Ma come si fa!?

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Annabel Lee
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da Annabel Lee » mercoledì 6 ottobre 2010, 21:30

Charming Princess ha scritto:
Annabel Lee ha scritto:Io non so amare così.

Diciamo che amo in un modo più violento.
Di solito passo prima per uno stadio di odio, miro continuamente a punzecchiare, infastidire, a suscitare reazioni possibilmente violente. Mi comporto male, faccio pressione psicologica, sono davvero una pessima persona. Cosa per me davvero inusuale perché di solito sono una specie di zuccherino, quindi, quando mi accorgo che la mia attenzione è catalizzata nel far incazzare e star male l'altra persona mi rendo conto che sto morendo di paura perché sono fottutamente fregata.
L'amore non è bello se non è litigarello :lol:
Su questo non posso darti torto xD Io adoro discutere, anche se a vuoto ♥
Charming Princess ha scritto:
Chiaramente a tal punto non ho più la minima possibilità di avvicinarmi all'altra persona, quindi continuo sulla scia ma con meno crudeltà (ad esempio, non tocco più nervi scoperti o questioni delicate), di solito butto tutto su una questione di ideali. Se lui è comunista metto in evidenza le cose positive del capitalismo, se a lui piace uno scrittore metto in luce la critica, e roba simile.
In questo modo conosco la persona, ed è chiaramente quanto più in là posso andare.
Preferisci i metodi forti per conoscere gli altri, ne desumo xD
Non riesci a cercare un approccio differente?
Ci credi che ho odiato praticamente tutte le persone per cui adesso venderei l'anima? E loro mi sopportavano male o addirittura avevano istinti omicida.
Adesso ho sinceramente delle amicizie solide o per lo meno disinteressate.
Non ci frequentiamo o non ci cerchiamo (purtroppo molte abitano lontano) solo perché ci piacciono le stesse cose o "il convento non offre di meglio" (mi riferisco ad una filosofia di Platone - mi pare). Abbiamo passato assieme dei momenti dannatamente difficili e sono tutte riuscite ad andare oltre la mia freddezza.
Charming Princess ha scritto:
Con l'ultimo innamoramento però ho beccato una specie di masochista psicologica che è tornata a cercarmi. Quindi ho visto che durante la relazione tendo ad addolcirmi e amare in modo un po' più sereno (per poi tornare una vipera appena qualcosa s'incrina).

Diciamo che amo in modo più violento del normale perché ho paura di essere abbandonata, quindi non credo di contare come metro di valutazione xD
Quindi le tue provocazioni servono per sentirti al centro delle attenzioni dell'altra persona, che ferisci intenzionalmente per vedere quanto è determinata a stare con te? Non ti viene mai da preoccuparti per come si senta?
E soprattutto, fra una schermaglia e l'altra inserisci qualche segno di affetto?
Sì, è una specie di test, ma a livello inconscio. Non mi rendo sgradevole per sadismo, è una cosa che faccio senza accorgermene. Penso si a come si sente l'altra persona, anzi, spesso mi pento subito di aver fatto la stronza, ma non ho le palle per rimangiarmi quello che ho detto (perché sono comunque cose che penso e mi sentirei un'idiota ancora di più a rimangiarmele). In fatto di gesti d'affetto, con la mia attuale sbandata colossale non ce ne sono stati. Abbiamo lo stesso carattere, miriamo entrambi a far male e non riuscirei assolutamente a fargli capire che mi piace (tanto più che sospetto non sia etero e abbia preso lui una sbandata per un mio compagno di classe, quindi direi che i segnali di affetto non vanno assolutamente lanciati). Ma di solito sì, appena mi accorgo che sono persa tento di sciogliermi un po', anche se è atroce xD

Charming Princess ha scritto:
Io non so scoprirmi, invece xD
Troppo orgogliosa, troppo fifona, non accetto un no. Quindi mi crogiolo nel sapermi odiata. E poi comunque non avrebbe senso dire di punto in bianco "ahn, sai che ti tratto male perché sono persa per te?"

