di tantissime persone
Quest'espressione mi ha fatto rabbrividire.

Ti faccio l'esempio di un mio zio, che 2 anni fa si è tolto la vita perchè soffriva. Qualche volta anche io ho pensato di farlo. Però c'è stata sempre una parte di me che giudicava questo pensiero come stupido e deleterio e c'era qualcosa dentro di me che mi ha sempre detto (da quando ero piccolo) che prima o poi le cose sarebbero cambiate in positivo ed è stato così. E anche nei momenti di "carestia" io mi imponevo di camminare. In qualsiasi modo mi sentivo io dovevo camminare e basta, me lo imponevo. Di cadute ne ho avute eccome anche ultimamente , l'ultima proprio ieri pomeriggio, ho pianto a dirotto, eppure stamattina sono andato a sostenere un esame all'uni. Mi impongo sempre che comunque vada io devo camminare, se mi fermo è per ricaricarmi.

Riguardo ciò che tu dici, il senso di pesantezza che tu avverti riguarda una concentrazione su te stesso di quel preciso momento e forse per la paura del giudizio cominciano una serie di pensieri negativi autocentrati, tipo "come sono fisicamente, che impressione dò" (?)... sono delle mie ipotesi. Fatto sta che se vuoi andare avanti da solo puoi farlo però, vorrei permettermi di dirti che secondo me non fai proprio bene bene a fare così... magari però hai problemi economici e su questo non mi permetto di intromettermi...
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

Avatar utente
Birdman
Messaggi: 139
Iscritto il: domenica 18 ottobre 2015, 0:48

Re: Prima esperienza (deludente) gay

Messaggio da Birdman » sabato 2 luglio 2016, 11:52

Gio92 ha scritto: Quest'espressione mi ha fatto rabbrividire.
Non era mia intenzione darti una sensazione sgradevole, volevo solo constatare come il tuo percorso ti abbia fortificato al punto da conoscere meglio di altri la strada per l'auto miglioramento.

Quel che dici riguardo ai pensieri suicidi l'ho sperimentato anch'io, e non più tardi di qualche anno fa. Il punto però è che chi pensa a queste cose alla fine non lo fa per davvero. Credo che si tratti più di una specie di istinto vitale che si manifesta in una forma curiosa, perché in realtà si vorrebbe una vita degna di essere vissuta. Insomma certi pensieri vengono a trovarci perché in qualche maniera, paradossalmente, vorremmo "più vita".
Chi mette in atto il suicidio invece merita un discorso a parte e subentrano tanti fattori, soprattutto disturbi che portano a vedere la realtà in maniera pesantemente distorta. Alla fin dei conti non è nemmeno giusto colpevolizzare chi compie questi gesti, dicendo che si sia comportato da egoista lasciando in un inferno in terra chi resta, perché sono atti che si compiono fuori di sé. Nella nebbia che porta a questa follia probabilmente non si pensa nemmeno alle conseguenze di ciò che si sta per fare. Se noi abbiamo pensato alle conseguenze di un ipotetico gesto suicida, vuol dire che, per nostra fortuna, non abbiamo mai oltrepassato quel limite.

Infine ti ringrazio per i consigli che mi hai dato, però la questione economica non è da sottovalutare, e in aggiunta a ciò, devo dire che sento di avere delle energie nascoste che devo riuscire a liberare. Alla fine, come accade a tutti, si procede tra alti e bassi. Io vivo nella perenne insoddisfazione di come si è svolta la mia vita fino ad oggi, ma non mi sento eccessivamente pessimista per il futuro, e pur con tutti i problemi che si possono presentare, riesco a mantenere una certa serenità. Soprattutto sto cercando di tenere la mente libera da quelle catene che spesso mi hanno tolto l'aria. Hai ragione quando parli di pensieri autocentrati, questo è uno dei problemi effettivamente riscontrati, ma ultimamente mi sto allenando a fregarmene totalmente del giudizio altrui, e devo dire che in buona parte ci sto riuscendo.

Hospes91
Messaggi: 400
Iscritto il: domenica 19 giugno 2016, 17:31

Re: Prima esperienza (deludente) gay

Messaggio da Hospes91 » sabato 2 luglio 2016, 16:19

Piccola parentesi: chi si uccide non va colpevolizzato ma nemmeno quasi "giustificato": è giusto far passare il messaggio che è molto più meritorio affrontare la vita che decidere di togliersela, la qual cosa è invece troppo comoda. Questo al fine di (provare a) decrementare i casi di suicidio.
Il coraggio è nel vivere, non nel morire. Non dimentichiamo mai di ripeterlo e ripetercelo, ragazzi.

