Racconto d'amore gay : "SOLO UN RAGAZZO"

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
barbara
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Re: SOLO UN RAGAZZO

Messaggio da barbara » sabato 19 marzo 2011, 10:22

Non me la prendo, anzi ti ringrazio Nemesis, ogni suggerimento è fonte di riflessione per me. L'articolo me l'aveva già cassato il mio consulente letterario, ma io che son milanese l'ho voluto lasciare, perchè è un racconto impregnato di provincialismo in verità. Volevo che si sentisse. Il tempo presente nemmeno io lo preferisco , ma avevo cominciato così e quindi ho continuato. Invece quella tecnica che mi dicevi mi interessa molto. Cosa sarebbe?

Nemesis

Re: SOLO UN RAGAZZO

Messaggio da Nemesis » sabato 19 marzo 2011, 10:40

barbara ha scritto:Non me la prendo, anzi ti ringrazio Nemesis, ogni suggerimento è fonte di riflessione per me. L'articolo me l'aveva già cassato il mio consulente letterario, ma io che son milanese l'ho voluto lasciare, perchè è un racconto impregnato di provincialismo in verità. Volevo che si sentisse. Il tempo presente nemmeno io lo preferisco , ma avevo cominciato così e quindi ho continuato. Invece quella tecnica che mi dicevi mi interessa molto. Cosa sarebbe?
Te l'ho scritto in privato era troppo lungo!

barbara
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Re: SOLO UN RAGAZZO

Messaggio da barbara » sabato 19 marzo 2011, 10:55

grazie, cara.
Invece rispetto al sè accentato, mi pare che nel racconto io scriva sempre "se stesso". cioè mai "sè" da solo.
In tal caso mi son attenuta a una regola che ho trovato anche riportata su questo link, perchè a me piace di più senza. ;)

http://forum.accademiadellacrusca.it/fo ... /897.shtml

skin83
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Re: SOLO UN RAGAZZO

Messaggio da skin83 » domenica 20 marzo 2011, 18:33

oddio barby e bellissimo!!!mi avevi accennato di questo...ed eccolo qua.lo letto tutto in un fiato,e in quel ragazzo mi son tanto identificato al punto di ricordare un episodio del genere che mi e successo anni fa.cmq brava verro a farti i complimenti app. posso bacio

Frankie
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Re: SOLO UN RAGAZZO

Messaggio da Frankie » lunedì 28 marzo 2011, 21:47

Mi sono letteralmente divorato i vari spezzoni della storia. Impaziente del seguito, non dico altro :D

barbara
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Re: SOLO UN RAGAZZO

Messaggio da barbara » martedì 29 marzo 2011, 5:43

Grazie ragazzi, i vostri incoraggiamenti sono preziosissimi per me. La continuazione è in cantiere. Tempo permettendo cercherò di finirlo al più presto, sempre che i miei personaggi non mi giochino qualche scherzo, Non sono molto ubbidienti in genere e fanno un po' quel che vogliono... :mrgreen:

jovr
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Re: SOLO UN RAGAZZO

Messaggio da jovr » martedì 29 marzo 2011, 14:02

Bello, Barbara. Mi è piaciuto molto fino alla parola "FINE". Il seguito imposto mi è piaciuto meno (un po' scontatello, ammettetelo!) ma comunque sei stata brava a svolgere un esercizio acclamato a così gran voce :)
Poi, a dire il vero, devo anche dire che c'è un'altra cosa che non m'è piaciuta (e stavolta è una cosa della prima parte originale): La citazione di "Philadelphia". Ricordo di aver trovato "La mamma morta" eccessiva anche nel film di Demme. Qui, in questo contesto, suona un po' forzato, almeno ai miei occhi... Fosse dipeso da me avrei fatto un Diego meno lezioso. La musica classica e il melodramma poco si addicono al suo personaggio. Meglio l'indie-rock inglese. Un ragazzo di quell'età, di quel tipo, si emoziona con le parole di Alex Turner, non con quelle di Luigi Illica.
Ma ovviamente l'autrice sei tu.
E chi sono io per rompere le palle? Epperò, da quanto ho capito questa cosa la stai facendo in funzione di un libro e così ti ho messo una pulce nell'orecchio. :-)

