Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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Azaelh
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Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Messaggio da Azaelh » domenica 6 marzo 2016, 1:00

Ed eccomi finalmente qua, a condividere anch'io la mia vita (o meglio non-vita) e le mie riflessioni più profonde su questo sito …
A dire il vero leggo questo forum da moltissimo tempo, ma non mi è mai passato per la mente di scriverci in prima persona, forse perché condividere in un forum cose intime mi fa sentire vulnerabile, ma d'altronde in forum come questo, nati apposta per far sì che le persone possano "sfogarsi" e chiedere consiglio, non c'è molta alternativa per me …

Non sono ancora sicuro che scrivere tutto ciò sia proprio la cosa migliore, in gran parte lo sto facendo di getto, perché penso serva solo a me per sfogarmi e sentirmi meglio. Per questo non preoccupatevi se non riuscirete a leggere tutto, o anche un decimo, non importa, non me la prenderò …
Quand'anche riusciste nell'impresa, senza offesa, ma non credo possiate fare granché se non dirmi cose come "fatti forza" e simili, perché davvero non c'è veramente niente da dire a uno come me ...
Proverò comunque a scrivere nella maniera più sintetica possibile, non tanto perché la mia vita sia così piena di eventi (magari …) quanto per la mole enorme di pensieri che mi hanno sempre accompagnato (forse pensieri è troppo eufemistico, diciamo seghe mentali :P).

Ho 28 anni, e sono nato in una media, anonima, grigia e provinciale città del centro Italia (sono conscio del fatto che la "riservatezza" qui è molto importante, ma il motivo per cui la assecondo non è il fatto di internet in sé, quanto quello appunto di scrivere quel che mi passa per la testa a "tutti" …)
Sin da quando ero un ragazzino mi sono sempre sentito diverso, un emarginato, e mi divertivo a costruire fantasie su come in realtà fossi ora un essere alieno abbandonato sulla terra per un non precisato motivo, ora un figlio di una divinità, ora un angelo decaduto e reincarnatosi …
Il fatto che alle medie ho subito 3 pesanti anni di bullismo poi non ha aiutato. Conoscendomi sono sempre stato convinto che siano stati fondamentali nel porre le basi della mia natura, la natura di una persona fondamentalmente introversa e sensibile ma anche cinica e pessimista (e dalle enormi sfaccettature e contraddizioni, come forse intuirete ora :P). C'è molto poco da dire riguardo quel periodo, non avevo amici e ogni giorno era un inferno. E' stato allora che ho cominciato a sviluppare la mia corazza e il mio mondo interiore, assieme alla mia lingua tagliente e sarcastica, unica mia arma contro i miei compagni, che non conoscevano altro metodo di difesa che il picchiarmi, appunto :P
Il liceo pur migliore per certi aspetti (se non altro non mi menavano) è stato ugualmente indegno di nota …
La mia classe era composta nel 99% da persone ipocrite, mediocri e conformiste, che mi cercavano solo in occasione di un compito in classe. Come spesso avviene anche lì si erano formati dei gruppetti, ma nonostante il mio carattere da "strambo" ero riuscito a farmi qualche amico. La mia "adolescenza" però è trascorsa nella noia e nel piattume, totalmente priva di tutte quelle cose normali e tutte le esperienze normali che i giovani normali fanno …

Non per vantarmi ma purtroppo mi ritengo una persona estremamente intelligente. E dico purtroppo perché sono convinto che intelligenza e felicità siano inesorabilmente inversamente proporzionali, e ho sempre invidiato le persone più "limitate". A questo punto mi sarò già attirato le antipatie di molti di voi, quindi cercherò di spiegarmi meglio.
Sin da ragazzino ho sempre pensato esistessero molti tipi diversi di intelligenza (tra l'altro una teoria della psicologia moderna), e naturalmente non sono così arrogante da pensare di possederle tutte. Quel che colpiva molti, e che faceva sì che io fossi ritenuto un secchione, era la mia capacità di eccellere in quasi tutte le materie. La cosa buffa (che fa già sì che io tecnicamente non sia un secchione) è che contrariamente al pensiero comune non ero affatto uno che studiava. Anzi, i primi anni di liceo li ho sfortunatamente passati giocando 12 ore al giorno a un all'epoca famosissimo mmorpg (gioco di ruolo online in breve), che ovviamente bene non ha fatto alla mia già naturale introversione. Oggi fortunatamente è ufficialmente riconosciuta come una dipendenza al pari delle altre, ma all'epoca ovviamente no e feci parecchia fatica a uscirne, ma ce la feci con la mia forza di volontà (intelligenza, secondo alcuni). La cosa divertente, purtroppo la norma in quelle situazioni, è che come nella vita "reale" ero una nullità, in quel mondo virtuale ero un dio, ero forte, potente, stimato e rispettato. Potete immaginare che significa tutto ciò …perché dover abbandonare quel mondo in favore di una realtà dove non sei nessuno e tutti ti ignorano (se va bene)?
Come forse intuirete dall'avatar un'altra delle mie grandi passioni sono gli anime giapponesi (nonché la cultura orientale in generis), ma si può dire lo sia di tutto ciò che mi ha permesso e permette di evadere dalla realtà (musica, serie tv , libri …), una realtà che fino a qualche anno fa schifavo letteralmente, e solo da un po' ho cominciato a gestire …
Insomma in sostanza riuscivo a eccellere senza neanche studiare granché …
Sebbene possa dire di possedere intelligenza logico-matematica, umanistica e toh, anche un po' musicale, come tutti i nerd o i disadattati (alla Sheldon di The Big Bang Theory, per chi lo conosce :P) manco totalmente di altre intelligenze forse oggi anche più importanti, quella "di strada" e quella emotiva. Sin dal liceo a oggi, seppur credo (spero X__X) con dei miglioramenti, sono sempre stato una di quelle persone socialmente inette e che hanno sempre "rotto" le convenzioni sociali (da me sempre detestate), che purtroppo tengono le persone assieme. Ancora oggi, spessissimo sono stato tagliato fuori da gruppi e situazioni per la mia irrimediabile tendenza a dire la verità e a svelare quel sottile velo di Maya di ipocrisia e perbenismo che purtroppo regola la stragrande maggioranza delle relazioni umane.

