Perché non piaccio a nessuno?

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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Geografo
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Perché non piaccio a nessuno?

Messaggio da Geografo » giovedì 16 novembre 2017, 22:00

A volte quasi mi vergogno a parlare con i miei genitori, mi vergogno perché mi dispiacerebbe dirgli che hanno un figlio depresso. Un figlio che non è felice, che non riesce a trovare il suo posto nel mondo.
Questo lo riconosco quando mi capita di stare davanti ad uno specchio, specialmente quello del bagno di casa.
Tendo a passare ore a guardarmi. Mi guardo ovunque, mi scruto il naso, i capelli, i denti, il corpo, l'altezza. Faccio fatica a piacermi, a volte mi chiedo come appaio alle persone: sono un bel ragazzo? O sono carino? O normale? O addirittura sono normale tendente bruttino? Bruttino non penso. Ma non riesco a capire come io possa apparire esteticamente, cosa io possa trasmettere alle persone da un punto di vista prettamente estetico.
Quest'insicurezza me la porto nella vita di tutti i giorni, e ho l'ossessione per gli specchi. Se vedo uno specchio mentre sono in giro, ho l'impulso irrefrenabile di andare a vedermi (a volte facendo anche figuracce, perché se all'entrata di un negozio c'è uno specchio, tendo ad entrare solo per vedermi davanti ad esso, con grande disappunto del commesso).
Mi ricordo che una volta, durante l'ora di religione del terzo superiore, la professoressa chiese cosa avremmo portato con noi in un'isola deserta. Io risposi uno specchio. E non perché io sia vanitoso, penso che questo si sia capitato. Ma perché devo vedere come sono esteticamente, come io appaio alla gente. È un disturbo ossessivo compulsivo di cui sono schiavo, che spesso mi relega a stare in un bagno a vedermi e a non vivere serenamente le giornate. A volte quasi mi fa pena la mia vita, perché vorrei fare tantissime cose: vorrei giocare a calcio con gli altri ragazzi, vorrei andare a dei concerti, bere insieme agli altri, urlare in mezzo alla strada, fare delle pazzie. Ma sono solo, io e lo specchio di fronte a me, che mi porta ad un confronto continuo ed estenuante con me stesso. Dico queste cose mentre piango in questo momento, cosa che non mi capita quasi mai.
Ho iniziato l'università da un mese, vivo in una grande città dove potrei fare millemila cose. Eppure non sto sfruttando tutte queste opportunità.
L'ultima volta che sono uscito con qualcuno, è stato con i miei compagni di corso per Halloween, ad una festa in cui alla fine non è che mi sia divertito, anzi sono stato alquanto annoiato. Vado in un'università privata, e ho fatto amicizia con un gruppo di ragazzi che comunque non è che mi stiano simpaticissimi, nel senso che tendono ad essere (concedetemi il termine) dei gran leccaculo con i professori, oltre che ad essere dei ragazzi assolutamente competitivi, che non hanno intenzione di studiare insieme. Con loro condivido gran parte dei corsi, in quanto io frequento un programma particolare in cui dei corsi li faccio in inglese.
Lo scorso weekend non sapevo cosa fare, ero terribilmente annoiato, e sono uscito a farmi un giro da solo in centro. Alla fine, anche andare in centro mi stanca, perché gira e rigira i posti li conosco tutti (per quanto siano infinitamente belli).
Uno dei primi giorni di università, arrivai con un leggero ritardo e quindi mi ero messo in uno dei posti più in fondo all'aula (in genere tendo a mettermi tra i primi posti, quelli in cui si trova il gruppo di ragazzi con cui ho fatto amicizia).
Ero lì da solo, quando dopo un po' arriva accanto a me un altro ragazzo, che si presenta, e mi fa: "Piacere, Francesco" (nome di finzione). Chiacchieriamo un po', gli chiedo dove abita, e scopriamo che abitiamo nella stessa zona. Mi sembrava simpatico, insomma, un tipo a posto e decisamente diverso rispetto al mio gruppo di amici che mi sono fatto. Da quanto mi racconta, ha scelto la facoltà più per gli sbocchi lavorativi che altro (in quanto i suoi reali interessi erano altri).
Fatto sta che, dopo che c'è stato il quarto d'ora accademico e quindi una sorta di "ricreazione", torno allo stesso posto e...lui non c'è più. Mi siedo, mi guardo intorno, e vedo che si era messo da un'altra parte.
Adesso, a ripensarci, ci rimango malissimo. Ho come l'impressione, a volte, che alla gente io non dia l'impressione di un ragazzo interessante e da poter conoscere.
Questa percezione è aumentata quando ho conosciuto, nella chat di questo forum, un ragazzo, poche settimane prima l'inizio dell'università.
Parlavamo a volte in chat, e parlando, scopriamo che abitiamo nella stessa città, e addirittura nello stesso quartiere. Lui già va all'università (ha un anno in più di me). Dopo aver parlato per un po' di tempo, mi chiede se ci va di vederci, e gli dico di sì.
Il giorno dopo lo aspetto nel posto che abbiamo deciso, e lui mi saluta, arrivato un po' in ritardo.
Passiamo una bella mattinata insieme, discutiamo di politica, a volte anche litigando, così tanto che una signora che stava lì accanto ha cominciato a commentare anche lei. Mi dice che è bisessuale, "che per lui conta la persona", e abbiamo discusso riguardo questo. Però lui mi aveva fatto un'ottima impressione, e anche io l'avevo fatta a lui. E per questo motivo usciamo anche una seconda volta, andando al cinema, e vedendo un film di guerra.
Ci rivediamo poi una terza volta e, dopo aver passato la giornata insieme, io mi avvicino verso di lui e lo bacio. Tremava come una foglia, ma lo bacio tre volte, e poi gli do un bacio affettuoso sulla guancia (a lui era piaciuto un sacco!). Torniamo poi a casa.
Ci rivediamo una quarta volta, torniamo allo stesso posto, finché poi io ricomincio a baciarlo, lui ci sta, e mentre gli racconto che mi piacerebbe tanto far parte di una squadra di calcio, lui mi fa: "Devo dirti una cosa". Gli chiedo che è successo e mi fa: "Senti...non rimanerci male ma...ecco...non mi piaci". Gli chiedo che intenda, dato che mi sembrava abbastanza coinvolto, e mi fa: "Ecco, baciarti è bello, sì. Però non ho sentito quel trasporto speciale, capisci che intendo?".
Dopodiché mi ha nominato diverse volte il "trasporto speciale" che con me non ha sentito.
Ci sono rimasto parecchio male. Anzi, malissimo. Tornando verso casa, noto che però mi fa un discorso: "La cosa bella tra due uomini è che si conosce l'uno il corpo dell'altro, mentre non è così per una donna. Però le donne hanno delle curve sinuose, ecco". Io lo guardo un po' strano e lui mi fa: "No no, tranquillo, non sono etero!". Lo accompagno all'autobus e torna a casa.
Ormai è passato un mese, ma parliamo spesso su WhatsApp.
Eppure sono arrivato all'idea di non piacere a nessuno. Ho solo avuto una storia, più di due anni fa (avevo 17 anni), durata poco, con un ragazzo comunque immaturo.
Ma il fatto di non piacere mi assilla.
Sono arrivato a non piacermi nemmeno io.
E il fatto che io non sia piaciuto a questo ragazzo, con cui invece consideravo di aver fatto su di lui un'ottima impressione (esteticamente e culturalmente) mi ha destabilizzato.
Forse avrei un grande potenziale, intendo dire che potrei fare tantissime cose, ma la mia concezione di inferiorità mi relega a non farne nessuna. Fatico anche a studiare: penso così tanto a quanto dovrei studiare, che poi non studio, perché penso che non sarei abbastanza bravo.
Vorrei tanto una risposta.

