C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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Niko
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C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Messaggio da Niko » sabato 19 agosto 2017, 12:24

Ho bisogno d'aiuto.
Ho bisogno di sfogarmi perché altrimenti sto troppo male. Soffro e ho tanta paura.
Ho paura dei miei pensieri, delle mie paranoie, dei miei complessi. Mi uccidono piano piano, me lo sento, ora sto ancora all'inizio e me ne sono reso conto subito. Per fortuna.
Vi chiedo aiuto e un consiglio, voglio andare persino dalla psicologa perché so che da solo non ce la faccio. Lo so.
Ultimamente ho conosciuto un ragazzo d'oro, speciale veramente, mi sta molto vicino in questa situazione e vuole aiutarmi perché vede che sto male e perché ci tiene a me e me lo dimostra ogni giorno.
Ieri notte fino alle 3:30 del mattino siamo rimasti a parlare di questa situazione.
Io non riesco a vivere serenamente la relazione, non riesco ad abbandonarmi ai miei sentimenti perché nella mia testa regna il caos e le ansie, mi stanno divorando dentro.
Lui non merita di stare male per me perché io non accetto il mio fisico, non accetto di essere inferiore a lui.
Io lo invidio, invidio lui e il suo corpo, è perfetto ai miei occhi, mentre io non mi piaccio.
In una relazione omosessuali sono inevitabili i paragoni riguardo al fisico, al viso, al corpo, al peso, e anche al pene.
Io sto nutrendo seri complessi di inferiorità, mi guardo allo specchio e mi vergogno, stamattina mi sono fatto la doccia e quasi mi veniva da piangere, ho vomitato dall'ansia, mi faccio schifo da solo, voglio liberarmi del mio corpo, voglio tagliarmi questa cazzo di testa per non pensare più, la mia mente mi sta uccidendo piano piano, anche ora.
Lui sta male al solo pensiero di perdermi e mi dice continuamente di parlargli, mi dice che io sono perfetto ai suoi occhi e che mi invidia, ma non ho nulla di invidiabile, anzi, semmai da compiangere.
Se non supero questo dolore che cazzo faccio? Ad ottobre devo partire per l'Erasmus e il pensiero di dover affrontare questa cosa da solo mi uccide, non sono in grado, mi sento fallito in partenza perché sono un fallito.
Chi mi aiuterà lassù, sarò io insieme a me stesso, e la cosa mi spaventa perché non so quanto saranno grandi i macigni che la mia mente intende far gravare su di me, mi sento schiacciato e non riesco a controllare i miei pensieri.
Non voglio rimetterci la mia carriera universitaria, è una delle poche cose che mi dà soddisfazioni e dove ottengo risultati di cui vado soddisfatto.
Io sono un perfezionista, miro alla perfezione in tutte le cose, ma ci sono cose che proprio non posso cambiare, che fanno parte di me e della mia natura e che devo accettare e basta ma non ci riesco.
Mi sento come se fossi entrato in un tunnel, la mia vita è un tunnel e se non faccio qualcosa subito non so se ne uscirò. Oppure come ne uscirò...

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progettogayforum
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Re: C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Messaggio da progettogayforum » sabato 19 agosto 2017, 18:50

