Voglio una relazione gay seria

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barbara
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Re: Sono un vuoto a perdere?

Messaggio da barbara » sabato 15 ottobre 2011, 11:48

Le cose che sono state dette sono su piani differenti, per cui spero di non far confusione nel tentativo di chiarirmi. Innanzitutto mi sembra che si stia discutendo di situazioni molto diverse fra loro. un conto è chi , come nel caso di Felix, è interessato al sesso pure e semplice, un conto è chi appare innamorarsi dall'oggi all'indomani e investire un rapporto di aspettative magiche.
Tra le due cose c'è un'enorme differenza secondo me.
Tralascio la prima situazione di cui si è detto molto in svariati topic, per concentrarmi sulla seconda.
Intanto vorrei sottolineare che stiamo parlando di una situazione vista dall'esterno . In questa discussione nessuno è intervenuto dicendo: a me capita questo.
Vedi, Boy-Com, un conto è il giudizio che si dà di un comportamento (superficialità, volubilità ecc) un conto è il significato che quel comportamento ha per la persona che lo agisce.
Facciamo un esempio : potresti incontrare un ragazzo che, avendo avuto prevalenti esperienze di approcci a sfondo unicamente sessuale, comprende immediatamente che tu sei una persona diversa da tutte le altre che ha incontrato . Potrebbe anzi credere che ben difficilmente gli capiterà una seconda opportuntà . Quel vissuto , unito al fatto di vedere che tu al contrario tendi a mantenere una distanza , potrebbe indurlo a prendere l'iniziativa o addirittura il suo intento potrebbe essere quello di aiutare te a sbloccarti.
Ora qualificare questo comportamento come superficiale mi sembra riduttivo.
In questo mi piacerebbe sentire che ne pensi, prima di dire le altre riflessioni che mi vengono in mente.

Alyosha
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Re: Sono un vuoto a perdere?

Messaggio da Alyosha » sabato 15 ottobre 2011, 13:00

Penso che mi aiuti sempre a vedere le cose in modo diverso quindi continua pure :). Ovviamente non stavo parlando in astratto credo che si sia capito questo.

barbara
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Re: Sono un vuoto a perdere?

Messaggio da barbara » sabato 15 ottobre 2011, 14:15

Allora facciamo un altro esempio : un ragazzo che si getta a capofitto in una relazione perchè nel suo percorso ha la sensazione di avere poco tempo, oppure di avere perso tante occasioni , facendo scelte sbagliate oppure reprimendo ciò che era. Allora si dà un'accelerata nei confronti della possibilità di innamorarsi , che dal suo punto di vista è una conquista importante rispetto a ciò che viveva prima e può preludere a un equilibrio migliore in futuro.
Ma chi è all'esterno e non conosce la sua storia potrebbe logicamente diffidare.
Potrebbe pensare che quel ragazzo è attratto da chiunque passi per la strada, che è qualcuno che non riflette , sensa sapere che è proprio qualcuno che ha passato un'intera vita a riflettere e basta , e che per fortuna sta cercando di cambiare.
A vedere dall'esterno quella facilità si potrebbe pensare: "Se si infatua così facilmente di me, chi mi dice che un domani mi sarebbe fedele?"
Ora però dimmi tu che ne pensi di questi esempi. ;)

Alyosha
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Re: Sono un vuoto a perdere?

Messaggio da Alyosha » sabato 15 ottobre 2011, 14:53

Barbi sono esempi molto belli e mi mettono tanto di buon umore, almeno penso in positivo. Apposta però mi serve tempo, ma non solo per capire chi è lui e con quali aspettative arriva a me, ma sopratutto per sapere chi sono io e cosa mi piace di lui. Cioè una persona che nei fatti non conosco può raccontarmi di sé quello che vuole, per me è solo aria che circola tra me e lui. Certo mi comunica delle sensazioni positive o negative, ma di fatto non so nulla di lui e voglio tempo. Tanto più che se resta capisco che intenzioni ha. Come dici tu visto dall'esterno l'atteggiamento di chi vuole solo portarti a letto e ti racconta panzanate e i casi di cui parli tu è praticamente lo stesso. Lasciarmi andare richiede uno sforzo enorme da parte mia e devo prima capire se ne vale la pena.

barbara
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Re: Sono un vuoto a perdere?

