VITA DI COPPIA GAY

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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VITA DI COPPIA GAY

Messaggio da progettogayforum » sabato 16 maggio 2009, 1:18

admin ha scritto:Sul blog Storie Gay è comparso ieri un commento estremamente significativo ad un post di diversi mesi fa “FEDERICO AMA DVIDE”, http://nonsologay.blogspot.com/2008/01/ ... avide.html riporto qui di seguito il testo integrale del post (una delle cose più belle che ho letto) e subito di seguito il commento apparso il 6/11/2008. Ho provveduto a girare il commento all’autore del post.
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TESTO DEL POST

Poco prima della mezzanotte (del 18/1/2008) ho letto una straordinaria mail che mi è stata inviata da Federico, in allegato c’era un file “La mia storia”. La lettura della mail e del file allegato è stata per me una delle più belle esperienze che mi siano mai capitate. Pubblico il tutto qui, immediatamente, in un post senza alcun commento, perché la mail e la storia si commentano da sé. Ringrazio Federico nel modo più affettuoso per questa straordinaria testimonianza che sarà una autentica spinta verso la vita per tantissimi ragazzi. Appena pubblicato questo post scriverò una mail a Federico perché sento il bisogno di dirgli che è un ragazzo meraviglioso che ha vissuto nel modo più bello il sogno più profondo di un ragazzo gay. Federico, dirti grazie è veramente poco, mi dai una lezione di vita. Ti voglio bene!
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Ciao gayproject ,
forse non è molto formale dare del ciao a chi non si conosce ma nel mio ciao c'è una espressione di affetto e consuetudine di chi i tuoi gesti di parole li sente molto vicini, mi presento sono Federico, ho 30 anni e da tempo ormai mi capita di leggere il tuo blog. In realtà ad essere sincero tutto il merito è solo di Francesca. Lei è una mia amica con la A maiuscola e soprattutto è una persona meravigliosa ed unica. E ' stata lei a parlarmi di te per la prima volta ne era così entusiasta! ha detto che dovevo assolutamente leggere qualcosa. Io insomma non è che sono mai stato convinto di queste cose, intendo i siti per gay, i locali per gay, tutto questo " per gay", mi è sembrato sempre un modo per ghetizzarsi da sè, per rintanarsi tramite una definizione in un mondo con regole a parte, come se ad essere uomini non si viva tutti nello stesso mondo, che poi ho sempre pensato anche questo che alla fine ognuno è diverso ed a sè stante particolare ed unico e tra un gay ed un altro c'è la stessa distanza che passa tra un etero ed un altro, giusto per continuare ad usare queste definizioni ... Insomma per riprendere, io avevo molti dubbi e pure un pò di preconcetti, adesso mi dicevo mi tocca beccarmi la solita tiri tera di luoghi comuni e tant'altro e pure il cha cha cha del gay pride e le bandiere dell'orgoglio gay, che non capisco bene perchè uno debba essere orgoglioso di un modo di essere, lo è e basta ... perchè poi alla fine si è gente normale, o sbaglio? con le proprie gioie ed aspirazioni, i propri tormenti, le proprie ambizioni, le proprie meschinità e generosità ... Ultimamente c'è un certo parlare, in certi ambienti, tra certe persone "in" (sai che risate) sul fatto che i gay sono persone sensibili, intelligenti, speciali e via coi blà blà ... ma in tutta sincerità io di gay che erano tutto l'opposto di questi ne ho conosciuti eccome, come anche di altri che erano normali o magari solo incoclusi o davvero grandi dentro (dove più importa), o chennesò ... Comunque, continuo a deviare scusami, alla fine ho ceduto alle insistenze di Francesca, perchè di lei mi fido troppo ed abbiamo letto qualcosa insieme e bhè mi sono subito dovuto ricredere appieno! Ora farti i miei complimenti mi sembra quasi riduttivo, ma ti posso dire con il cuore in mano che quando entro nel tuo blog sto bene perchè sento, lo sento davvero, che c'è del buono, del disinteressato, del pulito, del bello e tutto questo esce da te e tu lo doni gratuitamente, disinteressatamente a tutti noi. Senza conoscerti io e Francesca ti vogliamo un gran bene e se "ti sentiamo" felice o sereno lo siamo anche noi e sappiamo che grazie a te altri lo sono. Magari solo più in pace e distesi dentro anche se solo per un pò. E questo è tanto. Alla fine il motivo per cui ti regalo la mia storia è quello di poter contribuire con un piccolo gesto al tuo lavoro, alla definizione di un mondo in cui a contare sono solo le persone, gli affetti veri e tutto quello che si può e si deve donare di sè. Perchè io credo e lo credo con tutto me stesso che gli affetti, l'amore, l'amicizia vera, quelle che ci portano anche a sacrificarci, a soffrire, a compartecipare disinteressatamente degli altri sono le uniche cose che ci fanno davvero vivere e realizzare in questa breve tappa che è la nostra vita.
