Il divario tra me e gli altri

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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Gio92
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Re: Il divario tra me e gli altri

Messaggio da Gio92 » domenica 14 agosto 2016, 23:10

Birdman, non mi sento di dirti le solite frasi tipo "ce la farai" "sei un ragazzo molto più capace ed intelligente di quanto tu credi" perchè otterrei una reazione non molto positiva da parte tua.
Ricordo spesso che quando io mi sentivo così e mi dicevano frasi positive la mia negatività interiore aumentava. Sembra un paradosso, vero? Eppure molto spesso funziona così.

L'unico e vero consiglio che ti dò e che ti ho già dato nei post precedenti è quello di cominciare a mettere un po' di ordine dentro di te altrimenti finisci per arrovellarti all'infinito con i tuoi stessi pensieri disfunzionali.

Capisco tutto ciò che dici, perchè l'ho vissuto e credimi, in parte lo vivo ancora. In particolare mi ha colpito questa frase che hai scritto:
milosmusiker ha scritto:Il problema è del mondo là fuori, non è il nostro, e mi fa rabbia sapere che i problemi della società in cui viviamo debbano scaricarsi sui singoli come me e te, costringendoci ad una vita limitata, quando meriteremmo di più.
Ovviamente ti riferivi a come viviamo la nostra omosessualità, ma io la estendo anche in altri aspetti della nostra vita.
Spesso io mi faccio "i conti in tasca" e cosa mi ritrovo? Che ho sputato sangue per ben 7 anni (forse anche di più) per trovarmi a fare una vita MEDIAMENTE normale che però tende al basso e non all'alto. Mi aspettavo molto di più. Ma ormai me ne sto facendo una ragione. Ovvio che a 24 anni è un po' azzardato ragionare in questo modo ma se le soddisfazioni emotive, sentimentali non sono arrivate ancora, oppure sono arrivate ma io non riesco ancora a godermele al 100% è perchè vuol dire o che non è arrivato ancora il momento e che ho ancora tantissimo da vivere, o che più di questo non si può fare. Spero sia la prima.
Studio musica ma sembra che nemmeno la musica mi soddisfi più come quando bambino e adolescente. Molte emozioni si sono annullate. Spesso la mia gioia di vivere, la mia voglia di fare si fa sentire a tratti ma poi svanisce subito dopo 10 secondi. Spero che questa mia fase sia soltanto passeggera. Onestamente l'anno scorso per certi versi stavo meglio di ora.

Dobbiamo imparare un po' ad accontentarci, purtroppo funziona così. Mia madre l'altra sera mi ha detto una frase che mi ha sempre detto da anni: "guarda il bicchiere mezzo pieno , non guardare il lato mezzo vuoto altrimenti soffirai sempre perchè ci saranno sempre cose che vorresti e che ti mancheranno".
E se avesse ragione? Io non sono tanto d'accordo con questa frase perchè ognuno di noi vorrebbe essere soddisfatto non dico sempre al 100% ma almeno all'80%. Ma molto spesso ci si ritrova con una percentuale di soddisfacimento più bassa.

Per quanto riguarda il tuo atteggiamento un po' schivo verso gli altri, ascoltami, cerca di non confondere il "sapersi tutelare" dall'essere spigolosi. Anche io stavo correndo questo rischio ultimamente, e cosa mi ritrovo? nulla. Ci pensavo proprio oggi. Noi abbiamo bisogno di alleati nella vita, anche pochi e buoni , ma che ci siano. Si può essere anche autosufficienti ma diciamocelo, nessuno è talmente forte dal vedersi tutto da solo e soddisfarsi da solo. Il nostro lato tenero e bisognoso di aiuto si fa sempre sentire. Ovviamente chi impara a stare da solo è una persona fortissima, quasi come un pilastro ma spesso nella vita avere degli alleati che ci aiutano nel momento del bisogno (affettivo e materiale) è sempre un bene.

