IL FASCINO DI UN UOMO

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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IL FASCINO DI UN UOMO

Messaggio da progettogayforum » lunedì 12 dicembre 2022, 2:31

Caro Project,
ieri ho passato una bellissima giornata (e nottata) col mio lui, non succede spessissimo, ma ieri ho vissuto in pieno l’esperienza di sentire il fascino di un uomo, non di un ragazzo, perché ci conosciamo da parecchio tempo e ora non siamo più ragazzi. Il fascino di un uomo è nel suo lato imprevedibile, nel non seguire un copione, nel fatto che ti può lasciare di stucco con un comportamento che non ti saresti mai aspettato, nel dirti di no in modo netto ma senza ferirti e anche nel fatto che è capace di valorizzarti più di come fai tu stesso a partire da cose diverse da quelle alle quali tu sei abituato ad attribuire un significato. Il fascino di un uomo sta nel sapere essere non solo ironico ma anche autoironico, nell’essere travolgente nel sesso senza metterti in difficoltà, nel saper passare dal sesso ad un ragionamento convincente e razionale, senza marcare le tue debolezze. Il fascino di un uomo sta nel saperti risvegliare sessualmente quando sei più refrattario e nel dirti di no, se non può, ma solo per un rinvio, quando hai più desiderio di lui. Un uomo ti affascina quando ti attira su tutta la linea, quando sa essere calmo e controllato in società e sa essere libero e focoso in privato, quando sa farti capire che sta bene con te più di quanto tu immagini. Il fascino di un uomo sta in un gesto intimo inatteso, in un sorriso di alleggerimento, nell’abbandonarsi quando sta con te ad una assoluta spontaneità frenata soltanto dall’idea di non mettere te in difficoltà. Il fascino di un uomo è veramente tale quando lui con te non è sempre arrendevole né dominante, quando sa prenderti in giro con dolcezza, quando si ferma a ragionare con te ma non per avere ragione per forza, quando ti fa capire che a te ci tiene. Il fascino di un uomo lo senti quanto capisci che lui sa quello che vuole, che va per la sua strada e quella strada si incontra con la tua naturalmente, quando sai che non devi convincerlo di nulla, che quella combinazione chimica rarissima, che si chiama attrazione reciproca, con lui si è realizzata e non sarà solo una ventata destinata a svanire. Il fascino di un uomo non lo cogli a prima vista, non è l’effetto di un colpo di fulmine, il fascino di un uomo lo cogli nel tempo, lo cogli nella certezza della sua presenza, nella reciprocità che si manifesta nei fatti. Un uomo non ti affascina per le parole ma per i comportamenti, per la dignità, per il non negare le proprie responsabilità e i propri errori, per il non tenere un piede in due scarpe, per il dire sempre la verità, anche se è sgradevole. Un uomo ti affascina per la sua moralità e per la sua sessualità, perché anche nella massima libertà sessuale c’è una moralità. Il fascino di un uomo è nella sua solidità, nel fatto che da lui non ti aspetti voltafaccia, non ti aspetti doppio gioco né ambiguità. Un uomo ti affascina perché non ha paura di mettersi a nudo davanti a te, corpo e anima, e si aspetta lo stesso da te. Un uomo ti affascina perché sa legarti con la sua fedeltà, che non è necessariamente fedeltà sessuale, ma è la costanza nel volerti bene, perché non pretende niente da te al di là di quello che tu sei e che puoi dare, perché non ti forza mai, perché cerca un equilibrio con te, perché ti stima come persona pure quando è convinto che stai facendo una stupidaggine, perché non perde la pazienza e non si vendica, perché è capace di tirare fuori il meglio da te. Un uomo ti affascina perché parla poco e quello che dice non è mai banale. Un uomo ti affascina perché non ti abbandona, perché sa adeguarsi a te, perché vede in te un valore e capisce il senso di quello che gli dici al di là delle parole, perché sa ascoltarti e ti fa entrare nella sua vita, non si nasconde da te perché non ha paura di te e di sentirsi giudicato da te. Il fascino di un uomo lo senti fortissimo nel suo farsi accarezzare, più che nel suo accarezzare, nel suo condividere con te anche gli aspetti più intimi della sua vita, nel suo non giudicarti, nel suo farti capire che ti vuole bene senza dirtelo, nel suo fidarsi di te.
Tutto questo non è teoria, ma è la sintesi di 18 anni di vita condivisa anche senza coabitazione. È stata proprio l’assenza di vincoli esterni che ci ha aiutato a stare insieme. L’unico motivo per restare insieme era il nostro volerci bene. Quando ero ragazzo non sapevo che cosa aspettarmi dalla vita, ma a 40 anni posso dire che la vita mi ha dato molto più di quello che avrei potuto sognare, mi ha dato un compagno, un amico, un amante che mi ha reso felice. Non è stato tutto facile, ma lui non è mai venuto meno. Sono stato fortunato, non posso negarlo, ma posso dirvi che mi sento leggero e sereno dentro perché ho trovato un uomo che mi affascina nel senso più profondo.