Purtroppo buttarsi in campo è sempre uno schifo. :D
Provi piacere nel sentirti odiata perchè è comunque pura passione?
Comunque spiegarsi una volta iniziata una relazione forse ridurrebbe le probabilità di essere lasciati, no?
Sapermi odiata è come sentirmi amata. Insomma, diciamo che odio essere ignorata, ma al contempo conosco solo l'odio e l'amore. Amo le mie amiche, loro lo sanno, qualcuna quando glielo dico si spaventa, le altre lo hanno accettato. Le amo come ho amato la mia ex, concedo loro l'anima, mi butterei via per loro. Anche quando fanno le stronze tengo dentro o glielo faccio notare come se in realtà non m'importasse. Sono gelosa e possessiva, sono arrivata a litigare con un prof per una di loro e non me ne pento, lo rifarei, anche se per me litigare con un prof è un affronto alla mia stessa morale.
E se odio, odio. Genericamente odio con intensità, tanta quanta ne metto nell'amare. Non ho mezze misure, il mio equilibrio non sta nel centro ma nel riuscire ad alternare fra gli eccessi senza rovinarmi.
Quindi, sì, sentirmi odiata mi fa stare comunque meglio di sapermi indifferente, perché io per prima non tollero l'indifferenza: o amo, o odio.

Una volta avviata una relazione, si dispiega tutto, divento un'altra persona (questa con cui parli ora, per farti capire) e il rancore è messo subito nel dimenticatoio. In ogni caso, di solito sono io a lasciare o a farmi lasciare, ma il mio carattere di solito c'entra poco con la decisione. Finora sono stati problemi più grandi di me: "Ti voglio un bene dell'anima, ma credo di essere gay", "sei mia cugina, non è normale", "non ti amo, non ce la faccio proprio, anche se vorrei".

Charming Princess ha scritto:Scusa per le millemila domande, che potrebbero essere interpretate male - non sono ironiche, affatto. Semplicemente,il tuo post mi ha davvero incuriosita. Sembri proprio una tsundere modello *_*
Argh, non avevo mai pensato di poter essere vista come una tsundere xD Però sì, un po' sono così: con gli estranei ghiaccio, ma appena mi prendi bene (o su internet, dove essendo dietro ad un nick è davvero tutto più semplice) sono una specie di bigné.
Le domande non mi danno fastidio, figurati, il mio ego fa i salti di gioia xD
Spero comunque di essere stata esauriente ♥

(btw, forse sarebbe giusto menzionare che potrei essere una borderline o una istrionica, da quello che ho letto su internet =P)
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da barbara » giovedì 7 ottobre 2010, 7:42

Trovo interessante la piega che sta prendendo la discussione. In effetti quando ci innamoriamo sovente ci capita di mandare dei messaggi contrari a quelli che vorremmo. Tutto questo ci dice molto di noi , se ci riflettiamo. Quando sostieni che bisogna farsi delle domande, dici una cosa molto saggia Princess,. Spesso cerchiamo una risposta, e invece é la domanda giusta che dobbiamo trovare.
Essere curiosi, soprattutto di noi stessi, é il segreto della felicità , come abbiamo visto nell'altro topic che ha postato il caro Andy.
Tu, Annabel dici che hai paura di essere abbandonata e poi racconti che ti è già successo diverse volte, mi sembra di capire con motivazioni che avevano a che fare con il fatto che entrambi non eravate compatibili come orientamento sessuale, una volta lui era gay , altre volte le ragazze erano etero . Quando si va incontro a tante delusioni una dopo l'altra è logico che ci si difenda ; ci proteggiamo per non essere di nuovo feriti, a volte sino al punto di impedirci di amare nuovamente.
Le nostre paure non sono mai infondate, nemmeno quando non abbiamo mai avuto le esperienze di Annabel; vuol solo dire che l'origine di questa emozione va ricercata altrove. Ed é comunque una via importante per conoscere noi stessi.
Ora ho ripensato al tuo racconto , Annabel , allla storia tra il professore e lo studente. (Quando scrivo mi chiedo spesso perché ho scritto una storia piuttosto che un'altra e trovo sempre qualcosa che mi aiuta a comprendere cosa sto vivendo, spesso è una risposta che stava lì da tempo , come ad aspettare che io la prendessi in considerazione.)
Nel tuo racconto l'amore é corrisposto e dunque appare molto diverso da quello che hai potuto sperimentare nella realtà; finalmente ci sono due anime gemelle legate da un amore reciproco, anche se è un amore difficile , forse ugualmente impossibile, per motivi che stanno fuori di loro.
Ma nella storia è il loro amore a prevalere sulla paura del giudizio degli altri.
Il mondo, con le sue chiusure mentali, resta fuori da quel cancello.
La scrittura riesce a fare queste magie, coglie un conflitto che è dentro di noi e ci dà la possibilità di entrare in contatto con esso senza quasi che ce ne accorgiamo. Le parole che abbiamo scritto lavorano silenziosamente dentro di noi e ci aiutano a stare meglio.
Provare per credere.... :D