Il mio consiglio è di cominciare piano piano ad aprirti al mondo e a cominciare a goderti le piccole cose e soprattutto comincia a conoscerti come non hai mai fatto finora. Cerca un modo per farlo e inizia. Potresti meravigliarti ;)

Un abbraccione forte.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

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Birdman
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Re: Il divario tra me e gli altri

Messaggio da Birdman » lunedì 15 agosto 2016, 14:25

@milosmusiker
Ti ringrazio per i consigli, e ti dico che apprezzo la tua schiettezza, infatti in un primo momento ho sentito le tue parole quasi come schiaffi, e mi va bene così. Per quanto riguarda la percezione della mia situazione, devo dire che non è proprio normalissima, ma nemmeno irrecuperabile. Il problema della scarsa socialità è oggettivo e me lo hanno fatto notare un po' tutte le persone che conosco, e del resto è da una vita che vado avanti così. La differenza rispetto al passato è che adesso so da dove viene questa tendenza all'isolamento, o almeno credo di averlo capito, però non ho fatto progressi sostanziali.
Il fatto di scrivere su questo forum non costituisce affatto una prova che nella vita possa essere spigliato, un conto è scrivere, un altro è interagire direttamente con le persone, e poi anche per riuscire a scrivere qui ho dovuto vincere tantissime resistenze interne, e ancora adesso fatico ad esprimermi qui, non riuscendoci come vorrei. E poi, a parte che non mi ritengo granché intelligente (ma ti ringrazio per il complimento), però ne ho viste di persone molto intelligenti che sono delle autentiche frane nei rapporti umani, e casi del genere non sono nemmeno così rari.
Come dici tu potrei cominciare un percorso magari assistito da uno psicologo, ma non ho disponibilità economiche per farlo, quindi non è una strada praticabile. È un problema che dovrò affrontare da solo.
Per tutte queste ragioni che ho esposto potrai facilmente immaginare perché non sono mai entrato nella chat, da quando mi sono iscritto al forum, ma spero di riuscire ad abbattere presto questa resistenza (almeno questa).

@Gio
Gio92 ha scritto:Birdman, non mi sento di dirti le solite frasi tipo "ce la farai" "sei un ragazzo molto più capace ed intelligente di quanto tu credi" perchè otterrei una reazione non molto positiva da parte tua.
Ricordo spesso che quando io mi sentivo così e mi dicevano frasi positive la mia negatività interiore aumentava. Sembra un paradosso, vero? Eppure molto spesso funziona così.
È proprio così, però molte persone che non hanno mai sperimentato stati depressivi non se ne rendono conto e minimizzano, come se si trovassero davanti ad un bambino che fa i capricci.
Gio92 ha scritto:L'unico e vero consiglio che ti dò e che ti ho già dato nei post precedenti è quello di cominciare a mettere un po' di ordine dentro di te altrimenti finisci per arrovellarti all'infinito con i tuoi stessi pensieri disfunzionali.
Hai indubbiamente ragione. Per uscirne tuttavia bisogna cambiare un po' di cose, perché la situazione è più o meno questa da anni ormai e i miei progressi sono lentissimi, e penso che il contesto stantio in cui mi trovo favorisca il reiterarsi di questi pensieri disfunzionali. Generalmente riesco a resistere e mantengo un certo equilibrio, ma certe volte si cade, l'equilibrio si perde, come in questi giorni. È proprio sotto questa spinta, questo scompenso, che ho aperto il topic. Però i problemi ed i pensieri che espongo non sono solo frutto del momentaccio che sto attraversando, ma sono sempre presenti. Però in momenti come questi diventano insostenibili.
E se è vero che spesso ci vuole una batosta per riprendersi, è anche vero che queste dinamiche alla lunga stancano. Vorrei prendere iniziative direttamente, senza dover prima accumulare tensione, per poi passare all'azione quando esplodo. Non è un modo di procedere sano. Si va avanti per traumi e reazioni agli stessi, ma non c'è una solidità di fondo che mi permetta di agire senza ricorrere a questi meccanismi insani.
Gio92 ha scritto:Spesso io mi faccio "i conti in tasca" e cosa mi ritrovo? Che ho sputato sangue per ben 7 anni (forse anche di più) per trovarmi a fare una vita MEDIAMENTE normale che però tende al basso e non all'alto. Mi aspettavo molto di più. Ma ormai me ne sto facendo una ragione. Ovvio che a 24 anni è un po' azzardato ragionare in questo modo ma se le soddisfazioni emotive, sentimentali non sono arrivate ancora, oppure sono arrivate ma io non riesco ancora a godermele al 100% è perchè vuol dire o che non è arrivato ancora il momento e che ho ancora tantissimo da vivere, o che più di questo non si può fare. Spero sia la prima.
Il problema di questa prima parte della giovinezza monca e triste che ci è toccata è che ci sta sbattendo contro l'età adulta senza aver potuto giocare ed essere spensierati. Questo ci sta conducendo all'appuntamento con la maturità come delle persone ancora giovani ma già disilluse, pur non avendo vissuto molto, il che appare come un controsenso. Questo è uno degli aspetti, per quanto mi riguarda, che mi fa percepire il solito divario rispetto agli altri: io ho pochissimo entusiasmo nelle cose che faccio, e molte cose che vorrei fare ancora non ho iniziato a farle per lo stesso motivo, mentre vedo nei miei coetanei tanta energia, tanta voglia di mangiarsi il mondo, e parlando con amici e colleghi di università ho notato questa totale lontananza dal loro sentire. Mi sembrano a tratti ingenui, sono bellissimi così come sono e li invidio per questo, vorrei essere anch'io più ingenuo e spensierato.
Anche a me capita quel che hai provato anche tu, ovvero di sentire solo per pochi attimi quell'energia che ti permette di fare, che poi sparisce dopo poco tempo.
Non so quanto possa valere questo consiglio, se mi posso permettere, però non perdere la passione per la musica, è una qualità molto importante, se non provi niente, prova a comporre qualcosa che comunichi proprio questa assenza di emozioni, magari potrebbe aiutarti a recuperare l'ispirazione in futuro. La musica è sempre stata un mio sogno nel cassetto, e di idee ne ho tantissime, ma non sono mai riuscito ad iniziare seriamente a suonare, per via dei vari blocchi mentali, e soprattutto per la mancanza di energie.