Ma sto già divagando…
L'università è e sarà sempre il mio periodo più bello, non tanto in assoluto ma in confronto a quelli precedenti. Stanco e in preda all'ansia e alla disperazione, ho fatto una scelta che per la quasi totalità dei miei concittadini è impensabile, sono andato a studiare nella capitale !! Se per molti di voi può sembrare una cosa naturale, e lo penso anch'io ora, con tutto quel che è successo e tutte le persone che ho conosciuto, all'epoca per uno come me, un disadattato sempre chiuso nella sua cameretta che non sapeva fare nulla se non scongelarsi qualcosa, era assurdo …
Non che lì abbia fatto chissà ste grandi esperienze, però ho conosciuto tante persone, coabitato con altre, ed è solo grazie a Roma se ho cominciato ad aprirmi al mondo e a smussare il mio carattere assurdo e a essere un po' meno timido e socialmente evitante…

Ma passiamo al succo, che poi è uno dei motivi principali e ricorrenti dei miei pensieri e riflessioni, e che mi hanno spinto sulla scia della disperazione a scrivere qui, l'ammore e la sessualità (e affini…).
Ho sempre saputo di essere gay, sin da quando avevo tipo 10 anni. Come ho detto prima una delle mie supposte qualità è quella di conoscermi estremamente bene (d'altronde non è così per tutti gli introversi ?) . Fino alla fine del liceo però a parte farmi seghe nella mia cameretta non ci ho mai dato molto pensiero, anche perché non essendomi mai innamorato all'epoca l'unica cosa che potevo fare era fantasticare sul sesso (ovviamente andando sul porno :P).
L'università è stato un punto cruciale per me, perché per la prima volta mi sono innamorato. Potevo essermi innamorato di una persona che mi ricambiasse e mi rendesse felice ? Ovviamente no, figuriamoci se mi merito una cosa simile, io. Per farla in breve mi innamorai di un ragazzo (conosciuto virtualmente ma incontrato anche più volte dal vivo) sedicente etero (in realtà per molti era perlomeno bisex) che ovviamente non solo non mi ricambiava ma non sospettava neanche minimamente dei miei sentimenti XD
Sì perché come ho già detto prima, per quanto su molti altri versanti abbia fatto enormi progressi e abbia quasi superato ogni timidezza, l'amore e il sesso erano, sono e forse saranno sempre campi in cui rimarrò sempre un inetto, timido e imbranato totale.
Così non mi dichiarai e soffrii in silenzio, limitandomi a cancellarlo da ogni angolo del mio pc. Questo perché il tipo in questione era un egocentrico narcisista da manuale, uno che sfruttava e manipolava i sentimenti altrui, e, cito sue parole testuali, "cambio amici spesso perché dopo un po' mi annoiano".
La cosa in teoria comica, se non fosse tragica, è che puntualmente finisco sempre per innamorarmi, invaghirmi o comunque essere attratto da questo genere di persone, certamente perché a differenza mia sono molto carismatiche e sicure di sé, cose che a me mancano e non avrò mai ...
In quell'occasione (e stiamo parlando di 4 anni fa, rendetevi conto, il mio primo innamoramento - manco rapporto sessuale, innamoramento - a 21 anni) feci anche CO coi miei genitori (più che una scelta è stata una conseguenza quasi ovvia, dal momento che tornai a casa loro in lacrime dopo essermi incontrato dal vivo con quel ragazzo, con cui avevo passato probabilmente i 7 giorni più belli della mia vita). Non mi cacciarono ma non si può certo dire che la presero bene. Litigammo furiosamente, e diverse volte. Passarono mesi piuttosto bui, dove il rapporto coi miei genitori si andò pian piano raffreddandosi, fino al culmine in cui mi dissero senza giri di parole che non ero più tanto benvenuto a casa. Soffrii tantissimo, nonostante tendessi a non volerlo ammettere (uno dei miei altri pregi, l'enorme orgoglio), e in tutta risposta, li sfidai e dissi che ero disposto a non vederli più e a trovarmi un lavoretto per pagarmi da solo gli studi, così loro cedettero (era solo un bluff il loro, speravano cedessi io). Grazie a ciò iniziarono a frequentare uno psicoterapeuta e col tempo le cose sono andate migliorando.

La mia prima (e a d'oggi, e probabilmente a sempre unica) "relazione" (mi vien da ridere a chiamarla così …) è stata poco prima di laurearmi. Conobbi un ragazzo su un famoso sito (niente chat apposite e roba simile, non è quel che potete pensare, era una specie di forum normalissimo), e dopo mesi di chat iniziammo a incontrarci. Sin da quando chattavamo era palese il suo interesse nei miei confronti, ma io non me ne accorsi, perché una delle costanti della mia vita è l'insicurezza così esageratamente ridicola che non riesco neanche a concepire che io possa piacere a qualcuno, che qualcuno si possa interessare a me. Per quel che mi riguarda io l'ho sempre visto come un amico, mi era molto simpatico ma in tutta onestà fisicamente non mi piaceva granché (non che io sia sto gran figo, però ciò non toglie che possa avere i miei gusti, che contrariamente a quanto possa pensare qualcuno non sono assolutamente così selettivi). Sicché ho sempre pensato che anche lui mi vedesse come amico, che gli piacessi in altri sensi, e quando ci incontrammo iniziò a provarci in maniera gradualmente sfacciata, cosa che all'inizio mi prese abbastanza contropiede. Smarrito e confuso, inondato da sensazioni ed emozioni totalmente sconosciute a me sino al giorno prima, dopo un po' cedetti, dicendomi "chi sono io per rifiutare me e il mio corpo a qualcun altro ? Non sono certo così arrogante" e facemmo sesso …la mia prima volta ...
I giorni che seguirono furono piuttosto concitati, perché seppur ebbro dell'emozione di piacere a qualcuno per la prima volta, dal momento che lui fisicamente non mi attraeva abbastanza il rapporto mi ha lasciato addosso una sensazione di disgusto, che mi provocò anche del malessere fisico per un po' …
Nei giorni a seguire mi interrogai parecchio sui miei veri sentimenti, e su quel che provavo veramente, e sempre grazie al mio conoscermi perfettamente, ci misi veramente poco a capire come stavano davvero le cose. Non era lui a piacermi, ma la situazione, e lui era solo un intermediario come poteva essere chiunque. Quando l'ho capito ho pensato che non fosse giusto che tirassi la cosa per le lunghe e lo ingannassi (un altro mio pregio, l'incrollabile onestà e senso della giustizia), così decisi di lasciarlo il prima possibile, prima che le cose sfuggissero di mano e si iniziasse ad affezionare troppo a me (cosa peraltro già iniziata purtroppo …).
In totale la mia "relazione" è durata 1 mese. La più lunga relazione che abbia mai avuto.