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Re: IL FASCINO DI UN UOMO

Messaggio da progettogayforum » martedì 13 dicembre 2022, 19:24

Ciao Project.
Molto bello il post “fascino di un uomo”, in altri tempi lo avrei considerato come una favola e niente di più, oggi, da “quasi” vecchio (ho 55 anni), posso dire che rispecchia in qualche modo anche la mia vita. La mia storia col mio compagno, che qui chiamerò Paolo, ha avuto un’evoluzione nel tempo. All’inizio era soprattutto una bella amicizia condita con un po’ di sesso quando capitava. Penso che lui, almeno coscientemente, non avesse alcuna intenzione di costruire una storia vera con me, aveva altri ragazzi. Ci conoscevamo a fondo e ci fidavamo uno dell’altro, il nostro dialogo era esplicito e chiarissimo (niente raccontare bugie da nessuna delle due parti), ma lui non stava cercando me. Io ero contento di quel po’ di rapporto che si era creato con lui, non mi sentivo assolutamente il suo ragazzo e anzi ho cercato più volte di incoraggiarlo a creare rapporti importanti con gli altri ragazzi che conosceva, il che è pure successo. Io ci rimanevo male perché pensavo che non lo avrei più sentito, ma questo non è mai successo, continuavamo a sentirci di tanto in tanto, anche a lunghi intervalli, e quando capitava finivamo immancabilmente a letto insieme. Lui era attratto da me soprattutto a livello sessuale, mentre io non riuscivo a pensare ad un ragazzo che non fosse Paolo. Sotto il profilo sessuale tutto andava benissimo ma dal punto di vista affettivo il nostro rapporto era inesistente. Siamo arrivati al punto che ci vedevamo solo per fare sesso, ma finiva proprio tutto lì. Non ero soddisfatto del rapporto che si era creato. Quando ho provato a dirglielo, probabilmente sbagliando i tempi e i toni, mi ha detto: “Se è così, possiamo anche non sentirci più!” Io gli ho risposto solo: “Ok! Buona fortuna!” però, dopo due o tre settimane si è fatto vivo di nuovo come se nulla fosse successo e pure io mi sono comportato come se nulla fosse successo e siamo finiti a letto senza farci domande, salvo poi, per quanto mi riguarda, a restarci malissimo, quando se ne è andato subito dopo il sesso. In fondo sapeva che pure se in qualche modo mi trattava male, tra noi non sarebbe cambiato nulla. Gli altri ragazzi che aveva, dopo certi comportamenti lo salutavano in via definitiva, da me la porta era sempre aperta. Non sono mai stato io a cercarlo e di questo mi ha rimproverato tante volte, è stato sempre lui a cercarmi. Col passare degli anni abbiamo dovuto fare entrambi i conti col mondo del lavoro e abbiamo avuto molto meno tempo da dedicare ai problemi di cuore, rispetto a quando avevamo vent’anni. Ci eravamo conosciuti quando eravamo entrambi ventenni, ma dieci anni dopo le cose hanno cominciato lentamente a prendere un’altra strada. Io che non ero certamente la sua prima scelta, avevo mantenuto con lui un rapporto che si era consolidato negli anni, gli altri ragazzi, tutti o quasi, se li era persi per la strada. Project, quel “quasi” non mi creava particolari problemi, diciamo che lo avevo accettato, perché per lui era molto importante. Comunque il rapporto tra noi era al punto che ormai sia io che lui davamo per scontato che non ci saremmo più persi di vista, cosa che in effetti si è realizzata. I nostri rapporti avevano comunque alla base sempre una forte componente sessuale, ma lui veniva qualche volta a casa mia e se ne andava l’indomani mattina, cosa che nei primi anni non avrebbe mai fatto, forse anche perché lui ha vissuto coi genitori fino ai 28 anni, mentre io me ne sono andato da casa a 24, appena trovato il primo lavoro. Dopo che lui ha cominciato a vivere per conto suo, a 28 anni, quando io andavo a casa sua mi diceva che “potevo restare da lui tutta la notte” (a fare che cosa te lo puoi immaginare) a patto che preparassi io la cena. Questa specie di gioco era scontato e praticamente dai 28 anni abbiamo cominciato a vivere insieme, al 50% a casa mia e al 50% a casa sua. Non stavamo insieme proprio tutti i giorni perché lui certe volte andava in missione per due o tre giorni, ma passavamo comunque moltissimo tempo insieme e non solo a letto, anche a pulire casa o a lavorare in smart working fianco a fianco sullo stesso tavolo. Quando va a trovare qualcuno di quei pochi amici che gli sono rimasti me lo dice, non ricorre mai a sotterfugi e da un annetto circa noto che, poi, quando torna a casa cerca di farmi capire subito che ha voglia di fare l’amore con me. Questo atteggiamento che probabilmente potrebbe sembrare assurdo a me fa una tenerezza incredibile. Dopo i 50 anni siamo ormai due signori di mezza età, per la gente siamo due amici di vecchia data. Da un paio d’anni siamo arrivati alla conclusione che non possiamo passare le feste insieme perché abbiamo i genitori vecchi, ma i nostri genitori sanno, almeno ufficialmente, che siamo solo amici di vecchia data, e in questo, il fatto di avere due case e di essere entrambi figli unici ci ha aiutato molto. La mia vita di coppia l’ho realizzata ed è andata ben oltre le mie aspettative. A 55 anni ci comportiamo ancora come due ragazzi innamorati, anche se ormai non siamo più ragazzi . Anni fa temevo che col passare del tempo qualcosa potesse cambiare, che i sentimenti si potessero raffreddare ma non è successo. Voglio bene a Paolo! Sento che la sua presenza c’è e non vacilla, nella mia vita è una delle poche ma fondamentali sicurezze. Senza Paolo avrei vissuto solo di sogni, con lui mi sono innamorato di un uomo vero e ne è valsa la pena!

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Re: IL FASCINO DI UN UOMO

Messaggio da progettogayforum » domenica 18 dicembre 2022, 10:48

UN RAGAZZO IN DOSI OMEOPATICHE

Caro Project,
sono un 35enne che ha passato i migliori anni della propria vita a sognare o a scapare per evitare ogni contatto con la realtà. Mi sono fasciato la testa di pregiudizi di tutti i generi, poi, a 31 anni ho conosciuto un ragazzo che mi ha messo in crisi perché mi ha fatto capire che a me ci teneva. Io continuavo a sognare su di lui come avevo fatto su altri ragazzi, ma lui mi ha svegliato, con lui ho fatto sesso, per la prima volta nella mia vita, all’età di 32 anni, con tutte le precauzioni del caso, come puoi bene immaginare. Io voglio bene a questo ragazzo che però non sarà mai tutto per me perché io non sono tutto per lui. Ma l’alternativa al tutto non è il niente ma il qualcosa. Con lui qualcosa di serio c’è, anche oltre il sesso, anche accettando che il nostro è un rapporto episodico. Non me ne voglio convincere io, sono passati quattro anni e continuiamo a vederci. Su di lui provo sentimenti ambigui, o meglio opposti, ma se voglio stare con lui in qualche modo, devo prenderlo com’è e devo accettare il fatto che lui ha una sua vita nella quale io non c’entro niente. Io sono un pezzo della sua vita, e questo è un fatto acquisito, ma noi non siamo una coppia. Non saprei nemmeno dire se questo fatto mi fa piacere o no, è come stare con un ragazzo in dosi omeopatiche o poco di più. Quando c’è stiamo bene insieme, quando non c’è mi manca ma penso che lui possa stare benissimo anche senza di me e questo non mi mette in crisi, prima succedeva ma adesso non più, non so proprio se riuscirei a vivere con lui ma penso che arriveremmo ai ferri corti abbastanza rapidamente, o forse no, non lo so, ma comunque sono ipotesi puramente teoriche. È un bel ragazzo, molto meglio di me e a me piace molto. Certe volte penso che non voglio farmelo scappare solo perché è bello e non so spiegarmi come lui possa interessarsi a me, anche solo parzialmente, come fa. Forse il tempo potrà cambiare un po’ le cose, ma penso soltanto un po’. Poi vorrei aggiungere un’altra osservazione: devo dire che leggere che a tante persone il sesso di coppia va alla grande mi lascia un po’ strano. Per quanto mi riguarda le cose vanno bene, ma certe volte il sesso non è proprio un’espressione di felicità e di soddisfazione, certe volte è quasi una fuga dalla realtà e non è detto che sia sempre una fuga a due, il mio compagno (non dico deliberatamente il mio ragazzo) non è sempre di ottimo umore, anzi spesso non è affatto di buon umore, e dopo il sesso gli prendono dei momenti di malinconia che non sono cosa da poco. Certe volte penso che una miriade di fatti esterni finisca per influire pesantemente anche sulla sessualità. Il mio compagno sente spesso in modo molto pesante i suoi obblighi di lavoro, che certe volte sembrano quasi schiacciarlo. Alla fine riesce a cavarsela bene comunque ma lo stato di tensione che prova qualche volta lo fa stare male, lo assilla, è ossessionato dalle cose da fare. Se facesse un lavoro meno stressante starebbe molto meglio e anche il nostro rapporto, pure nella sua episodicità, sarebbe meno complicato. Il mio lavoro per fortuna è molto meno stressante del suo, mi richiede parecchio tempo ma non mi ossessiona. Certe volte, quando facciamo un po’ di sesso, e in particolare quando lui è molto teso, ci sono delle incomprensioni, che poi si superano, ma che impediscono il crearsi di quella “atmosfera magica” della quale ho letto in vari post del forum. Il nostro trasporto sessuale non è mai semplice e diretto ma deve fare i conti con una serie di complicazioni che rendono il percorso assolutamente non lineare. Non convivere è in fondo un modo per evitare che le incomprensioni si accumulino prima di essere archiviate e anche un modo per evitare le proiezioni e le attese esagerate che rischiano di trasformarsi in delusioni. Lui nota che io cerco di metterlo sempre a suo agio e di non dimenticarmi le cose che mi dice anche solo incidentalmente. Mi accorgo che si fida di me e che mi tratta con rispetto e con affetto e questo in qualche modo mi basta, perché è tutto vero, non c’è trasporto esaltante né da una parte né dall’altra ma un accettarsi come siamo con una certa tranquillità di fondo basata sul fatto che ormai il rapporto, anche se è episodico, va avanti da anni e non ha mai dato segni di vero cedimento. Tra noi c’è, non detta, la regola del non giudicare e finora ha funzionato, ci siamo presi reciprocamente come eravamo, penso che il segreto della durata del nostro rapporto sia tutto lì, e poi c’è un tacito lento abituarsi uno ai modi di pensare dell’altro. Prima c’erano più incomprensioni, adesso la tolleranza reciproca è molto aumentata o, meglio, sono molto diminuiti i comportamenti non graditi all’altra parte e quindi le occasioni stesse di conflitto. Siamo entrati entrambi nell’idea che il nostro equilibrio, diciamo così, di coppia, va comunque salvaguardato, perché siamo entrambi coscienti che avere un compagno come quello che abbiamo realmente è un valore enorme.
In pratica io non riuscirei ad immaginare una vita senza di lui, perché, pure con tutte le limitazioni che ci sono, con lui sto bene, magari sto bene in modo limitato, ma tra noi c’è un modo di capirsi che non ho mai avuto con nessun altro. Con lui si crea una dimensione di sicurezza affettiva, di stabilità, io direi quasi di famiglia, che in qualche modo compensa la mancanza di esclusività. Una vita sapendo che lui comunque c’è, è una vita con una sicurezza importante in più, e poi è una vita spesa per una persona che mi vuole bene, a modo suo, certo, ma mi vuole bene veramente. In due, e anche parzialmente in due, si va avanti meglio che da soli. Il mio non è entusiasmo quanto piuttosto tenerezza, specialmente quando lo vedo stanco e sfiduciato. In quei momenti il sesso è quasi un modo per superare le frustrazioni e lo stress del lavoro. In qualche modo ci sentiamo coccolati uno dall’altro, in modo diverso da ciascuna delle due parti, ma autentico. È un cercare reciprocamente una pausa, un momento di affidamento totale in cui si può non stare in guardia perché non si ha nulla da temere, un momento in cui sai che l’altro farà di tutto per farti stare bene, poi magari ci sarà una lunga pausa, ma quando ci si rivedrà i sentimenti saranno esattamente gli stessi.
Anche nel sesso, e direi soprattutto nel sesso, c’è un affidamento totale, un bisogno fisico di sentire il calore dell’altro, non c’è più il sesso sbrigativo dei primi tempi, che mi lasciava un senso di perplessità e di vuoto, adesso il sesso è soprattutto intimità, libertà, sentirsi sciolti da obblighi di qualsiasi tipo. Non saprei fare un paragone tra il suo modo di fare sesso e il modo che usano gli altri ragazzi, semplicemente perché per me c’è stato solo lui, ma lui dice che con me è tutto molto diverso, che si sente voluto e accettato nella sua globalità. È un uomo che fa pochi discorsi, parla con la sua presenza, col sorriso che compare soprattutto nei momenti in cui ci guardiamo negli occhi. Forse il fascino di un uomo lo subisco anche io, può darsi, perché anche scrivere su di lui mi suscita sentimenti di tenerezza.

