Ciao Gio, avevo preparato una risposta sul tema che poni, ma è molto differente da quello che intendevi tu, quindi ci ho ripensato sull'idea di postarla. Mi limito a qualche osservazione riguardo all'idea di inseguire una normalità che non si sa quanto sia imposta dall'esterno e quanto provenga da delle nostre reali esigenze.
La prima cosa che mi viene in mente è che molto della nostra idea di normalità è frutto di un certo condizionamento da parte della società in cui viviamo, come in parte faceva intendere Help. Questo condizionamento è necessario, dal momento che facciamo parte della società e quella che chiamiamo normalità alla fine altro non è che una serie di regole non scritte che tutti noi bene o male dobbiamo seguire per sentirci parte di essa. Fino a quando si tratta di modo di vestire, standard di educazione e comportamento, non si tratta di condizionamenti difficili da accettare. Ma quando si parla del nostro modo di essere, credo che si vada incontro ad un conflitto, soprattutto se vediamo il nostro percorso come difforme da quel che la società generalmente prevede.
Se il comportamento ossessivo è stato classificato come patologia è perché impedisce all'individuo che ne soffre di avere una vita "normale": è da un'affermazione come questa che nasce il tuo dubbio se non ho capito male. Vuoi sapere cosa sia questa "normalità".
Azzardo una risposta (che può esserlo solo nel caso in cui abbia centrato il punto): la normalità dovrebbe essere quello stato psicofisico che non causa sofferenza. Se riesci a mantenere i tuoi comportamenti ossessivi entro certi limiti, al punto da farne un punto di forza e tutto questo non ti causa alcun turbamento, perché non nuoce né a te né a chi ti sta vicino, il tuo comportamento è da ritenersi normale. Ti allontani da questa normalità ogni volta che perdi il controllo su questi comportamenti.
Se la normalità è lo stato di benessere psicofisico, allora ogni essere umano su questo pianeta, in modi diversi, lotta per mantenersi su quel dato livello di normalità.
Spero che questa risposta c'entri qualcosa.
Concetto di normalità
Re: Concetto di normalità
Ciao Gio,
io credo che quella che molti chiamano "normalità" sia un concetto piuttosto astratto e inesistente. In fondo si tende in linea generale a dire che qualcosa è normale solo se appartiene ad una maggioranza, appunto se è nella norma. Io personalmente credo che il concetto di normalità venga spesso sfruttato da chi si trova già in una condizione di normalità, per puro caso o per scelta, per sentirsi un gradino sopra gli altri. Le norme le crea l'uomo anche per una necessità di ordine mentale ma alla fine si tratta di schemi che lasciano il tempo che trovano. Nel tuo caso sicuramente ti sei trovato a vivere una situazione difficile e la normalità che hai conquistato è qualcosa di cui andare fieri. Ma non tanto per vantarsi con gli altri quanto per ricordare a se stessi che ce l'abbiamo fatta pur partendo da una condizione svantaggiata.
Però dire con certezza di aver raggiunto la normalità è difficile perché se ci pensi anche i disturbi, le malattie e il dolore fanno parte della normalità della vita. È solo una questione di caso, c'è chi è più fortunato e chi meno.
Il DOC è una brutta bestia, pensi di essertene liberato e poi nei momenti peggiori ritorna a tormentarti, so bene come ci si sente, nemmeno io l'ho superato totalmente. La normalità in questo caso dovrebbe essere un superamento totale del problema ma come dici tu forse serve più tempo, forse dovremmo imparare a convincerci ma non per questo dovremo sentirci meno normali di chi fortunatamente non ha questi problemi.
io credo che quella che molti chiamano "normalità" sia un concetto piuttosto astratto e inesistente. In fondo si tende in linea generale a dire che qualcosa è normale solo se appartiene ad una maggioranza, appunto se è nella norma. Io personalmente credo che il concetto di normalità venga spesso sfruttato da chi si trova già in una condizione di normalità, per puro caso o per scelta, per sentirsi un gradino sopra gli altri. Le norme le crea l'uomo anche per una necessità di ordine mentale ma alla fine si tratta di schemi che lasciano il tempo che trovano. Nel tuo caso sicuramente ti sei trovato a vivere una situazione difficile e la normalità che hai conquistato è qualcosa di cui andare fieri. Ma non tanto per vantarsi con gli altri quanto per ricordare a se stessi che ce l'abbiamo fatta pur partendo da una condizione svantaggiata.
Però dire con certezza di aver raggiunto la normalità è difficile perché se ci pensi anche i disturbi, le malattie e il dolore fanno parte della normalità della vita. È solo una questione di caso, c'è chi è più fortunato e chi meno.
Il DOC è una brutta bestia, pensi di essertene liberato e poi nei momenti peggiori ritorna a tormentarti, so bene come ci si sente, nemmeno io l'ho superato totalmente. La normalità in questo caso dovrebbe essere un superamento totale del problema ma come dici tu forse serve più tempo, forse dovremmo imparare a convincerci ma non per questo dovremo sentirci meno normali di chi fortunatamente non ha questi problemi.
Re: Concetto di normalità
Esatto , io spesso provo quasi invidia nei confronti di persone che non hanno mai avuto problemi. Ad esempio mia sorella non ha avuto mai nessun problema psicologico eppure proveniamo dalla stessa famiglia e abbiamo lo stesso DNA. L'altra sorella invece, che è più grande di me ha più o meno le mie stesse caratteristiche (ad esempio la tendenza alla rimuginazione) ma comunque la sua terapeuta non le ha fatto nessuna diagnosi precisa, semplicemente deve rafforzare alcune parti di se.Peter93 ha scritto:Il DOC è una brutta bestia, pensi di essertene liberato e poi nei momenti peggiori ritorna a tormentarti, so bene come ci si sente, nemmeno io l'ho superato totalmente. La normalità in questo caso dovrebbe essere un superamento totale del problema ma come dici tu forse serve più tempo, forse dovremmo imparare a convincerci ma non per questo dovremo sentirci meno normali di chi fortunatamente non ha questi problemi.
Ma ognuno ha un patrimonio genetico, e i fattori ambientali incidono diversamente su ognuno di noi.
In questi ultimi tempi la sintomatologia un po' mi è tornata, in realtà non se n'è mai andata del tutto e infatti da domani ricomincio con la psicoterapia. Credo di aver fatto un errore a lasciare troppo presto il mio terapeuta e ci sono ancora altre cose su cui lavorare.
Ma io mi sono imposto che devo sconfiggere del tutto questo maledetto disturbo e prima o poi ce la farò.
Riguardo il tema della normalità avete entrambi espresso pareri interessanti, che condivido. Diciamo che ognuno nella sua normalità ha piccole cose che non vanno, e spesso problemi che noi riteniamo problemi per altri magari non lo sono, è tutto relativo.
Sta di fatto che se noi viviamo un comportamento o una situazione che ci fanno soffrire tanto, e magari agli occhi degli altri siamo troppo paranoici perchè non capiscono, bisogna curarsi.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!