Ma come si fa!?

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Annabel Lee
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da Annabel Lee » sabato 9 ottobre 2010, 22:08

No, infatti, è tantissimo!

Scrivo da 8 anni ma la scrittura è diventata la mia vita quando mi ha salvata da uno di quegli "abissi" di cui si parla tanto, che tutti conoscono, ma che in realtà non spaventano mai abbastanza.
Scrivere ha 'aperto' il mio carattere, in confronto a quando ero piccola ora tutti sanno qualcosa di me, prima ero una specie di "mistero", tant'é che non avevo una buona reputazione alle medie xD

Anche in fatto di sentimenti e amore (per tornare al tema del topic) la scrittura mi ha aiutata molto. Forse non so amare nel modo giusto, ma è già meglio di quando, verso i quattordici anni, accettavo l'affetto di chiunque senza badare a chi fosse quel chiunque. Scrivendo ho imparato l'importanza dell'amare, ho capito che non ha importanza essere amati; certo, non nego che vedere i propri sentimenti ricambiati (anche se si tratta di insulti perché tu sei una sottospecie di mostro che colpisce basso) è importante, ma senza amare per primi credo che sia come vendere il proprio corpo, solo che lo si fa con qualcosa di più sacro: il proprio spirito.

E' bello vedere che le persone sanno ancora innamorarsi, qui dove vivo io ne vedo troppe che si mettono con qualcuno perché si sentono sole e "chiunque va bene" o perché "è popolare". Non so come gira il mondo fuori dal mio paesello del cavolo, ma spero che il detto "tutto il mondo è paese" non si riferisca a questo; altrimenti il mondo è davvero un posto triste.
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Charming Princess
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da Charming Princess » domenica 10 ottobre 2010, 14:38

Eviterò qualche quote perchè sarebbe un'operazione infinita :lol: Carissima Barbara, trovo anch'io molto interessante la piega assunta da questa conversazione...soprattutto adesso sarei proprio curiosa di leggere qualcosa di vostro. Comunque abbiamo una percezione analoga della scrittura in quanto finestra del nostro sentire, spunto di riflessione, nonchè, a distanza di tempo, poliedrica visione di ciò che siamo stati, siamo e magari saremo. A tal proposito, avete mai inserito nei vostri racconti dei veri e propri avatar, o avete preferito non rischiare temendo la marysuosa minaccia?
Tornando un po' più IT (scusate), farsi domande secondo me è la chiave della risoluzione delle proprie crisi. La depressione sotto questo punto di vista è utile per analizzare la situazione e comprendere le radici del problema. Preciserò, onde non risultar fuorviante, che sotto questo aspetto però mi trovo d'accordo con gli stilnovisti: l'amore non può esser soggiogato dalla razionalità, ahimè, però le idee si riescono a organizzare in piani di conquista xD
Insomma, la mia politica è poche seghe mentali + azione razionale.
Annabel Lee ha scritto: Forse non so amare nel modo giusto, ma è già meglio di quando, verso i quattordici anni, accettavo l'affetto di chiunque senza badare a chi fosse quel chiunque.
Sai, non penso esista un modo giusto per amare. L'importante è farlo. Dopotutto l'amore alla fin della fiera porta felicità primariamente a noi stessi.
E' bello vedere che le persone sanno ancora innamorarsi, qui dove vivo io ne vedo troppe che si mettono con qualcuno perché si sentono sole e "chiunque va bene" o perché "è popolare". Non so come gira il mondo fuori dal mio paesello del cavolo, ma spero che il detto "tutto il mondo è paese" non si riferisca a questo; altrimenti il mondo è davvero un posto triste.
Sotto certi ignobili aspetti il mondo è simile un po' dovunque, fidati :lol:

barbara
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da barbara » domenica 10 ottobre 2010, 15:06

Visto che mi chiedi di poter leggere qualcosa di mio, Principessa, questo è un brano del libro che sto non-scrivendo (sono in pausa non-creativa :lol: ). Lo posto qui perché è in argomento con i topic