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Re: IL FASCINO DI UN UOMO

Messaggio da progettogayforum » giovedì 29 dicembre 2022, 20:57

NATALE GAY

Caro Project,
mi manca il mio ragazzo, io lo chiamo così. Natale è passato e non si è fatto sentire. Io gli ho mandato un sms di auguri e lui non ha risposto, non credo gli sia successo nulla di grave, perché altrimenti gli amici comuni mi avrebbero avvisato. Chissà dove sta e che sta facendo. Spero che almeno si stia divertendo, perché penso ne abbia veramente bisogno. Non vorrei che stesse solo da qualche parte a girare per la città, col freddo che fa. Non ce l’ho con lui perché è sparito, sono cose che sono già successe. Spero che sia da qualche parte con i suoi amici, magari con quelli che io non conosco nemmeno, e spero che qualcuno lo possa fare sorridere. È uno che in un certo senso ha realizzato tante cose ma non lo vedo felice, gli manca qualcosa che io probabilmente non posso dargli ed è proprio per questo che vorrei che trovasse qualcuno capace di farlo stare bene, di fare emergere la sua emotività, perché certe volte si copre con una specie di velo cinico e razionale che nasconde le ferite che ci sono sotto. Certe volte traspare qualche traccia di un bisogno di contatto, di calore, ma il dialogo è difficile. Deve sentirsi libero, senza legami e deve avere la certezza di essere accettato anche così. Una persona sola non potrà bastargli mai, non è uomo da rapporti esclusivi. Per lui tutto è parziale e deve lasciare sempre una via di fuga. Se non vede vie di fuga si allontana subito, se le vie di fuga sono tutte libere invece resta, ma non prende mai impegni. Se lo vuoi lo devi accettare così com’è. Mette le persone alla prova in modo molto pesante e così le seleziona. Stare con lui è un impegno da assumere con la consapevolezza che lui non assumerà nessun impegno. Però, a suo modo, non si dimentica di te, ma in questo deve seguire comunque i suoi tempi. Non ti risponde mai quando te lo aspetteresti. Per lui non ci sono date o ricorrenze speciali, tutti i giorni sono uguali. Non ti cercherà mai perché è il tuo compleanno ma solo quando avrà bisogno di te. Attenzione, Project, io non dico quando avrà bisogno di qualcosa da te, ma proprio della tua presenza, del tuo non dirgli di no. I giorni in cui ci vediamo sono pochi ma non sono mai banali, possono essere tranquilli o anche profondamente sconfortanti, ma non sono in nessun caso scontati o banali. Non ci vediamo mai per fare qualcosa che coinvolga altre persone, ma solo per stare tra noi, per scambiarci tenerezze senza ammettere che sono tenerezze, per sentirci liberi con la certezza di non essere giudicati. Anche il suo silenzio è molto significativo. La sua presenza si concretizza quando meno te l’aspetti e con i comportamenti che meno ti aspetti, ma in fondo lui c’è anche quando non è fisicamente presente perché sai che prima o poi si rifarà vivo. Devi dargli libertà e fiducia e lui riuscirà a stupirti. Non lo conquisterai mai del tutto, non sarà mai “tuo” ma ti vorrà bene se imparerai a non pretendere nulla da lui. Gli voglio bene perché è onesto e rifugge dalla retorica facile. Con me non fa mai discorsi da innamorato, perché non è innamorato, anche se ci vogliamo bene. Non so come si comporti con i suoi amici ma penso che sia più o meno lo stesso. Io non gli sono indifferente. Viviamo insieme momenti di intimità assolutamente unici e non paragonabili con nessun’altra esperienza. Sarà forse perché io sono innamorato di lui, ma se lui non condividesse i miei sentimenti, almeno in quei momenti me ne renderei conto eccome. Per lui, fingere o fare sesso perché l’altro se lo aspetta è semplicemente inconcepibile. Vive il sesso come coinvolgimento profondo ma non ha la mistica del sesso in quanto tale, fa sesso solo con persone che conosce, non ha lo spirito del conquistatore o di quello che non deve chiedere mai, ti rispetta, cerca un equilibrio, si adegua ai tuoi tempi, alle tue paure. Spero tanto che adesso stia bene perché gli voglio bene.