Ah, poi ho notato che ti è sfuggito qualche "pò" che... non si può vedere. :-)

barbara
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Re: SOLO UN RAGAZZO

Messaggio da barbara » martedì 29 marzo 2011, 20:34

mmmhmmmm siamo intenditori qui... hai ragione Jovr. Il finale aperto è molto più "letterario" , ma qui vogliono il lieto fine. Che ci posso fare???? :mrgreen:
Quanto a Philadelphia... il fatto è che le mie cognizioni di musica classica sono moooolto limitate. Konig e Cagliostro ce la stanno mettendo tutta, ma sono ancora iscritta alla 1 A ... (delle elementari eh...)
Lo so che il pò si scrive po' :oops: . Me l'han già detto 8-) E' che "pò" è così comodo da scrivere... e io di po' ne uso a profusione...
Oddio , se dovessi correggere tutti i pò disseminati negli 800 e passa post di Progetto..... dici che mi basterebbero una decina d'anni??? :lol:

jovr
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Re: SOLO UN RAGAZZO

Messaggio da jovr » mercoledì 30 marzo 2011, 10:29

Beh, sai, il compito di un autore è anche quello di "informarsi". E' solo per questo che ho dato la mia opinione. Ovviamente lungi da me l'intenzione di fare "la maestrina con la penna blu"... Secondo me la parte con l'Andrea Chenier si può rivedere senza difficoltà. Son certo che Konig e Cagliostro saranno ottimi maestri e "le basi" le impari entro il primo trimestre :)
Sul "pò", invece, non transigo. La pigrizia non l'accetto! Sarà anche comodo ma "pò" è sbagliato!!! :-D
Penso la stessa cosa di chi scrive "perchè". sostengo che non sia una grande difficoltà usare il corretto "perché", e infatti tu non lo sbagli mai!
Presumo che ti sarai accorta che dopo un po' diventa automatico pigiare quel "tasto maiuscolo" per mettere la "e" accentata correttamente, quindi fidati: lo diventa anche mettere un carattere in più per scrivere " po' ".
Dovrò integrare le lezioni di musica classica con qualcuna di grammatica? Non mi sembreresti una che ne ha bisogno, scrivi molto bene... Sei solo pigra. :-)
Un bacio!

P.S. - La prossima volta pontificherò sull'orrore di vedere scritto sempre più spesso "qual'è" con l'apostrofo!!

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Re: SOLO UN RAGAZZO

Messaggio da barbara » sabato 9 luglio 2011, 9:19

Clang . E la macchinetta del caffè rifiuta per la terza volta la moneta. Diego la prende e la guarda perplesso.
-Forse non ha da darti il resto .Tieni. Prova con questa- gli dice una voce alle sue spalle. E' Marco , che gli porge una moneta da cinquanta centesimi . Diego la prende , tenendo gli occhi bassi e cercando di non toccargli le dita. -Grazie. Poi la cambio e te la rendo-
-Figurati, dovrei offrirti caffè per un mese intero per rimettermi in pari col sette di mate che ho appena preso.-
-Nella verifica hai preso sette?-
-E ti stupisci? Dovresti saperlo che ho avuto un buon maestro...Anzi: il migliore.-
-Mah! Insomma...- La macchinetta emette un bip e lui prende il caffè. Quando si rialza, Marco gli mette una mano sulla spalla : -Ho un debito di sangue con te, caro mio. Dimmi cosa vuoi che faccia e io lo farò -
La "cosa che vorrebbe" si materializza per un istante nella mente di Diego, appannandogli la vista. Boccheggiando, farfuglia un : -Ma và. Nessun debito. Per così poco poi....- Eppure si è sentito arrossire. Si chiede se Marco l'abbia notato e cosa pensi di lui. O forse la penombra del corridoio nasconderà il suo imbarazzo. In quell'istante suona la campanella e il via vai di gente si fa frenetico.
-Mi aspetti mentre prendo il caffè?- e lo guarda fisso negli occhi.
-Sì, certo- Diego finge di prendere un altro sorso dal bicchierino ormai vuoto.
-Pensavo a come festeggiare il mio scampato debito- gli dice l'altro introducendo a sua volta una moneta nella macchinetta. - Vorrei fare una pazzia. Tipo uscire di qui, prendere la mia macchina e andare al mare. Ci verresti?-