Nel giardino assolato , a pochi passi , le rose rampicanti sembrano contare i minuti che le separano dal tramonto.
Un petalo si stacca e cade tristemente sull’erba, lasciando il fiore come amputato rispetto agli altri ancora intatti.
Seduto sulla sdraio, Marco segue con lo sguardo la sua breve traiettoria.
Il cellulare emette un ronzio sordo. E’ Gianluca che lo chiama, ma non avrà risposta.
Sa che è crudele da parte sua, ma ci ha pensato e ha deciso . La sua partenza per Treviso è vicina e i chilometri che li separeranno gli sembrano a questo punto il minore dei mali.
E’ stata dura, ma ce l’ha fatta. Si sente libero da un peso. il peso di mentire. E non solo quello.
Fin dall’inizio gli era capitato di chiedersi come avrebbe reagito Gianluca, se si fossero lasciati. Chissà perché, il dubbio che avrebbe potuto farsi del male l’aveva sfiorato, fino a fargli desiderare di metterlo alla prova, per essere certo del contrario.
Non poteva continuare a illuderlo . Doveva dare un taglio netto a quella storia, prima che fosse troppo tardi.
Come entra nella stanza, nota che il contatto di Gianluca continua a lampeggiare sul pc.
Quando uno che è connesso non risponde per così tanto tempo, è come ricevere uno schiaffo in pieno viso. Ci vuole una scusa grossa come una casa per convincerlo che non lo stavi facendo apposta.
La verità è che non avrebbe dovuto farsi coinvolgere. Non era pronto . E forse non lo sarà mai.
Sarà l’agitazione, ma ha un caldo tremendo. Decide di farsi una doccia.
Mentre la sua pelle accaldata rabbrividisce a contatto con l’acqua fresca, il pensiero di lui torna a farsi insopportabile.
Chi sei? Cosa vuoi veramente? Marco, guarda il proprio viso riflesso nello specchio, senza trovare una risposta.