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VOLEVO PROPRIO LUI

Messaggio da progettogayforum » domenica 8 gennaio 2023, 17:24

Caro Project,
sono rimasto colpito dai post di “Il fascino di un uomo”. Per la gran parte quelle cose avrei potuto scriverle io identiche per il mio ragazzo. Mi colpisce il fatto che il mio trasporto per il mio ragazzo, che a qualcuno sembra strano, sia in effetti stato così ben descritto da un altro. Non voglio ripetere cose sostanzialmente già dette ma voglio dire solo che quando ci siamo scelti reciprocamente, ormai diversi anni fa, proprio istintivamente, non abbiamo avuto dubbi. Io all’inizio avevo qualche timore, questo sì, sapevo che un rapporto con lui non avrebbe certamente seguito i canoni classici e non sarebbe stato probabilmente conforme ai miei desideri di allora e pensavo che un rapporto di tipo non classico potesse nascondere in fondo qualche trappola e riservare qualche brutta sorpresa per i tempi a venire, ma col tempo i timori sono svaniti e il rapporto si è fatto sempre più solido. In fondo, fin dall’inizio io volevo proprio lui. All’epoca avevo anche altri ragazzi che mi giravano intorno e avrei potuto dire di sì a qualcuno di loro, e tutto sarebbe stato, diciamo così, molto più classico, anche più semplice, ma io volevo proprio lui ed ero disposto a mettere da parte tutti quei desideri di sicurezza che allora proiettavo in un rapporto classico. Per la prima volta ero disposto a rischiare e l’ho fatto. Tra noi non c’è niente del rapporto di coppia mitizzato dalla tradizione, non ci sono obblighi e non ci sono promesse né di fedeltà né di esclusività, siamo entrambi liberi e qualche volta facciamo anche uso della nostra libertà eppure ci vogliamo bene oggi più di prima. Se un patto non esplicito c’è è quello di dirsi sempre la verità, ma dovrei dire meglio, quello di non dire bugie. Ma alla fine siamo arrivati a capire che non dobbiamo nemmeno fare troppe domande l’uno all’altro, che siamo liberi entrambi e che ci vogliamo bene proprio per questo, perché non abbiamo doveri di nessun genere, perché non dobbiamo rendere conto l’uno all’altro di tutta la nostra vita privata. Lui ha le sue amicizie e i suoi affetti e così pure io, ma l’affetto tra noi non è stato indebolito ma rafforzato da queste cose. Altro che gelosia! È stato esattamente il contrario. Lui non è perfetto, come non lo sono io, qualche volta è ironico e irritante e d’altra parte io tendo ad essere appiccicaticcio e prevedibile, sbagliamo entrambi, e accade spesso, ma io lo voglio così com’è. Lo ammiro, sono contento di aver creato un rapporto con lui, non starei con nessuno come sto con lui. Lui mi capisce e sa quello che penso e quello che desidero prima che io dica anche solo una parola. Quando sta con me, per me è come stare in paradiso, mi sento felice, non è avaro del suo tempo, magari non ci vediamo per 15 giorni, ma quando ci vediamo mi dedica il suo tempo senza misurarlo e si creano momenti di intimità fortissima sia a livello sessuale che a livello di semplice restare vicini al buio accarezzandoci e tenendoci per mano, cosa che non è meno bella del sesso. Pensare che si fida di me e che sta bene con me mi sembra la cosa più bella del mondo. Lui non è solo il mio ragazzo, è anche un po’ la mia coscienza, mi parla di sé e di tante cose che pensa, mi fa riflettere sui valori di fondo della vita, poi ha dei momenti tenerissimi quando ci chiudiamo nudi nella stessa coperta e restiamo abbracciati e piano piano arriva il sonno e sento il suo respiro ritmico, o quando mi fa cenno di accostarmi a lui e mi dà la sua mano perché io la possa accarezzare, o quando sposta la testa sul cuscino per farmi capire che devo poggiare anche io la testa sullo stesso cuscino, o quando si addormenta sul divano poggiando la testa sul mio grembo. E poi è bellissimo quando ride di cuore di qualche cosa che ha detto e che io non ho capito, perché io sono un po’ tardo a capire le sue battute, che qualche volta sono oggettivamente difficili da capire. Quando ride si illumina proprio. Il fascino di un uomo lo vedo soprattutto nel fatto che quando ha ragione non insiste e cambia argomento, lui non mi umilia mai, qualche volta mi rimprovera ma solo in privato e molto bonariamente, e quando lo fa ha i suoi motivi, cioè sostanzialmente ha ragione lui. Se gli dico che è una grande persona lui si schermisce, non gli piace essere adulato, forse gli piace sentirsi valutare positivamente ma senza adulazione. Ultimamente cerca di farmi arrivare un messaggio e cioè che non devo lamentarmi perché in effetti ho avuto dalla vita tutto quello che si può desiderare, lui compreso. Se mi lamento mi rimprovera e mi dice che non ho il diritto di lamentarmi. Lui in effetti non lo fa mai: sopporta, accetta, lavora per risolvere i problemi ma non si lamenta. Lui lavora, lavora tanto, non perde tempo. Negli anni il nostro rapporto si è consolidato. Non ci vediamo quasi mai per uscire e per andare da qualche parte ma solo per stare insieme, per restare a coccolarci sotto le coperte quando fa freddo anche in casa. Il contatto fisico con lui è bellissimo, trasmette calore e poi penso che lui si senta coccolato e valorizzato sentendosi nel contempo anche assolutamente libero. Quando viene da me qualche volta è pensieroso e anche malinconico, ha bisogno del suo tempo per sciogliersi, per sentirsi ancora al caldo e al sicuro. Non capivo e ancora non capisco che cosa possa trovare in me, lui è molto meglio di me anche fisicamente, è decisamente bello, mentre io sono a mala pena passabile, eppure lui ha scelto, cioè ha proprio voluto costruire un rapporto con me. La reciprocità c’è stata fin dall’inizio. Mi sembrava incredibile che un ragazzo come lui facesse di tutto per stare con me ed era proprio quell’unico ragazzo che mi aveva colpito. Certe volte ci guardiamo negli occhi e io vedo nei suoi occhi tanta malinconia, quasi fino alle lacrime, e gli chiedo se va tutto bene e lui mi dice di sì, quei momenti sono intensissimi, sono vere dichiarazioni d’amore. Queste non sono sdolcinature, Project, è quello che provo veramente. Tu pensa che all’inizio pensavo che sarei rimasto solo e non avrei mai avuto un ragazzo, e invece arriva lui, il ciclone che spazza via tutto. Mi ha fatto crescere, mi ha fatto avere di nuovo fiducia nelle persone o meglio in alcune persone, mi ha spinto a migliorarmi moralmente, a non essere ipocrita, a dire quello che penso, a dire a lui anche cose che possono essere sgradevoli, se le penso veramente. Tra noi ci sono stati alti e bassi e pure separazioni ma poi è stato sempre lui a tornare indietro, mi diceva: “Non fare così, che poi sei tu il primo che ci resta male!” Dopo le pause più lunghe si faceva risentire come se non ci fosse mai stato nessun problema ed era contento di sapere, cioè di verificare direttamente, quello che lui sapeva benissimo e cioè che mi mancava moltissimo. Allora mi veniva a trovare, appena chiusa la porta di casa non diceva una parola, allargava le braccia e ci abbracciavamo stretti per lunghi minuti. Il sesso è importante e non lo nego di certo, tra noi è stato fondamentale, ma il fascino di un uomo non si può ridurre all’attrazione sessuale. Anche altri ragazzi mi attraevano perché erano belli, ma lui è un’altra cosa proprio come uomo, senti sempre di più con l’andare degli anni che con lui c’è un contatto di un altro livello, senti che ti vuole bene e che ti cerca, che ti considera una persona importante, che ti cerca nei momenti in cui sta peggio perché si fida di te. Io lo sento proprio come un compagno di vita col quale posso condividere qualsiasi cosa, anche se di fatto non condivido qualsiasi cosa con lui, e lui lo sa, perché anche con lui salvo la privacy di altre persone, anche di persone che mi interessano molto, ma molto meno di lui. A me interessa che lui mi voglia bene, poi se lui vuole bene anche al altre persone questo può solo farlo stare meglio e a me non toglie nulla e anche se togliesse qualcosa, alla fine quello che conta è proprio che lui stia bene. Non ho paura di perderlo magari perché potrebbe andarsene con un altro ma comincio ad avere qualche timore di fondo per la sua salute e lui mi dice che divento ossessivo proprio per questo e pretendo che non si trascuri, lui è salutista, sta attento all’alimentazione, non beve, non fuma, insomma fa una vita sana, a parte lo stress del lavoro. Col covid siamo stati attentissimi ma un mese fa lo abbiamo preso entrambi, anche se in forma leggera. Ho paura che il nostro rapporto possa essere messo in crisi da problemi di salute, questo non posso negarlo. Anche se non ho alcuna ragione oggettiva per pensarlo, mi porto appresso questo timore irrazionale. Io vorrei che questa fase della mia vita non finisse mai, perché mi sento profondamente sereno – a parte quel timore di fondo - e lo devo a lui, che è stato la mia ancora di salvezza. Non so proprio dove sarei andato a finire se non ci fosse stato lui. Sono felice di essere gay e di avere fatto la vita che ho fatto e mi chiedo come possa tanta gente pensare alla omosessualità come a qualcosa di negativo e di contro natura. Solo chi non conosce queste cose può giudicarle negativamente. Non ti scoraggiare, Project, qualcuno il forum lo legge ancora, tu non mollare!

