FRUSTRAZIONI GAY

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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barbara
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Re: FRUSTRAZIONI GAY

Messaggio da barbara » mercoledì 4 agosto 2010, 21:48

Guarda che il mio era un discorso in generale .Mica mi riferivo a te, coda di paglia che sei. :lol:

Comunque é da un po’ che avrei voluto dire una certa cosa, ma c’è sempre così tanta carne al fuoco, che non ce n’è mai stata l’occasione. Fin dall’inizio della mia esperienza qui, ho avuto un dubbio , che poi si è un po’ zittito mano a mano che entravo in questo mondo, perché ero troppo concentrata a capire tutte le cose nuove che leggevo.
Ora provo a dire di cosa si tratta.
La mia sensazione , che in parte è rimasta , è che, comprensibilmente, un ragazzo gay tenda molto ad attribuire il disagio psicologico che sta vivendo alla propria omosessualità e molto poco ad altri aspetti / esperienze che sono antecedenti alla scoperta della sua condizione .
Ho avuto come l’ impressione che un ragazzo si debba così concentrare su questa identità per poterla accettare, che tutto il resto finisca un po’ sullo sfondo.
La mia ipotesi è che l’omofobia dell’ambiente possa costringere il ragazzo gay a usare una lente di ingrandimento per leggere la propria condizione, e faccia perdere di vista altri elementi della propria vita che invece possono c’entrare molto con ciò che sta vivendo.
Quando poi Project parla di cassa di risonanza di una realtà particolare , mi sembra di poter intravvedere un altro tipo di risonanza oltre a quella di cui ha parlato. Ed è proprio il fatto che quando un ragazzo si confronta con altri riceve un’ulteriore conferma che ciò che vive è determinato solo ( o prevalentemente) dal suo essere gay .
E’ come se le lenti di ingrandimento di ognuno comunicassero fra di loro , rafforzandosi a vicenda , e creassero un universo culturale che rischia di lasciare poco spazio a tutto il resto.
Questa cosa l’ho notata in modo molto forte in altri siti che ho visitato, dove ogni malessere viene connotato come omofobia interiorizzata , con un atteggiamento addirittura a volte svalutante per chi non riesce ad accettarsi e un’intolleranza verso i vissuti depressivi.
Qui ovviamente ciò non accade. C’è un clima di accettazione e rispetto molto radicato; una capacità di accogliere la sofferenza altrui per quella che è . Segno che ognuno di voi riesce ad ascoltare il proprio malessere e non ha bisogno di difendersi da quello degli altri negandolo o squalificandolo.
Di conseguenza , invece di chiudere subito o etichettare i comportamenti ,cresce l’ interesse ad approfondire , a farsi delle domande , a pensare che più ipotesi diverse ci sono meglio é.
Vedo che a differenza di altri ambienti, non so se anche per effetto dei contatti precedenti con Project, molti arrivano qui già col proposito di raccontare di sé e si spingono a parlare in certi momenti anche di vicende personali che aiutano a capire come il malessere derivi spesso da una storia articolata e complessa .
Ricordo un intervento di Aquilotto, dove lui stesso aveva scritto che la sua difficoltà di trovare un equilibrio nelle relazioni affettive non dipendeva tanto (o solo) dal suo essere gay , ma dal tipo di rapporto affettivo che sin dal’infanzia aveva avuto con i suoi genitori.
Credo seriamente che sia molto importante riflettere su tutta la propria vita e non solo sul pezzo di vita che ha avuto inizio dal coming out con se stessi.
A molti capiterà di capire che in effetti tutti i problemi sono determinati dalle difficoltà legate al vivere l'omosessualità in un ambiente ostile, ad altri invece aiuterà a individuare altre cause di questo disagio e ad affrontarle.
In caso contrario il rischio che si corre è quello di usare inconsciamente la propria omosessualità come un coperchio , impedendo a se stessi di fare un lavoro di consapevolezza su aspetti importanti ad esempio della propria infanzia.
Mi interessa capire cosa ne pensate su questa mia riflessione , in particolare su questo meccanismo( sempre che esista !), che ripeto non è responsabilità del ragazzo gay, ma è , a mio avviso, una delle tante conseguenze negative dell’omofobia che lo circonda.