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Annabel Lee
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da Annabel Lee » giovedì 7 ottobre 2010, 16:17

barbara ha scritto: Tu, Annabel dici che hai paura di essere abbandonata e poi racconti che ti è già successo diverse volte, mi sembra di capire con motivazioni che avevano a che fare con il fatto che entrambi non eravate compatibili come orientamento sessuale, una volta lui era gay , altre volte le ragazze erano etero . Quando si va incontro a tante delusioni una dopo l'altra è logico che ci si difenda ; ci proteggiamo per non essere di nuovo feriti, a volte sino al punto di impedirci di amare nuovamente.
Le nostre paure non sono mai infondate, nemmeno quando non abbiamo mai avuto le esperienze di Annabel; vuol solo dire che l'origine di questa emozione va ricercata altrove. Ed é comunque una via importante per conoscere noi stessi.
Ora ho ripensato al tuo racconto , Annabel , allla storia tra il professore e lo studente. (Quando scrivo mi chiedo spesso perché ho scritto una storia piuttosto che un'altra e trovo sempre qualcosa che mi aiuta a comprendere cosa sto vivendo, spesso è una risposta che stava lì da tempo , come ad aspettare che io la prendessi in considerazione.)
Nel tuo racconto l'amore é corrisposto e dunque appare molto diverso da quello che hai potuto sperimentare nella realtà; finalmente ci sono due anime gemelle legate da un amore reciproco, anche se è un amore difficile , forse ugualmente impossibile, per motivi che stanno fuori di loro.
Ma nella storia è il loro amore a prevalere sulla paura del giudizio degli altri.
Il mondo, con le sue chiusure mentali, resta fuori da quel cancello.
La scrittura riesce a fare queste magie, coglie un conflitto che è dentro di noi e ci dà la possibilità di entrare in contatto con esso senza quasi che ce ne accorgiamo. Le parole che abbiamo scritto lavorano silenziosamente dentro di noi e ci aiutano a stare meglio.
Provare per credere.... :D
Sai, questo ragionamento spiegherebbe perché continuo a scrivere di amore quando effettivamente all'amore 'til death do us apart non credo più.

E non so cosa rispondere perché devo "assimilare" il concetto. Questa cosa mi darà da pensare, parecchio direi. E' un aspetto della scrittura che ho smesso di prendere in considerazione quando ho deciso che non avrei più scritto per sfogarmi.
Da quel che ho capito, paragoni lo scrivere ai sogni, qualcosa di solo apparentemente razionale, ma quindi espressione del nostro "Io", giusto?
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da barbara » giovedì 7 ottobre 2010, 19:28

Mah, il paragone é venuto anche a me, ma non saprei dire se è corretto.
Quando scriviamo siamo coscienti, ma soprattutto se raccontiamo la storia di altri siamo meno consapevoli di quanto stiamo dicendo di noi stessi. E' un pò come quando dipingiamo o creiamo una statua.
E poi ogni nostra creazione ci dice di noi cose diverse a seconda di quando la guardiamo; mi sarò data mille spiegazioni del perchè ho scelto di scrivere un romanzo che parlasse di due adolescenti gay e ogni volta mi sono risposta diversamente. La cosa meravigliosa poi è anche quando ciò che scrivi si intreccia con la tua vita, al punto che una persona che conosci ti richiama un personaggio che hai già scritto , come se nella tua tastiera (sarebbe più bello dire penna...ma siamo onesti..) lui ci fosse già ancora prima di incontrarlo. Comunque la scrittura sia autobiografica che non aiuta a liberarti e a ricomporre i pezzi della tua vita. Ci sono delle teorie in proposito molto accreditate , infatti ci sono dei metodi di cura autobiografica che , a quanto pare, funzionano.