Detto questo, nonostante da quel che scrivo emerga un quadro desolante, mi sento ottimista, e anche tu dovresti esserlo Gio, a maggior ragione perché sei più giovane di me. Quando ti chiedi se mai le soddisfazioni arriveranno, beh penso proprio di sì, ma non è un ottimismo idiota il mio, piuttosto è una previsione basata su quello che concretamente stai facendo adesso, ti sei già messo in moto, ogni tanto ti fermi a riposare un po', ma poi riparti, quindi delle mete importanti le raggiungerai sicuramente. Io sono ancora fermo alla riparazione del motore, ma insomma partirò anch'io prima o poi e questo momento si sta avvicinando. Come dici tu molto sta nel crearsi dei validi alleati, sarebbe inaccettabile e contro la nostra natura vivere soli.
Ho apprezzato molto il consiglio del conoscersi, da un piccolo episodio accaduto l'anno scorso mi sono reso conto di quanto le interazioni sociali risultino cruciali in questo, perché con gli altri compiamo delle azioni che da soli non riusciremmo a compiere e così scopriamo dei lati del nostro carattere che non sapevamo nemmeno di avere.
Detto questo ti ringrazio molto per il supporto Gio, un abbraccio anche a te.

milosmusiker
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Re: Il divario tra me e gli altri

Messaggio da milosmusiker » lunedì 15 agosto 2016, 19:03

Carissimo Birdman,
il mio obiettivo è tutt'altro che quello di scrivere parole che suonino come schiaffi. Come già precisato non potevo farmi un'idea vera della situazione da quello che ho letto. Certo se stai scrivendo qui è perché ne hai un po' piene le scatole. Naturalmente se uno ha le energie necessarie per reagire, una volta inquadrati tutti i problemi, non resta che iniziare a lavorarci sopra. Questa era un po' l'idea di fondo che mi ero fatto. Dalle ultime cose invece mi sembra di capire che fare anche piccoli passi ti è molto difficile, per questo mi scuso profondamente. Riguardo allo psicologo, sai che le ASL erogano anche dei servizi gratuiti? Credo che non ne venga a conoscenza nessuno, nemmeno il medico di base. Quello che mi sento di dirti è però che sicuramente molte tue parole sono infondate e ti basterebbe poco a capirlo. Prendi la chat. A dirti il vero anche io ho impiegato un po' ad entrare all'epoca. Ad oggi se ci penso mi viene da ridere! Credo che il timore fosse in un certo senso quello di essere giudicato, una paura che mi ha bloccato in passato anche in altri ambiti. Ma che cavolata! Nessuno è interessato a noi quanto noi stessi. E anche nella vita reale, se inizierai ad aprirti, troverai molte persone disposte ad ascoltarti e viceversa, a farsi ascoltare da te. Pensa se tu fossi un'altra persona a cui tu racconti i tuoi desideri di rivalsa, i tuoi rimpianti, la tua difficile situazione... a me l'ultima cosa che viene in mente è quella di giudicarti negativamente. Non c'è nulla da giudicare e questa è sicuramente una cosa da fissarsi bene in mente. Detto brutalmente, del fatto che tu non trovi il coraggio nemmeno di venire in chat, l'unico sentimento che provo è dispiacere. Mi dispiace perché immagino la tua sofferenza profonda da cui però devi uscire tu, trovando il coraggio di fare un passettino dopo l'altro. Certamente affacciarsi alla chat di questo sito è una cosa a rischio sottozero! Riguardo infine al fatto che dici di non essere intelligente (nonché uno "straccetto" nel messaggio precedente)... Beh, capisco che ti possa essere fatto una tua idea estremamente negativa. Ma non ti sembra il caso di iniziare a vederti in una prospettiva migliore? Sarai un po' esausto di vederti uno straccetto, parola che esprime in modo davvero violento la tua autopercezione. Uso il termine prospettiva non a caso. Immaginati in un futuro vicino con qualcuno dei passi che ti fanno paura fatti. Penso sia un'immagine migliore dell'attuale, no ;) ? Il tema è "come" arrivarci. Secondo me, davvero, se riesci, prova ad informarti sui consultori, da solo è tutto più difficile... Ti abbraccio forte