SenzaPeso
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Re: FRUSTRAZIONI GAY

Messaggio da SenzaPeso » mercoledì 4 agosto 2010, 22:10

[quote="barbara"Ed è proprio il fatto che quando un ragazzo si confronta con altri riceve un’ulteriore conferma che ciò che vive è determinato solo ( o prevalentemente) dal suo essere gay .[/quote]

Credo che questo sia un meccanismo mentale piuttosto comune non solo in questo ambiente sai? Semplicemente è il motivo più comodo e ricco di argomentazioni che una persona può trovare per attribuire la causa di tutti i suoi guai. Il fatto che abbia anche riscontri reali poi intensifica la convinzione che il motivo principale è quello. Ma capita anche in altri contesti:

Non trovo lavoro e me la prendo con il governo, perché ho argomentazioni per cui posso sostenere che la causa di tutti i miei problemi è il governo (e in parte ho anche ragione) quindi gli attribuisco la causa.

Non trovo una persona a cui piaccio, è colpa del fatto che sono brutto e la società è impostata sull'aspetto fisico, posso argomentare la cosa e in parte ho ragione, quindi gli attribuisco la causa di tutti i miei problemi.

è un po' la regola del capro espiatorio.

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Purnio90
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Re: FRUSTRAZIONI GAY

Messaggio da Purnio90 » giovedì 5 agosto 2010, 10:41

barbara ha scritto: ad altri invece aiuterà a individuare altre cause di questo disagio e ad affrontarle. In caso contrario il rischio che si corre è quello di usare inconsciamente la propria omosessualità come un coperchio , impedendo a se stessi di fare un lavoro di consapevolezza su aspetti importanti ad esempio della propria infanzia.Mi interessa capire cosa ne pensate su questa mia riflessione , in particolare su questo meccanismo( sempre che esista !), che ripeto non è responsabilità del ragazzo gay, ma è , a mio avviso, una delle tante conseguenze negative dell’omofobia che lo circonda.
Devo ammettere che questo forum più lo leggo più lo trovo veramente utilissimo. E' proprio grazie a questa discussione che ho trovato il coraggio (se così lo possiamo chiamare) di riflettere sul perchè io spesso mi senta male. Riflettendo mi sono reso conto che c'entra ben poco l'omosessualità in sé. Non so per gli altri, ma per me, il tuo discorso è assolutamente verificato. Ci ho pensato molto e ho concluso che oltre alla mera sorpresa derivata dalla scoperta del mio orientamento, oltre alle prospettive che mi si aprono, non c'è veramente nulla. Forse non riuscivo a capire cosa fare perchè non sapevo bene su cosa concentrarmi. Ora che ho capito che non è l'essere gay il motivo dei miei problemi, ma che lo sono tutta una serie di fatti antecedenti (il rapporto con mia madre, la vita sociale molto ristretta, la poca voglia e il poco coraggio di impegnarmi costantemente nel risolvere alcuni problemi)...ecco, ora che l'ho capito ho concluso che quello che devo fare, è semplicemente iniziare a risolvere. Agire insomma. Io invece ho preso l'omosessualità e l'ho investita con tutto il resto, caricandola di significati e colpe che non ha e dunque allontanandomi dal fulcro del malessere. Ho riflettutto per un po' e ora mi sento un po' più fiducioso. Quindi grazie.

Jek70
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Re: FRUSTRAZIONI GAY

Messaggio da Jek70 » giovedì 5 agosto 2010, 12:36

Barbara, quello che hai potuto constatare è vero. La causa ai problemi non è l'omosessulità in se stessa. L'omosessulità tutta al più può essere un'amplificatore causato dal disagio di discriminazione che questa comporta nella nostra società, di tante altre cose. Lo stesso per esempio che può avvere una persona di colore o comunque chiunque che per un motivo o per l'altro, non venga giudicato per ciò che è ma per ciò che certi stereotipi impongano debba essere.

Poi se ci aggiungi che l'omofobia che le persone si trovano a dover subire colpisce anche la sfera della più profonda intimità di una persona la cosa può davvero risultare esplosiva.

Essere portati a vergognarsi di avere ad esempio la pelle scura è già di suo orribile, però almeno resti libero di amare e di essere amato dai tuoi "simili".

Nel caso dell'omosessulità invece vieni compito proprio negli affetti che ti portano a vergognarti di amare e di essere amato e quindi facendoti vedere avanti a te un futuro "freddo" e di solitudine e ovviamente questo non giova certo alla salute.

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