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FASCINO DEL SESSO E NON SOLO

Messaggio da progettogayforum » venerdì 13 gennaio 2023, 2:53

Ciao Project,
ti dico la mia sull’argomento “il fascino di un uomo”. Ovvio che il fascino ha una forte componente sessuale, che però non è una cosa da interpretare in modo banale, la sessualità pervade tutto, specialmente se si è giovani, ma questo non vuol dire che dietro qualsiasi comportamento ci sia una finalità sessuale, diciamo così, tecnica, immediata e diretta. Per mia esperienza personale posso dire di avere avuto anche io una ottima intesa sessuale col mio compagno fin dall’inizio, ma anche di aver sofferto molto quando pensavo che il motivo di fondo del nostro rapporto fosse solo quello. È ovvio che mi stava bene, ma mi mancavano troppe cose. Per fortuna col tempo molte situazioni sono cambiate, l’intesa sessuale non si è perduta ma ultimamente parliamo tanto di cose che possono sembrare metafisica, tipo i problemi legati all’idea della morte (perché recentemente un nostro amico, e nostro coetaneo, è morto di malattia e la cosa ci ha scioccato), parliamo spesso anche di che cosa significa e di che cosa dovrebbe significare l’essere gay e perfino del fatto che ci vogliamo bene. In genere su quest’ultimo argomento arriviamo sempre alla stessa conclusione, cioè che il nostro volerci bene è indefinibile. A noi non piacciono le etichette. Certe volte rimaniamo a discutere per ore dei nostri punti di vista sulla vita, cioè proprio sul senso della vita, sui concetti di bene e di male e pure su argomenti di medicina e di biologia, che lui conosce ovviamente molto meglio di me, perché fa il biologo. Sto scoprendo adesso il valore dello stare con lui proprio perché solo adesso mi accorgo che anche per lui il nostro rapporto non finisce col sesso, anche se qualche volta si capisce che lui preferisce non parlare di coinvolgimento affettivo, perché pensa che questo sarebbe come una specie di vincolo e a lui i vincoli non piacciono. Certe volte mi chiama quando proprio non me lo aspetto e mi parla di problemi di lavoro o di persone che ha conosciuto. In quei momenti mi sento importante e anche profondamente gratificato, perché mi coinvolge anche in altri aspetti della sua vita. Lo sento molto più sereno di prima, molto meno rivendicativo e molto meno chiuso in difesa. Il fatto che lui mi cerchi anche senza nessuna motivazione concreta a brevissima scadenza, almeno apparentemente, mi colpisce molto, perché lui mi prende sul serio. Devo dire che, secondo me, anche a livello sessuale le cose sono migliorate. Rispetto a prima sta molto più attento alle mie reazioni, non che non lo facesse anche prima, ma adesso arriva a capire cose che prima non capiva affatto. Io credo che col passare del tempo ci siamo adattati l’uno all’altro e abbiamo finito per capire il senso dell’equilibrio e del compromesso che non è sempre al ribasso. All’inizio uno pensa di avere capito tutto e di sapere quello che vuole e va avanti prima di tutto con l’idea in testa di realizzare quello che crede di desiderare, poi, se incontra uno come il mio ragazzo si trova davanti alla scelta: lo metto da parte e continuo a cercare quello che mi sembra il mio sogno segreto, oppure metto da parte i miei sogni e cerco di costruire una relazione vera con lui? All’inizio la scelta non è stata ovvia, la tentazione di cambiare strada c’è stata ma lui non mi ha mai mollato. Certe volte si arrabbiava con me, perché non ci capivamo, ma non mi ha mai mollato e piano piano mi ha fatto entrare nel suo mondo. Anche lui deve avere avuto le sue remore, perché siamo molto diversi, e penso che temesse che non ci saremmo mai capiti, ma non mi ha mollato nemmeno quando avrebbe avuto tutti i motivi per farlo, perché qualche volta con lui mi sono comportato in modo stupido e aggressivo, in fondo è stato capace di aprirmi il cervello e di farmi capire cose che prima non capivo affatto e l’ha fatto con pazienza, con costanza, come uno che ti vuole bene. Di lui non ho nessun ricordo negativo, proprio nessuno, mentre mi restano stampati nel cervello momenti molto intensi in cui ho sentito la sua presenza come un supporto fondamentale. Ci conosciamo a fondo e ci vogliamo bene. Ormai abbiamo un rapporto stabile, anche se viviamo ciascuno a casa propria. Anni fa temevo che prima o poi si sarebbe stufato di me e se ne sarebbe andato, ma non è mai successo e adesso non ho più paure di quel genere. Lui ormai è una presenza stabile nella mia vita, non abbiamo segreti uno per l’altro, non è una regola che ci siamo dati, ma una cosa che è venuta da sé, proprio perché ci sentivamo liberi di fare anche diversamente. Lui non è l’incarnazione dei miei sogni, è un uomo vero, non un pupazzo nelle mie mani ed è proprio questo che lo rende speciale, ha un suo cervello, diverso dal mio, e avere due cervelli che ragionano insieme è una bellissima sensazione. Tra noi non c’è mai stata contesa e nemmeno invidia. Lui non ha miti stupidi, è un uomo prudente ed equilibrato. Certe volte resto impressionato da come è coinvolto a livello sessuale, ma poi penso che, a parte le differenze di carattere, pure io mi sento fortemente coinvolto da lui, altre volte, quando è stanchissimo per il lavoro, il sesso non c’è per niente, vediamo la tv, poi parliamo, pure per ore, e ce ne andiamo a dormire insieme e lui mi chiede: “Non ti dispiace?” e io gli mando un bacetto come fanno i bambini. Certe volte parte per lavoro e non lo vedo anche per 15 giorni, e allora mi vengono le malinconie, ma la telefonata della sera non manca mai. Quando torna sta un giorno intero da me, resta a casa mia anche quando io sono al lavoro e cucina, poi pranziamo insieme e passiamo la giornata intera a coccolarci. Project, non mi cadere dalla sedia, noi abbiamo quasi 50 anni e, a modo nostro, stiamo insieme da 26 anni! Non so chi mi leggerà, se vorrai mettere questa mail nel forum, ma io posso dire che la felicità per i gay può esistere eccome.