Ciao Nico,
ansie, timori, senso di inadeguatezza, complessi di inferiorità, ecc. ecc., per un verso, e perfezionismo per l’altro, sono cose che vanno molto bene d’accordo. Un tempo si diceva che il meglio è nemico del bene e si intendeva dire che di fonte a una perfezione tanto assoluta quanto irreale, tutto viene svalutato. Si raccontava anche una storia, inventata ma significativa, di un ragazzino che al 1° anno di scuola superiore prese 9 in matematica per 5 volte di seguito, la sesta volta prese solo 8 e mezzo e andò a gettarsi dal ponte. È un paradosso ma la dice lunga. Altro esempio, meno paradossale ma anche questo molto significativo, quello dello studente che vuole prendere sempre 30 e mai di meno, alla fine ci riesce, ma perde due anni, dopo aver rifiutato 29 parecchie volte. È chiaro che queste forme di perfezionismo indicano che si è perso il contatto con la realtà. Hai un ragazzo “bellissimo” che a te ci tiene moltissimo, quindi o tu sei veramente al di sotto dello standard e lui è fuori di testa, o, molto più realisticamente, stai cercando consolazione per qualche altro motivo. Un’altra cosa mi viene da dire: farsi molti complessi, in genere mette in crisi la vita di coppia, perché assistere una persona in difficoltà ha senso se la difficoltà si supera, ma se la difficoltà diventa una struttura fissa del rapporto, alla fine genera stanchezza. La coppia equilibrata è quella paritaria, se una coppia serve a uno dei due per trovare sostegno nell’altro, beh, non è probabile che duri a lungo. Uno psicologo può essere utile in questioni del genere che, probabilmente, hanno radici da ricercare molto indietro nel tempo. In ogni caso consiglierei di aumentare i livelli di socializzazione, di uscire, di vedere amici, da solo o in coppia, di dedicarsi ad attività concrete e coinvolgenti che impediscano al cervello di girare a vuoto sempre sugli stessi contenuti.

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Niko
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Re: C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Messaggio da Niko » sabato 19 agosto 2017, 21:16

Io ho una vita sociale soddisfacente.
Mi sento scoraggiato dalle parole di Project pensando che può finire con quel ragazzo, è per questo che mi sto dando da fare come posso, appena è sorto il problema sto cercando di risolverlo.
Più di questo non posso, e se dovesse andar male non mi voglio accollare tutta la colpa, perché Io, Niko, ho sbattuto contro i miei limiti e devo accettare di non essere perfetto, che non tutto va secondo i piani.

Lao
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Re: C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Messaggio da Lao » sabato 19 agosto 2017, 22:42

Ciao Niko, anch'io sono un perfezionista, per quanto con l'età mi sia un po' ridimensionato (credo di avere 15 anni più di te). Sei troppo severo con te stesso, hai aspettative eccessivamente elevate che poi si schiantano inevitabilmente con una realtà non controllabile da parte tua perché le variabili in gioco non sono nelle tue mani. Questo ti provoca quel forte senso di disagio, inferiorità ed inadeguatezza di cui parli. Il rischio è impaludarti in circoli viziosi che potrebbero acuire e riconfermare la tua percezione - infondata - di non essere all'altezza. La frase "mi sento un fallito perché sono un fallito" è tautologica e non spiega nulla, piuttosto indica che l'effetto distorcente si trova dentro di te. Se reputi opportuno ricorrere a un supporto psicologico, fallo. Occorre individuare i motivi che ti hanno portato a essere così spietato con te stesso e ritrovare la motivazione e le energie per superare questo stato di impasse. Non credo che si tratti solo di una questione estetica, considerando che nella vita troverai sempre dietro l'angolo un altro più bello, più atletico, più alto, più disinvolto, col pacco prominente. E' un disagio che viene da più lontano. In ogni caso, fermandoci alle questioni superficiali, puoi provare ad intervenire sul tuo aspetto (ma anche, strada facendo, sulla tua immagine di te) facendo sport (che può servirti anche per scaricare la tensione e non fissarti sempre sugli stessi pensieri ossessivi), tonificandoti o cambiando look. Non abbandonare l'idea dell'Erasmus, perché potrebbe essere un'occasione unica per reagire. Se non andassi riconfermeresti, a mo' di circolo vizioso, quella immagine di inadeguatezza che ti spaventa. So che solo pensandoci ti senti attanagliato dall'ansia, ma spesso, a parte i "deliri" iniziali, quando siamo in pista sfoderiamo energie inaspettate. Concludo dicendo che, al contrario di altri, hai un ragazzo che ti ama. Hai un tesoro inestimabile e questo dovrebbe già infonderti molta forza, perché tra tanti ha scelto proprio te.
Ultima modifica di Lao il domenica 20 agosto 2017, 17:31, modificato 3 volte in totale.