Ma c'è un altro motivo per cui ti scrivo perchè farlo è in fondo la mia dichiarazione di amore per Francesca, perchè se sono quello che sono, se ho attraversato il peggio senza mai sentirmi solo, se ho nonostante tutto una grande fiducia negli altri è perchè so con la certezza di un teorema che lei ci sarà sempre accanto a me a lottare per offrirmi un posto nel mondo.
Ti ringrazio per l'attenzione reale e per tutto l'affetto che so già avrai nel leggere di me,
ti saluto con un abbraccio di quelli che si danno ad un amico,
Federico ..... [ometto il cognome ma la lettera lo riporta]
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LA MIA STORIA
Era timido di una timidezza che non saprei come definire se non come un po’ strana … stava seduto più o meno sempre allo stesso posto, nelle file centrali in posizione esterna. Solo. Non so perché lo abbia notato, è stato un fatto piuttosto bizzarro se penso come ero allora … insomma io avevo un casino di amici, sì amici … ora so che erano amici per modo di dire ma al tempo io ci credevo, e con le ragazze non avevo certo problemi, non li avevo mai avuti, me ne facevo di continuo. Sono sempre stato un tipo estroverso, mi definiscono solare, certo ho un carattere forte. Mi ero iscritto a biologia perché volevo fare qualcosa per l’ambiente, ero molto agguerrito ed impegnato, anche in quello ci credevo molto. Comunque non so proprio spiegarmi il perché, ed allora meno che meno, ma ho cominciato ad osservarlo. Forse all’inizio era solo curiosità … mmh, in realtà ci credo poco, penso che già da subito fosse una sorta di fascinazione. Lo guardavo, lo scrutavo, osservavo tutto quello che faceva e soprattutto come lo faceva e mi piaceva proprio starlo a fare, tutto quello dico … ma era una cosa a cui non davo peso, del tutto innocente per dire. Lui era introvertissimo e non rivolgeva mai per primo la parola a nessuno. A biologia non c’era numero chiuso ed al primo anno era una calca della malora. Per poter avere dove sedersi bisognava appostarsi fuori dall’aula un bel po’ prima che aprissero le porte e poi stare ad aspettare anche dalle 12,30 fino alle 14,30 prima che iniziassero le lezioni. Ci si dava il turno tra noi e dato che eravamo in molti non era mai molto frequente. Lui invece che era solo doveva sciropparsi ogni giorno tutta la solfa. Quando toccava a me fare la “posta ai posti” lo beccavo sempre. Lui leggeva e studiava sempre molto quieto ed io lo stavo a guardare … così perché mi piaceva davvero farlo. Non so quando ho cominciato a pensare che fosse troppo carino ma poi quando è successo ogni volta che lo guardavo me lo andavo ripetendo tra me e me “sei proprio carino” … così pensavo e poi pure mi dicevo che razza di timidezza che ci hai, e forse non è neppure timidezza, è solo che sei strano … Un giorno ho deciso di sedermi vicino a lui, non è che l’avessi programmato o ci avessi mai pensato sopra prima l’ho fatto così, per istinto. Ho preso la fila e poi mi sono seduto lasciando uno spazio vuoto tra noi. Lo sbirciavo e lo studiavo molto attento, aveva un modo di stringere gli occhi nel concentrarsi troppo adorabile. Ho cominciato a farlo di continuo, di prendere i posti vicino a lui intendo, magari anche la fila dietro o quella davanti, meglio quella dietro così potevo osservarlo meglio. Facevo la guerra per quello … insomma mi piazzavo dietro a lui e poi costi quel che costi la fila era mia. Mi comportavo da vero stronzo, pure aggressivo ero … pensa te, per lui … Con il tempo ho iniziato ad offrirmi sempre più spesso volontario per andare a prendere i posti, dicevo che così avevo la scusa per studiare. Non mi facevo molte domande, in realtà ero solo innocentemente disperso. Poi un giorno l’ho SENTITO … stavamo tutti aggruppati là davanti e io mi ero insinuato il più vicino possibile a lui perché in quella calca era facile essere separati da una massa che poi avrei dovuto spingere e pogare manco fossi ad un concerto per raggiungere una fila vicina … si era tolto la giacca perché faceva caldo a stare ammassati così, aveva un pullover e la camicia con i due bottoni aperti … ero al suo fianco, lui si è mosso girandosi verso di me … ed ho sentito questo senso meraviglioso di calore che il suo corpo emanava … è stato un attimo, un attimo solo ma per me è