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Gio92
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Re: Il divario tra me e gli altri

Messaggio da Gio92 » lunedì 15 agosto 2016, 19:26

Concordo con milos, inoltre credo che il trattamento migliore per te sia la terapia cognitivo comportamentale, di certo non posso indirizzarti io ma l'ho fatta e se collabori bene porta ad ottimi risultati.
Non so se l'ASL la propone come tipo di psicoterapia, spero di sì.

Un abbraccio
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Hospes91
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Re: Il divario tra me e gli altri

Messaggio da Hospes91 » lunedì 15 agosto 2016, 20:13

Birdman, ho solo due anni in meno di te, ma a differenza di Gio e Geografo neanche io ho mai fatto alcunché con un ragazzo, e naturalmente ho buttato nel cesso quelli che dovevano essere gli anni più belli della giovinezza, per giunta quelli da minorenne li ho vissuti pochissimo in maniera "corretta", a causa di qualche difficoltà nella prima adolescenza come tutti, + problemi fisici che mi hanno precluso la possibilità di praticare sport ad un certo livello, e sappiamo quanto lo sport sia essenziale per stare bene nel corpo e nello spirito,e di incomprensioni con i miei genitori (purtroppo non riuscivamo a capirci :( ) che davvero mi hanno fatto sentire un mostro, perché mi sembrava di rovinare tutto ciò che di bello mi capitava con le mie stesse mani, speravo ardentemente nel futuro e mi forzavo di fortificarmi, ma devo dire che 10 anni fa mi immaginavo all'età di ora decisamente meglio!
Questo non lo scrivo per fare a gara di sofferenze, ma per dimostrarti che non sei affatto solo (per quello che vale, sai che consolazione! Lo capisco bene).
Ultima modifica di Hospes91 il domenica 20 novembre 2016, 18:29, modificato 2 volte in totale.

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Re: Il divario tra me e gli altri

Messaggio da Gio92 » lunedì 15 agosto 2016, 21:49

Hospes, per la tua malattia, mi auguro sia nulla di grave. In bocca al lupo!
Ultima modifica di Gio92 il mercoledì 7 dicembre 2016, 23:34, modificato 1 volta in totale.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

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Re: Il divario tra me e gli altri