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Re: C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Messaggio da progettogayforum » sabato 19 agosto 2017, 23:20

Niko, condivido tutto quello che ti ha detto Lao.
Sul tuo post leggo: "se dovesse andare male" ma perché dovrebbe andare male? Fino ad ora non è andata affatto male! Paure, complessi, ok, e allora? C'è chi ha veramente problemi enormi e si dà da fare per non farsene travolgere. Con le insicurezze devi imparare a convivere.
C'è una bellissima storia di Dino Buzzati, intitolata "il Colombre", che racconta di un ragazzo che, da quando era bambino, era stato messo in guardia dall'andare per mare perché in alto mare c'era il Colombre, un enorme squalo che lo seguiva ovunque. Ogni volta che avvicinava al mare ne vedeva la pinna al largo ed era terrorizzato di essere divorato dal Colombre. Quel ragazzo divenne uomo e poi vecchio e poco prima di morire decise di vincere la sua paura, di prendere la barca e di andare ad affrontare quel mostro che lo voleva divorare. Andò in mare aperto, poi vide ribollire le acque e apparve il Colombre. Il marinaio gli disse: Divorami adesso! Finalmente puoi farlo, dopo avermi ossessionato tutta la vita! E il Colombre gli rispose: Non ho nessuna intenzione di divorarti, ho cercato di seguirti ovunque perché volevo regalarti la perla più grande del mare, i più bel tesoro del mare. Lo squalo aprì la bocca e aveva sulla lingua una perla enorme e la gettò nella barca, augurò la felicità al vecchio marinaio e tornò negli abissi. Ma il marinaio era ormai alla fine della sua vita. L'indomani gli altri marinai trovarono a riva una barca con un vecchio marinaio morto e con la più bella perla che il mare avesse mai prodotto.
Le paure, spesso, ce le coltiviamo, non cerchiamo di guardare la realtà e ci facciamo spaventare. Niko!!! Grinta!! Puoi fare delle cose bellissime per il tuo ragazzo (che crede in te!) e per te e le DEVI fare!

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Niko
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Re: C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Messaggio da Niko » domenica 20 agosto 2017, 20:18

Io non riesco ad essere me stesso totalmente quando sto con lui, non riesco a dimostrargli appieno il mio affetto e quello che provo per lui perché mi sento troppo in competizione, vedo lui e lo vedo più uomo di me, più virile, anche perché è pure più dotato, e il pensiero del confronto fisico con lui mi distrugge perché sono inferiore.
Non vedo soluzione, anche in intimità non troverei l'eccitazione pensando che lui ha una marcia in più rispetto a me, poi non è più vergine mentre io sì, e in più è più piccolo di me.
Non so ma mi sento umiliato, anche se lui non ha fatto assolutamente niente per farmi sentire così anzi.

Alyosha
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Re: C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Messaggio da Alyosha » domenica 20 agosto 2017, 20:38