Dopo la laurea trovai relativamente subito lavoro (il mio campo di studi è relativamente di nicchia, pochi si laureano ogni anno, quindi la concorrenza è poca e se sei bravo trovi in tempi molto brevi), ma dovetti andarmene da Roma. E questa è stata la mia prima di diverse "diaspore" (mi piace chiamarle così), dove come iniziavo a farmi degli amici, costruire relazioni sociali nonché la mia vita stessa in un posto, me ne dovevo andare seguendo la corrente della vita precaria che oggi purtroppo travolge tutti noi giovani, specialmente in questo paese. Mi assunsero in un'eminente e prestigiosa azienda, purtroppo situata in un paese moolto piccolo, sempre del centro Italia. Quello è stato il mio secondo "periodo felice", almeno il primo dei due anni in totale in cui lavorai lì. Accanto a questa azienda c'era infatti una specie di struttura per ospitare i lavoratori che non erano residenti lì, come me, tra cui decine di lavoratori tutti giovani (io ero tra i più piccoli ovviamente ma tutti loro avevano da 1 a 5 anni più di me). E' stato un periodo felice perché conobbi tantissime persone, anche se purtroppo la stragrande maggioranza si è rivelata abbastanza meschina, e per colpa (o grazie ?) dei miei lati caratteriali a cui ho già fatto cenno prima, mi hanno "isolato" dopo poco (ma forse la verità sta nel mezzo, e in parte sono stato io a "farmi fuori da solo", sono una di quelle persone infatti che preferiscono stare solo piuttosto che male accompagnate). Ma allora perché felice ? Perché in tutta questa marmaglia riuscii a fare amicizia con un ragazzo, il mio terzo amico dell'arco della mia vita (i primi due posti li do alle mie amiche del periodo universitario, una mia compagna di corso e un'altra conosciuta virtualmente nello stesso forum dove conobbi il narcisista). Non è facile descrivere il rapporto che avevamo, ma sin da quando lui entrò in casa e mi strinse la mano nel mio primo giorno, avevo già capito che con lui sarebbe nata una bella amicizia. E' una di quelle cose a pelle, capite ? E così fu. Ogni sera stavamo insieme, mangiavamo, e ci sfogavamo su quel che ci era capitato al lavoro. In pochissimo tempo iniziammo a confidarci e il nostro rapporto diventava sempre più stretto. Lui sapeva di me (perché gliel'avevo detto io, senò col cazzo che ci arrivava XD).

Purtroppo dopo quasi un anno se ne andò per lavorare altrove, e lì iniziò un po' il mio calvario. Seconda diaspora. Quel che provai, per l'ennesima volta, è bene espresso dalla poesia che ho in firma …
Se essere sempre soli è relativamente "semplice" e può portare a un ragionevole ammontare di tristezza (?), essere di nuovo soli dopo aver stretto rapporti simili è totalmente diverso …
Inizialmente quando mi avvertì che stava per andarsene apparentemente la presi bene, ma poi pochi giorni dopo scoprii che in realtà la cosa aveva lasciato il suo segno in me, e dopo aver scavato e macerato, era esplosa, a scoppio ritardato come si suol dire, e anche in maniera teatrale. In breve ebbi una crisi di pianto, e per giunta per strada, in mezzo a decine di persone. Era più o meno la terza o quarta volta che piangevo così da che non sono un bambino (le prime dovute al primo innamoramento), e come potete immaginare è una cosa talmente rara che chi ha la (s)fortuna di assistervi ne rimane abbastanza turbato, proprio perché è raro.
Come al solito mi sono interrogato sul motivo di ciò, e ho subito capito che c'era ben altro oltre il semplice addio del mio amico.
E qui giungiamo al nodo critico del mio malessere, che da sempre mi accompagna ma che gradualmente si è accentuato con l'avanzare dell'età (alcuni di voi rideranno lo so già): la paura di non trovare mai nessuno.
Il mio amico infatti non se n'era andato solo per lavoro ma per andare a convivere con una ragazza con la quale si è subito fidanzato, in quanto innamoratosi a prima vista e follemente. La mia non è gelosia, naturalmente, anzi, sono molto felice per lui, ma ogni volta che assisto alla felicità altrui, non posso che guardare alla mia infelicità.
Nel corso della mia vita ho visto tutti intorno a me innamorarsi, sistemarsi, dare senso e ordine alla loro vita. Ma io ?
Lo so che in queste cose non esistono diritti, ma passatemi l'espressione, perché io no, perché non ho diritto anch'io a un amore normale, un amore ricambiato, un amore che possa rendermi felice ?
Molti di voi penseranno che sia un ipocrita o una persona incoerente, che fa tanto sfoggio del suo orgoglio e si vanta di essere una persona dalla personalità forte che resiste alla solitudine, e poi sotto sotto invece anela a questo …
Certo, gran parte del mio supposto carattere forte è dovuto al mio passato, al mio passato così pieno di niente o di dolore, noia o sofferenza come il pendolo di Schopenhauer. Ma non prendiamoci in giro, a chi piace la solitudine ? A nessuno.
E con questo non intendo il tipo di solitudine a cui accennavo prima, dove piuttosto che uscire la sera con persone con cui non si sta bene si sta a casa a leggersi un bel libro o a vedere un bel telefilm scaricato al pc (cosa che infatti faccio sempre). Intendo la vera solitudine, quella perenne.
Sono sempre stato una persona amante dei suoi spazi, che proprio perché introverso spesso preferiva stare da solo a leggere o guardarsi i film ad una compagnia che non andava a genio. Ma non è questo il punto. Anche a un cammello se non gli dai da bere ogni tanto muore.