Sono le sette di sera . Per Gianluca é stata interminabile questa giornata passata a scrutare il monitor del pc, sussultando ad ogni nuovo messaggio in arrivo, nella speranza che fosse quello giusto, per poi ripiombare nella delusione.
Adesso lo spengo, si è detto mille volte. E invece non si è scollato da lì, sentendo attimo dopo attimo la sua speranza farsi sempre più piccola e il suo umore prendere la china di una depressione lucida e rassegnata.
Dapprima si è arrovellato. Si è chiesto cosa fosse successo. Alla ricerca di una frase fuori posto ha riletto gli ultimi messaggi e ha fatto mente locale dei precedenti.
Mentre le ore passavano, quasi tutto ciò che aveva scritto ha iniziato a sembrargli sbagliato, un’unica irreparabile serie di errori.
Ho esagerato, come sempre. Ho rovinato tutto. Deve essere andata così. Per un po’ Marco mi ha retto il gioco e poi si è tirato indietro, per paura, oppure perché non ha trovato in me ciò che cercava.
Ora ha la netta percezione di non essere all’altezza, perché troppo stupido, non abbastanza attraente o le due cose messe assieme.
Sarà il silenzio di Marco oppure il proprio pessimismo, ma d’un tratto ha come l’impressione di aver fatto tutto lui.
Lui si è innamorato, lui ha preso un abbaglio credendo di essere ricambiato, lui si è inventato questa storia, che è finita ancor prima di cominciare.
Ha la tentazione di scrivergli un messaggio di addio. Lo farebbe, se non temesse di sentirsi rispondere: addio a cosa?
Fra loro in fondo non è successo niente. Niente che non possa essere cancellato da qualche giorno di silenzio, trascorso il quale potrebbe pure incontrare Marco per caso, ricevere un “ciao” sfuggente e nemmeno un accenno di spiegazione. E poi a che servirebbe una spiegazione?
Privo di forze, si sdraia sul letto e si guarda intorno come se vedesse la sua camera per la prima volta.
I mobili sono quelli che sua madre aveva ordinato anni prima in un negozio di arredamento a qualche chilometro da lì. Era accaduto durante un sabato piovoso di fine estate e Gianluca si era rifiutato di seguirla. Non ci aveva messo molto a pentirsi di quella scelta: giusto il tempo di vedere cosa avrebbe scaricato il mobiliere qualche giorno dopo.
Un set da cameretta, tanto indicato per la corsia di un ospedale quanto inadatto per la stanza di un quattordicenne: questo aveva ordinato.
Avrebbe potuto andargli peggio. Avrebbe potuto ritrovarsi una camera bicolore, verde e viola, oppure gialla e blu, come quelle di certe pubblicità, se non fosse che sua madre stava attraversando il suo “periodo minimalista”.
-Adesso ti sembrerà un po’ spoglia. Ma quando avrai messo qui e là qualche nota di colore, sarà tutta un’altra cosa- aveva tentato di dire lei, osservando perplessa il risultato finale.
- Intendi dire quando mi sarò tagliato le vene?- aveva replicato lui, non tanto per il fatto di trovarsi nel pieno del suo “periodo macabro” , ma piuttosto per la prospettiva di risvegliarsi ogni mattina in quella specie di obitorio.
Col tempo la libreria bianca, chiusa da grandi ante di vetro per evitare l’annidarsi della polvere, si è riempita di libri, di scuola e non, la maggior parte dei quali verrà gettata prima ancora di venire letta. La scrivania, anch’essa bianca, ospita il vecchio pc, e sulla cassettiera c’è un portamatite del Milan, dal quale spunta qualche pennarello inservibile e una cornice di legno rosso che racchiude una sua foto al mare mentre nuota coi braccioli.
Sulla parete verde acqua sono rimasti tre poster che, sotto gli occhi inorriditi di sua madre, aveva incorniciato con lunghe strisce di scotch: uno di Marilyn Manson, uno di Eminem e uno dei Linkin park ai tempi di “Numb”.
Era la sua canzone preferita, al punto che poteva ascoltarla fino a venti volte al giorno, senza mai stancarsi, perché sembrava scritta apposta per lui.
“I'm tired of being what you want me to be Feeling so faithless lost under the surface Don't know what you're expecting of me Put under the pressure of walking in your shoes . Caught in the undertow just caught in the undertow. Every step that I take is another mistake to you” .
Mi sono stancato di essere ciò che desideri io sia. Sentendomi così sleale, perso sotto la superficie. Non so cosa ti aspetti da me. Mi tieni sotto pressione per assomigliarti. Intrappolato nella risacca, esattamente intrappolato nella risacca. Ogni passo che faccio è un altro errore per te.
Adesso, fuori dalla finestra, il sole accende il cielo di riflessi rosati , schermati dalle tende a strisce bianche e grigie, in modo che non possano raggiungere i muri della stanza. Il ronzio del condizionatore ha un sapore di ferraglia, un lento incedere stanco e metallico.
È come se la vita, quella vera, si fosse allontanata per sempre da lì, lasciandosi dietro l’eco inconsistente della sua presenza. Sarebbe stato meglio non averla mai attraversata, non averla assaggiata, non esserne stato toccato, posseduto. Ora che la sua intensità lo sta abbandonando, non può ignorare la differenza. Arriveranno altri giorni inutili, come questo. Se lo sente. Un ergastolo di squallore. Senz’anima. Come quel cellulare inerte, abbandonato sul pavimento.
La presenza delle lacrime che premono da dentro le guance è così forte che riesce a quasi a vederle: grosse gocce ampollose ammassate le une sulle altre, desiderose di uscire.
Lasciarle andare. Confidare nel fatto che il petto non sarebbe sconquassato dai singhiozzi e che gli occhi tornerebbero asciutti, prima o poi.
Gianluca si sottrae a quel pensiero girandosi su un fianco, faccia al muro. Trattenere le lacrime è un esercizio. Di più: un gesto scaramantico. Un po’ come evitare di calpestare le fessure tra una piastrella e l’altra, perché in caso contrario potrebbe accaderti qualcosa di male.
Il dolore può essere un pozzo senza fondo. Un luogo che ha già visitato, e il ricordo è troppo recente per non provarne terrore.
Intorno al suo corpo, il letto sembra d’un tratto diventato troppo grande. Così si raggomitola come faceva sempre da bambino, le ginocchia ripiegate, le braccia incrociate l’una sull’altra.
Una volta ha sentito parlare di un’invenzione capace di produrre l’esperienza di un abbraccio. Due felpe gemelle, una per te e una per la persona che ami, per sentire le sue mani sul tuo corpo, anche quando sta a chilometri di distanza.
Prova a chiudere gli occhi per ricordare l’abbraccio di Marco, ancora una volta. Come quando lo stringeva a sé, fino a fargli mancare il respiro. Una dolcezza aggressiva che diceva tutto di lui.
Le sue palpebre fremono appena, mentre la sua mente setaccia il buio, alla ricerca del suo odore, lo insegue, ne cattura frammenti che possano dargli un nome. Miele. Spezie. Acqua di mare.
La sensazione di essere esattamente là dove vorresti essere, più di ogni altra cosa.
Tracce incerte e uniche del suo profumo, spesso soffocate da nuvole di deodorante.
Quante volte avrebbe voluto chiedergli di farne a meno. Quanto è stato stupido a non farlo, quando ancora ne aveva l’occasione.

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Annabel Lee
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da Annabel Lee » domenica 10 ottobre 2010, 16:03

Charming Princess ha scritto:Eviterò qualche quote perchè sarebbe un'operazione infinita :lol: Carissima Barbara, trovo anch'io molto interessante la piega assunta da questa conversazione...soprattutto adesso sarei proprio curiosa di leggere qualcosa di vostro. Comunque abbiamo una percezione analoga della scrittura in quanto finestra del nostro sentire, spunto di riflessione, nonchè, a distanza di tempo, poliedrica visione di ciò che siamo stati, siamo e magari saremo. A tal proposito, avete mai inserito nei vostri racconti dei veri e propri avatar, o avete preferito non rischiare temendo la marysuosa minaccia?
Ahn, sì, ma sinceramente ho la pretesa di non considerare nessuno dei miei personaggi una Mary Sue (nel mio caso, Gary Stu) per il semplice fatto che hanno diffetti che li rendono comunque umani. Inoltre adesso c'è 'sta roba della Mary Sue, ma Lucia dei Promessi Sposi non è una gran Mary Sue? La Monaca di Monza non è una grande Mary Sue? E sono sicura che andando a vedere la letteratura sotto quest'ottica se ne trovano miliardi di esempi. Eppure sono comunque romanzi che hanno lasciato un segno nella storia.