Niko avevo scritto un post che si è cancellato cerco di recuperare il senso di quanto ti avevo scritto. Sei sicuro che questa persona ti piaccia? Non ha più senso prendere atto che qualsiasi sia il motivo lui non è adatto a te?
Capisco il desiderio vuoto di avere qualcuno accanto e la frustrazione che senz'altro provi nel capire che non riesci ad essere felice e che non ci riesci per colpa tua. Ma è davvero colpa tua?
Trovo il discorso del pene molto significativo e per altro lo ripeti abbastanza spesso. La trovo una metafora interessante di come funzionano le relazioni. Queste hanno sempre almeno due lembi ma resta una sola esattamente come nel cerchio esiste il concavo e il convesso, ma il cerchio sempre uno resta.
Mi chiedevo se tu ti senti inferiore rispetto a lui, lui come si sentirà rispetto a te? Se tu ti senti frustrato nel confrontare il tuo corpo con il suo lui come si sentirà nel confrontare il suo corpo con il tuo? Siamo proprio sicuri che non sia il suo atteggiamento UNITO al tuo che crea questo tuo stato d'animo?
Se il tuo pene è piccolo insomma, il suo è grande. Insomma se lui ti fa sentire piccolo, tu lo fai sentire grande. Questa asimmetria non permette una relazione sana ed è indifferente chi gli dia voce. Insomma questa relazione non funziona perché viaggia in una sola direzione al di come ciò succeda. Non c'è voglio dire un momento in cui lui fa sentire grande te, ma solo quello in cui lui fa sentire piccolo te. Infondo resta il fatto che lui si "prende" questa visione che hai di lui, ne resta gratificato, ma non riesce a darti nulla in cambio per così dire.
Non voglio ragionare sul perché questo succeda. E' ovvio che tu non ha un tuo equilibrio interiore ed emotivo, se ce lo avessi arriveresti dentro la relazione con una maggiore consapevolezza di te, questo lo di per scontato. Detto ciò però c'è qualcosa in lui che "attacca" con le tue paturnie.
Tutto questo discorso è volto a dirti che probabilmente non è colpa tua se le cose non funzionano, che per come sei fatto tu, la tipologia di persona che hai conosciuto non va bene. Temo per altro si tratti di una relazione recente, tu stai per andare in Erasmus, che senso ha cominciarla e cominciarla su queste premesse?
In tutta sincerità nemmeno un secondo nel leggerti ho percepito un tuo interessamento nei suoi confronti, un'emotività positiva. E' possibile che questa persona non ti piaccia e basta. Anche se è bello! Serve altro per una relazione e quest'altro semplicemente non c'è. Magari non sei ancora pronto tu, magari non è la persona giusta o magari entrambe, non ha troppo importanza, resta il fatto che non c'è e che dovresti tirare le somme coerentemente e senza auto flagellarti in questo modo.
Non pare che fuori da questa tua ossessione per il suo corpo tu condivida altro. Se di lui infondo sappiamo solo che ha il cazzo grosso e poco altro, probabilmente un motivo c'è. Insomma magari hai bisogno di altro.

Lao
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Re: C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Messaggio da Lao » domenica 20 agosto 2017, 20:49

Niko, ti "senti" inferiore ma non lo sei, come ti "senti" umiliato. Il fatto che il tuo partner non sia più vergine e sia più piccolo di te dice poco, perché quando si comincia un'avventura insieme si è di fronte a una pagina bianca. L'amore non è competizione, ma donazione e condivisione. Avere due cm in più nelle mutande non ti rende più uomo se non nell'immaginario collettivo; è semplicemente una questione genetica. In ogni coppia omosessuale ci sono differenze legate all'ambito del corpo e dei corpi, e scoprire la corporeità dell'altro, nella sua forma inedita, è uno degli aspetti della sessualità e dell'amore. Non è corretto dire che tu hai una marcia in meno rispetto al tuo ragazzo, perché siamo esseri talmente complessi che non possiamo essere ridotti a una questione di dimensioni o di prime volte già giocate. Quando ti cerca o quando ti dice che ti ama, lui non ha in mente il tuo pene, ma tutto ciò che la tua persona - nel suo spessore - rappresenta per lui. Il corpo è un elemento imprescindibile di ciò che siamo e di come amiamo, ma in questo modo lo svaluti ad una dimensione meramente oggettuale.

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Gio92
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Re: C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Messaggio da Gio92 » lunedì 21 agosto 2017, 20:40

Ciao Niko, cercherò di essere breve ma conciso.

Riguardo all'aspetto fisico si legano aspetti emozionali , che a loro volta si legano all'autoimmagine che hai di te stesso, all'autostima e al valore personale.