Avatar utente
Gio92
Utenti Storici
Messaggi: 633
Iscritto il: domenica 6 settembre 2009, 18:19

Re: Prima esperienza (deludente) gay

Messaggio da Gio92 » sabato 2 luglio 2016, 22:49

Birdman, al contrario, mi ha fatto rabbrividire in senso positivo. Mi sono rispecchiato totalmente in quella frase :)
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

Avatar utente
Gio92
Utenti Storici
Messaggi: 633
Iscritto il: domenica 6 settembre 2009, 18:19

Re: Prima esperienza (deludente) gay

Messaggio da Gio92 » domenica 3 luglio 2016, 17:10

Hospes91 ha scritto:Piccola parentesi: chi si uccide non va colpevolizzato ma nemmeno quasi "giustificato": è giusto far passare il messaggio che è molto più meritorio affrontare la vita che decidere di togliersela, la qual cosa è invece troppo comoda. Questo al fine di (provare a) decrementare i casi di suicidio.
Il coraggio è nel vivere, non nel morire. Non dimentichiamo mai di ripeterlo e ripetercelo, ragazzi.
Ti stimo sempre di più :) Hai un non so cosa di te che mi piace, ti trovo davvero un ragazzo sveglio e i tuoi commenti sono semplici, brevi, ma allo stesso tempo arrivano al nocciolo della questione, e questa dote che tu hai ce l'hanno in pochi, complimenti :)
Come già citato nell'altro post, il suicidio l'ho vissuto direttamente perchè ho un caso in famiglia. Ma fidati, spesso è una liberazione per quella persona, piuttosto che vederla in quello stato orribile. Mio zio era depresso da molti anni e lo mascherava ed è arrivato poi ad un punto di non ritorno in cui a 50 anni aveva concretizzato tutte le stronzate che aveva fatto. Era un adolescente mai cresciuto. Mi voleva molto bene e anche io gliene volevo ma non ho mai capito la sua vera identità e cosa voleva dalla vita, a tratti era affettuoso e poi a tratti esplodeva di rabbia. Non voglio essere cattivo e non voglio passare per tale ma dopo il suo suicidio abbiamo ottenuto tutti un po' di pace in più e forse l'ha ottenuta anche lui. Non ha avuto appunto il coraggio che ho avuto io, hai avuto tu e hanno altri a continuare a camminare sul filo del rasoio, a non cadere anche se sai che cadrai e ti imponi di rialzarti ogni volta. Nella vita spesso si fallisce, si cade, nonostante la forza e la volontà spesso risulta inevitabile anche quando credi di aver trovato un equilibrio perfetto.
Birdman ha scritto:Infine ti ringrazio per i consigli che mi hai dato, però la questione economica non è da sottovalutare, e in aggiunta a ciò, devo dire che sento di avere delle energie nascoste che devo riuscire a liberare. Alla fine, come accade a tutti, si procede tra alti e bassi. Io vivo nella perenne insoddisfazione di come si è svolta la mia vita fino ad oggi, ma non mi sento eccessivamente pessimista per il futuro, e pur con tutti i problemi che si possono presentare, riesco a mantenere una certa serenità. Soprattutto sto cercando di tenere la mente libera da quelle catene che spesso mi hanno tolto l'aria. Hai ragione quando parli di pensieri autocentrati, questo è uno dei problemi effettivamente riscontrati, ma ultimamente mi sto allenando a fregarmene totalmente del giudizio altrui, e devo dire che in buona parte ci sto riuscendo.
Ok, questo tuo discorso mi fa stare più tranquillo. Il fatto che NONOSTANTE TUTTO tu riesci a mantenere un equilibrio è già un fatto positivo. Sembra una banalità ma non lo è affatto. Non per fare l'egocentrico e mi dispiace mettermi sempre al centro dell'attenzione ma io per fare ciò ho dovuto lottare per molti anni e ancora oggi per certi versi mi vedo un po' "precario".
Mantieni l'ottimismo che hai verso il tuo futuro, e del giudizio altrui prendine solo una piccolissima parte, ovvero quello che proviene da persone a cui vuoi bene come famiglia o amici stretti, tutto il resto è noia :) :)
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

