DALLA COPPIA GAY ALL’AMICIZIA AFFETTUOSA

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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DALLA COPPIA GAY ALL’AMICIZIA AFFETTUOSA

Messaggio da progettogayforum » lunedì 12 dicembre 2011, 16:35

Ciao Project,
come promesso (viewtopic.php?f=22&t=2122), eccomi a mandarti la mia storia, o meglio la storia della conclusione della relazione mia e del mio ragazzo vista dal mio punto di vista. (Grazie della chiacchierata di ieri notte! Ok, niente sezione per la fine delle storie di coppia).

Siamo stati insieme 12 anni e ci siamo voluti bene, la cosa è partita senza il classico entusiasmo travolgente, lui, che ha tre anni meno di me, aveva allora 19 anni e usciva da una delusione pesante, io avevo 22 anni, non avevo mai avuto un ragazzo e tutto è cominciato quando mi ha raccontato della sua precedente esperienza, piano piano, ma molto lentamente, siamo arrivati a capire che tra noi poteva crearsi un rapporto importante, abbiamo cominciato a parlare molto su msn, poi ci siamo visti le prime volte, per arrivare ai primi vaghi contatti sessuali ci abbiamo messo quattro mesi. Parlavamo molto, non come due innamorati ma come persone che si capiscono e che si danno una mano reciprocamente. Lui aveva i suoi amici e io i miei, voleva non sentirsi vincolato da me e io gli avevo detto chiaramente che se avesse trovato un ragazzo capace di renderlo felice mi sarei messo da parte. Si è innamorato un paio di volte di altri ragazzi e ne abbiamo parlato molto, la prima volta si trattava di un ragazzo etero per il quale lui è stato veramente male, ogni volta che lo sentiva si sentiva a disagio, poi pensava che quando sentiva quel ragazzo stava tradendo me e allora cercava di starmi più vicino, ma poi quel ragazzo gli tornava in mente, comunque dopo circa un anno si è reso conto che il ragazzo etero non si era proprio accorto di nulla, nemmeno di tutti i discorsi indiretti con i quali lui aveva cercato di farsi capire. Poi è andata bene tra noi per un anno e si è rimesso a studiare perché quando era in crisi affettiva mandava l’università a rotoli e si faceva prendere da momenti di vera depressione. Poi ha conosciuto un ragazzo gay, questa volta sapeva a priori che era gay, e ha fatto di tutto per cercare di costruire un rapporto con quel ragazzo, con i soliti scrupoli verso di me, con un nuovo abbandono dell’università e nuovi momenti di depressione profonda. Ma in tutto questo i rapporti con me non si sono mai interrotti. Il ragazzo gay lo ha trattato proprio male e lui si faceva mettere e piedi in testa, poi veniva da me e ci stava malissimo, è andata avanti così per oltre tre anni, poi gradualmente si è messo l’anima in pace, ha ricominciato a studiare, si è laureato (dopo quasi otto anni) e ha cominciato a lavorare ma sempre con un senso di frustrazione profonda, sia sul lato affettivo che su quello professionale, anche se, sul lato professionale almeno, a parte i sogni meravigliosi, non aveva proprio nulla di cui lamentarsi. Quando stava con me mi diceva che stava bene ma che io non ero il suo tipo e che avrebbe voluto provare altro ma non succedeva mai, e anzi abbiamo passato un periodo bellissimo di tre anni circa prima che si laureasse, perché quando era sereno era proprio una persona speciale. Lui sapeva che mi avrebbe trovato sempre disponibile e così è successo. Un anno fa, a dicembre del 2010, ha conosciuto il suo attuale ragazzo e ho capito che qualcosa stava cambiano perché lo vedevo sempre di buon umore, poi un giorno mi ha detto che mi doveva parlare e gli ho risposto che avevo capito tutto e che se pensava che fosse la persona giusta avrebbe certamente dovuto fare quel passo e io sarei stato felice di vederlo felice. Dirlo mi è costato tantissimo ma, tra l’umore depresso che aveva quando stava vicino a me e l’umore buono e solare che aveva quando stava vicino a quel ragazzo c’era veramente un abisso e poi io il ragazzo lo conoscevo e lo stimavo molto. Abbiamo parlato tantissimo prima che si decidesse perché non voleva che mi sentissi messo da parte. In realtà all’inizio è stata veramente difficile da accettare ma credo sia stata la scelta migliore, adesso sta col suo ragazzo da quasi dieci mesi, ci sentiamo ancora e quando lo vedo sorridere non mi sembra vero. Una volta mi è capitato di stare solo con lui per qualche ora e non mi ha parlato del suo ragazzo, come aveva fatto altre volte in situazioni analoghe, ma ha mantenuto la sua privacy, segno che il rapporto che ha con suo ragazzo è veramente importante per lui. Lo vedo felice, salvo qualche piccolo segnale che un po’ mi preoccupa, come qualche telefonata che mi arriva, in cui si mette a chiedermi come sto e mi dice che mi vuole bene, e penso che sia vero. Una cosa mi tranquillizza molto, non l’ho più visto depresso, cosa che invece prima succedeva e non sapevo proprio che cosa fare. Quanto a me non mi sento depresso né emarginato, ormai sono passati diversi mesi e la cosa l’ho metabolizzata. Non ho più cercato altri ragazzi, a nessun livello, nemmeno per scambiare due chiacchiere, se succederà credo che non mi tirerò indietro ma non ho bisogno di rimpiazzare il mio ex-ragazzo, posso dire che gli devo molto e che mi sento ancora molto legato a lui e penso di avere ancora per lui un’importanza notevole. Non si tratta di un rapporto spezzato ma di un rapporto che si è trasformato in un’altra cosa che un senso ce l’ha ugualmente. Sottolineo che non ho mai desiderato che la sua attuale storia col suo ragazzo possa non funzionare perché adesso lo vedo felice e spero che possa durare per tutta la vita.