Riassunti bene o male 20 anni della mia vita (visto ? alla fine non c'è voluto niente, ve l'ho detto), all'età di 28, quasi 29 anni, mi chiedo, cambierà mai qualcosa per me ? Il futuro mi riserva davvero qualcosa ? E cosa posso fare che non sia suicidarmi ?
Sapete, spesso penso (ma forse sono solo pensieri consolatori) che esista una specie di entità invisibile, chiamatela fato o come volete, che a ogni mio tentativo di "forzare le cose" o comunque sbloccarle, con un soffio annulla tutto e mi rispinge indietro, forse perché ciò confligge con un disegno che egli ha per me. Ma è davvero così ? Dev'essere per forza così, perché se così non fosse sarebbe un'entità crudele e meschina ! Ma posso vivere nell'attesa di ciò, specialmente nell'ipotesi che in realtà non ci sia nulla ?
A scanso di equivoci sono ateo, quindi non parlo di dio né di chi per lui, i miei sono solo ragionamenti metafisici :P
Per fare degli esempi, quando dico forzare le cose intendo che a volte faccio cose che non fanno parte del mio modo di essere o di sentire, per cercare di "massimizzare" le possibilità che succeda veramente qualcosa, che porti una ventata di novità nella mia vita.
Recentemente ho persino iniziato a usare grindr e iscritto a planetromeo, sempre sulla scia della disperazione, perché come ho detto prima sono cose che razionalmente avverso e sono totalmente contronatura …la mia.
Ciò nonostante ho voluto dare una possibilità anche a queste cose, ma come purtroppo spesso mi accade alla fine ho avuto ragione e si sono rivelati delusioni totali.
Al di là del fatto che quelle piattaforme sono per loro stessa natura svantaggianti per persone che non siano degli strafighi (e mi ci metto anch'io nella mia normalità fisica), uno dei diversi pallini che ho sempre avuto nella vita "reale" (oltre a quelli che magari avrò sottinteso nel riassunto della mia vita finora) è questo: non so perché, me lo sono sempre chiesto e non l'ho mai capito, io non piaccio quasi a nessuno. Che intendo ? Come ho già detto purtroppo sono privo di ogni forma di carisma, e su questo non posso farci niente, queste cose o si hanno o no. Ma non è solo questo. Spesso e volentieri le persone non mi salutano, non mi notano, è come se fossi un fantasma.
Spesso quando parlo non mi stanno neanche a sentire, non mi rispondono, vengo totalmente ignorato e messo da parte. Posso capire fino a fine liceo, dove ero obiettivamente un timido cronico, ma dopo tutti questi anni vi garantisco che (a parte nell'amore) ho superato totalmente ogni blocco e sono assolutamente spontaneo e naturale, e con una personalità e delle idee che tutto si può dire tranne che non si distinguino dalla massa ! Certo, sono sempre stato dell'idea che chi nasce tondo non può morire quadrato, e la mia natura introversa la manterrò sempre, ma poi è davvero un male ?
Ma allora perché ? Perché nonostante sia così cambiato non basta ancora ? E che posso fare ?

Se guardo a me stesso con estrema obiettività e razionalità, posso dire di avere molti lati positivi: fisicamente mi vedo …carino quando sono di buon umore, normale nel resto del tempo. Per il resto mi ritengo intelligente, ironico, sensibile, e se mi innamoro sono anche romantico (ovviamente con questo non intendo peluche e baci perugina, quelle sono stronzate, forse la mia idea di romanticismo è più ottocentesca che altro)…
Eppure spesso mi sento una nullità, qualcuno che non può offrire nulla agli altri e che non potrà mai interessare a nessuno.
Se guardo a quello che ho, ho una famiglia che mi vuole bene e mi sostiene, ho la salute, ho un lavoro che mi piace e mi soddisfa, e colleghi che adoro e che mi stimano professionalmente, uno stipendio …
Che mi manca ? Tutto il resto …amore, anche amicizia, che ironia della sorte sono le cose più importanti per me nella vita (ironico non trovate ?). Si perché non l'ho detto ma ora come ora con tutte queste diaspore, mie e degli altri, i miei pochi amici si sono sparsi in tutta la penisola e il massimo che posso fare è sentirli su whatsapp ogni tanto, e nella quotidianità non ho più conosciuto nessuno …
A questo punto (sempre siate riusciti ad arrivare fino a qui illesi) posso immaginare cosa mi direte, che è un circolo vizioso, che non posso sentirmi bene con gli altri se non prima con me stesso, che devo fare qualcosa, se non per conoscere persone nuove almeno per tenere occupata la mente, qualche attività eccetera eccetera...
In realtà quando ero a Roma non si può certo dire che sia stato un recluso: certo la vita mondana oltre un certo livello mi crea un po' disagio, ma rimane il fatto che ho abitato nel corso degli anni con decine di persone, giravo, andavo in pub e discopub la sera, ogni anno andavo persino in piscina per qualche mese (dopo un po' mi rompevo, forse perché lo facevo più per motivi di socializzazione, che puntualmente non avveniva, che non per altro).
Eppure a quanto pare non è bastato, non è successo niente se non quel che vi ho detto.

Sfortunatamente ora sono in una situazione di estremo stallo, e che mi crea un malessere particolare che mai ho provato prima. Senza dilungarmi troppo per motivi che non sto a spiegare ho dovuto lasciare quel lavoro e da neanche un anno ora vivo e lavoro in un'altra media città, sempre del centro Italia.
Odio tutto di questa città, odio la gente, il loro dialetto, la loro mentalità, la loro cafonaggine, grettezza, il loro arrivismo ed egoismo. E siccome le sfighe non vengono mai da sole tanto per cambiare ho dovuto prendere una casa in affitto, e abito con due ragazzi con cui non vado per niente d'accordo, di cui uno un militare straomofobo e l'altro uno di quei palestrati fissati con le diete iperproteiche e stronzate varie. Cosa che non ho mai fatto in vita mia, ho dovuto (e continuo tuttora) indossare una maschera, una maschera da etero sempre tranquillo e sorridente. Inutile che vi dica cosa comporta ciò e alla lunga come ci si sente, lo sapete benissimo.
Starete pensando: perché non cambio casa ? Certo, potrei, ma per fare cosa ? Coabitare di nuovo con altre persone ? Tanto qui sono tutti così, non si scappa.
Prendersi un monolocale ? Col mio stipendio attuale potrei anche farlo ma comincierei a vivere alla giornata e non riuscirei a mettere da parte nulla, cosa che sto facendo ora e una delle poche cose che mi trattiene ...
Spesso penso che l'unica soluzione sia tornare a Roma o andare in un'altra metropoli (tipo Milano), dove sicuramente le persone da conoscere sono di più e le occasioni pure, se non addirittura andare all'estero (col mio inglese non sarebbe neanche un problema). Il problema è che dovrei lasciare il mio attuale lavoro, che ora come ora è l'unica cosa buona della mia vita, e come si suol dire, chi lascia la vecchia via per la nuova sa quel che lascia ma non sa quel che trova.
Senza contare che non è neanche detto che lo trovi, non per mancanze mie ma perché oggettivamente spesso non c'è, e se c'è non è dello stesso livello di quello attuale, a livello di stimoli e creatività (diciamo che lavoro più o meno nel campo della ricerca)...