Messaggio da Birdman » martedì 16 agosto 2016, 2:03

@milosmusiker
Non ti devi scusare, ho inteso le tue buone intenzioni fin dall'inizio, figurati, anzi ti ringrazio per l'aiuto che mi stai dando.
Piuttosto è colpa mia che non riesco a dare un quadro più preciso della situazione, ma questo è dovuto al fatto che ho in mente diverse cose, e non riesco a mettere ordine, così finisco per omettere degli aspetti che visti dall'esterno risultano fondamentali per capire la situazione.
Onestamente neanch'io riesco a capire fino a che punto sia effettivamente grave la mia situazione. Probabilmente lo è abbastanza da richiedere un aiuto esterno, ma che tutto sommato dovrebbe essere risolvibile.
Soprattutto ho la sensazione che tutto stia nel riuscire a superare le barriere che mi impediscono di iniziare a buttarmi nelle cose. Vedo la problematica generale riassumibile un po' in questo modo: sono sempre fermo ai blocchi di partenza e non riesco a dare lo scatto iniziale per cominciare a correre. È un po' una vita passata ad aspettare di iniziare, mi sento perennemente agli esordi sotto diversi aspetti: nelle relazioni, nel lavoro (anche se questo è un obiettivo lontano per molti di 'sti tempi), nelle passioni personali. Sono più vicino ai 30 che ai 20 anni, eppure vivo ancora come un ragazzino in attesa di iniziare la propria vera vita. E da cosa dipende questa immobilità? Da una serie di paure infondate, come giustamente mi fai notare. Paure che nascono da un essere eccessivamente giudicante sotto molti aspetti, e come ogni essere umano che si rispetti, finisco per credere che gli altri si comportino come me, quindi mi aspetto che anche gli altri giudichino, fin troppo, come faccio io. Chi giudica è sempre severo con sé stesso e da qui puoi capire anche quella leggera dose di violenza nel tracciare giudizi forse un po' eccessivi rispetto a quel che dovrei descrivere, ma rendono bene l'idea dell'autosvalutazione che mi tormenta. In particolare questi pensieri mi colpiscono nel mettermi in relazione ad altre persone, fintantoché non ci sono termini di paragone, non trovo nemmeno una ragione fondata per svalutarmi.
Per quanto riguarda questi aspetti ho trovato molto utile ed interessante il tuo punto di vista.

@Gio
Ti ringrazio per il consiglio, ho letto qualcosa sulla terapia cognitivo comportamentale e sembra proprio fare al caso mio. Però come ho già detto mi sembra difficile poter intraprendere materialmente questo tipo di percorso, perché tra non molto cambieranno molte cose nella mia vita, quindi sto scommettendo molto sull'effetto "terapia d'urto" dovuto ai cambiamenti che vivrò a breve.

@Hospes
Non ti preoccupare per il rischio "gara di sofferenze", apprezzo tantissimo il fatto che tu e gli altri mi stiate portando degli esempi di vita vissuta, è proprio il tipo di confronto che apprezzo di più. Mi fa infinitamente piacere che parli della tua vita. È il confronto con chi mi potesse capire davvero ciò che mi è mancato in tutti questi anni di paralisi.
Anche se non hai descritto tutta la tua storia nei minimi dettagli (e ti capisco, io sono qui da quasi un anno e ancora non ho trovato il coraggio di buttare giù un abbozzo della mia storia), però ho immaginato la sofferenza che devi aver provato e devo dire che il tuo racconto mi ha colpito profondamente.
Quando metti a confronto i tuoi 25 anni immaginati da ragazzino con quelli che effettivamente stai vivendo mi fai venire in mente come io immaginavo che dovessi diventare a 27 anni. Se me l'avessero detto subito che le cose sarebbero andate così chissà come avrei reagito, perché le differenze sono pochissime rispetto a quand'ero adolescente. Immaginavo che a quest'ora avrei raggiunto chissà quali mirabili traguardi, invece vivo ancora nella stessa cameretta e le situazioni non sono troppo diverse da quelle di 10 anni fa. È una cosa veramente triste.
Ovviamente abbiamo dei vissuti molto diversi e non ti nego che i problemi che hai affrontato tu penso siano enormi rispetto a quelli che ho affrontato io. Per essere più precisi: tu hai affrontato situazioni infelici che ti hanno reso più forte, e mi piace infatti la tempra rocciosa che mostri, io invece non ho affrontato un bel niente, ho passato la vita ad evitare di affrontare e mi ritrovo con nulla in mano. Non so fino a che punto tutto questo sia da imputare a dei disordini comportamentali e quanto alla mia debolezza caratteriale, alla mia ignavia forse, o a un miscuglio delle due cose (cosa più probabile).
Fatto sta che in un modo o nell'altro, ci ritroviamo a vivere una vita al di sotto delle nostre aspettative, ma possiamo uscirne in qualche maniera, perché siamo ancora giovani, almeno questo, del resto c'è gente che è riuscita a rimettersi in marcia anche ad età ben più avanzate della nostra. Ne usciremo, e per uscire intendo anche uscire fisicamente dai luoghi che hanno visto la nostra sofferenza svilupparsi. Ad un certo punto dovremo necessariamente cambiare aria per costruirci una vita, e immagino che per te questo sia un aspetto cruciale. L'accenno alla tua vita in paese mi ha fatto venire i brividi, ho più o meno afferrato che tipo di situazione tu stia vivendo (magari quando entrerò in chat, obiettivo che vorrei raggiungere a breve a questo punto, ne parleremo se ti andrà di farlo).
Per quanto riguarda la tua salute infine, il mio augurio è che il problema che stai affrontando non ti precluda una vita normale.
Ti auguro ogni bene.

