La mia esperienza

Adolescenza gay, giovinezza gay, gay e scuola, gay e università, ragazzi gay e genitori
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smalltownboy
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La mia esperienza

Messaggio da smalltownboy » domenica 12 gennaio 2014, 20:58

Ciao a tutti. Mi chiamo Francesco e mi ero presentato in questo forum circa un anno e mezzo fa. Da allora non sono più entrato. Vorrei condividere la mia breve biografia fino ad ora, che ho 17 anni e frequento la 4a liceo scientifico. Non c'è un motivo preciso, mi piacerebbe semplicemente condividere la mia esperienza con voi. Vedete, un po' da sempre mi sono sentito un po' differente dalle persone che mi circondavano. Fino alla 1a media tutto andò - per così dire - normalmente. Soffrivo allora di una forma non grave di epilessia temporale (nota come epilessia del sesto senso) che si estinse proprio in quegli anni (ero da tempo sotto terapia farmacologica, poi interrotta). Le cose cambiarono in 2a media, con l'arrivo nella mia classe di quattro bocciati (tre maschi e una ragazza). Subito tutti i miei compagni seguirono i nuovi "leader" che videro in me, ragazzino timido, impacciato e introverso la preda perfetta. La 3a fu un anno terrificante, oscuro, in cui alla persona che ero si andava sovrapponendo qualcosa di orribile, rabbia, rimorso, desiderio di vendetta irrealizzabile... I miei genitori mi difendevano ma senza esagerare (e per questo sia chiaro che non gli attribuisco alcuna colpa); l'acme fu quando, fuori da scuola appena dopo la fine della giornata, la ragazza ripetente (due volte bocciata, di cui io avevo molta paura per il suo carattere imprevedibile e violento) mi raggiunse e mi tirò uno schiaffo. Quando mia mamma vide il segno e che ero in lacrime andò a parlare coi professori. Il loro intervento fu però estremamente superficiale, anzi peggiorativo perché mi misero sullo stesso piano della ragazza. Il bullismo che subii fu più che altro psicologico. In 1a superiore mi ritrovai in una nuova classe, nuovi compagni e nuovi prof, e dopo un anno di assestamento, in 2a liceo tutto era diverso. La mia è una classe fantastica che non cambierei mai, e credo che la mia sia una buonissima scuola. Ma dalla 2a, fuori dal contesto scolastico, la situazione non era per nulla serena: attacchi di panico, una rabbia accecante verso me stesso e i miei ex compagni delle medie; e la cosa più caratteristica, una visione allucinante di una sessualità violenta, degenerata, oscura e perversa. Nel gennaio di due anni fa chiesi ai miei (che s'erano accorti del problema) di vedere una psicoterapeuta. E da allora sono in terapia psicologica e farmacologica. Il problema era un disturbo ossessivo-compulsivo, causato da una fortissima paura per la terrificante, caotica e perversa visione che avevo della sessualità. Ciò non impedì al mio orientamento sessuale di consolidarsi, e fu sempre in quel periodo (2a elementare) che me lo dissi: a me piacevano i ragazzi. In me coesistevano due parti. La parte omosessuale, sana e confortante, che mi portava - e mi porta - a desiderare un futuro: mi chiedevo se mai avrò un compagno con cui farmi una vita, una famiglia, un futuro... Ma questa parte positiva era eclissata da quell'altra, caotica, malefica e oscura che vedeva la sessualità (in generale, non omosessuale) come qualcosa di degenerato e spaventoso. E questo mi provocava un estremo dolore, rimorso e sofferenza. Ora, dopo due anni, le sedute psicologiche sono diradate e i farmaci ridotti. Sto meglio, tutto è decisamente più chiaro e quel poco che resta lo tollero molto bene. Sono sereno, o quasi. I miei genitori sanno del fatto che sono gay da ormai un anno e mezzo. L'estate di due anni fa già mi ero aperto ad altre persone - sui siti - (e un anno fa ebbi la prima, breve esperienza con un ragazzo; non finì molto bene, ma imparai a non fidarmi troppo dei contatti virtuali.) I miei lo scoprirono sempre in quel periodo (e oramai lo sanno perciò da due anni e mezzo). Ho sempre saputo come i miei fossero persone molto aperte e comprensive. E difatti l'hanno presa molto bene. All'inizio - certo - erano confusi, disorientati, mi dicevano "sei troppo giovane", "non puoi saperlo" eccetera. Ora ne parlano tranquillamente e l'hanno quasi totalmente metabolizzato. Ancora oggi mi resta qualche sintomo di quel mio "vecchio me", ma come ho detto, li tollero bene. Adesso sono dichiarato ai miei, ad una mia compagna di classe e ad un'altra amica (e naturalmente alla psicoterapeuta). Non ho fatto coming out perché vivo in paesi periferici, tra Milano e Monza, non particolarmente aperti mentalmente. Ancora oggi di tanto in tanto spero di incontrare qualcuno, con cui sostenersi, condividere i miei sentimenti, amarsi e crearsi magari un futuro. Non lo cerco disperatamente. Già all'università tutto cambierà, vivrò in altri ambienti e conoscerò molta altra gente... Ecco, questa è la mia storia. Spero di non avervi annoiato coi particolari. Grazie per aver letto e per essere qui a permettere a ragazzi come me di confrontarsi e condividere le proprie esperienze. :) Ciao a tutti.

