Ciao
Giò, scusa innanzitutto per il ritardo nella risposta!
Giò ha scritto: ↑mercoledì 22 novembre 2023, 15:26
Hai affrontato qualche percorso di psicoterapia in particolare?
Sto seguendo da poco più di un anno un percorso di psicoterapia, di tipo cognitivo comportamentale.
Il DOC non è l'obiettivo principale del percorso terapeutico, sono altri gli aspetti su cui ci concentriamo durante le sedute. Ad ogni modo mi è capitato di avere la necessità di chiedere alla dottoressa di dedicare qualche seduta anche al DOC. Ed ho potuto constatare che questa terapeuta ha una preparazione valida sul tema e sa come affrontarlo. Negli anni passati avevo iniziato percorsi di psicoterapia con altri professionisti, di orientamenti diversi, con cui però una vera relazione terapeutica non si è mai instaurata. Inoltre, credo che su questo specifico tema non fossero molto preparati.
Come in tutti i mestieri, inevitabilmente anche in quello dello psicoterapeuta c'è variabilità individuale riguardo preparazione, motivazione e capacità.
Se però trovi un professionista preparato su questo tema e con cui riesci ad avere un dialogo aperto, seguire un percorso di psicoterapia sicuramente può aiutarti ad imparare a gestire l'ansia, a conoscere meglio i meccanismi di pensiero ossessivo e come questi interagiscono con gli altri aspetti del nostro mondo interiore.
Nel mio caso ad esempio la modalità di pensiero ossessivo è certamente unita ad una discreta insicurezza e a una certa facilità a sentirmi in colpa.
È essenziale imparare a conoscersi per non essere più vittime dei propri stessi pensieri.
Alcuni aspetti del proprio disagio sono personalissimi, sono quelli a cui mi riferivo prima parlando di "interazioni col proprio mondo interiore". E di questi si può parlare sicuramente con uno psicoterapeuta, ma anche con chi ci vuole bene, ci conosce e con cui possiamo aprirci senza timori.
Credo che il benessere che hai avvertito nel parlare con la tua compagna sia indicativo in questo senso.
Altri sono comuni un po' a tutti quelli che hanno a che fare col DOC. E qui le spiegazioni e i consigli di un professionista possono certamente aiutate.
Personalmente ho trovato illuminanti anche leggere le spiegazioni di chi col DOC ha avuto a che fare prima di me.
Uno dei concetti che più ritengo validi lo possiamo sintetizzare con la citazione di un film degli '80 (WarGames), in cui questa frase era "pronunciata" dall' intelligenza artificiale che nel film gestiva il lancio di missili nucleari statunitensi. Per impedire che desse il via autonomamente a una guerra nucleare con i sovietici, il sistema viene fatto giocare a tris contro se stesso, all'infinito. Non sbagliando una mossa, non riesce mai a vincere, ma continua, togliendo risorse a qualunque altra cosa stesse facendo. Finché capisce che la guerra (come il DOC) è uno "strano gioco. L'unica mossa vincente è non giocare".
A volte la mente ci suggerisce di iniziare delle partite, che non dobbiamo giocare. Bisogna imparare a riconoscere i dubbi ossessivi e non dedicarci troppo tempo mentale. A volte pensiamo troppo a un tema e il fatto stesso di pensarci: 1) ce lo fa percepire come una questione importante da affrontare, mettendoci peraltro in allarme; e 2) il dubbio o la paura si precisano sempre di più, siamo noi stessi a trovare gli elementi che ci mettono in difficoltà.
Poi, chiaro, è tutto più complesso di così. E, come dicevo prima, alcuni aspetti, fondamentali, del proprio disagio sono personalissimi e non riconducibili ad esperienze altrui.
Sta a noi unire i puntini delle conoscenze che possiamo acquisire su noi stessi e sul doc e trovare il modo per stare meglio.
A questo proposito, aggiungo che hai fatto benissimo a non tornare neanche per un periodo a stare da tua madre. Evitare le situazioni che ci fanno paura o ci mettono ansia perché oggetto di timori ossessivi magari diminuisce l'ansia per un po' o ci sembra l' unica cosa sensata da fare , ma sul lungo termine rafforza dubbi e paure. Allontanandoti dalla tua compagna avresti agito coerentemente con la visione negativa e distorta di te dovuta alla paura (alimentandola, confermandola), non alla realtà. Bene così perciò, anzi benissimo
E niente, ti auguro di nuovo che vada meglio con l'ansia e i pensieri.
Ciao
Davide