Ringrazio un po' tutti voi per il sostegno che mi state dando.
Vi abbraccio tutti
Ultima modifica di Birdman il sabato 17 novembre 2018, 2:18, modificato 1 volta in totale.

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Re: Il divario tra me e gli altri

Messaggio da milosmusiker » martedì 16 agosto 2016, 13:30

Carissimo Birdman,
beh non ti resta che iniziare a fare qualcosa per te stesso! Mi fa piacere che tu stesso dici che la situazione sia recuperabile. Magari prova a vederla da un punto di vista più leggero senza drammatizzare in modo eccessivo. Perché non sorprenderti? Una cosa che pensi sarai in grado di fare tra un mese falla oggi stesso! Avrai la prova concreta dell'inutilità di quella paura. Io non so se hai scelto il tuo nickname per l'ononimo film... ma se l'hai visto, hai presente la scena meravigliosa in cui il protagonista spicca il volo dal tetto del teatro? Beh, direi che è venuto il momento di fare la stessa cosa, no? Via tutte quelle inutili paure ;)

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Gio92
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Re: Il divario tra me e gli altri

Messaggio da Gio92 » martedì 16 agosto 2016, 16:15

Birdman ha scritto:Il problema di questa prima parte della giovinezza monca e triste che ci è toccata è che ci sta sbattendo contro l'età adulta senza aver potuto giocare ed essere spensierati. Questo ci sta conducendo all'appuntamento con la maturità come delle persone ancora giovani ma già disilluse, pur non avendo vissuto molto, il che appare come un controsenso.
Ecco... questa frase rispecchia totalmente il nostro problema. Complimenti, perchè l'hai scritta talmente bene che sento un trasporto emotivo quando la leggo e immidesimandomi l'ho letta più volte da ieri.
E' così, purtroppo; gli anni persi non si recuperano più.

Però c'è da dire una cosa: oggi ho pensato a tutte le cose che ho fatto, tutto il percorso e l'ho visto da una prospettiva differente, ovvero che sono stato molto bravo e che molto dolore è stato inevitabile, quindi inutile rimuginarci su. Ma io presto mi rivelerò per quello che realmente sono e forse un po' lo sto già facendo.
Tutto il dolore non va perduto ma ci serve per riconvertirlo in una felicità futura.
Alla fine, perchè tormentarci pensando e ripensando ad un'adolescenza buttata nel cesso? E se il bello sta per venire ora? che ne sappiamo?
E poi, non è tutto oro quello che luccica; magari i nostri colleghi di uni sorridono pubblicamente ma magari dentro piangono, un po' come faccio io. La gente nasconde molto bene.
Se poi hanno avuto un'ipotetica adolescenza felice e hanno una giovinezza felice ciò non esclude una futura depressione in futuro. Per carità, non voglio essere cattivo e non voglio augurare il male a nessuno ma ricordiamoci che esiste anche (e soprattutto) una predisposizione genetica a questa malattia e che basta un evento traumatico che ci si può cadere in un battibaleno. La vita è strana e può capitare a tutti. Magari saremo proprio noi, un giorno, ad aiutare a far rialzare queste persone.
Saremo proprio noi un giorno, quando avremo fatto chiarezza con noi stessi ad essere un pilastro forte per gli altri e saremo ottimi amici perchè i nostri futuri amici sanno che potranno contare su di noi perchè sanno che noi siamo in grado di aiutarli.

Forse dobbiamo cominciare a vedere le cose da prospettive differenti da quella da cui siamo abituati a vedere.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

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Geografo
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Re: Il divario tra me e gli altri