Sapete, spesso leggo quel che molti di voi scrivono qui, le loro storie, le loro avventure, e non posso che invidiarli. Invidiarli perché nel bene o nel male quelle storie sono parte di loro, della loro vita, e sono ciò che la rendono piena e valevole di essere vissuta. Parlo ad esempio di geografo, gio, ed altri che in questo momento non mi sovvengono …
Non prendetela a male, ma quando leggo le vostre storie ne resto rapito. So bene che non sono storie fantastiche di personaggi immaginari, ma vite vere, e non sono certo state scritte per intrattenere me, ma spero mi perdonerete se dico che in parte grazie a voi posso evitare di pensare alla mia insulsa quotidianità.
Fidatevi quando vi dico che è meglio una vita di rimorsi (come magari voi vedete la vostra) che di rimpianti come la mia ...
Per quel che può contare, comunque, vi sono spiritualmente vicino :D
Bah, basta, ho scritto pure troppo, mi autocensuro, d'altronde non devo certo dire tutto alla prima botta no ? L'unico mio rammarico è che ora che ho svelato così tanto di me non credo potrò mai fare amicizia (ammesso ci riuscissi) con nessuno qui (sarebbe contrario ai miei ideali), ma non ce la facevo a tenermi tutto dentro…
Non avessi mai visto il sole
avrei sopportato l'ombra
ma la luce ha aggiunto
al mio deserto
una desolazione
inaudita...

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Hugh
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Re: Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Messaggio da Hugh » domenica 6 marzo 2016, 12:36

Caro Azaelh,
Non essendo in giornata di grazia, leggere il tuo corposissimo post mi ha inferto un duro colpo :( ma cerco di prenderla nel miglior modo possibile. ;)
Spero ti risponda Geografo, che è un portento :D
Cosa dirti? La tua frase (pardon, poesia: applausi!) del profilo mi ha colpito in modo particolare: sto vivendo una situazione analoga ... :oops:
Un salutone, ciao! :P
La lotta spirituale è dura quanto la guerra tra uomini
(Arthur Rimbaud, Una stagione all'inferno )

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progettogayforum
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Re: Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Messaggio da progettogayforum » domenica 6 marzo 2016, 15:34

Ciao Azaelh! E benvenuto nel forum!! Diario di un ragazzo speciale qualunque, bell'ossimoro!! E anche realistico. Al di là di quello che si può leggere nel forum mi capita spesso di ricevere mail in cui si ritrovano molti elementi di quelli cui tu fai riferimento nel tuo post: dal bullismo, all'idea di sperimentare per la cosa più che per la persona, all'idea di innamorarsi del ragazzo sbagliato. Pensi che ci siano tantissimi ragazzi che non sbagliano mai un colpo e che sono felici e contenti a godersi proprio quello che hanno sempre sognato? ... solo che questi ragazzi non so bene dove siano, perché anche se di ragazzi gay ne conosco tanti, ti posso assicurare che di situazioni senza problemi non ne ho mai viste, nemmeno nelle situazioni più tranquille. Voglio dire che la problematicità, l'irresolutezza, il dubbio, la frustrazione, come la voglia di vivere, le strane sensazioni affettive e i rimpianti sono una componente assolutamente normale nella vita affettiva. Ho letto il tuo post con estremo interesse e mi chiedevo dove fosse il problema, siccome il post era lungo e anche molto gradevole da leggere sono arrivato facilmente fino in fondo ma poi ho dovuto prendere atto che alla mia domanda: Dove sta il problema? C'era una sola risposta: Il problema non c'è, o almeno c'è solo nella misura in cui uno ce lo vuole trovare. Troverai mai un ragazzo che ti farà vivere una storia d'amore degna di questo nome? Questa è la classica domanda da un milione di dollari. A questa domanda non si può dare una risposta certa in nessun caso, a livello probabilistico sono portato a pensare di sì. Dei tantissimi ragazzi gay che conosco non ce n'è uno che "prima o poi" non abbia avuto la sua vera storia d'amore. Estrapolando l'osservazione, direi che arriverà anche per te.
Non sai quanti ragazzi hanno vissuto esperienze e situazioni analoghe a quelle per le quelli sei passato tu! Stai sicuro che sei in ottima compagnia!!
Ancora benvenuto nel Forum!!

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Azaelh
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Re: Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Messaggio da Azaelh » domenica 6 marzo 2016, 23:27

Hugh ha scritto:Caro Azaelh,
Non essendo in giornata di grazia, leggere il tuo corposissimo post mi ha inferto un duro colpo :( ma cerco di prenderla nel miglior modo possibile. ;)
Spero ti risponda Geografo, che è un portento :D
Cosa dirti? La tua frase (pardon, poesia: applausi!) del profilo mi ha colpito in modo particolare: sto vivendo una situazione analoga ... :oops:
Un salutone, ciao! :P
Ciao ! Oddio mi dispiace, non era mia intenzione, lo giuro XD
progettogayforum ha scritto:Pensi che ci siano tantissimi ragazzi che non sbagliano mai un colpo e che sono felici e contenti a godersi proprio quello che hanno sempre sognato? ... solo che questi ragazzi non so bene dove siano, perché anche se di ragazzi gay ne conosco tanti, ti posso assicurare che di situazioni senza problemi non ne ho mai viste, nemmeno nelle situazioni più tranquille. Voglio dire che la problematicità, l'irresolutezza, il dubbio, la frustrazione, come la voglia di vivere, le strane sensazioni affettive e i rimpianti sono una componente assolutamente normale nella vita affettiva.
Ciao project, figurati non mi è mai passato per la mente. Quel che mi turba e mi frustra non tanto è avere questo genere di pensieri negativi, è il sentirmi impotente. Non credo siano le difficoltà in sé a preoccuparmi, ma lo è il fatto di non avere i mezzi per contrastarle e superarle, di non poter far niente. E mi riferisco a quel che ho detto prima, l'essere sempre ignorato, il passare sempre inosservato, il non interessare a nessuno, è come avere un'aura di negatività intorno, una tara genetica, qualcosa di immodificabile che il destino ti ha assegnato e contro cui non puoi fare niente. E la prova è che in tutti questi anni abbia avuto solo due esperienze in croce, nonostante tutte le città che ho girato e le tante persone che ho conosciuto ...
Chissà, forse in realtà quelli che credo limiti in realtà sono punti di forza e devo solo sfruttarli, potrei fare l'assassino, o l'agente segreto, sarei perfetto con doti come quelle ...
progettogayforum ha scritto:Dei tantissimi ragazzi gay che conosco non ce n'è uno che "prima o poi" non abbia avuto la sua vera storia d'amore. Estrapolando l'osservazione, direi che arriverà anche per te.
Non sai quanti ragazzi hanno vissuto esperienze e situazioni analoghe a quelle per le quelli sei passato tu! Stai sicuro che sei in ottima compagnia!!
Ancora benvenuto nel Forum!!
Boh, può darsi, ma come ho detto prima, io vedo in continuazione, anche qui, ragazzi a cui succedono ogni genere di avventure, positive o negative che siano, insomma sono immersi nel fiume della vita. Io invece mi sento più uno spettatore della mia...
Comunque grazie e spero di riuscire ad essere un minimo presente, non solo nelle mie lagne. Il problema è che qui farlo implica il dover scrivere nei 3d altrui dando consigli, e dare consigli non è mai stato nella mia natura ...in fondo chi sono io per consigliare qualcosa a qualcuno, dovrei avere saggezza, e per quella serve esperienza, che non ho :P
Non avessi mai visto il sole
avrei sopportato l'ombra
ma la luce ha aggiunto
al mio deserto
una desolazione
inaudita...

