Quant'è alto il prezzo da pagare per la nostra libertà?

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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Gio92
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Re: Quant'è alto il prezzo da pagare per la nostra libertà?

Messaggio da Gio92 » giovedì 10 agosto 2017, 15:48

CONCORDO TOTALMENTE con Alyosha e Project.

A me è successo su grindr, un uomo mi ha contattato chiamandomi per nome e dicendo che mi conosce da quando ero piccolo e mi ha minacciato di venire sotto casa e di dirlo a tutti.
Sotto casa non è venuto, e se pur fosse venuto io non so chi sia perchè lui non aveva foto, e poi se lo ha detto si è sputtanato da solo perchè la gente potrebbe chiedergli "e tu come lo sai?".
Quando in chat mi ha detto quelle cose mi è salita un'ansia terribile ma poi... chissenefrega?

Il coming out è rischioso, ma dipende da persona a persona. C'è chi ci rimette la pelle e chi invece gli va bene. E' sempre un'incertezza. Ma l'incertezza è neutra. Non so se domani crollerà la mia casa ma non è detto che io debba fuggirmene di casa e andarmene in un hotel. Quindi... se pur subirai offese e non avrai vita facile, l'altra faccia della medaglia è che non ti nasconderai più.

Dici addirittura che i tuoi genitori ti hanno aiutato ad arginare le chiacchiere, vuol dire che hai anche una famiglia che ti supporta da questo punto di vista, hai 3 o 4 amici strettissimi, bene!
Hai dei pilastri che ti supportano. Tieniteli stretti.

Io ad esempio non lo dico ma credo l'abbiano capito molte persone. Però provo ancora un pò di fastidio a pensare che sono gay, non ho ancora elaborato molte cose. Ho ancora problemi riguardo la percezione della mia identità di genere con l'orientamento sessuale perchè in adolescenza ero un po' effeminato , adesso si è risolto ma comunque ho il terrore di poter esprimere effeminatezza.
Ho ancora tutti questi grovigli mentali, figuriamoci se dovessi fare direttamente coming out. Per adesso penso ad altro. Penso a sciogliere i nodi interiori e a studiare. Per adesso il coming out sarebbe soltanto un grande intralcio.
I miei lo sanno già da un po' e credo abbiano accettato, anche se a volte fanno ancora avanti e indietro, non sempre sono tranquilli su questa cosa, e così anche io.

Ma non fa niente. Di certo non sono contento di essere gay ma probabilmente non sono contento della mia vita aldilà della mia omosessualità. Sono molto più sereno ma non posso dire di stare bene. Ci vorranno ancora molti anni per ripulirmi da tutto ciò che mi è successo. E vedo l'essere gay come un intralcio non perchè lo sia davvero ma perchè l'ambiente in cui viviamo fa schifo e credo lo sappia anche tu!

Sei avanti, molto più avanti di quanto tu creda. Coraggio!!! Sono sicuro che non ti sei messo in grandi guai, se pur qualcuno ti dovesse offendere per questo prendilo come un effetto collaterale del coming out.
Un po' come il farmaco: guarisce la malattia ma può portare a effetti collaterali. Ma intanto senza il farmaco non saresti potuto guarire.

Ti abbraccio
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

K313
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Re: Quant'è alto il prezzo da pagare per la nostra libertà?

Messaggio da K313 » venerdì 11 agosto 2017, 2:55

Anch'io mi trovo molto d'accordo con quanto scrive Alyosha e Gio92.
Nella mia esperienza ho potuto notare che la maggior parte delle persone si nasconde dietro a degli stereotipi come il sesso anale, che esiste ma non è l'unico modo per avere contatti intimi con l'altro. Eppure ti ritrovi a doverci avere a che fare. Infatti nelle note app per incontri fra le prime domande che nell'80% dei casi i ragazzi ti rivolgono è se sei attivo o passivo, e questa è una delle tante domande che fanno capire che spesso (ma non sempre) nel contesto di una chat quello che si cerca non è una persona con cui confrontarsi ma è un prodotto da acquistare in un negozio; quello che si cerca è di trovare chi soddisfa i propri canoni e lo si può notare da tutta quella serie di filtri di ricerca che si possono mettere nelle varie app. Ormai mi sono abituato a questo modo di ragionare e non ci faccio più caso, l'ho infatti accettato e ho deciso di passarci oltre.
Un altro punto interessante è quello di "voler vivere alla luce del sole". Un pensiero che ho avuto anche io, ma alla fine con il tempo sono arrivato a una conclusione stupida e che forse non tutti potrebbero condividere. Guardo i miei familiari, amici e conoscenti etero, e alla fine non parlano agli altri del loro orientamento sessuale; non sentono il bisogno di dire che sono attratti dal sesso opposto. E quindi, io dovrei fare altrettanto? Per me vivere alla luce del sole vuol dire comportarmi normalmente e secondo quello che è il mio carattere e modo di fare. Ho detto di me ai miei familiari e alcuni miei amici l'hanno saputo senza doverlo dire esplicitamente. Non dico di me agli altri perché non ne trovo la necessità: se lo scoprono da soli (perché lo sapranno da altri o perché mi sentiranno dire certe frasi) va bene e se non lo scoprono va bene lo stesso.
Niko a te invece vorrei dire che mi pare tu abbia veramente tanto. Tuo padre deve abituarsi ancora all'idea (ed è normale) ma alla fine ti ha detto apertamente che ti sostiene; hai amici veri e addirittura uno è gay e hai la possibilità di confrontarti con lui. Non so, sarà perché a me manca un vero e proprio amico gay e con i miei amici difficilmente mi sento a mio agio nel parlare di determinate cose e di conseguenza ti vedo più avanti di me in questo senso. Il sesso alla fine è una cosa che uno prova e che fa, ma la mattina successiva non ci si pensa quasi più; è come un gioco che un bambino compra per capriccio e dopo due giorni non ne prova più alcun interesse. Magari il termine capriccio non è proprio azzeccato in questo caso, ma almeno spero di aver reso l'idea.

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