UNA STORIA DI AMORE GAY LIBERO

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
Rispondi
Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5949
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

UNA STORIA DI AMORE GAY LIBERO

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 30 novembre 2022, 3:04

Caro Project,
comincio a capire il senso di tante cose che scrivi e che prima mi sembravano strane, ti dico questo perché per anni sono stato fissato con l’idea che volere bene a un ragazzo dovesse potare per forza ad una specie di simbiosi, che sarebbe stata una precondizione della felicità se non la felicità stessa. Prima cosa, non sono mai riuscito a combinare nessuna simbiosi e ci ho proprio rinunciato perché mi rendevo conto che più cercavo di legare a me un ragazzo più quello tendeva a scappare, e allora che fai? Ti arrendi e pensi che non potrai mai essere felice perché non potrai mai realizzare il tuo ideale di convivenza con il tuo ragazzo, però poi ti capita che conosci Giulio (nome di fantasia, ma lui è reale), provi a creare una simbiosi con lui e non funziona, ma lui non se ne va, non ti sta appiccicato come vorresti tu ma non se ne va. Non ti dice che si è innamorato di te, nemmeno se tu gli fai capire che ti sei innamorato di lui, ma non se ne va, non sopporta che tu gli stia appiccicato ma ti chiama, ti cerca, coi tempi suoi, con le pause sue, ma ti cerca pure se tu non lo cerchi. I primi tempi tutto questo mi sembrava strano ma mi intrigava parecchio, anche perché lui mi intriga parecchio. Io avevo una concezione del sesso molto tradizionale, almeno credo, nel senso che per me il sesso doveva essere esclusivo, possessivo, una simbiosi vera e propria, quindi dai suoi comportamenti deducevo che con me non ci sarebbe mai stato e invece no. È stato lui a introdurre l’argomento per capire come la pensavo e quando gliel’ho detto, alla fine gli ho chiesto se mi aveva fatto quel discorso perché si voleva mettere con me e lui mi ha risposto che gli sarebbe piaciuto “fare sesso con me” non mettersi con me, ma proprio fare sesso con me, ma senza impegni, nel senso che non dovevo mettermi in testa di dare a questo fatto significati speciali. Gli ho chiesto se lui aveva un altro ragazzo e mi ha risposto: “È la stessa cosa che mi hanno detto altri due” e io gli ho chiesto. “e tu che hai risposto?” e lui mi ha detto che ha risposto facendo lui una domanda: “ Ma che significa avere un ragazzo?” Ma quelli non avevano le idee chiare, ripetevano cose che pensavano fossero ovvie e basta. Dopo questo discorso, con la mia logica di allora gli ho detto: “Tra noi non funzionerebbe, io so quello che voglio”. Lui mi ha risposto solo: “Come non detto, scusami.”, ha fatto ciao con la mano e se ne è andato e io sono rimasto lì come un imbecille perché pensavo che avrebbe insistito, ma non lo ha fatto. Dopo una settimana mi ha mandato un sms: “Se ci hai ripensato io sono sempre disponibile.” Gli ho risposto: “Tanto tu stai a posto, hai almeno gli altri due” e lui ha risposto: “No! Sono spariti, loro non ci hanno ripensato.” Io gli ho risposto solo: “Um…” e lui ha risposto “Ok, forse ci stai ripensando.” Io gli ho detto: “Facciamo così, niente sesso, ci vediamo e facciamo quattro passi, ok?” E da qui è cominciata la nostra non-storia, cioè ho cominciato a capire il senso di una non-storia. Diciamo la verità, mi sono fatto incantare dalle parole perché Giulio è bello, cioè mi attira proprio parecchio e se uno che ti piace così ti fa una proposta come la sua, tu puoi pure essere fisso nei tuoi principi, però una mezza tentazione ti viene, è normale. Insomma, ci vediamo, a parte il fatto che è proprio bello (vabbe’, dico sempre la stessa cosa), l’imbarazzo