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Geografo
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Re: Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Messaggio da Geografo » lunedì 7 marzo 2016, 1:54

Ciao Azaelh,
beh, che dire, che post corposo! Sicuramente riassumere 28 anni della propria vita non è facile, e non è altrettanto facile risponderti. D'altronde parliamo di argomenti delicati, e non tutti se la sentono di fare da "psicologi" agli altri (quando magari si è i primi ad avere dei problemi), ma alla fine questo è un forum nato con l'intento di riunire tante persone accomunate (più o meno) dagli stessi problemi che si rispondono a vicenda.

La prima idea che mi sono fatto leggendo il post è quello di un ragazzo che la sua omosessualità l'ha presa e l'ha abbandonata là, in un angolo, per covare il suo interesse per gli mmorpg. Insomma, parlo di un ragazzo assolutamente cosciente e che vive tranquillamente la propria omosessualità, ma che ha deciso di fregarsene, come se gliene importasse poco o niente, e ha passato così gli anni del liceo. Quello che magari a te sembra qualcosa di poco frequente è in realtà più frequente di quanto tu possa pensare, perché di ragazzi che fanno così io ne ho conosciuti diversi. Poi ecco che però li ritrovi lì, magari durante gli anni dell'università, che cercano timidamente un approccio in chat e siti di incontri (leggasi "Gay Romeo", per capirci), perché magari pensano che sia anche arrivata l'ora di cominciare a uscire con qualcuno, fare delle esperienze, smettere di rimanere in camera e uscire un po' da quella "noia".
E un po' mi sembra che sia proprio il tuo caso, perché da qui ad arrivare a fare addirittura sesso con una persona, conosciuta così poco e che oltretutto non ti piaceva... insomma, è un passo non da poco, si parla di un forte "contrasto".
Tant'è vero che tu stesso dici che, da una parte hai provato l'ebbrezza della tua prima esperienza sessuale, dall'altra hai avuto un senso di malessere in quanto quella persona in realtà non ti piaceva, e infatti la "relazione" (che relazione non era, in quanto non poggiava su una buona base, ma solo da un ragazzo che probabilmente cercava un fidanzato e un altro che pensava: "Non mi piace, ma almeno un'esperienza sessuale me la devo fare, devo vedere che si prova") è durata un mese.
Nel tuo post si parla tanto di solitudine, di un qualcosa che ti ha caratterizzato e che non ti ha mai fatto soffrire, ma che ha cominciato a diventare un problema quando il tuo unico amico, di cui poi ti sei innamorato, si è trasferito in un altro posto per vivere con la sua ragazza.
E a questo punto la solitudine è diventata un problema in quanto, fondamentalmente, quella era la prima volta che ti eri innamorato ed effettivamente c'era stato un rapporto, finito poi male, ma questo è un discorso a parte.
Dunque, hai provato un qualche tipo di approccio attraverso Gay Romeo e Grindr, ma si sono rivelati fallimentari (cosa che, guarda caso, è accaduta a tutte le altre persone qui dentro).
Insomma, a me sembra che la tua storia non abbia tanto di diverso dalla mia, di Gio, o da quella di tanti altri ragazzi qua dentro, magari le storie che si sviluppano sono diverse o con diversi intrecci, ma tutte con lo stesso filo in comune.
Alla fine, tra chi come te ha accantonato la propria omosessualità durante l'adolescenza, chi invece ne ha sofferto molto e chi invece ha vissuto una bell'adolescenza ma ha dovuto poi "affrontare" prima o poi la propria omosessualità a viso scoperto, sempre di solitudine parliamo.
Poi c'è chi alla fine, con molto sforzo, magari perché gli è andata bene su internet quella volta, trova la sua metà, e allora la solitudine diventa più o meno un ricordo lontano, ha la sua vita sentimentale e sessuale e quindi si fa le sue esperienze, e a quel punto la vita è tutta in discesa perché, qualora la storia finisse, una volta che hai avuto almeno un approccio sai come funzionano queste cose, come si ripetono, e la soddisfazione di poter dire: "Io una storia ce l'ho avuta e le mie esperienze me le sono fatte".
Certa è una cosa, però: che trovare una persona è tutta una questione di fortuna, e purtroppo trovare ragazzi gay è molto difficile. I ragazzi gay ci sono, quello che mancano sono piattaforme serie (come questo forum) per conoscersi, e purtroppo Gay Romeo, Grindr e quant'altro non sono piattaforme serie, quanto piuttosto un calderone dove ci stanno tante tipologie di persone, in cui però spesso si può trovare qualcuno interessato ad una seria conoscenza (e qui voglio precisare che comunque, a 28 anni, trovare altre persone gay non è difficile per niente, in quanto non parliamo di ragazzi sotto i 20 anni che magari devono ancora fare i conti col proprio orientamento sessuale).
Quello che ho letto nelle tue righe è una sorta di "subire" la vita, di viverla così, facendola scorrere e basta, senza magari rendersi conto che se si vuole le opportunità ci sono, in cui l'unica volta in cui (erroneamente) hai davvero agito è stato quando hai fatto sesso con quel ragazzo.
Voglio dire, a 28 anni trovare ragazzi gay interessati a una conoscenza seria, non dico che sia come uscire a farsi una passeggiata, ma non è nemmeno qualcosa di difficile.
Purtroppo se parliamo di omosessualità le opportunità non vengono da sé, su questo stanne certo, ma bisogna cercarle, magari non piace, ma è così.
Comunque, benvenuto nel forum!
E mi fa piacere che possano piacerti i miei post!

