GAY A SCUOLA

Adolescenza gay, giovinezza gay, gay e scuola, gay e università, ragazzi gay e genitori
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progettogayforum
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GAY A SCUOLA

Messaggio da progettogayforum » sabato 16 maggio 2009, 0:49

admin ha scritto:Ho 19 anni appena compiuti, mi chiamo Stefano, sto finendo il terzo classico. Vorrei dire la mia sui gay a scuola, cioè sulla mia esperienza di gay a scuola. La scuola, che in teoria dovrebbe aprire il cervello dei ragazzi, in realtà non fa niente di simile, in particolare per quanto riguarda i gay. Intanto non se ne parla mai. Abbiamo fatto un corso di educazione sessuale, di tutto si è parlato ma non di omosessualità, proprio come se non esistesse. Quando durante le lezioni normali capita qualche riferimento, i professori fanno qualche minimo cenno, qualche volta con un atteggiamento di sufficienza che mi irrita molto ma qualche volta anche in modo intelligente, cioè sdrammatizzando ed evitando sottolineature, i miei professori sono quasi tutti vecchi ma non rimbambiti, quello che mi dà veramente fastidio è l’atteggiamento di certi ragazzi e di certi genitori. Il professore di Latino aveva cominciato a parlare di Petronio in modo piuttosto serio, cioè raccontando il Satyricon per quello che c’è scritto veramente. Dopo dieci minuti sono cominciate le manifestazioni di insofferenza, gli sbuffi, le facce stufe... e il prof. ha dovuto tagliare corto. Poi abbiamo fatto un compito di Latino tipo simulazione della terza prova ma non proprio come la terza prova, c’erano tre domande, bisognava rispondere a due e una si poteva tralasciare. Gli argomenti erano: Petronio, Seneca e Lucano... beh... Petronio l’ho trattato solo io, non in chiave troppo gay, ma senza tagli impropri... gli altri lo hanno evitato scrupolosamente. Una mia compagna al solo nominarlo dava segni di insofferenza, come se le pigliasse l’orticaria. In sostanza, nonostante gli sforzi del professore, Petronio non è passato come un autore serio ma come una specie di scrittore di storielle porno gay. Anche all’interrogazione l’argomento è stato ridotto alla cena di Trimalchione. Un discorso a parte andrebbe fatto sui libri di letteratura... pare incredibile, ma anche oggi, nel XXI secolo, i libri di letteratura sono purgati e i riferimenti gay restano sempre in una specie di mezz’ombra di detto e non detto. Ce ne fosse mai uno che parla chiaro! La chiusura della scuola alla realtà gay, secondo me, è imputabile ai professori solo in piccola parte. La vera rovina della scuola sono i genitori. Io non sono dichiarato, qualcuno sa di me anche a scuola, ma si tratta di persone fidate che non mi metterebbero mai in difficoltà, ma qualche volta sento dei discorsi veramente allucinanti. Provo a ricostruire qui sotto un pezzo di un dialogo vero all’interno di un consiglio di classe. Lo ricostruisco a memoria ma la ricostruzione è fedele:
Personaggi:
1) Sig.ra Bianchi (anni 48, madre di Matteo),
2) Stefano 19 anni (io),
3) Prof. di Italiano e Latino, 61 anni,
4) Prof.ssa di Storia e Filosofia, 62 anni,
5) Prof di Matematica, 41 anni,
6) Prof. di Religione, prete, 40 anni,

Sig.ra Bianchi: “Scusate, io vorrei chiedere una cosa su quella faccenda... insomma i ragazzi ne hanno parlato tanto... gli amici di mio figlio la sapevano tutti... una faccenda spiacevole... insomma, noi abbiamo mandato anche una lettera al preside ma non ci ha risposto... però se noi mandiamo i nostri figli qui... insomma vogliamo che le cose funzionino...”

Prof. di Italiano: “Signora, i soldi li ho raccolti io personalmente... poi quando non se n’è fatto più niente, li ho restituiti a tutti... ho il foglio firmato da tutti i ragazzi… quindi non capisco su che cosa lei abbia da dire...”

Sig.ra Bianchi: “Ma no, professore, per carità, lei hai perfettamente ragione... ma io non mi riferivo a quello...”

Prof. di Italiano: “Allora forse ho capito male...”

Sig.ra Bianchi: “Io mi riferivo a quella storia della gita...”

Prof. di Italiano: “Ma quale gita? Questi ragazzi non sono andati in gita... prima erano tutti d’accordo per andare a Barcellona... poi, uno alla volta, hanno cambiato parere... io non so di che gita parla...”

Sig.ra Bianchi: “Ma io non mi riferisco a questa classe...”

Prof. di Italiano: “E a che cosa scusi...”

Prof. di Matematica: “Veramente anch'io non ho capito bene di che cosa stiamo parlando...”

Sig.ra Bianchi: “Ma è possibile che voi non ne sappiate niente?”

Prof. di Italiano: “Ma di che, scusi...”