Messaggio da Geografo » martedì 16 agosto 2016, 17:55

Birdman,
io sto passando un periodo purtroppo molto simile per certi versi.
Anche io mi sento sempre "in partenza", poi di fatto non accelero mai e quindi sto sempre fermo allo stesso punto.
La cosa diventa stancante perché poi in questo modo la vita diventa piatta ed è sempre uguale: amici nessuno, soddisfazioni personali nessuna, esperienze nessuna, bei momenti nessuno (della serie, come va tanto ora di moda dire: "mai 'na gioia"...).
Faccio il paragone con altri miei coetanei e vedo che io davvero non ho costruito nulla, parlo sia in termini di rapporti umani, sia in termini di esperienze. Non mi reputo nemmeno un adolescente felice, d'altronde quale adolescente si sentirebbe felice ad essere così "vuoto"?
Mi dico: "Ma da qualche parte dovrò cominciare...", eppure niente, non so da dove cominciare, e mi demoralizzo.
Purtroppo darti una risposta è molto difficile, perché alla fine, per quanto uno ci provi a capire, siamo e rimaniamo sconosciuti che comunichiamo attraverso un computer che, per quanto resti uno strumento di comunicazione, rimane limitativo e bisognerebbe sapere certe cose nello specifico, qui invece sia per un fatto di privacy sia proprio per semplicità si tende a rimanere un po' vaghi quando si raccontano i propri problemi e quindi rispondere (per quanto uno ci metta la buona volontà) non è facile.
È vero, anche il fatto di essere omosessuali non rende le cose facilissime, per me a 15 anni questo rappresentava un problema insormontabile, ero sempre nervoso e ce l'avevo col mondo. Prendevo i libri, li distruggevo, facevo tutto a pezzi, in qualche modo dovevo scaricarmi.
Adesso a distanza di un po' di tempo penso che io non stessi male per il fatto che io fossi omosessuale, ma per il fatto che a 15 anni adolescenti omosessuali non ne trovi, era più un fatto di solitudine e di mancanza di confronto che altro... tant'è vero che ora che ho 18 anni, seppur non possa definirmi felice, tutto sommato sto bene, perché so che altri ragazzi ce ne sono, e non sono l'unico al mondo.
Il problema è trovarli! Questo è vero.
Ed è un problema che accomuna noi tutti qui dentro.
Non so dove vivi, che fai, o che tipo di vita conduci. Spesso vivere in una grande città e condurre una vita indipendente aiuta moltissimo, perché bene o male uno si fa le sue conoscenze, si guarda intorno, matura anche. E se questo è tanto per un ragazzo eterosessuale, figurati per un ragazzo omosessuale, perché a questo punto davvero respira, si confronta con l'esterno, per certi versi esce anche dal suo guscio e si fa la sua vita.
Certi ambienti restrittivi, come ad esempio continuare a stare sotto lo stesso tetto con papà e mamma nella stessa cittadina di pochi abitanti, alla lunga risultano poco stimolanti o anzi, io direi anche destabilizzanti. È per questo che rimango del parere che (e alla fine non ci vuole un genio) appena uno ha la possibilità, deve fare la sua vita in proprio. A volte cominciare da zero aiuta davvero tanto.
Purtroppo io sono l'ultimo (come tanti qui dentro) a dover dare dei consigli, io sono uno parecchio estroverso, la gente so farla ridere, quest'estate sono andato ad un villaggio vacanze in Calabria e tutti volevano stare con me. Ma a mantenere i rapporti umani sono una frana, forse perché purtroppo sono anche un sacco selettivo, di conseguenza amici ne ho sempre avuti pochi, onestamente adesso direi anche che non ne ho nessuno (perché se così fosse starei sempre in giro). Adesso vediamo a settembre come va, perché davvero mi va di uscire, farmi un sacco di conoscenze e farmi un bel gruppo di amici veri.
Ho anche visto che qualcuno ti ha consigliato di andare da uno psicologo. Valuta te, io vedo che adesso molti ci vanno, secondo me coi tempi che corrono tanti ci vanno per moda e tanti perché incapaci di gestire un minimo la propria vita e ne diventano dipendenti, poi ce ne sono molti che sicuramente ci vanno perché davvero hanno bisogno di un aiuto. Mediamente costa sui 50 euro l'ora, io adesso ho fatto tre seduto con uno psicologo (con cui mi rivedrò a settembre), a cui però non ho detto della mia omosessualità (ad ogni modo per me non è che rappresenti questo grande limite, non vivo la cosa con angoscia, ma che la vivo con un po' di solitudine e che ogni volta si riveli una "palla al piede da nascondere", sì).
Ho detto io che volevo che fosse un uomo, in quanto con una donna non mi sarei trovato bene, e il fatto che qualcuno mi consigli su come gestire la mia vita, devo dire che mi sta aiutando un sacco. Ad ogni modo devo ancora valutarlo.

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