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Azaelh
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Re: Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Messaggio da Azaelh » lunedì 7 marzo 2016, 20:35

Geografo ha scritto:Poi ecco che però li ritrovi lì, magari durante gli anni dell'università, che cercano timidamente un approccio in chat e siti di incontri (leggasi "Gay Romeo", per capirci), perché magari pensano che sia anche arrivata l'ora di cominciare a uscire con qualcuno, fare delle esperienze, smettere di rimanere in camera e uscire un po' da quella "noia".
E un po' mi sembra che sia proprio il tuo caso, perché da qui ad arrivare a fare addirittura sesso con una persona, conosciuta così poco e che oltretutto non ti piaceva... insomma, è un passo non da poco, si parla di un forte "contrasto"
Uhm, sì, beh, è così fino a un certo punto. Fino al liceo ok, ma quando iniziai l'università non mi iscrissi a planetromeo (e grindr manco sapevo che era). In quel periodo mi limitavo a uscire coi miei amici e basta, come tutti :P
E' stato solo verso gli ultimi due anni che conobbi questo ragazzo, ma ribadisco, lo conobbi in un sito normalissimo e iniziai a chattarci perché mi stava simpatico come amico, non ho mai pensato di farci nulla oltre a questo. Tra l'altro chattammo spesso per molti mesi. Quando poi ci incontrammo dal vivo è successo quel che è successo ma è stata una cosa assolutamente repentina e imprevedibile, per tanti motivi ...
Primo, se lui non ci avesse provato saremmo rimasti amici, secondo è vero che non mi piaceva molto fisicamente ma purtroppo o per fortuna sono sempre stato uno che dava importanza fino a un certo punto al fisico, e se qualcuno riusciva a coinvolgermi anche in altri modi se la poteva pure giocare. Mettici il fatto che era la prima volta, non capivo nulla, e per quanto ne sapevo sarei pure potuto morire il giorno dopo, con tutti i miei bei rimpianti ecc, e la frittata è fatta :P
Geografo ha scritto:Tant'è vero che tu stesso dici che, da una parte hai provato l'ebbrezza della tua prima esperienza sessuale, dall'altra hai avuto un senso di malessere in quanto quella persona in realtà non ti piaceva
Sì, se non altro grazie a quella esperienza ho potuto scoprire nuovi lati di me che non avrei mai potuto altrimenti, come il fatto che purtroppo o per fortuna il mio corpo è proprio fisicamente inabilitato ad avere rapporti di un certo tipo se non con persone "giuste". Temo che questo già mi separi dal 90 % del genere maschile.
Geografo ha scritto:Nel tuo post si parla tanto di solitudine, di un qualcosa che ti ha caratterizzato e che non ti ha mai fatto soffrire, ma che ha cominciato a diventare un problema quando il tuo unico amico, di cui poi ti sei innamorato, si è trasferito in un altro posto per vivere con la sua ragazza.
E a questo punto la solitudine è diventata un problema in quanto, fondamentalmente, quella era la prima volta che ti eri innamorato ed effettivamente c'era stato un rapporto, finito poi male, ma questo è un discorso a parte.
Oddio, aspè, frena XD Non mi sono mai innamorato del mio amico, c'è stata (e credo ci sia ancora, seppur ovviamente limitata dalla non più frequentazione quotidiana) una bellissima amicizia, nient'altro :P
Il ragazzo di cui mi sono innamorato per la prima (e a oggi unica) volta è stato uno conosciuto in un forum (normalissimo pure questo) i primi anni dell'università...
Come dici comunque le mie turbe mentali hanno cominciato a diventare più forti solo recentemente ...
Geografo ha scritto:Alla fine, tra chi come te ha accantonato la propria omosessualità durante l'adolescenza, chi invece ne ha sofferto molto e chi invece ha vissuto una bell'adolescenza ma ha dovuto poi "affrontare" prima o poi la propria omosessualità a viso scoperto, sempre di solitudine parliamo.
Sì ma la differenza rimane che mentre alcuni hanno le loro storie più o meno serie nei tempi "giusti", che permettono loro di crescere emotivamente e acquisire saggezza ed esperienza che poi consentirà loro di capire meglio cosa vogliono, e non "sbagliare" le volte successive, c'è chi come me invece non ha mai avuto nulla di tutto questo (si ok è vero che ho avuto due esperienze, ma a me sinceramente non va di contarle, perché sono tutte e due incomplete, in una amo senza essere amato e nell'altra sono amato senza amare). Non pretendo di trovare subito, immediatamente e per sempre l'amore della mia vita, vorrei solo avere anche delle opportunità, come tutti, che magari naufragheranno, ma voglio averle ! Voglio avere la possibilità di sbagliare, ecco !
E se morissi domani potrei dire "almeno una volta ho potuto amare e essere amato (contemporaneamente)". Poi magari finisce per chissà che cavolata (che col mio carattere del cazzo è anche molto probabile), però posso crescere, e imparare !
Grazie al mio geniale "pause" mi ritrovo oggi a 28 anni con una maturità emotiva di uno di 22, se va bene !
Geografo ha scritto:senza magari rendersi conto che se si vuole le opportunità ci sono, in cui l'unica volta in cui (erroneamente) hai davvero agito è stato quando hai fatto sesso con quel ragazzo.
E sai che ti dico ? Che non me ne pento ! E' vero, è stato un errore, ma gli errori sono le cose più importanti della vita, molto più delle cose riuscite bene ! Come dicevo prima, per la prima volta ho avuto l'opportunità di sbagliare ! Ed è stato bellissimo, per una volta sono stato un ragazzo normale !
Geografo ha scritto:Comunque, benvenuto nel forum!
E mi fa piacere che possano piacerti i miei post!
Arigatou, ora dirò qualcosa che potrà sembrare davvero idiota, ma finalmente dopo così tanti mesi (da quando ho iniziato a lavorare qui), solo lo scrivere qui la sera dopo il lavoro mi ha ridato l'interesse per qualcosa, e ha scacciato il tedio e la malinconia quotidiana.
Quasi sempre mi chiedo, se dovessi sparire da un giorno all'altro, chi se ne accorgerebbe, e a chi importerebbe ? A molto pochi, credetemi. E anche solo lo scrivere qui, e il fatto che tu abbia letto quel che avevo da dire e mi abbia risposto, per me non è una cosa scontata. Significa che ho lasciato qualcosa a qualcuno, e non succede quasi mai con me.