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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da Annabel Lee » giovedì 7 ottobre 2010, 21:53

barbara ha scritto:Mah, il paragone é venuto anche a me, ma non saprei dire se è corretto.
Quando scriviamo siamo coscienti, ma soprattutto se raccontiamo la storia di altri siamo meno consapevoli di quanto stiamo dicendo di noi stessi. E' un pò come quando dipingiamo o creiamo una statua.
E poi ogni nostra creazione ci dice di noi cose diverse a seconda di quando la guardiamo; mi sarò data mille spiegazioni del perchè ho scelto di scrivere un romanzo che parlasse di due adolescenti gay e ogni volta mi sono risposta diversamente. La cosa meravigliosa poi è anche quando ciò che scrivi si intreccia con la tua vita, al punto che una persona che conosci ti richiama un personaggio che hai già scritto , come se nella tua tastiera (sarebbe più bello dire penna...ma siamo onesti..) lui ci fosse già ancora prima di incontrarlo. Comunque la scrittura sia autobiografica che non aiuta a liberarti e a ricomporre i pezzi della tua vita. Ci sono delle teorie in proposito molto accreditate , infatti ci sono dei metodi di cura autobiografica che , a quanto pare, funzionano.
Figo *O*

Devo farmi una cultura a proposito.

(io però di solito non mi chiedo perché ho scritto la tal cosa. Mi basta riuscire a scriverla =D)
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da barbara » giovedì 7 ottobre 2010, 22:39

No no, non devi necessariamente chiedertelo, specie all'inizio. Solo col tempo ti capiterà di pensarci e di confrontare le cose.

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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da Annabel Lee » giovedì 7 ottobre 2010, 22:49

barbara ha scritto:No no, non devi necessariamente chiedertelo, specie all'inizio. Solo col tempo ti capiterà di pensarci e di confrontare le cose.
Sai che questo non mi tranquillizza? xD Sono otto anni che scrivo e ancora non mi interessa lol
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da barbara » giovedì 7 ottobre 2010, 22:58

Ma dai, scusa , che problemi ti fai? vuol dire che ti sta bene così. E poi hai 19 anni. I bilanci si fanno alla mia età. Tu sei troppo impegnata a vivere, cara!
La scrittura fa bene comunque. E' come l'antibiotico , non è che devi pensarci sempre perché faccia effetto. :lol:

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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da Annabel Lee » venerdì 8 ottobre 2010, 15:21

barbara ha scritto:Ma dai, scusa , che problemi ti fai? vuol dire che ti sta bene così. E poi hai 19 anni. I bilanci si fanno alla mia età. Tu sei troppo impegnata a vivere, cara!
La scrittura fa bene comunque. E' come l'antibiotico , non è che devi pensarci sempre perché faccia effetto. :lol:
La scrittura ti apre molte porte nella mente, fa parte della cultura ed è del tipo che ti fa uscire in modo disorganico dagli schemi.

I bilanci spero di non farli mai, sarebbe bello non avere nessun rimpianto, ma fin da ora so che ne ho una vagonata xD
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da barbara » venerdì 8 ottobre 2010, 18:58

Si, hai ragione . In effetti il termine "bilanci" l'ho usato in modo improprio, o meglio c'entra con la mia esperienza perché la scrittura é arrivata in un momento particolare della mia vita, ma non è la parola più adatta a descrivere l'aiuto che ti può dare. Aprire la mente, come dici tu, é certo una definizione più azzeccata. Che ciò avvenga perché si riflette a posteriori su ciò che si scrive oppure avvenga attraverso una consapevolezza più istintiva , non cambia il fatto che ti apre nuove possibilità, ti indica nuove strade. Nel mio caso mi ha aiutato a capire cosa mancava nella mia vita perché ne fossi contenta.
E , devo dire, non é affatto poco! :D

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