Alyosha
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Re: Perché non piaccio a nessuno?

Messaggio da Alyosha » giovedì 16 novembre 2017, 22:54

E' una bella lettera, calda e molto romantica è bello tu l'abbia condivisa. I momenti di sconforto possono essere tanti e in quei momenti siamo abituati a vedere tutto nero. Mi viene in mente una bella frase di Marty Rubin "Le radici profonde non dubitano mai che la primavera arriverà". Penso dovresti puntare più sulle tue radici, la tua profondità, che su quello che si vede fuori e non dubitare del fatto che questi momenti che paio pesanti sono in realtà fertili e partorienti.
Sei in una città che non conosci da appena un mese e sbaglia profondamente chi pensa che la prima sensazione che dia la libertà sia la felicità. La libertà è innanzitutto smarrimento, paura del vuoto e angoscia. Fai come gli alberi e non dubitare che la primavera arriverà!
Capisco tu abbia tante responsabilità addosso, arrivi in un altra città, fai spendere tanti soldi ai tuoi e senti addosso l'esigenza di essere produttivo. Però se una volta che ti sei messo fuori posto per così dire hai trovato una compagni fuori dal coro forse sarebbe il caso di abbandonare la prima fila. Quella magari è particolarmente selezionata in termini di competizione e accondiscendenza.
Sulle tue insicurezze riguardo al tuo aspetto fisico non voglio entrarci. Scriviamo da anni in un forum senza volto e con un nome finto... magari non sempre questo è un male. Penso che le tue insicurezze dovresti rispettarle, abbracciarle per così dire, non maltrattarle. Rispetta il fatto che tu ti senta "bruttino" visto che per altro "bruttino" è già tenera come espressione. Ho letto molta tenerezza nelle tue parole e se la gente che ti sta accanto non riesce a coglierla non sempre è un problema tuo.