Dov'è che sei comunque ? In California giusto ? Beato te, anche se detesto l'america (come "cultura" e mentalità, nient'altro) ci sono stato e mi è piaciuta veramente tanto. Mi sono quasi innamorato di San Francisco !:P
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standby
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Re: Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Messaggio da standby » martedì 8 marzo 2016, 22:37

Benvenuto Azaelh. Che lunga storia... Anche se ti senti poco maturo le tue esperienze le hai fatte. Hai sperimentato amicizie, amori, sei cresciuto professionalmente e come persona. Hai dimostrato grande forza andando avanti nel tuo percorso e anche ora hai scelto previdentemente di mettere da parte risorse per il futuro, dimostrandoti capace di affrontare contesti poco favorevoli. Credimi il sentirsi meno "navigati" di altri è un tema ricorrente qui... Non deve essere facile sperimentare la frustrazione di essere messi da parte anche quando si cerca di migliorare e di socializzare nè deve essere bella la sensazione di sentirsi buttare fuori dalla famiglia, almeno i tuoi hanno dimostrato di sapersi ravvedere. Non credo sia impossibile fare amicizia qui solo perché hai raccontato la tua lunga e complessa esperienza, hai fatto bene a scriverla se ora ti senti meglio. Se ti interessa parlare con qualcuno puoi anche visitare la chat. :)

ps. anche tu fan di The Big Bang Theory eh?! XD

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Azaelh
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Re: Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Messaggio da Azaelh » mercoledì 9 marzo 2016, 21:35

standby ha scritto:Benvenuto Azaelh. Che lunga storia... Anche se ti senti poco maturo le tue esperienze le hai fatte. Hai sperimentato amicizie, amori, sei cresciuto professionalmente e come persona. Hai dimostrato grande forza andando avanti nel tuo percorso e anche ora hai scelto previdentemente di mettere da parte risorse per il futuro, dimostrandoti capace di affrontare contesti poco favorevoli. Credimi il sentirsi meno "navigati" di altri è un tema ricorrente qui... Non deve essere facile sperimentare la frustrazione di essere messi da parte anche quando si cerca di migliorare e di socializzare nè deve essere bella la sensazione di sentirsi buttare fuori dalla famiglia, almeno i tuoi hanno dimostrato di sapersi ravvedere. Non credo sia impossibile fare amicizia qui solo perché hai raccontato la tua lunga e complessa esperienza, hai fatto bene a scriverla se ora ti senti meglio. Se ti interessa parlare con qualcuno puoi anche visitare la chat. :)

ps. anche tu fan di The Big Bang Theory eh?! XD
Grazie standby ! Tantissimo, pensa che al lavoro un mio collega ogni tanto mi chiama sheldon per la mia incapacità nel sapere cosa dire al momento giusto :P
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Re: Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Messaggio da Geografo » venerdì 11 marzo 2016, 4:35

Azaelh ha scritto:alcuni hanno le loro storie più o meno serie nei tempi "giusti", che permettono loro di crescere emotivamente e acquisire saggezza ed esperienza
Su questo ho i miei dubbi.
Il problema dei ragazzi omosessuali è che arrivano praticamente tutti ad avere esperienze nei tempi sbagliati, altro che giusti. Di conseguenza tutto si scombussola, si crea una dimensione confusa della sessualità e dell'affettività e vedo certi ragazzini di 15/16 anni (non che io sia molto più grande eh, ho 17 anni e mi considero ragazzino anche io, e poi il mio ex ragazzo ha 15 anni, anche se ora ne ha fatti 16) che arrivano a vedersi solamente per rapporti sessuali con ragazzi conosciuti su internet, il che lo trovo davvero squallido.
Tant'è vero che questo non accade in ambito etero.
Dici di non vedere come un errore l'essere andato a letto con quel ragazzo, allora meglio così, dico davvero! Tanto non parliamo di un ragazzino di 15 anni, ma di un uomo giovane, che ha tutto il diritto di fare le esperienze che vuole, ma permettimi di dire che questo è l'esempio di confusione a livello sessuale, proprio perché purtroppo agli omosessuali la possibilità di sperimentare nell'adolescenza è negata.
Tu stesso lo dici che per la prima volta ti sei sentito un ragazzo normale facendo questa cosa, segno che avevi bisogno di sperimentare e comunque lo senti tuttora.
Purtroppo di consigli non ne ho da darti, proprio perché trovare ragazzi omosessuali è molto, molto difficile, ed è altrettanto difficile vedere se la persona in questione corrisponda un minimo.
Alla fine funziona tutto a fortuna, c'è che arriva dopo, c'è chi arriva prima.
Ma una cosa è certa: tra ragazzi omosessuali al "traguardo" si arriva sempre tardi.
Comunque ti consiglio di continuare a frequentare il forum perché aiuta molto.

Io comunque non vivo in California, ma in Ohio. :) Gli States non piacciono nemmeno a me, alla fine parliamo di un paese senza una cultura, senza uno stato sociale, e le città sono solamente enormi stradoni percorribili solo in macchina... non è un granché.

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Re: Diario semiserio di un ragazzo speciale qualunque

Messaggio da Azaelh » sabato 12 marzo 2016, 0:18

Geografo ha scritto:Su questo ho i miei dubbi.
Il problema dei ragazzi omosessuali è che arrivano praticamente tutti ad avere esperienze nei tempi sbagliati, altro che giusti. Di conseguenza tutto si scombussola, si crea una dimensione confusa della sessualità e dell'affettività e vedo certi ragazzini di 15/16 anni (non che io sia molto più grande eh, ho 17 anni e mi considero ragazzino anche io, e poi il mio ex ragazzo ha 15 anni, anche se ora ne ha fatti 16) che arrivano a vedersi solamente per rapporti sessuali con ragazzi conosciuti su internet, il che lo trovo davvero squallido.
Tant'è vero che questo non accade in ambito etero.
Scusami mi sono espresso male, in realtà intendevo "normali", non "giusti". Giusti implica un giudizio morale che in effetti non c'era. Indipendentemente da quali per me o per te sono i tempi giusti, la maggiorparte delle persone ha un certo numero di esperienze entro una certa età, cosa che invece per me è sempre andata un po' al rallentatore.
Geografo ha scritto:Dici di non vedere come un errore l'essere andato a letto con quel ragazzo, allora meglio così, dico davvero! Tanto non parliamo di un ragazzino di 15 anni, ma di un uomo giovane, che ha tutto il diritto di fare le esperienze che vuole, ma permettimi di dire che questo è l'esempio di confusione a livello sessuale, proprio perché purtroppo agli omosessuali la possibilità di sperimentare nell'adolescenza è negata.
Non so se si può parlare di confusione qui, posso anche capire ed essere d'accordo con te se parliamo di quelli che vanno in cerca di sesso fine a sé stesso in siti appositi con perfetti estranei, ma qui parliamo di un ragazzo che (dal suo punto di vista XD) da un'amicizia ha voluto passare a una storia approfondendo a livello sessuale. Questo secondo me rientra già in una forma di espressione della sessualità un po' più "sana", no ?
Geografo ha scritto:Io comunque non vivo in California, ma in Ohio. :) Gli States non piacciono nemmeno a me, alla fine parliamo di un paese senza una cultura, senza uno stato sociale, e le città sono solamente enormi stradoni percorribili solo in macchina... non è un granché.
Ahah, ottima capacità di sintesi ...
A parte quello comunque la California obiettivamente è molto meglio, comunque la si guardi ...
Non avessi mai visto il sole
avrei sopportato l'ombra
ma la luce ha aggiunto
al mio deserto
una desolazione
inaudita...

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