Hospes91
Messaggi: 400
Iscritto il: domenica 19 giugno 2016, 17:31

Re: Prima esperienza (deludente) gay

Messaggio da Hospes91 » domenica 3 luglio 2016, 17:30

Gio92 ha scritto: i tuoi commenti sono semplici, brevi, ma allo stesso tempo arrivano al nocciolo della questione, e questa dote che tu hai ce l'hanno in pochi, complimenti :)
ahahahahahahahah (meno male che non stavo bevendo! :mrgreen: ) spero che Geografo non capiti mai da queste parti a leggere questo complimento perché non so come potrebbe reagire dopo i papiri soporiferi che ho lasciato nelle sue discussioni ahahahahah :lol: :lol: :lol:

Ad ogni modo ti ringrazio, gli apprezzamenti sinceri fanno piacere. ;)
Mi spiace per tuo zio e non voglio fare il maestro in cattedra, però la stessa tranquillità che adesso voi avete avrebbe potuto regalarvela risolvendo i suoi problemi; invece andandosene così che ha risolto? Che ha lasciato? Magari addirittura qualche rimorso, qualche sospetto (vai a capire poi quanto giustificato) che forse avreste potuto fare qualcosa in più per lui, ma sono temi troppo grandi e specifici che non mi competono.
Il mio discorso non verte sulle specificità ma sulla globalità di tali situazioni, e scusami se ti dico che bisogna stare moooolto attenti a scrivere, perché persone suggestionabili (chi si uccide è un debole) potrebbero sfruttare l'idea di togliere un peso ai propri cari per convincersi a farla finita.
Simili gesti condanniamoli e basta, senza lasciare alcun margine di relatività, che ne dici?

PS: si condanna il gesto, non chi lo compie.;)

Avatar utente
Gio92
Utenti Storici
Messaggi: 633
Iscritto il: domenica 6 settembre 2009, 18:19

Re: Prima esperienza (deludente) gay

Messaggio da Gio92 » domenica 3 luglio 2016, 17:41

Non credo di aver condannato chi ha compiuto il gesto, magari se l'ho fatto è perchè ho preso la cosa sul personale e mi scuso ma non credo di aver sbagliato.

Non poteva risolvere i suoi problemi perchè a 50 anni il suo disturbo si era cronicizzato e non poteva fare più nulla. E' inutile ripetere che quanto prima si risolve un malessere e meglio è. E con ciò non voglio dire che il suicidio era l'unica alternativa ma sinceramente parlando, non era affatto avvantaggiato. I conti nella tasca avrebbe dovuto farseli prima.
Da un lato mi incazzo quando penso che io ho sputato sangue invece chi spesso si toglie la vita si è sempre adagiato sugli allori e ha vissuto comodamente, perchè in parte è così ed è inutile negarlo ;)

Inoltre credo che chi si uccide sia forte perchè fare un gesto del genere richiede un coraggio enorme, anche se in questa situazione la sanità mentale va a farsi friggere, è ovvio che chi fa una cosa del genere è malato.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

Hospes91
Messaggi: 400
Iscritto il: domenica 19 giugno 2016, 17:31

Re: Prima esperienza (deludente) gay

Messaggio da Hospes91 » domenica 3 luglio 2016, 18:07

Eccoli gli svantaggi dell' essere troppo sintetici (passo da un eccesso all'altro): il PS non era un insegnamento riferito a te, bensì un chiarimento di quanto avevo appena scritto, come per dire "non sto condannando tuo zio, ma solo il gesto in sé".

Certo che non hai incoraggiato nessuno ad ammazzarsi (ci mancherebbe pure!), esprimevo solo perplessità sull'evidenziare come voi per forza di cose abbiate avuto un ritorno di serenità da questa triste vicenda. Sicuramente è verissimo, possiamo prendere come paragone ciò che accade quando un nostro caro muore dopo aver sofferto a lungo: evento tristissimo ma è quasi una liberazione per noi stessi non vederlo più patire, e così deve essere stato per voi. Ecco, il rischio a mio parere è che un eventuale depressissimo che legga (e no, non sono affatto d'accordo che chi si uccide sia forte!) possa strumentalizzare quelle parole ricevendone la spinta finale per attuare il proprio macabro piano, tutto qua.

Eccesso di prudenza forse, ma mi sembrava giusto scriverlo. Poi hai ragionissima quando dici che i mali vanno affrontati il prima possibile, senza permettere che si cronicizzino.Purtroppo molta gente ignora ancora questo fattore, ecco perché bisogna parlare, non vergognarsi di star male e finalmente sdoganare il tema psicologi e psichiatri. Quanto starebbe meglio l'intera società se non ci fosse il tabù di queste figure professionali!

Rispondi