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progettogayforum
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Re: Perché non piaccio a nessuno?

Messaggio da progettogayforum » venerdì 17 novembre 2017, 3:09

Ciao Geo,
beh, effettivamente il tuo post è interessantissimo. Il senso di perplessità e di delusione che puoi provare è grande, ma le cose di cui tu parli, con modulazioni di vario tipo, sono accadute e accadono ogni giorno a tutti i ragazzi e non certo solo ai gay. La vita affettiva è come la febbre dell'oro, si cerca per tutta vita l'anima gemella, o almeno qualcuno che ti capisca e che ti valorizzi, ma tra i cercatori d'oro vale una regola generale: si smuove molta terra per trovare poco oro (quando lo si trova). Già è difficile costruire amicizie serie, perché non sai mai chi hai veramente di fronte finché non vedi quelle persone alla prova dei fatti, ma trovare l'amore è decisamente raro, capita pochissime volte nella vita e potrebbe anche non capitare mai. Quanto allo specchio, sì, indubbiamente l'aspetto fisico conta, e molto, almeno all'inizio, poi entrano in gioco altre qualità personali che però interessano solo chi è capace di vederle, e qualcuno per fortuna lo fa. Non è un caso che molti gay, dopo ripetute esperienze di doccia fredda si mettano, per così dire in stand by e si dedichino ad altre cose, che possono essere curate individualmente, considerando la ricerca di un compagno come qualcosa che va fatta solo se ce ne sono almeno le condizioni minime in termini di reciprocità. A parte il fatto che in genere non ci si rende nemmeno conto "prima" di che cosa vuol dire avere un ragazzo, può andare tutto bene e allora i problemi non esistono, può andate tutto male e la storia finisce abbastanza rapidamente, ma spesso non va né bene né male e ci si trascina senza entusiasmo tra alti e bassi. Il discorso vale anche per l'amicizia che, quando è una cosa seria, nasce da sé ed è reciproca già in partenza. Ho patito anche io la solitudine, poi ne ho fatto un abito mentale smettendo di considerare la vita di coppia la soluzione di tutti i problemi. Certe volte mi capita di parlare con uomini gay adulti sposati e con figli, qualcuno di loro pensa che il rapporto con un uomo sia una specie di paradiso terrestre in cui i problemi sarebbero tutti risolti, ma non è così. Tutte le coppie, etero o gay hanno i loro problemi e si può stare bene in coppia solo se si sta bene anche da soli, altrimenti uno trasferisce nel rapporto di coppia tutte le sue frustrazioni e tutte le sue ansie. Ti ho detto la mia opinione, che rispecchia i miei punti di vista: non sono gli altri a darci un valore, siamo noi che dobbiamo essere indipendenti dal giudizio altrui.

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Re: Perché non piaccio a nessuno?