reciproco è palpabile, per sms sembrava sicuro di sé ma di persona eravamo imbarazzati entrambi. E di che parli? Io gli chiedo che fa nella vita e mi risponde: “Se vuoi qualche pietosa bugia te la posso pure raccontare, se non ne vuoi non fare troppe domande…” Io gli ho detto: “E allora di che parliamo?” e lui mi ha detto: “Io studio ancora, non lavoro, se tutto va bene potrei laurearmi tra un anno.” In sostanza non rifiutava il dialogo ma l’interrogatorio, gli ho parlato un po’di me e di quello che avrei voluto dal mio ragazzo e lui mi ha detto: “Ma tutti con questa fissa del ‘mio ragazzo’! Io sono Giulio, non sono il ragazzo di nessuno, questa di mettere il guinzaglio alla gente è proprio una mania… mica devo firmare un contratto…” Gli ho chiesto: “Ma scusa, allora tu perché stai qua?” e mi ha risposto, “Perché mi sei simpatico e forse tu mi potresti prendere pure senza contratto, cioè potresti provare a vedere se può avere un senso per te costruire qualcosa, ma qualcosa, non costruire una galera insieme…” Abbiamo parlato quasi per tre ore, poi mi ha detto: “Tra 10 giorni ho un esame e devo mettermi sotto a studiare, se ti va ci sentiamo dopo, comunque è stato un pomeriggio utile.” Gli ho risposto: “Anche per me, però chiamami dopo gli esami, non te ne dimenticare!” Mi ha risposto: “Tranquillo, non me ne dimentico.” e così è finito il nostro primo incontro.
Da allora sono passati diversi anni, Giulio non è mai sparito, si è laureato, ha avuto alti e bassi nel lavoro, qualche volta era proprio distrutto e profondamente deluso, da qualche minimo accenno che ha fatto penso che abbia anche avuto altri ragazzi, almeno per qualche periodo, ma non gli ho mai fatto domande su questo argomento. Anche tra noi ci sono stati alti e bassi, io ho avuto qualche volta delle perplessità nei suoi confronti, specialmente all’inizio, poi il nostro rapporto si è stabilizzato, più passa il tempo e più gli voglio bene. Non è solo il fatto che è bello pure adesso che non è più giovanissimo, è che mi piace come persona, non è ipocrita, se può fare qualcosa di buono lo fa, non ha atteggiamenti stupidi, di lui ti puoi fidare, non mi ha mai raccontato balle, dice quello che pensa e vuole essere accettato con tutte le sue ansie e le sue debolezze, che a lui sembrano tante e destabilizzanti, mentre a me sembrano proprio minime. Una volta mi aveva rimproverato di non cercarlo, ma gli ho detto che deve dare per scontato che per me stare con lui è il sogno della vita, o meglio il sogno realizzato della vita, però, in fondo dobbiamo stare insieme solo quando i nostri bisogni si incontrano e lui mi ha detto solo: “Mh…”. C’è un aspetto della sua personalità che mi inquieta un po’, qualche volta tende alla depressione, a visioni radicalmente negative della realtà e in quei momenti mi fa paura, perché sembra totalmente demotivato e pronto a svalutare qualsiasi cosa. Però adesso succede molto meno di prima e questo mi conforta parecchio. Vedi, Project, tra noi ci capiamo, e non è un modo di dire, perché ci conosciamo a fondo e in fondo ci somigliamo molto. Una cosa che mi ha sempre colpito è il suo modo malinconico di fare sesso quando si sente depresso. Quelli sono momenti critici in cui io devo parlare il meno possibile, lui deve capire che ci sono. In quei momenti mi appoggio a lui in modo da creare il massimo contatto fisico possibile, cioè il massimo scambio di calore oppure, lo abbraccio e gli stringo la testa tra le mie braccia in modo che abbia la sensazione di sentirsi protetto, oppure intrecciamo le mani e le teniamo così per diversi minuti. Le coccole nel momenti di malinconia sono fondamentali, penso che siano il momento più intenso del nostro contatto emotivo. Qualche