Qualcosa di mio lo trovi in "Di tutto un po'": Le Petit Renard, e prima o poi posterò Nothing Else Matters.

Il mondo mi ucciderà con questa storia dell'amore conveniente. Oltre che triste è controproducente =_=
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kikko
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da kikko » domenica 10 ottobre 2010, 16:28

wo ragazze voi scrivete troppo complicato per i miei neuroni grezzissimi :mrgreen:

ma chi è Mary Sue? x.x
la Monaca di Monza forse so chi è, mi pare di aver visto un porno in cui lei era la protagonista.
vabbè sto guastato mi arrendo :mrgreen:

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Annabel Lee
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da Annabel Lee » domenica 10 ottobre 2010, 17:30

kikko ha scritto:wo ragazze voi scrivete troppo complicato per i miei neuroni grezzissimi :mrgreen:

ma chi è Mary Sue? x.x
la Monaca di Monza forse so chi è, mi pare di aver visto un porno in cui lei era la protagonista.
vabbè sto guastato mi arrendo :mrgreen:
lol (e orrore) per il porno, Mary Sue è lei:
Mary Sue, a volte abbreviato in Sue, è un termine peggiorativo adoperato per descrivere un personaggio immaginario, in genere femminile (per i personaggi maschili solitamente si adopera Gary Stu o Marty Stu), che si attiene alla maggior parte dei cliché letterari più comuni, ritratto con una idealizzazione eccessiva, privo di difetti considerevoli e soprattutto che ha la funzione di realizzare e autocompiacere i desideri dell'autore. Mentre l'etichetta "Mary Sue" in sé proviene da un parodia di questo tipo di personaggio, la maggior parte di quelli identificati come "Mary Sue" dai lettori non sono riconosciuti dai loro autori in quanto tali.

Mentre il termine è limitato generalmente ai personaggi ideati dai fan ed il suo uso più comune è oggi all'interno di comunità dedite alla fanfiction e riferito proprio a opere di fanfiction, talvolta anche i protagonisti appartenenti al canone possono essere criticati e considerati Mary Sue: Wesley Crusher di Star Trek: The Next Generation è probabilmente l'esempio più noto.
( http://it.wikipedia.org/wiki/Mary_Sue )
- Se la vuoi prendere con filosofia, leggiti la pagina di Nonciclopedia xD
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da davide » martedì 11 gennaio 2011, 17:10

Io ho poca esperienza in queste cose comuque l'unica volta che credo di essermi innamorato ,di una ragazza però,risale circa a 6 o 7 mesi fa.Sinceramente i sintomi se cosi si può dire non so bene quali siano io so solo che con lei stavo benissimo desidaravo abbracciarla e baciarla in continuazione,addirittura la sognavo di notte.Quando non c'era mi mancava tantissimo e non aspettavo altro che incontrarla e quando succedeva mi sentivo al settimo cielo.Cosi felice che nient'altro poteva turbare quel momento.Non so se questo basti per indicare che una persona ti piace sul serio ma per me si

sono una foglia che danza portata dal vento. vengo a cercarti...per incontrarti di nuovo come fosse la prima volta

Piero chellini
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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da Piero chellini » martedì 11 gennaio 2011, 19:31

:mrgreen:




chi era la tua ragazza?Calamity Jane?A Bruges ti geleranno gli ardori!Stavolta scrivo per far rimarcare Che vi leggo e vi seguo...ma non devo e non voglio interferire ad ogni pie' sospinto nella sviolinata per ragazzi Che miagolano i perduti starnuti e le golose avventure future.A tutti I Davide e ragazzi di Via Palle kikki a palate.dyrian

nb a dyrian piace il dado

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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da davide » martedì 11 gennaio 2011, 21:30

Cosa voleva essere questa?una dichiarazione? Te l'ho gia detto sono impegnato in una relazione a senso unico.Lui non mi considera minimamente aahahaha forse hai qualche possiblità.......

sono una foglia che danza portata dal vento. vengo a cercarti...per incontrarti di nuovo come fosse la prima volta

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Re: Ma come si fa!?

Messaggio da kikko » martedì 11 gennaio 2011, 21:56

Piero chellini ha scritto:
nb a dyrian piace il dado
seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
allora Dyrian ti presento un amico mio...si chiama Dino Bro ma tutti lo conosciamo come Bro Dino buahahhah è un tipo un pò quadrato!
che matto che sei Dyrian! bye

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