Messaggio da smalltownboy » venerdì 17 novembre 2017, 20:09

Ciao Geografo.
Sono di un paio d’anni più vecchio di te e la mia esperienza è stata decisamente differente dalla tua, soprattutto perché durante l’adolescenza avevo ben altri problemi che cercarmi il ragazzo (anche se qualche brevissima e deludente esperienza mi è capitata). Su una cosa tuttavia mi ritrovo: l’ossessione di non essere una persona gradevole esteticamente e che questo possa precludere ogni possibile approccio con potenziali amici e/o partner. Dalla mia ho anche il fatto di non essere oggettivamente un Brad Pitt 8-) e questo in effetti fomentava il mio timore. So anche cosa significhi avere un’ossessione, sebbene quando ne soffrivo la mia riguardasse altre tematiche. C’è una cosa però che ci tengo a dirti e che, giocoforza, ti sembrerà un luogo non comune, comunissimo: la prima persona a cui bisogna piacere è se stessi. Questo porta la gente a cambiare, ma in positivo. Se si sente invece la necessità di cambiare per gli altri, allora non si potrà mai essere felici. Credo tu debba chiederti se davvero pensi di non piacere a nessuno, o se piaci a te stesso ma temi che non valga lo stesso per gli altri. Se ti trovi nel primo caso, saprai certamente cosa dovrai cambiare della tua persona per iniziare a piacere almeno a te stesso; altrimenti, non devi fare proprio nulla :) solo vivere per come sei con la consapevolezza che se qualcuno un giorno si innamorerà di te, o semplicemente vorrà divenire tuo amico, sarà perché gli piaci per quello che SEI e che VUOI essere. Il mio ti sembrerà un pippone filosofico utile solo per il copione di un film. Ma ti assicuro per esperienza che non è così. Se c’è una cosa che sicuramente ti renderà inflelice, è continuare a non accettare il proprio modo di essere (estetico o caratteriale che sia). Piaci a te stesso e sappi che sicuramente, intorno a te, ci sarà qualcuno che avrà gli stessi tuoi gusti nei tuoi confronti :) non abbatterti. Spero di sentire presto tue notizie (certamente buone ;) ).

bellissimo1
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Re: Perché non piaccio a nessuno?

Messaggio da bellissimo1 » martedì 20 marzo 2018, 18:02

Ciao a Tutti!
Come State?

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progettogayforum
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Re: Perché non piaccio a nessuno?

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 21 marzo 2018, 0:12

Benvenuto Bellissimo1!! :D

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Niko
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Re: Perché non piaccio a nessuno?

Messaggio da Niko » mercoledì 21 marzo 2018, 22:45

Ciao Geografo,
ho letto con molto interesse ciò che hai scritto e mi sento in diritto/dovere di darti una risposta analitica che tocchi tutti i punti che hai trattato nel tuo discorso, in quanto anch'io ho sofferto l'anno scorso di dismorfofobia, perché di questo si tratta primariamente, e, bene o male, sono riuscito ad uscirne e a riacquistare autostima.
Partiamo da delle considerazioni basi:
L'autostima non dev'essere motivo di vanto, ma dev'essere una spessa corazza contro i giudizi estetici che la gente, più o meno esplicitamente, ci dà.
Avere un'alta autostima, sta quindi a significare non farsi influenzare dai pareri altrui concernenti la nostra fisicità è il nostro essere, perciò fossi in te io andrei innanzitutto a lavorare su me stesso, per poi digerire il "rifiuto" da parte di quest'altro ragazzo (di cui poi avrei delle cose da ridire che non mi trovano affatto d'accordo, ma andiamo per gradi).
Allora il problema non è la tua fisicità, né il giudizio delle persone sul tuo corpo, bensì l'atteggiamento che tu hai nei confronti della tua fisicità è da rivedere, perché passare molto tempo davanti allo specchio può essere costruttivo solo se noi incominciano ad adottare una visione d'insieme ancor prima di andare nel dettaglio a guardare le nostre imperfezioni.
Seconda cosa: comincia a guardarti allo specchio e ad osservare le parti del tuo corpo che ti piacciono e focalizzati su di esse.
Solo in un secondo momento magari guarda le imperfezioni e valuta: se si possono in qualche modo "cambiare", allora mettiti all'opera sulla base dei mezzi che hai a disposizione, altrimenti se non si può far nulla vanno accettate ed amate allo stesso modo dei tuoi pregi, perché la perfezione non appartiene all'uomo, appartiene solo a Dio, perciò incominciamo ad essere grati per le cose che abbiamo e per la fortuna che abbiamo di svegliarci ogni giorno e poter vedere la luce del sole attraverso il contenitore che ci tiene in vita, che è il nostro corpo.
Dopodiché non c'è cura migliore dello sport per raggiungere un'alta dose di autostima, che non solo ti aiuta a restare in forma e a modellare il tuo corpo, ma rilascia anche endorfine (non sono esperto in materia medica ma il concetto è quello) del buon umore che vanno a combattere la depressione.
L'importante poi è guardarsi allo specchio e toccare con mano i risultati, senza mettersi a paragone con gli altri, perché tutti abbiamo un fisico diverso dall'altro e dobbiamo gioire per i risultati che abbiamo ottenuto noi con le nostre forze, fantasticando magari anche un po' su ciò che potremo raggiungere attraverso l'impegno e la costanza.