Messaggio da barbara » sabato 15 ottobre 2011, 15:20

Credo che sia legittimo chiedere all'altra persona del tempo per poterla conoscere meglio. Questo implica in un certo senso una sospensione del giudizio in attesa di comprendere se questa differenza di tempi corrisponda a una distanza sostanziale tra te e l'altro oppure se, nonostante lo stile diverso di approcciare l'altro, vi sia una comunanza di interessi e di modi di vedere la vita.
Sospendere il giudizio non è una cosa così automatica , come si può immaginare . Spesso non ci rendiamo nemmeno conto di esprimere dei giudizi, ma abbiamo la sensazione di osservare e constatare delle verità oggettive.
Conoscere il nostro modo di giudicare è altrettanto interessante. Ci permette di mettere qualche punto di domanda in più sulla realtà e su noi stessi, sul nostro modo di interpretare le cose.
Facciamo un altro esempio ( è la giornata degli esempi questa!!! :lol: ): se un ragazzo viene fatto oggetto di attenzioni abbastanza spesso , a seconda se abbia più o meno autostima potrebbe giudicare la cosa molto diversamente. Chi ha una bassa autostima potrebbe pensare che l'altra persona faccia il filo a chiunque nello stesso modo in cui lo fa a lui, oppure che l'altro ha secondi fini oppure che si sta sbagliando o che non si è accorto degli enormi difetti che lui ha e che quando se ne accorgerà lo lascerà perdere.
Insomma capire se si é frainteso il comportamento dell'altro e, nel caso, ricredersi secondo me è anche una chiave per comprendere meglio se stessi.

Alyosha
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Re: Sono un vuoto a perdere?

Messaggio da Alyosha » sabato 15 ottobre 2011, 18:19

Facciamo un altro esempio ( è la giornata degli esempi questa!!! :lol: ): se un ragazzo viene fatto oggetto di attenzioni abbastanza spesso, a seconda se abbia più o meno autostima potrebbe giudicare la cosa molto diversamente. Chi ha una bassa autostima potrebbe pensare che l'altra persona faccia il filo a chiunque nello stesso modo in cui lo fa a lui, oppure che l'altro ha secondi fini oppure che si sta sbagliando o che non si è accorto degli enormi difetti che lui ha e che quando se ne accorgerà lo lascerà perdere.
Questo me lo hai dedicato a me? :oops:

barbara
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Re: Sono un vuoto a perdere?

Messaggio da barbara » sabato 15 ottobre 2011, 18:33

Se ti sei riconosciuto, te lo dedico volentieri. Penso che tu sia una persona che ha molto da dare e mi viene facile pensare che la capacità empatica che dimostri ogni giorno qui possa conquistare anche le persone che incontri, forse al di là delle tue stesse aspettative. ;)

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Re: Sono un vuoto a perdere?

Messaggio da Felix » sabato 15 ottobre 2011, 22:26

Cavolo che rabbia!!! Avevo scritto un po' di cose, ma non so che sia successo e mi siè cancellato tutto!!!! UFFA!!! Provo a riscriverlo.
barbara ha scritto:Penso che tu sia una persona che ha molto da dare e mi viene facile pensare che la capacità empatica che dimostri ogni giorno qui possa conquistare anche le persone che incontri, forse al di là delle tue stesse aspettative. ;)
Concordo pienamente con Barbara, anche se devo tirarle (bonariamente) le orecchie per quello che ha scritto nel primo intervento: sembrerebbe, infatti, per chi legge che io sia uno che pensa solo al sesso... Aiuto :o :o :o ! Non è così ovviamente, anche se spesso mi piace scherzare e fare battute sceme. Sono uno serio io! :lol: :lol: :lol:

Comunque di là da questo particolare, credo che Barbara abbia colto nel segno con l'ultimo post ed abbia espresso egregiamente quello che è anche il mio pensiero. Il fatto è che a volte chi è animato da una bassissima autostima, tende ad essere il peggiore ostacolo di se stesso: difficilmente crederà a chi gli manifesta segni di stima (che vanno comunque interpretati) e fiducia. Siamo, e qui uso il plurale inclusivo, portati a credere che gli altri non ci conoscono fino in fondo e si sbagliano di grosso nella troppo buona valutazione e opinione che han di noi. E qui si apre un capitolo importante: spesso ci ostiniamo a pretendere che la visione negativa che di noi portiamo dentro debba per forza essere assunta da chi ci osserva e ci conosce più da vicino, cosicchè anche loro si convincano della nostra ragione. Fortunatamente gli altri, almeno i più sensibili e capaci di empatia, sono in grado di discernere quanto quella visione strida con la realtà di quello che volente o nolente manifestiamo con il nostro modo d'essere e di rapportarci agli altri. Mi spiego meglio parlando della mia esperienza. Finchè son stato troppo concentrato sui miei problemi, ferite, lacune e crisi dolorose, non ho potuto credere a chi cercava di aiutarmi ad uscire da me per vedere che in realtà ciò che di me appariva all'esterno e, soprattutto, ciò che io ero e sono in realtà era tutt'altro che coincidente con la pessima visione che avevo di me. Mi sentivo una schifezza e non pensavo di meritare un posto nel mondo, nè la stima altrui (pensiero fisso era: "non mi conoscono e si sbagliano!"). Al centro c'era sempre il pensiero dei miei prblemi, che per carità, erano reali e oggettivi e per certi versi anche gravi. Solo che erano troppo gonfiati e avevano ricevuto troppo la mia attenzione. Solo quando per motivi di lavoro fui costretto ad occuparmi di tante persone messe insieme, misi per cause di forza maggiore da parte i miei problemi, scoprendo che a poco a poco essi si ridimensionavano e prendevano un posto più limitato nella mia vita. Andare oltre fu il vero toccasana e la scoperta più bella fu quella di scoprire che chi aveva creduto in me aveva ragione, mentre l'unico a sbagliarsi sul mio conto ero stato io stesso. Il lasciarmi andare in questo senso non è stato tanto il buttarmi a capofitto in situazioni che avrebbero richiesto un notevole stress emotivo, ma il voler ad un certo punto dire basta alla eccessiva considerazione dei problemi per cercare di vivere realmente una vita tranquilla e normale. Ed è stato bellissimo scoprire la bellezza di una vita che merita di essere vissuta! Mi son lasciato andare solo nel senso che ho ignorato volutamente per un po' i miei "mila" problemi, per scoprire che questi sono come i bambini che frignano solo per avere attenzione ma che appena si accorgono che non riescono ad ottenerla se ne stanno buoni e tornano a giocare come se nulla fosse successo.
Forse sono andato OT e me ne scuso. Di sicuro però ho espresso meglio il pensiero rispetto a quello che avevo scritto prima e che mi si è canellato.
Avrei voluto scrivere meno e solo per ribadire che secondo me Barbara ha azzeccato nel suo ultimo intervento!

Ciao Boy-com! Ti auguro che possa imparare a lasciarti andare, non nel senso di costringerti a fare qualcosa che il tuo cuore non è pronto a fare (lo sforzo di cui parli) ma in quello di mettere da parte l'eccessiva attenzione alle tue difficoltà percepite razionalmente e filosoficamente per vivere realmente e con semplicità la tua vita. In fondo quello che vuoi e vorrai lo scoprirai non quando seduto a tavolino avrai fatto chiarezza, ma solo vivendo e vivendoti quello che ti capita senza troppe pippe mentali (perdona quest'ultima espressione. Sai che in alcun modo è da intendere in senso offensivo!)!
E ti vengo a cercare con la scusa di doverti parlare, perché mi piace ciò che pensi e che dici, perché in te vedo le mie radici.
...
E ti vengo a cercare perché sto bene con te.

Perché sei un essere speciale
ed io avrò cura di te


(F. Battiato, E ti vengo a cercare/La cura)

barbara
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Re: Sono un vuoto a perdere?