Sig.ra Bianchi: “Di quello che è successo nella terza C ...”

Prof.ssa di Storia e Filosofia: “E che è successo nella gita della terza C? Ce lo dica lei signora...”

Sig.ra Bianchi: “Ma come è possibile che non ne sappiate nulla? ... in pratica due ragazzi li hanno trovati insieme...”

Prof. di Italiano: “Cioè?”

Sig.ra Bianchi: “Cioè che si baciavano...”

Prof. di Italiano: “E allora? Noi avremmo dovuto sapere che due ragazzi delle terza C si baciavano? Ma sono affari loro...”

Sig.ra Bianchi: “Professore, lei non ha capito... non erano un ragazzo e una ragazza erano proprio due ragazzi... e che mi dice adesso?”

Prof. di Italiano: “Perché? Che cosa le dovrei dire? ... signora, sono maggiorenni… io devo cercare di insegnare un po’ di letteratura... la vita è la loro, in queste cose la scuola non c’entra...”

Sig.ra Bianchi. “E no! La scuola a questi ragazzi deve dare un’educazione... io Matteo lo mando da voi ma non voglio che frequenti certa gente...”

Prof.ssa di Storie e Filosofia: “Signora io di questa faccenda non ne so nulla, non riguarda questa classe... non so che c’entri il consiglio di questa classe...”

Sig.ra Bianchi: “Resto allibita, chiedo scusa se quello che dirò può sembrare aggressivo ma voi fate a scarica barile... va bene forse la competenza non è la vostra ma i professori della sezione C non so come facciano a tollerare una cosa simile...”

Stefano: “Signora forse lei si riferisce a tutto quel pettegolezzo che è comparso sul forum dei genitori...”

Sig.ra Bianchi: “Pettegolezzo? ... Ma i genitori i figli li devono seguire! ...”

Stefano: “Non so esattamente che cosa sia successo, io ho letto solo il forum... chi sono i ragazzi non lo so... ma chiunque siano, secondo me il prof. di Italiano ha ragione... sono affari loro... se sono gay sono affari loro... che c’entra il consiglio di classe?”

Sig.ra Bianchi: “Beh... ma se sono omosessuali, ma perché poi li devi chiamare gay? Vabbe’, se sono omosessuali si può anche cercare di aiutarli...”

Prof. di Religione: “Adesso anche la Chiesa ha atteggiamenti molto aperti nei confronti degli omosessuali...”

Stefano: “Bah...”

Prof. di Regione: “Eh no! E’ così... se vuoi ti faccio leggere i documenti, ci vuole massima comprensione... chiarezza, ma massima comprensione...”

Prof.ssa di Storia e Filosofia: “Io non ho capito di che cosa dovremmo discutere... l’omosessualità non è mica contagiosa... e poi queste cose esistono e anche ai ragazzi può essere utile rendersene conto... non capisco che paura ci dovrebbe essere...”

Sig.ra Bianchi: “Ma voi lo sapete che ne abbiamo parlato al comitato dei genitori... però hanno fatto solo parole... io ho scritto una lettera al preside... se volete ve la leggo...”

Prof. di Matematica: “Non vorrei sembrarle scortese, signora, ma abbiamo problemi di orario e ci sono già fuori i genitori della terza B...”

Sig.ra Bianchi: “Va bene, ho capito... però sembra quasi che vi chiudiate a riccio di fronte a questi problemi... la scuola non è solo il Latino e la Matematica, c’è pure una educazione morale che non spetta solo ai genitori... professore! Non mi faccia la faccia perplessa... così voi i ragazzi li lasciate a se stessi e così non va bene... ho capito... va bene...Buonasera! ...”

Dopo questa discussione, l’indomani tutto è finito nel nulla. Nessun professore ha minimamente accennato alla questione. Il mio intervento è stato interpretato nel senso che la scuola non deve farsi carico di questioni personali anche se io avrei voluto dire esattamente il contrario e tutto è finito così... il preside ha fatto finta di non aver mai ricevuto la lettera della rappresentante di classe, che dopo qualche giorno si è dimessa per motivi personali. Il Forum della scuola è stato oscurato “per motivi tecnici” e i contenuti sono andati perduti. I due ragazzi della terza C incriminati si sono difesi negando tutto, perfino l’evidenza, e l’attività della scuola è ripresa nella massima normalità. Ho chiesto al prof. di Latino di farmi portare agli esami una tesina su Petronio ma mi ha detto che secondo lui non era proprio il caso e mi ha detto: “Hai visto quello che è successo in Consiglio di classe... se succede in commissione sei fregato... lascia perdere!” Dopo una settimana sono andato in segreteria a chiedere di leggere il verbale, me lo hanno fatto leggere. Della discussione con la signora Bianchi, nel verbale, non c’era nessuna traccia. Letto, approvato e sottoscritto!