Riassumendo, il primo step fondamentale per poter relazionarsi con gli altri, è innanzitutto relazionarsi con se stessi, col proprio Io.
I tedeschi la chiamano "Selbstfindung", ovvero il ritrovamento di se stessi, cioè andare oltre i propri confini, superare i propri limiti per ritrovarsi, e ricorda, che la più bella storia d'amore che esista è quella tra te e il proprio "Io", il proprio "Selbst".
Solo dopo questo percorso di riscoperta di se stessi, di miglioramento ed accettazione sarà possibile ricostruire la propria autostima e fondarla su nuove e stabili basi.
Dopodiché sarà possibile l'incontro interpersonale, ovvero l'io riscoperto che si relaziona col tu, che nel tuo caso avrebbe potuto essere questo ragazzo, di cui non condivido alcune posizioni.
Penso innanzitutto che abbia agito incoerentemente: non avrebbe dovuto lasciarsi baciare o baciare se non era del tutto convinto o se non provava un vero interesse nei tuoi confronti, e il concetto di "trasporto speciale", con tutto il rispetto, penso che non si regge proprio in piedi.
Il bacio non deve "trasportare", ma dovrebbe essere secondo me una dimostrazione speciale di un affetto che viene coltivato col tempo, col dialogo e con la conoscenza.
Poi non condivido quello che dice:
"La cosa bella tra due uomini è che si conosce l'uno il corpo dell'altro, mentre non è così per una donna. Però le donne hanno delle curve sinuose, ecco."

Una persona che dice questo a me sembrerebbe superficiale, sinceramente, perché siamo così diversi l'uno dall'altro, sia fisicamente che caratterialmente, che dire che un uomo conosce il corpo di un altro uomo ma non quello di una donna secondo me è un discorso insensato. E' come affermare di essere in grado di capire un altro ragazzo solo perché la persona che parla è essa stessa un ragazzo.
Tutti sappiamo come sono fatti anatomicamente i corpi maschili e femminili, ma ridurli ad una dimensione stereotipata e semplicistica del corpo maschile conosciuto e quello femminile dalle curve sinuose non mi pare corretto e, soprattutto, adatto e coerente con la situazione... ma non mi dilungo oltre.

Geografo, spero che i miei consigli possano esserti d'aiuto e spero di averti, almeno momentaneamente, sollevato il morale.
Ti mando un forte abbraccio e sai che puoi scrivermi quando vorrai nella chat privata di progetto.
Nico

gioandrew
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Re: Perché non piaccio a nessuno?

Messaggio da gioandrew » venerdì 8 marzo 2019, 22:34

Ciao Geografo,
voglio dare anch’io il mio piccolo contributo sull’argomento dell’aspetto esteriore, che tanto ti sta a cuore. Sicuramente il punto di partenza è, come già ampiamente detto, quello di volere bene prima di tutto a se stessi. Io credo, poi, che il fatto di piacere o meno a qualcuno sia in realtà qualcosa che va al di là del puro e semplice aspetto fisico. Penso che sia piuttosto qualcosa da considerarsi nel suo insieme. Piace la persona nel suo complesso: fisico, ma anche (e principalmente, è auspicabile!) mente, animo, pensieri, atteggiamenti, modi di esprimersi, di atteggiarsi, la voce. E tante altre cose. Insomma la persona nella sua interezza. Trovo che focalizzarsi solo ed unicamente sull’aspetto fisico sia veramente riduttivo.
Inoltre il gusto personale è una questione estremamente soggettiva e insindacabile. Una persona piace e basta. Ma nella sua totalità e per tutto quello che è il suo essere complessivamente considerato.
Tieni poi conto di un’altra cosa importante. Ci si innamora anche delle imperfezioni delle persone. Che ognuno di noi inevitabilmente ha, piccole o grandi che siano. Anzi, ci si innamora soprattutto delle fragilità e delle imperfezioni dell’altro.
Posso dirti che io apprezzo molto, come è ovvio, i bei ragazzi che hanno bei lineamenti, un bel fisico, un bel portamento etc. Ma non solo questo. Mi interessano, in primo luogo, molte altre qualità in una persona, che reputo molto più importanti e sono quelle che riguardano la nostra interiorità e il nostro intelletto. E l’idea di trovare un ragazzo/uomo con delle imperfezioni, paradossalmente, potrebbe piacermi ancora di più, perché potrei considerarle un qualcosa in più da amare di lui, che lo rende, se possibile, ancora più vero, autentico, umano.
Perciò tranquillo! Piacerai, alla persona alla quale piacerai, proprio per quello che sei. E per questo lui ti amerà. E viceversa. :)

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