Messaggio da barbara » domenica 16 ottobre 2011, 9:28

Felix, che dici???? Ma non mi riferivo certo a te! Piuttosto a quel ragazzo che ti ha abbordato in modo così discutibile. Parli come se non ci conoscessimo... :)
Al contrario devo dire che nei confronti del sesso a volte mi sembrate un tantino bacchettoni . Tu compreso ;)

Anemone
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Re: Sono un vuoto a perdere?

Messaggio da Anemone » martedì 18 ottobre 2011, 23:39

Ciao Boy-com,

secondo me non sei un vuoto a perdere, sei come tanti di noi una bomba che attende di esplodere, ma non ha ancora trovato il giusto innesco.
Dinamiche come quella che descrivi sono difficili da sostenere. Nel mondo omosessuale si accentuano: da un lato perché questa società così "open-minded" è ancora dannatamente omofoba e ci sentiamo ancora clandestini; oppure spesso è solo superficialità (dilagante).
E'interessante il fatto che tu abbia sollevato il fattore "tempo" nel conoscere un ragazzo che ci interessa. E'vero: nel mondo omosessuale quando si incontra qualcuno di interessante, pare di doverci stipulare un contratto; vige la legge del tutto e subito, non solo sul piano fisico, ma emotivo anche, come se i sentimenti li si potesse produrre a comando. Ma non funziona così. I sentimenti si schiudono quando due universi si incontrano, e hanno bisogno di desiderio e poesia per fiorire, di silenzi, sguardi, attese sapientemente create, non di grossolanità e fretta. Nel mondo gay si è perso un valore importantissimo: quello del corteggiamento. Si può essere diversissimi dall'altro per eperienze e carattere, ma se qualcuno ci interessa, noi proviamo il desiderio di emozionarlo e lasciarci emozionare da lui, provocarlo, e inseguirlo se sfugge. Ma la conquista non bada al tempo, non ha regole, e non è compatibile con la prassi "tenta e dileguati" che spopola negli ultimi tempi. E'qualcosa che a me manca molto, per cui capisco bene il tuo discorso e la tua amarezza, Boy-com.
Ti sono state risposte parole splendide e io ho poco da aggiungere. Qualcosa che vorrei dirti però c'è. Se sei una persona che mette paletti, o tende a respingere come per provocare l'altro, non devi vederlo come un problema. Forse ciò avrà spaventato alcune delle tue frequentazioni; ma tu sei fatto così, e meriti di provare il brivido del qualcuno che abbia l'ardire di scalfire le tue difese, e tentare di gettare un'occhiata oltre il tuo muro. Le cicatrici che ci segnano dipendono dai nostri vissuti e non le possiamo cancellare; alla fine ci rendono magari più complessi e interessanti o comunque ci sensibilizzano, ma se non ce ne lasciamo sopraffare ci rendono pure più forti. Ovvero: hai il sacrosanto diritto, certi giorni, di mandare tutto a quel paese, perdere la fiducia, chiuderti in casa e pensare che tutto è perduto. Poi però ripensaci, sentiti unico e speciale, e senza aspettarti chissà cosa, lascia fluire gli eventi: lascia che accadano e sii sempre pronto ad accogliere le opportunità che ti offrono. Non devi cambiare una virgola di te stesso, se non lo vuoi, ma devi però prometterti di non chiuderti mai e metterti sempre in gioco. Ci sarà da stare male spesso: coi sentimenti c'è sempre da scottarsi, ma ti possono portare in paradiso anche. A volte prenderai bastonate, ma non vale la pena di credere che sia tutto nero. Vale invece la pena di constatare che nonostante tutto le disavventure non ti hanno sradicato ma sei più bello e forte di prima, e vale la pena di aver fede nel fatto che magari, una volta o l'altra, sul ciglio della strada in mezzo a tanto fango troverai un diamante. Allora dimenticherai tutta la fatica che hai fatto per trovarlo, e tutto quello che ti appesantisce svanirà :D

Un abbraccio

Anemone

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