Attenzione però, perchè quì il 99% delle persone fa confusione: essere in sovrappeso o in sottopeso (non so tu quale dei due problemi abbia) non mette in gioco il tuo valore personale che rimane IMMUTATO ma incide sulla sicurezza interiore, quindi sul modo di poter trovare altri ragazzi, e di stare bene soprattutto con sè stessi.
Però la bellezza è un canone soggettivo: c'è chi si vede bello con tutte le sue imperfezioni e chi ad esempio io, sono molto esigente con me stesso e quindi tendo a perfezionarmi. Il mio psicologo mi criticava su ciò dicendo che io ero bello comunque ma il mio canone di bellezza su me stesso e sugli altri è tendente al perfezionismo, io però ci convivo bene e guai se qualcuno mi rompe le palle su ciò.

Ti vedi allo specchio e non ti piaci? cambia laddove si può fare. Il tuo corpo non ti piace? cambialo. fai sport, magari mettiti a dieta ma non piangerti addosso.

Devi avere una mentalità problem-solving, ovvero, c'è un problema, accettiamolo (che non significa rassegnarsi ma accogliere un dato di fatto) e modificarlo.

Però voglio dirti che devi volerlo tu, e tutte queste cose in amore non contano, perchè la bellezza affettiva (mamma e papà) e la bellezza sentimentale (ragazzo o ragazza) ovvero la visione che queste persone hanno di noi è molto diversa dalla visione che NOI abbiamo di noi stessi, che è legata, come ho detto all'inizio del post, ad aspetto emozionali e di autostima. Loro ci vedono belli anche se abbiamo i capelli pieni di fango e con un fisico diverso perchè in amore queste cose non contano, ma è un altro discorso.
Devi lavorare su entrambi i lati, da dove cominciare devi deciderlo tu, ma datti da fare.
Come psicoterapia ti consiglio la cognitivo comportamentale ma anche lì tu e la psicologa dovrete parlarne insieme mantenendo comunque le tue idee di base.
Sei perfezionista? va bene. Ti vedi imperfetto? perfezionati il più possibile.

Abbi fede e coraggio, non mollare.
Ti sono vicino.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

Guazzabuglio
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Re: C'è un nemico che mi perseguita, si chiama Me.