Giovane ignoto
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Iscritto il: lunedì 12 ottobre 2009, 15:21

Re: GAY A SCUOLA

Messaggio da Giovane ignoto » mercoledì 3 marzo 2010, 18:24

Spero che questa storia rappresenti un'eccezzione grottesca e che non ce ne sia bisogno, ma nel caso, spero improbabile, che si verifichi di nuovo, in qualche altra scuola, qualcosa di simile c'è ancora qualcosa che si può fare. Quello che sto per suggerire è rischioso, molto rischioso. Non tanto per un imporbabile coming out involotario, quanto più perché inizierete ad essere guardati come dei marziani e ad essere antipatici a molti, praticamente tutti.

NB: la procedura che stai per leggere è ispirata alle usanze democratiche. Nel caso vivessi in Italia, assicurati di avere le palle. Astenersi codardi e perditempo.

Se nel verbale sparisce il verbale

Nel caso in cui nel verbale di un'assemblea grottesca e oscena come quella sopra riportato scompaia la parte grottesca e oscena, andate dai carabinieri e denunciate il segretario di quell'assebmlea (colui che ha il dovere di stendere il verbale, nel caso di un Consiglio di Classe è solitamente il coordinatore dei docenti) per falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p. o, se si tratta di un privato e non di un pubblico ufficiale, art. 493 c.p.). Difficile immaginare che tutti i professori e tutti i presenti a quell'assemblea siano disposti a dichiarare il falso davanti l'autorità giudiziaria.

Se sparisce il verbale
Se il verbale non viene compilato, andate dal segretario e consegnategli, in forma scritta, la vostra richiesta che quel verbale venga prodotto. Assicuratevi di farvi firmare un pezzo di carta in cui il segretario in questione attesti di avere ricevuto la vostra richiesta o, se immaginate che possa rifiutarsi di firmare, fatevi accompagnare da almeno due testimoni al momento della consegna. Aspettate trenta giorni. Se dopo trenta giorni il verbale non è ancora stato compilato, andate dai carabinieri e denunciate il segretario in questione per omissione di atti d'ufficio (art. 328 c.p.). Il tutto sarebbe molto efficace, e non si arriverebbe di sicuro alla denuncia, se dopo aver consegnato la vostra richiesta scritta al segretario dell'assemblea lo minacciaste di cosa siete intenzionati a fare dopo trenta giorni. Vedrete che gli basteranno. Tutto questo vale se il segretario dell'assemblea è un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni. Altrimenti niente da fare.

Se vi nascondono il verbale

Se, dopo trenta giorni da una vostra richiesta scritta e motivata la scuola (o qualsiasi altra pubblica amministrazione) si rifiuta di esibire il verbale (nel caso di un Consiglio di Classe può essere esibita solo la parte del verbale relativa al primo tempo, quello pubblico con i rappresentanti di genitori e studenti), potete fare ricorso al Tribunale Amministrativo (vi serve un avvocato) o al difensore civico del vostro comune, provincia o regione (gratis).

Se il Preside ha un eccesso di pudore
Se il Dirigente Scolastico nasconde per pudore la lettera di un genitore oppure non vi dà modo di spiegare a voce che la scuola deve educare all'accettazione e alla condivisione della diversità in qualunque forma, scrivetegli una lettera anche voi. Spiegategli, fra le altre cose, che l'articolo 3 della Costituzione stabilisce che è compito dello Stato e delle sue istituzioni <<rimuovere gli ostacoli di ordine sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana>>. Soprattutto ricordategli che il d.P.R. 249/98 sancisce che:

- "La comunità scolastica contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani." (art. 1 c. 3)
- "La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale." (art. 1. c. 4)
- "La comunità scolastica promuovere la solidarietà tra i suoi componenti" (art.2 c. 2)
- "La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona." (art. 2 c. 8a)

Se il professore ha un eccesso di pudore
Se il professore vi rifiuta, per ragioni di personale pudore o altro, una tesina su Petronio o simili agli esami, fategli presente che non avete bisogno della sua approvazione per scegliere quali temi portare. Ricordategli che, secondo l'art. 33 della Costituzione "l'arte e la scienza sono libere". L'unico organo competente che può impedirvi di portare l'argomento che vi pare agli orali è la Commissione d'esame, che, però, non può rifiutare una tesina su Petronio. Il d.P.R. 249/98, infatti, prevede che "La scuola valorizza le inclinazioni personali degli studenti, anche attraverso la possibilità di formulare richieste, di sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome" (art. 2 c. 1) e che "gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento" (art. 2 c. 6). Se il professore continua ad opporre resistenze, fregatevene.


Ora provateci e fatemi sapere se siete sopravvissuti.

ps. Per gli studenti gay dichiarati: sarebbe il caso di andare dai ragazzi che, dopo essersi baciati, hanno negato l'evidenza, prenderli per un'orecchio e dare loro una bella strigliata. Se la meritano: nascondere il proprio orientamento sessuale è un diritto, lasciarsi costringere a negare l'evidenza ottenendo che gli altri gay non dichiarati ne risentano più di quanto già non soffrono, è colpevole codardia.

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