barbara
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Re: DALLA COPPIA GAY ALL’AMICIZIA AFFETTUOSA

Messaggio da barbara » lunedì 12 dicembre 2011, 20:36

L'equilibrio che si crea in una coppia è come una chimica misteriosa. Chi lo vede dall'esterno dovrebbe astenersi dal giudicare, dal confrontare , anche se viene automatico pensare: Io al suo posto che avrei fatto?
Dopo di che viene anche facile assegnare colpe e meriti , poichè siamo abituati a ragionare in questo modo , in termini di giusto o sbagliato .
Ma chi , come me, vive da oltre vent'anni con la stessa persona , sa bene che si tratta di categorie che non hanno nulla a che fare con la vita di coppia reale.
E' incredibile quello che si arriva a fare per amore di una persona , perchè la vita di coppia cambia le regole ,anche quelle che ci si era dati magari all'inizio, quando ancora non si sapeva nulla dell'amore. Non si può preordinare, concordare più di tanto ... Le cose avvengono e basta. E stargli dietro è una vera impresa. In questa storia leggo ad esempio la grande tenacia di questo ragazzo, capace di mettere da parte l'orgoglio per un valore più grande.
Noi pensiamo tante volte di cambiare l'altra persona, salvo accorgerci che siamo noi a essere cambiati. E a seconda di come stiamo , diciamo a noi stessi che ci siamo adeguati oppure che siamo maturati col tempo. Credo che siano vere entrambe le cose.
Dodici anni sono tanti, davvero tanti. Si può dire che questi due ragazzi sono cresciuti insieme : insieme sono diventati uomini e hanno imparato molto l'uno dall'altro. L'immagine del tramonto non si addice secondo me a questa fase della loro storia. Questo perchè l'amicizia è un legame altrettanto importante e anche perchè , dopo una storia così, l'amore che c'è stato non si dissolve, ma si trasforma in capacità di amare.
Ed è l'augurio che faccio a questo ragazzo: che dopo questa pausa possa trovare qualcuno capace di amarlo con la passione che si merita. :)

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