Incomprensioni

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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barbara
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Incomprensioni

Messaggio da barbara » domenica 18 settembre 2011, 19:10

Ho pensato di trascrivere un brano del libro "La morte della bellezza di Giuseppe Patroni Griffi" che racconta un momento particolare della vita di una coppia, che potremmo chiamare "incomprensione".
Nel romanzo ciò avviene dopo l'annuncio della fine della guerra. Mentre Eugenio, 18 anni, esulta , Lilandt , 27 anni , che è di origine tedesca, capisce che potrebbe andare incontro a delle conseguenze.


Mentre rientravano a casa, Eugenio, euforico, si accorse che Lilandt non parlava più.
Veniva fuori un lato del carattere di Lilandt che Eugenio non conosceva; non si trattava dello smarrimento, dell'assenza d'identità che nella platea del cinema lo avevano coinvolto; no, era una cupezza, un mutismo, che non gli appartenevano, una testardaggine da ignorante che non capisce ragione in quanto tale, a Eugenio sembrava di parlare a un muro, né una replica, né uno spiegarsi, un voler farsi intendere.
Tutto quanto gli uscì dalle labbra fu un "vorrei restare solo" che offese a morte Eugenio.
Se ne uscì nel giardino caldo di umori. La terra fumava. O notte, azzurra notte, che cosa mi stai preparando, pensò Eugenio. Gli avvenimenti lo rinvigorirono invece, vedeva finalmente un futuro.
"Troveremo le nostre strade, sapremo come vivere" gli aveva detto.
Nessuna risposta. "Vedrai, si chiarisce tutto.E poi che vuoi che succeda? Non succede niente!".
Eugenio non capiva questa paura assurda, e si convinse che non la capiva nemmeno Lilandt però la provava, e più ne sentiva la morsa quanto meno sapeva darsene le ragioni. Non era quella a cui bastava un "tienimi forte", era un voler precipitare ostinato nella direzione sbagliata. Un buio che lo attirava. E in fine, Eugenio non riusciva a far collimare fragilità d'animo e Lilandt, due cose che gli pareva non potessero compendiarsi,
Non era mai successo, dall'ottobre, che fra di loro calasse un tale senso di separazione; Eugenio , nel giardino nero, guardava la casa, senza luce dentro, nera anch'essa; il regno , che tutto questo rappresentava non è mai esistito, si chiese, com'è possibile? Si sdraiò sulle fresche riggiole che delimitavano la soglia al balcone dello studio.
Dal nero dell'interno si fece strada un chiarore nebuloso, quello che Lilandt si portava addosso, e la voce di lui biascicò un "perdonami". Eugenio non rispose, lo guardava di sotto in su, le palme a sostenere il mento, ed era un'apparizione malinconica, un viso dolente, le mani appese alle braccia, dimenticate; le vide di nuovo vuote, di nuovo in attesa d'amore. Levò le sue , gliele prese, le strinse forte, lo attirò verso il pavimento. Lilandt si inginocchiò, Eugenio gli condusse le mani sul proprio viso a fargli sentire la consistenza della realtà che egli doveva di certo rappresentare per lui.
"Sono una bestia" si scusò Lilandt, "quando sto male devo cercare una tana".
"E io non ci devo essere?"
"Sono io che non sono abituato a esserci su questa terra, e mi piace così. Basta che lo sappia io che esisto, non vedo perché lo debbano sapere gli altri"
Discorsi che Eugenio capiva perché ne conosceva il punto di partenza.
"Ma se questa terra esiste perché ci sei tu!"
Non rispose, si rimise in piedi e fu assorbito un'altra volta dal buio. Eugenio lo rincorse, s'infilò nel letto appresso a lui, lo abbracciò e lo tenne stretto la notte intera, manco se ne scappasse.

Ilex
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Re: Incomprensioni

Messaggio da Ilex » domenica 18 settembre 2011, 23:10

E' molto bello questo brano Barbara, fa venir viglia di leggere il libro intero,
Immagino che i momenti di incomprensione siano inevitabili all'interno di una coppia, i motivi possono essere interni o esterni ad essa, ma in ogni caso possono mettere alla prova la profondità del rapporto.

Lilandt rappresenta il disagio di vivere una vita che non si accetta, Eugenio l'affetto che cerca di dargli un senso, almeno, da queste poche righe, a me piace vederla così.

L'incomprensione si vince con l'emozione, credo.

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