derkleineBaum
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Re: La mia esperienza

Messaggio da derkleineBaum » domenica 12 gennaio 2014, 22:53

Caro Francesco,
devi aver passato davvero dei brutti momenti e mi fa piacere che la tua vita ora sia molto più serena. Tra i molti argomenti che hai esposto, vorrei soffermarmi su questo, che mi sento un po' più in grado di affrontare:
smalltownboy ha scritto:alla persona che ero si andava sovrapponendo qualcosa di orribile, rabbia, rimorso, desiderio di vendetta irrealizzabile...
Credo che questa sia una delle esperienze più brutte che chi si trova a subire una continua violenza psicologica, possa sperimentare. Anch’io a quell’età mi trovai, seppur più blandamente rispetto a te, in una situazione del genere. E nonostante la mia situazione non sia stata delle più gravi, ricordo bene d’aver desiderato vendetta e di aver fatto fatica a perdonare e dimenticare. Posso quindi ben immaginare come per te tale processo sia stato più complicato, in relazione ad un’esperienza più difficile. Ciononostante credo che valga davvero la pena di liberarsi di queste zavorre e perdonare, se possibile. Come dire, questi sentimenti, con tutte le loro conseguenze, fanno molto più male a chi li sperimenta! Io la vedo un po' così.
Quanto all’università, fidati, sarà sicuramente un’esperienza interessante ;)
Ciao e in bocca al lupo per tutto!!
Resta con te,
insieme a te ...

ungarcon
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Re: La mia esperienza

Messaggio da ungarcon » domenica 12 gennaio 2014, 23:59

ciao Francesco, noto una grande consapevolezza e una capacità notevole di riflettere su quello che vivi. E sono due cose importantissime.. a volte forse finiscono per essere un po' una zavorra, ma a quanto pare ti hanno aiutato tanto a stare meglio. Mi sembra che già hai fatto una bella strada, quindi non cercare disperatamente qualcosa di più e di meglio, ma insomma, ti auguro di stare bene in ogni caso, non fermarti neanche :)

barbara
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Re: La mia esperienza