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GAY CATTOLICI E COPPIE GAY

Messaggio da progettogayforum » lunedì 16 gennaio 2023, 19:22

Caro Project,
ho letto le mail dell’argomento “Il fascino di un uomo” e le ho apprezzate molto. In fondo penso di poterne dedurre una lezione buona anche per me. Premetto che ho 24 anni e non ho, purtroppo, nessuna esperienza diretta di rapporti di coppia. Ovviamente ho le mie idee e direi anche i miei sogni e combatto tra la tentazione di provare a buttarmi nella mischia, cioè provare a cercarmi veramente un ragazzo usando le tecnologie moderne, sulle quali ho fatto un po’ di esplorazione, diciamo così, evitando ogni possibile coinvolgimento concreto, e l’idea di aspettare che l’occasione mi si presenti casualmente, cosa che al limite potrebbe anche succedere, perché all’università ho conosciuto tantissimi ragazzi e parecchi di loro non hanno una ragazza (o forse non ne parlano con me). Provare mi tenta ma mi spaventa pure. Non sopporterei di stare in una situazione che non mi piace, cioè con una persona che non mi piace. Se non c’è rispetto e affetto vero è meglio stare soli. Però, leggendo qua e là su Progetto, mi sembra di capire che l’alternativa alla solitudine non è praticamente mai la realizzazione dei propri sogni, ma la creazione di una relazione con un ragazzo che ancora non conosco e che non sarà comunque, quello che avevo sognato, molto semplicemente perché trovare quello che sto sognando adesso o è impossibile o è estremamente improbabile. Alla fine dei conti, ammesso che si incontri il ragazzo giusto, che non è quello perfetto ma quello possibile, dopo, ci vuole anche uno spirito di adattamento, che non è rinuncia ai sogni ma rimodulazione dei sogni in una dimensione possibile. Ovviamente questo processo dovrebbe essere condiviso anche dal mio futuro compagno. Tirando le somme: nella vita di coppia ci vuole molta pazienza, molto spirito di adattamento, molto affetto per il proprio compagno, dal quale non si può pretendere quello che non può dare e al quale bisogna cercare di dare il meglio di sé. Quindi partire col mito del principe azzurro è la cosa più sbagliata, ma è sbagliato partire con qualsiasi tipo di mito perché l’idea di cercare comunque di concretizzarlo fa più danni che altro. Leggevo in una mail del forum di coppie non conviventi, che si incontrano a lunghi intervalli… pazienza è anche questo! Pazienza e accettare di non sapere quando rivedrai il tuo ragazzo e addirittura se lo rivedrai, perché lui è e deve rimanere libero e se ne può andare quando vuole. Certo che accettare una cosa simile mi sembra ancora contro natura e non so se mai riuscirò a condividere veramente questo modo di ragionare, perché sogno ancora una coppia stretta, quasi una simbiosi, sogno di sapere tutto, ma veramente tutto del mio ragazzo, che lui mi sia fedele al 100%, quasi che sia dipendente da me. Poi c’è un altro punto, io sono cattolico, o almeno credo di esserlo, mettere insieme l’essere cattolico con l’essere gay è come mettere insieme il diavolo e l’acqua santa, questo l’ho capito da parecchio tempo, però gli ambienti cattolici di oggi sono, diciamo così, piuttosto comprensivi in fatto di omosessualità. Perché una cosa è il catechismo e una cosa parecchio diversa è l’atteggiamento concreto dei preti. In fondo penso anche io che se si dovesse seguire il catechismo alla lettera, nessun gay potrebbe essere cattolico senza rinunciare ad essere gay, e io, francamente, non ho nessuna intenzione di rinunciarci. Se sarò, diciamo così, costretto a rinunciare alla religione, lo dovrò fare per forza, perché penso che volere bene a un ragazzo, sesso compreso, sia una cosa comunque di alto valore morale. Ecco, io voglio essere un bravo gay, un gay che prende con serietà il suo essere gay, cioè (forse banalizzo) ma vorrei un rapporto di coppia esclusivo, cioè vorrei che anche il mio compagno lo prendesse seriamente, io fedele a lui per la vita e lui fedele a me per la vita, come nel matrimonio tra un uomo e una donna. Magari poi non succederà, ma mi sembra un buon punto di partenza (o sbaglio?). Poi non vedo perché in un rapporto gay serio non ci debba essere spazio per i valori cristiani. Quindi, tornando all’idea di fondo, la pazienza deve aiutare una coppia gay ad andare avanti “amandosi”, esattamente come dovrebbe essere in una coppia etero, perché francamente non ci vedo nessuna differenza. Project, questi discorsi li posso fare a te, ma non ai miei amici cattolici che quando comincio a parlare di queste cose anche per minimi cenni mi ripetono che la differenza c’è ed è enorme come la differenza tra il bene e il male! Vabbè, quando sento questi discorsi mi incazzo come una iena e loro mi dicono che sono cattolico a modo mio (cioè che non lo sono affatto), ma io penso che sono cattolico nel modo gay, perché non riesco proprio a pensare che innamorarsi di un ragazzo sia una cosa contro natura, anche perché questo argomento, che con Benedetto XVI era tornato di moda, va contro le mie convinzioni più profonde. Ci sono altre confessioni cristiane che non discriminano i gay, la chiesa cattolica lo fa. Io voglio seguire la mia coscienza. Sono in cerca di un compagno possibile, magari con idee compatibili con le mie, poi magari sarò io a cambiare le mie idee adeguandomi quasi completamente alle sue. Io non voglio fare il leader o il guru di nessuno. Se ci si rispetta e ci si vuole bene si può andare benissimo d’accordo anche vedendo il mondo da punti di vista diversi, magari, però, non troppo diversi. Mi fermo qui, perché se no non la finisco più. Se ti va, metti pure questa mail nella discussione, a me farebbe piacere.
Nino

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COPPIE GAY TRA AMORE E DUBBI