Messaggio da Guazzabuglio » martedì 22 agosto 2017, 0:36

Niko ha scritto:Ho bisogno d'aiuto.
Ho bisogno di sfogarmi perché altrimenti sto troppo male. Soffro e ho tanta paura.
Ho paura dei miei pensieri, delle mie paranoie, dei miei complessi. Mi uccidono piano piano, me lo sento, ora sto ancora all'inizio e me ne sono reso conto subito. Per fortuna.
Vi chiedo aiuto e un consiglio, voglio andare persino dalla psicologa perché so che da solo non ce la faccio. Lo so.
Ultimamente ho conosciuto un ragazzo d'oro, speciale veramente, mi sta molto vicino in questa situazione e vuole aiutarmi perché vede che sto male e perché ci tiene a me e me lo dimostra ogni giorno.
Ieri notte fino alle 3:30 del mattino siamo rimasti a parlare di questa situazione.
Io non riesco a vivere serenamente la relazione, non riesco ad abbandonarmi ai miei sentimenti perché nella mia testa regna il caos e le ansie, mi stanno divorando dentro.
Lui non merita di stare male per me perché io non accetto il mio fisico, non accetto di essere inferiore a lui.
Io lo invidio, invidio lui e il suo corpo, è perfetto ai miei occhi, mentre io non mi piaccio.
In una relazione omosessuali sono inevitabili i paragoni riguardo al fisico, al viso, al corpo, al peso, e anche al pene.
Io sto nutrendo seri complessi di inferiorità, mi guardo allo specchio e mi vergogno, stamattina mi sono fatto la doccia e quasi mi veniva da piangere, ho vomitato dall'ansia, mi faccio schifo da solo, voglio liberarmi del mio corpo, voglio tagliarmi questa cazzo di testa per non pensare più, la mia mente mi sta uccidendo piano piano, anche ora.
Lui sta male al solo pensiero di perdermi e mi dice continuamente di parlargli, mi dice che io sono perfetto ai suoi occhi e che mi invidia, ma non ho nulla di invidiabile, anzi, semmai da compiangere.
Se non supero questo dolore che cazzo faccio? Ad ottobre devo partire per l'Erasmus e il pensiero di dover affrontare questa cosa da solo mi uccide, non sono in grado, mi sento fallito in partenza perché sono un fallito.
Chi mi aiuterà lassù, sarò io insieme a me stesso, e la cosa mi spaventa perché non so quanto saranno grandi i macigni che la mia mente intende far gravare su di me, mi sento schiacciato e non riesco a controllare i miei pensieri.
Non voglio rimetterci la mia carriera universitaria, è una delle poche cose che mi dà soddisfazioni e dove ottengo risultati di cui vado soddisfatto.
Io sono un perfezionista, miro alla perfezione in tutte le cose, ma ci sono cose che proprio non posso cambiare, che fanno parte di me e della mia natura e che devo accettare e basta ma non ci riesco.
Mi sento come se fossi entrato in un tunnel, la mia vita è un tunnel e se non faccio qualcosa subito non so se ne uscirò. Oppure come ne uscirò...
Ciao Mirko, ti capisco perfettamente.
Quando avevo 14 anni (ora ne ho 18) ho incominciato a soffrire di... qualcosa. Più che altro di qualcuno. La mia immagine e i miei pensieri mi facevano del male. Quando mi guardavo allo specchio piangevo, quando andavo a letto piangevo e quando ero insieme ad altre persone... avevo paura. Non sopportavo né il mio corpo, né il mio viso né il mio carattere.
Ad un certo punto, durante l'estate tra la fine delle medie e l'inizio del liceo, ho addirittura pensato di farla finita.
Ora, qualche anno dopo, sono quasi riuscito ad accettarmi.
Mi sono impegnato ad amarmi e a combattere la negatività.
Ho iniziato sforzando dei sorrisi davanti allo specchio. All'inizio è stato doloroso, ma con il tempo mi ha aiutato. Per accettare il mio corpo ho anche cercato di migliorarlo, ma penso che l'approccio migliore sia accettare i propri difetti. Dopo anni in cui non riuscivo ad accettarmi, oggi faccio molta ironia su di loro.
Non mi fanno più paura e in un certo senso, li amo. Non importa quanto "gravi" siano (e nel mio caso lo sono abbastanza), i nostri difetti sono una parte di noi e ci rendono unici.

Tutto ciò, però, mi ha aiutato solo in parte. Il mio problema in realtà era ed è soprattutto un altro: relazionarmi con gli altri. Io mi odiavo e gli altri facevano lo stesso.
Per questo motivo ho iniziato a soffrire (e soffro tutt'ora) della paura dei miei pensieri. A volte mi "sfuggono" e mi fanno del male. Cerco di controllare le mie ansie e le mie paure, ma non riesco. Ho notato però che amare gli altri ed essere amato fa tacere mi fa stare meglio.
Tentare di relazionarmi con gli altri mi sta aiutando molto. Ho cercato di modificare e migliorare il mio carattere, ma a mio parere l'approccio migliore è migliorarsi senza dimenticare di amare i propri difetti.
Avere qualcuno vicino, qualcuno che ci ami veramente (che sia amicizia o qualcos'altro), è di grande aiuto.

Spero di esserti stato utile. Non sono in grado di darti dei veri consigli, ma spero che la mia esperienza possa aiutarti.
Scusatemi se il post non è scritto benissimo, ma è molto tardi...
Ciao!

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