Ciao Dave, mi piacerebbe poterti consigliare qualcosa, ma purtroppo non saprei cosa dirti, visto che, pur essendo tuo coetaneo, non ho nemmeno quel minimo di esperienza che hai tu per darti dei consigli; voglio però fare qualche osservazione (probabilmente banale) e lasciarti qualche domanda (decidi tu se vorrai rispondere o meno).
Prima di tutto, mi (ti) chiedo: le app sono il mezzo migliore per raggiungere il tuo obiettivo? Da quel che ho letto in giro, sembra che questi strumenti siano utilizzati esclusivamente per cercare sesso e nulla più. Pare che sia una regola non scritta un po’ di tutta l’utenza che non si debba andare al di là della conoscenza superficiale e che ci si incontri solo per rapporti sessuali. Nulla più di questo. Quindi presentarsi in quei territori direttamente come una persona interessata alla costruzione di un rapporto serio o non superficiale equivarrebbe ad una sconfitta certa. Ma questo non toglie che qualcuno con le tue stesse mire non debba nascondersi da qualche parte. Però bisogna capire se ne valga la pena, si tratta di un investimento di tempo non indifferente e solo per la bassissima probabilità di trovare un individuo a te affine.
Oltre a questo, c’è anche da dire che ci sono individui dalla psicologia molto contorta in giro, che non gradiscono la chiarezza e che preferirebbero farsi prendere in giro più che affrontare direttamente qualcuno che si approccia in maniera limpida (forse per timore di non potersi tirare indietro, esporsi e magari legarsi troppo, chissà). Talvolta, infatti, chi ha serie intenzioni tende comunque a non farle notare subito, onde evitare di perdere potenziali “prede”. Mi chiedo però che tipo di utilità ci possa essere nell’inseguire qualcuno che al 99% non avrà alcun interesse. Senza contare che di solito quelli che parlano chiaro non piacciono alla stragrande maggioranza delle persone, indipendentemente dal fatto che siano gay o meno (mia opinione personale questa).
Per quanto riguarda i locali gay, è probabile che siano la trasposizione in 3D di quel che si trova in chat, come ti è stato detto, tuttavia ritengo che la presenza fisica faccia la differenza e non poco. Su una chat un individuo molesto potrebbe mettersi ad insultare davanti a un rifiuto, senza curarsi delle conseguenze, ché tanto non lo raggiungeranno. Ma dal vivo queste dinamiche tossiche devono per forza smorzarsi (altrimenti finirebbe tutto in una rissa perenne
). Tutto sommato un’esperienza di prima mano a riguardo non ce l’hai ancora, non so quanto ci si possa fidare di quella altrui, per cui una possibilità a questi locali, fossi in te, la darei (chiaramente al netto di ciò che si è in grado di sopportare a livello sociale, io ad esempio avrei grosse difficoltà per via della mia estrema timidezza). Tentar non nuoce. L’importante è mantenere le aspettative sempre basse.
Qui però mi viene in mente un pensierino scontato e già sentito sulla consistenza della cosiddetta “comunità gay”. Se ci si basasse solo su questi due contesti, reali e non, si direbbe che non ci siano speranze: la sedicente “comunità” sarebbe solo un insieme di individui a caccia di sesso. Però di persone che ricercano qualcosa di diverso devono essercene per forza, anche solo per mera statistica, così come ci sei tu. E qui, come ti era stato detto nelle altre risposte, potrebbe tornare utile l’associazionismo. Credo che sia uno dei pochi contesti in cui si possa respirare almeno un po’ di quel senso di comunità assente altrove. Se nelle chat o nei locali manca la voglia di conoscere il prossimo, nelle associazioni credo che sia invece un punto dirimente per portare avanti delle battaglie comuni. L’ideologia (se così vogliamo chiamarla) può essere un ottimo collante per la creazione di rapporti profondi, perlomeno è un terreno comune su cui si può tentare di far crescere qualcosa. Nella peggiore delle ipotesi sarebbe l’unico punto di incontro con gli altri, ma sempre meglio che non averne proprio, come nei contesti spersonalizzanti di cui sopra.
C’è poi sempre il rischio di capitare in un ambiente comunque poco serio, che sfrutta l’immagine di associazione come specchio per le allodole, ma è sempre meglio non lasciar nulla di intentato.
C’è infine un ultimo punto a cui hai accennato e che mi ha un po’ turbato:
vedo molto difficile avere una certa fiducia nel futuro, soprattutto se per la maggior parte il fatto di non aver mai avuto storie è esso stesso motivo di allontanamento e di sospetto.
Vorrei chiederti se si tratti di qualcosa che hai riscontrato direttamente, se ti sia stato fatto notare, o se qualcuno ti abbia fatto pesare la tua inesperienza. Mi interessa molto saperlo, perché è qualcosa di cui ho scritto anch’io in passato, ma si trattava di una mia deduzione (non esente da eventuali bias). Mi inquieta l’idea che possa presentarsi questo ulteriore ostacolo nell’impatto col mondo esterno e non farebbe altro che confermare le mie idee pessimiste, e questa è l’ultima cosa che vorrei.
Detto questo, ti auguro il meglio Dave. Credo che tu abbia ancora molte carte da giocare, di certo ti serve ancora tanta pazienza.