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 18 gennaio 2023, 11:56

Ciao Project,
Vorrei rispondere a Nino, non sulla questione dei cattolici e dei gay, che non rientra granché tra i miei interessi, ma sulla questione della pazienza nella vita di coppia e della pazienza reciproca in particolare. Io ho 31 anni e il mio compagno ne ha 34. Ci dicono che siamo “ancora” giovani, il che significa che siamo giovani per modo di dire e le cose da farfalle nello stomaco ce le siamo dimenticate da un pezzo! Tutto sommato andiamo d’accordo e per fortuna che c’è il sesso che fa da collante e funziona ancora molto bene, perché litighiamo eccome. Puntini sulle i e sottolineature sono tutt’altro che rari, le recriminazioni reciproche e la tecnica di non archiviare mai del tutto i motivi dei passati litigi, per poterli poi tirare fuori ogni volta che ti vuoi togliere il sassolino dalla scarpa, sono cose praticamente di tutti i giorni. Io lo sopporto, perché certe volte è proprio sgradevole, poi a un certo punto non ne posso più neanche io e gli presento il conto tutto in una botta. Da fuori sembra che la nostra relazione possa finire da un momento all’altro, allora è il suo turno di tirare fuori tutta la pazienza necessaria, e lui lo fa, se vede che sta scoppiando l’incendio non soffia sul fuoco ma ci butta sopra un po’ d’acqua, poca, ma acqua, non benzina. Tante volte mi chiedo se stiamo insieme solo per il sesso, ma in fondo non credo che sia così, o forse non siamo mai stati veramente insieme. Lui è sempre a caccia di ragazzi, sempre appiccicato alle chat, qualche volta con qualcuno sembra che ingrana, poi dopo una settimana è finito il fuoco di paglia. Prima avevo paura quando lo vedevo chattare e mi dicevo: “Questo tra un po’ non lo vedo più! Se ne trova uno meglio e buonanotte ai suonatori.” Che poi in effetti, trovarsene uno meglio di me non è difficile per niente, ma lui in genere i ragazzi li cerca, ma quando poi li conosce un po’ più da vicino, li molla subito perché è molto schizzinoso: quello si lava poco, quell’altro ti dice una cosa e ne fa un’altra, e poi certi ragazzi si diverte a bruciarli a fargli capire che sono stupidi, incoerenti, che non sanno quello che vogliono, ecc. ecc.. E poi c’è un’altra questione che mi rode parecchio, io penso che lui vada cercando pure qualche ragazza, le prove non ce l’ho ma certe volte fa commenti su certe ragazze che sono molto meno acidi di quelli che fa sui ragazzi, e questo mi suona strano. Ammesso che vada veramente appresso pure alle ragazze mi chiedo se poi le manda a quel paese come fa coi ragazzi. Comunque su questo punto ho evitato qualunque accenno, lui delle sue bravate coi ragazzi ne parla, delle ragazze, invece, non ne parla mai, però l’ho sorpreso più di qualche volta a buttare l’occhio su qualche tipa. Io mi chiedo perché non manda a quel paese anche me? Perché lui non lo fa, non mi permette di buttare tutto all’aria, perché certe volte io lo farei. Tra noi le cose vanno avanti da più di 10 anni, litigi, musi lunghi e mugugni di tutti i tipi si sprecano. Il sesso invece tra noi va bene, è l’unica cosa che è veramente senza intoppi “adesso” perché quando facciamo sesso non parliamo. Prima non era così perché lui aveva comportamenti che a me non piacevano per niente e io pretendevo di farglielo capire e le chiacchiere si sprecavano, magari il sesso andava bene ma poi rovinavamo tutto a forza di chiacchiere. Ma adesso tutto va bene “quando ci vediamo”, perché quando non ci vediamo lui sta con altri ragazzi, almeno io penso che sia così, altrimenti che li cercherebbe a fare? Certo è che è sempre a caccia, poi magari mi riferisce solo delle storie andate male e quelle andate bene se le tiene strette tutte per sé. Però penso pure che se avesse veramente altri ragazzi (o ragazze), non dico storie da una botta e via ma storie con un minimo di senso, alla fine io farei la fine del sorcio. Forse penso male ma le premesse, certe volte almeno, mi sembrano quelle. Mi chiedo perché non mi sono trovato un altro ragazzo, e qualcuno che mi ronzava intorno c’è stato, ma io mi sono fissato, lui mi piaceva a un altro livello e sono stato per 10 anni sulle montagne russe seguendo le sue oscillazioni di umore. Quando parliamo, succede spesso che ci sono fraintendimenti e poi arrivano inevitabilmente le discussioni, ma lui non tira mai la corda fino a spezzarla. Da quello che dice, con altri taglia corto, con me no. Magari mi voglio sentire trattato in modo speciale e mi immagino che è così quando non è così proprio per niente. Quando non parliamo e il contatto è solo fisico, allora sì che mi sento a mio agio, perché lui c’è e c’è veramente. Ho letto dei post del forum, dove si parla di rapporti di solo sesso come se fosse poco, ma non è poco per niente, perché se c’è attrazione sessuale forte, anche la stupidità passa in secondo piano, perché il sesso è contatto forte, diretto, molto più significativo delle parole. Poi magari lui sta a letto con me oggi e io mi sento felice perché c’è lui, e domani lui se ne va a letto con qualche altro (o con qualche altra) e io manco lo so. Mi sa che sto facendo le tipiche elucubrazioni dei gelosi patologici, che poi lui seriamente non è niente male, è farfallone, ma è fatto così, a me mi rosica un sacco, ma non è manco colpa sua. Io me lo sono trovato così, anzi no, non me lo sono trovato io, è stato lui che si è voluto mettere con me e non ho mai capito perché. Quando ho capito che mi correva dietro ci sono rimasto di stucco. Lui ha sempre detto che era per il sesso, solo che i conti non mi tornano proprio, oppure io non so che cosa vuol dire per gli altri fare sesso con qualcuno, o forse, lo ha fatto un po’ per il sesso e un po’ perché si accorto che a forza di litigare siamo arrivati a capirci un po’ meglio. Lui dice a me che “io” lo faccio sentire una merda, e che gli rinfaccio un sacco di cose, che ci metto sempre il carico da 12 per farlo sentire in colpa, ma con tutti i sensi di colpa lui fa comunque beatamente la sua vita sulle chat e ci sta ore. Ma comunque mi illudo che alla fine qualcosa tra noi ci sia veramente. Che cosa non lo so proprio, ma qualcosa ho l’impressione che ci sia, almeno quando stiamo a letto insieme.

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PACATEZZA ED EQULIBRIO IN UNA COPPIA GAY