Un viaggio di tre ore , che Diego ha passato rubando istantanee del suo profilo, mentre Marco guardava fisso la strada . E ora sono lì, davanti al mare, i piedi scalzi nella sabbia , gli spruzzi dei cavalloni che arrivano sulle braccia nude.
Il mare è mosso e tira un vento salmastro , ma al sole si sta bene.
Barcollando come due ubriachi raggiugono uno scoglio e si siedono vicini.
-Devo essere impazzito. Una cosa così non l'ho mai fatta.- dice Diego , al ricordo della scusa che si è inventato con sua madre.
-Io si che l'ho fatta. Mica una sola volta.-
-Vuoi dire che quando sei rimasto assente tutti quei giorni il mese scorso...-
-Esatto.-
Marco ora non ride più e tiene la testa bassa. Continua a tormentare la roccia con un rametto, come in attesa della prossima domanda.
Diego fa un profondo respiro e poi riprende: -Ma dove andavi?-
-E dove potevo andare? In giro. Poi un giorno che pioveva sono anche andato al cinema. - Lo dice con tristezza, come se qualcuno l'avesse obbligato a farlo.
-Da solo?-
-Sì. Da solo-
-E che senso ha, scusa? Da cosa scappavi? Dalle interrogazioni?-
Si è girato e l'ha guardato un attimo , come incerto sul da farsi. Ha fatto forza sul rametto fino a spezzarlo e poi l'ha lanciato in acqua.
Ora si sente solo l'infrangersi delle onde e il sibilo del vento fra le rocce.
Un altro al mio posto avrebbe saputo cosa dire, pensa Diego all'improvviso. O forse non avrebbe detto un bel nulla. Gli prende il panico al pensiero che Marco possa essersi già pentito. Pentito di averlo invitato. Scocciato di averlo lì, a rovinare un pomeriggio che avrebbe potuto essere perfetto.
- Da cosa scappavo dici? Non è difficile immaginarlo. Almeno per te.-
Diego tenta una via di fuga:- Se non ne vuoi parlare io lo capisco. Non è che sei obbligato...-
-Sono stanco, Diego. Non ce la faccio più a fingere. Dovrei farlo anche con te?-
Si è girato e adesso lo guarda negli occhi, intensamente. Diego deve aggrapparsi alla roccia con le mani , perché gli sembra di cadere. Così non può impedire che avvenga.
Marco che gli fissa le labbra , prima di sfiorarle in un bacio timido. Diego é impietrito dalla sorpresa e non sa che fare .
Ora lui si è scostato, un'ombra di delusione sul viso.-Scappavo da questo. E avevo ragione, a quanto pare. -
Si è alzato ed è fuggito via come un ladro, prima che Diego potesse fermarlo.
Ha preso a correre in direzione della macchina , in mezzo ai mulinelli di sabbia che il vento solleva qua e là sulla rena. Quando Diego lo raggiunge è seduto sul marciapiede davanti all'auto , intento a ispezionarsi un piede.
-Che hai fatto?-
-Niente.-
-Come fai a vedere in quella posizione? dammi qua il piede, dai-
-Ci vedo benissimo. Devo avere una spina. Forse un riccio di mare.-
-Seeee. Un riccio di mare. Sarà una scheggia che hai beccato nella sabbia-
-Sta di fatto che brucia.-
-E allora fammi vedere.-
-Che puoi fare? Vabbè .Tieni.-
Diego si appoggia il piede in grembo e con un fazzoletto lo ripulisce dalla sabbia .
-E' una scheggia. Minuscola però. Non è facile afferrarla senza una pinza. Stai fermo che ci provo.- Poi si avvicina con la bocca e la estrae con i denti.
-Ammazza che presa! Grazie. -
Sono saliti in macchina . Marco prende le chiavi per inserirle nel quadro, ma Diego gli prende la mano .
-Che hai?.-
-Insomma un"grazie" è troppo poco-
-Vorrà dire che ti offro il caffè all'autogrill. Dai che son già le sei. E lascia 'sta mano!-
-Non bevo caffè lo sai. -
-Dai non mi va di giocare, tanto meno adesso. Lasciami -
-Nemmeno io voglio giocare. E tu non vai da nessuna parte, se non finisci quello che hai cominciato poco fa.-
Il suo sorriso è l'ultima cosa che vede, prima di chiudere gli occhi e lasciarsi portar via

The end :D

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