Messaggio da barbara » lunedì 13 gennaio 2014, 8:46

Ben ritornato Francesco! La tua storia è toccante e fa molto riflettere. Mi ha colpito ovviamente ciò che racconti sulle conseguenze del bullismo che hai subito. Una cosa spesso sottovalutata. Il bullismo che descrivi tu non è diverso dallo stalking , ma molte persone non sarebbero d'accordo nel dare questo nome alla tua esperienza . Credo ci sia un atteggiamento troppo tollerante e superficiale in proposito, come se il fatto che il bullismo venga perpetrato da ragazzi giovani , possa portare a conseguenze meno gravi che quello agito dagli adulti. Non si considera che anche chi lo subisce è molto più giovane e più fragile quindi di un adulto, per cui semmai varrebbe il discorso contrario.
D'altro canto la vita non risparmia ostacoli a nessuno e ci impone di diventare capaci di gestire i problemi che si presentano. Una capacità che possiamo imparare solo mettendoci alla prova . Le esperienze , anche le più dolorose, possono trasformarsi in un'opportunità di crescita interiore , se la persona trova in sé e intorno a sé la forza di affrontarle e superarle.
Hai dimostrato di essere un ragazzo molto saggio : il fatto che tu abbia di tua iniziativa proposto una psicoterapia lo conferma. E hai anche dei genitori capaci di comprenderti e di esserti accanto, senza sostituirsi a te, questo va detto ed è importante.
Colgo tanta energia in ciò che scrivi . Energia positiva. :) Ti mando un grande in bocca al lupo per tutti i tuoi desideri futuri. :)

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progettogayforum
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Re: La mia esperienza

Messaggio da progettogayforum » lunedì 13 gennaio 2014, 12:46

Ciao Francesco! Leggendo la tua mail non si ha affatto l’impressione di leggere cose scritte da un ragazzo che vive attualmente dei problemi grossi, sembrano piuttosto tutte cose sostanzialmente archiviate o comunque ridotte in dimensioni in cui provocano solo un piccolo stress. Statisticamente per i ragazzi gay l’anno della terza media è l’anno peggiore perché è proprio allora che si vivono le peggiori situazioni di bullismo, nelle scuole superiori l’ambiente è molto diverso e i ragazzi sono già molto più maturi.
Mi vorrei soffermare sul disturbo ossessivo compulsivo che ti ha portato a considerare la sessualità come una cosa violenta, degenerata, oscura e perversa, perché ho visto altre volte situazioni del genere, molto spesso in ragazzi che avevano subito violenze o molestie. Innanzitutto anche questo disturbo ossessivo-compulsivo sembra un problema sostanzialmente archiviato perché parli della omosessualità in termini positivi, distingui nettamente tra omosessualità buona e omosessualità cattiva cioè sostanzialmente violenta, non solo, ma sogni di innamorarti di un ragazzo e di condividere con lui la tua vita. Le compulsioni verso forme di sessualità non affettiva, cioè in pratica verso cose che non sono vera sessualità vanno seguite con attenzione ma mi pare che tu l’abbia fatto in modo molto consapevole. La psicoterapeuta che ti segue sembra proprio aver lavorato bene e il risultato si vede. Vorrei aggiungere che hai avuto il sostegno della tua famiglia e la tua solidità personale ne è la più eloquente testimonianza. La tua mail non è solo segno di maturità personale ma anche di estremo buon senso e di equilibrio, cose tutt’altro che comuni. Troverai la tua strada costruendo un rapporto affettivo serio con un altro ragazzo? Francamente su questo non ho proprio nessun dubbio. La visione del cosiddetto “lato oscuro” della sessualità tende rapidamente a dissolversi quando la sessualità è vissuta seriamente a livello affettivo. Un ragazzo mi diceva di essere ossessionato dall’idea del sesso trasgressivo e si sentiva perverso ma in effetti l’unica forma di perversione della sessualità sta ne trasformarla in un fine a se stante piuttosto che vederla come una forma d’amore, Hai molto chiara in mente l’idea di una sessualità affettiva e puoi stare certo che non ci sarà nulla che ti allontanerà dalla realizzazione della tua felicità.

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