volta ha gli occhi umidi e rossi. E poi tutto questo è quasi strano perché lui è un colosso, è molto più alto e più forte di me, che sono uno che se lo vedi non gli dai un soldo di valore, ma lui si fa abbracciare da me, e credo solo da me, magari con gli altri può anche fare sesso, ma da loro non si farebbe abbracciare, soprattutto nei momenti emotivamente negativi. In questi giorni fa freddo e quando viene a casa mia ci mettiamo insieme sotto le coperte e per me è una sensazione bellissima, di intimità fortissima, di fidarsi uno dell’altro, di sentire il calore uno dell’altro, di stare bene insieme, non è la generica idea distare con un ragazzo che è bella, ma l’idea di stare con lui, mi rendo conto che quando sta con me riesce ad allontanare le malinconie, a distrarsi e perfino a sorridere e a giocare. Ha dormito a casa mia solo in rarissime occasioni. Quando viene da me il pomeriggio e stiamo a letto insieme io so bene che non resterà con me la notte, io non devo insistere ma devo dare ai momenti che passiamo insieme la massima intensità. Dobbiamo stare nella stanza dove ci sono meno rumori, con una luce bassa, non di quelle bianche ma di quelle a luce un po’ giallina. Deve essere tutto in ordine, lui deve sapere che quella stanza è per lui, difatti io non dormo lì, quella stanza è solo per noi. E poi non c’è solo il sesso, quando si sente frustrato o deve tollerare comportamenti stupidi di altri mi chiama o viene proprio da me, ma mi chiama pure quando qualcosa gli va bene o ottiene dei successi nel lavoro. Io lo chiamo ma mai per dargli consigli perché non ne ha bisogno ma per rassicurarlo, e per fargli capire che gli voglio bene. Tra noi il sesso non è un argomento speciale, è una cosa normale e importante, ma il nostro rapporto va oltre queste cose. All’inizio abbiamo avuto qualche problema a trovare un equilibrio ma adesso in pratica non ci sono più incomprensioni. Lui mi ha fatto capire tante cose e prima di tutto proprio l’importanza del sesso, del non dire di no, perché dire di no può ferire e poi mi ha fatto capire il valore delle fragilità, direi la dignità della debolezza. Quando viene da me, e questo mi piace moltissimo, non si comporta mai come un ospite, sa già dove andare e che cosa fare in ogni circostanza, in genere va a stendersi su letto e aspetta che io mi metta in poltrona vicino a lui. Io gli chiedo solo come va, se va bene mi fa un minimo cenno per farmi capire che devo stendermi accanto a lui, se non va bene non risponde e allora io mi metto in piedi vicino a lui e gli accarezzo i capelli o gli stringo le mani, se vuole passare al sesso me lo fa capire ma ha i suoi tempi e li devo rispettare perché è un gesto di amore verso di lui. Lui, nei miei confronti, non è mai aggressivo, non gira mai il coltello nella piaga, non tende a prevalere nemmeno quando è evidente che ha ragione, mi lascia spazio libero, mi ascolta in silenzio e si ricorda quello che gli dico parola per parola. Non siamo più ragazzi, ci capiamo anche senza parlare. Lui è un uomo grande e forte che ti potrebbe spaventare eppure è incredibilmente tenero in alcuni suoi atteggiamenti, nel salutarmi con la mano quando se ne va, nel darmi una leggerissima carezza sulla guancia con le sue mani che piegherebbero un tubo di acciaio. Una delle cose più belle che ha è il silenzio espressivo, non ama le parole, per lui i gesti sono più importanti, certe volte mi interroga o mi risponde soltanto con lo sguardo. La storia di Giulio non me la sarei mai immaginata è arrivata inattesa e adesso regge la mia vita dall’interno e anzi regge la nostra vita dall’interno, non avrei mai pensato di poter dire di essere un uomo sostanzialmente felice, eppure è così.

Rispondi