Messaggio da progettogayforum » venerdì 27 gennaio 2023, 17:11

Caro Project, le mail della discussione “Il fascino di un uomo” mi sono molto piaciute e ho pensato anche io di dire la mia. Per anni ho pensato che non avrei mai avuto un ragazzo, pensavo che non sarei stato capace di trovarmene uno ma alla fine non sono stato io che ho trovato il mio ragazzo ma è stato lui che ha trovato me. Non mi chiedo nemmeno se è il mio ragazzo nel senso che lui non ha altri ragazzi, penso che lui debba avere la sua libertà. So solo che gli voglio bene e che la sua presenza la sento molto forte, perché lui nella mia vita c’è veramente. È un uomo nel senso più serio del termine, non è un pagliaccio e sento che mi vuole bene veramente. Anche lui lascia a me la massima libertà, mi tratta con rispetto, mi considera una persona affidabile, non è geloso, non mi fa mai domande. Quando ci sentiamo percepisco di essere importante nella sua vita. In fondo siamo cresciuti insieme. Lui ha tre anni meno me, io ne ho 37 e almeno in un certo senso stiamo insieme da 15 anni. Dico in un certo senso perché non abbiamo mai avuto l’idea di convivere. Ci vediamo quando o lui o io sentiamo il bisogno di stare insieme. La nostra storia è lunga e complicata e di lineare non c’è stato proprio niente, tra noi però c’è rispetto reciproco profondo ed è stato così fin dall’inizio. Io lo stimo moltissimo e ne sono innamorato, se possibile, adesso più di prima. Io penso che il nostro stare insieme per tanti anni ci abbia cambiato, ci abbia permesso di tirare fuori il meglio di noi stessi. Adesso abbiamo raggiunto una forma di serenità di fondo che all’inizio sembrava un’utopia. Eravamo entrambi nevrotici e scontenti della vita e pure depressi perché in pratica non vedevamo un futuro possibile per noi. Quando ci siamo conosciuti la nostra vita ha fatto un salto di qualità. A me sembrava stranissimo che lui fosse interessato proprio a me. In pratica è stata per entrambi l’unica storia con una reciprocità vera, incredibilmente profonda. Si capiva dall’inizio che non era una banalità. Negli anni abbiamo finito per sviluppare un senso morale condiviso, proprio un modo condiviso di vedere la vita. Oggi siamo stati al telefono per un’ora e posso dire che sono rimasto incantato, lo ascoltavo sorridendo. Lui capiva al volo quello che volevo dire e mi rispondeva sempre in modo tale da farmi stare tranquillo, da trasmettermi serenità, da non alimentare la mia ansia. Quando dico cose inopportune, cioè soprattutto quando magari per uno scatto di collera lo aggredisco un po’, lui mostra una pazienza incredibile, non ribatte colpo su colpo, mi fa sfogare, poi mi dice: “Stasera vengo da te, preparami un boccone di cena…” che è proprio una frase che un altro non direbbe in quella situazione, un altro mi avrebbe rinfacciato questo mondo e quell’altro ma lui mi lascia parlare senza dire niente o addirittura mi dà ragione, prende tempo per aspettare che mi passi, e poi quando viene da me, io in genere mi sono pentito della sfuriata che gli ho fatto e gli chiedo scusa e gli dico che ho avuto paura di avere messo in crisi il nostro rapporto e lui mi dice: “Ma io nemmeno me ne ricordavo, questa è una della tue paure, ma te la devi togliere!” Non cerca mai di prevalere, non solo con me ma proprio in generale. Dove lavora lo stimano molto sia i suoi capi che quelli che dipendono da lui. Tende a risolvere i problemi, a ridurre la conflittualità sul posto di lavoro. Per Natale quelli che lavorano con lui, cioè in pratica che dipendono da lui, gli hanno regalato una piccola targa d’argento con scritto: “I tuoi amici” e coi nomi di tutto il gruppo. Quando me l’ha fatta vedere era contentissimo e mi ha detto: “Vedi, sono stato fortunato! Mi vogliono bene!” Io l’ho abbracciato e gli ho scarmigliato i capelli. Sul lavoro però lui sta attento a mantenere le cose su un livello di simpatia che non si trasforma in rapporti personali. Lui mi dice: “Con loro lavoro bene, ma con te sto bene!” Io penso che sia proprio una persona buona dentro, uno come si deve. Lui dove passa lascia una traccia positiva. Adesso abbiamo anche lo stesso modo di concepire la sessualità, perché anche lì c’è stato un adattamento progressivo, però ci siamo capiti. Siamo partiti da punti di vista lontanissimi, il sesso, per lui, era un valore assoluto, dominante su tutta la linea e realmente senza freni di nessun genere, io invece avevo mille complessi e mille paure. Eppure lui ha rispettato il mio modo di vedere e io ho rispettato il suo. È stata una lunga strada ma alla fine abbiamo trovato un terreno comune che ci ha permesso di superare le perplessità iniziali circa la possibilità di conciliare mentalità che sembravano inconciliabili. Adesso il sesso tra noi è una cosa molto spontanea e molto partecipata e nello steso tempo non è rivestito di nessun significato rituale, è un modo di vivere la nostra spontaneità senza tabù, perché quando sai che lui ti capisce e ti vuole bene sai che puoi essere veramente te stesso ed è una sensazione bellissima. Non stai lì per compiere un rito o un dovere ma perché c’è lui e stare con lui è una cosa che ti rende felice, e poi quando vedo che è contento di stare con me mi sembra di toccare il cielo perché mi rendo conto che stiamo vivendo in due un momento di contatto emotivo senza riserve. Non c’è stato mai niente che fosse capace di mettere in crisi il nostro rapporto, discussioni sì, pure animate, ma la certezza che non sarebbe crollato niente non è mai venuta meno. È questo che io chiamo solidità di un rapporto. Oggi come oggi non ho dubbi sul fatto che resteremo insieme finché madre natura ce lo permetterà. Mi chiedo come mi sia potuta capitare una cosa simile, perché proprio a me, ma è successo. Oggi mi sento realizzato, sembra un paradosso, ma non mi manca nulla, ho un lavoro più che accettabile e poi ho lui, che per me, per il mio equilibrio affettivo, è fondamentale. Non posso dire di aver realizzato i miei sogni, le cose sono andate per la loro strada e alla fine quello che ho adesso è molto più bello del più bello dei miei sogni e poi non ho paura di svegliarmi un giorno e di accorgermi che il mio mondo è svanito come una bolla di sapone. Lui mi ha insegnato tante cose, mi ha aperto gli occhi e mi ha voluto bene. Non ho paura del futuro perché mi sento amato.

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BEATA SOLITUDINE GAY

Messaggio da progettogayforum » martedì 31 gennaio 2023, 23:37

Ciao Project,
vorrei chiederti un favore: vorrei che pubblicassi una mia paginetta sulla discussione “il fascino di un uomo”, se pensi che non sia opportuno rispondimi privatamene, per me va bene lo stesso.

Non posso negare che la vita di coppia, sia come sia, cioè classica, elastica, con o senza convivenza, ecc. ecc. è stata molto importante anche per me, ma non nel senso che mi ha cambiato la vita ma nel senso che ha occupato i miei pensieri come una specie finalità diciamo quasi biologica di una persona, gay e o etero che sia. Oggi, a 50 anni compiuti da poco, considero ancora la prospettiva di una vita di coppia come una possibilità, almeno teoricamente aperta anche per me come per chiunque, ma francamente il mito della vita di coppia ormai, per me, è del tutto tramontato, e non voglio dire che è tramontato nella mia vita individuale ma è tramontato come finalità quasi biologica di qualsiasi individuo. Lo ripeto, resta la “possibilità” di una vita di coppia ma la possibilità è solo un’ipotesi che finché non si concretizza è soltanto una chimera che può affascinare in teoria, ma non cambia nulla nella concreta vita di una persona.

Anche io ho avuto le mie storie, tutto sommato positive, ma nessuna di esse è stata quella determinante, quella definitiva e stabile, le mie storie hanno avuto tutte un inizio, uno svolgimento e inevitabilmente una fine. All’inizio c’era l’entusiasmo, poi seguiva una relativa gratificazione e poi arrivava l’immancabile conclusione, con le motivazioni più varie, ma in sostanza perché dopo il fuoco di paglia dell’inizio non c’era più nulla che ci potesse scaldare. Come ho letto nella discussione, il sesso è stato più volte determinante anche nelle mie storie, ma poi ciascuno seguiva la sua strada, devo dire, nel mio caso, senza strappi, con chiusure morbide, cioè con prese d’atto che si avevano diverse concezioni del mondo e della vita.

La prima volta tu pensi che non ha funzionato perché forse hai commesso qualche errore e pensi che la volta successiva le cose andranno meglio. Poi la volta successiva arriva e tutto segue il solito copione: entusiasmo iniziale, equilibrio basato essenzialmente sul sesso, finché dura, e poi fine della storia. Storia dopo storia arrivi a capire che, salvo forse ipotesi molto rare, tutte le storie sono destinate a finire. Le prime volte ci stai male, poi sai fin dall’inizio come andrà a finire e inevitabilmente il copione si ripete. In tutto questo mi chiedo che cosa sia il fascino di un uomo e mi sembra di poter rispondere che il fascino di un uomo altro non è che un errore di prospettiva di chi se ne innamora. In pratica chi si innamora si innamora di una persona che, al di là delle apparenze, non conosce veramente. Innamorarsi è fare una scommessa sulla base di una intuizione che prima o poi si manifesterà come un abbaglio, in pratica come un errore.

Arrivati a un certo punto, ci si rende conto che anche l’entusiasmo iniziale dell’innamoramento di fatto non c’è più e si accetta in partenza che a relazione che sta per cominciare sarà una relazione a termine, e questo sarebbe il meno, perché basta fare un solo passo più in là per arrivare alla conclusione che forse la cosiddetta solitudine non è poi così brutta come la si dipinge. Perché non avere un partner di coppia non vuol dire affatto essere soli, vuol dire dare alla propria vita un’altra direzione legata alle semplici amicizie, allo studio, al lavoro e a mille altre cose.

Col tempo si comincia ad apprezzare la solitudine cioè una condizione nella quale l’attesa di una soluzione miracolistica che ti faccia scoprire l’uomo della tua vita non esiste più e si comincia finalmente a pensare ad altro, dopo anni e anni passati alla inutile ricerca del Santo Graal.

Mi chiedo ancora, dopo aver letto tante mail di uomini entusiasti della vita di coppia, se sono loro che sono illusi o sono io che sono incapace di costruire o di gestire relazioni affettive durature. Francamente non saprei darmi una risposta.

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