cambiato tutto. Il cuore mi batteva così forte, credevo che tutti lo potessero vedere tanto mi sembrava di oscillare … si sono aperte le porte ed io come in trance dietro a lui, mi sono seduto al suo fianco e continuavo a sentirlo. Una cosa bellissima. E’ andato alle macchinette a prendersi un caffè ed io dietro come un automa, non pensavo agivo soltanto. Lui non si accorgeva di niente, pensavo che era introverso in un modo assurdo e che manco vedeva chi ci aveva attorno, gli ho chiesto se aveva da cambiarmi delle monete, ha detto “vedo, un attimo” una voce dolcissima … nel darmele ci siamo sfiorati la mano … una sensazione mai provata prima … lui è diventato rosso io di più. Ho pensato a così tanti modi per sentire di nuovo la sua voce parlarmi, per poterlo toccare … per dire rompevo le punte alle matite a bella posta per potergli chiedere il temperino, lo facevo di continuo … un vero idiota se ci penso a quanto seccante potessi essere … un giorno ha osservato che forse dovevo comprarmi matite di migliore qualità ma non era irritato, forse un po’ divertito e poi mi ha dato una sua matita, un vero cimelio. Però lui non si accorgeva di me e se non era per me non mi avrebbe mai parlato, non mi guardava neppure mai. Io ero innamorato lo capivo e la cosa mi angosciava molto, non sapevo bene che mi succedeva, cosa stavo diventando e perché, non mi riconoscevo più, non sapevo a chi poterne parlare, mi sentivo profondamente solo. Una volta nello sfioragli la gamba con la mano fingendo di cercare qualcosa nella mia sacca ho avuto una erezione … mi sono sentito una merda totale. Come quando la sera mi masturbavo pensando a lui, mi sembrava di stare rubando, era come tornare bambini con tutti quei sensi di colpa e rimozioni incredibili eppure allo stesso modo per me farlo era come una lode alla sua bellezza … insomma un gran casino e ci soffrivo troppo. A volte credevo di odiarlo, lui e quel suo maledetto starsene per i fatti suoi, quella sua assurda timidezza, quel suo non guardarmi non notarmi mai. Mi dicevo che era patetico, insopportabile, odioso e stupido ma poi mi faceva una incredibile tenerezza, guardavo il suo viso assorto e pensoso e volevo poterlo carezzare … Ho iniziato a ricercare con insistenza un continuo contatto con il suo corpo … spostavo il piede, il ginocchio, la spalla, mi muovevo in modo da poterlo toccare in qualsiasi parte, mi bastava la sensazione del suo maglione, mi sentivo peggio di un adolescente alle prime armi. E poi ho cominciato a mantenere il contatto e lui, lui non si spostava … a me batteva il cuore, ero felice. Non so quanto tempo siamo andati avanti così, con quei contatti silenziosi … per tutta la durata delle lezioni io tenevo la gamba premuta sulla sua e già così per me era il massimo. Però stavo male, insomma ero innamorato di un ragazzo, lo desideravo, perché lo desideravo davvero tanto, ed allora cosa voleva dire? Troppe paranoie. Mi sono isolato, avevo sbalzi di umore, non riuscivo a studiare, dormivo male … ero proprio angosciato … mi ha aiutato Francesca, ha visto che stavo male e mi ha fatto parlare, ci è riuscita nonostante mi sentissi una merda e mi vergognassi da morire a parlarne. Lei mi ha sostenuto, mi ha condotto, mi ha riconosciuto, mi ha compreso. Lasciava che le parlassi per ore ed ore sempre delle stesse cose, le telefonavo anche di notte a qualsiasi ora, e parlare di lui con qualcuno che capiva e che non mi ha mai chiesto il perché ma che ne parlava come se fosse la cosa più spontanea e normale che io potessi essere innamorato di un ragazzo, questo mi è stato di fondamentale aiuto. E’ stata lei a spingermi a perseverare e poi a fare il grande passo. Insomma gli ho chiesto se voleva prendere un caffè con me al bar … non sapevo ancora il suo nome … mi ha detto di sì, subito poi è diventato rosso rosso … ci siamo presentati … Davide … continuavo a sorridergli e lui arrossiva, guardava altrove ma ogni tanto mi sorrideva pure lui … pensavo fosse la persona più bella che avessi mai visto. Abbiamo chiacchierato un poco di tutto, così in generale … ero sulla luna. Il giorno dopo prima che iniziassero le lezioni abbiamo di nuovo parlato, lui sembrava un po’ meno strano. Siamo stati con le braccia appiccicate tutto il tempo, poi prima di andare gli ho sfiorato la mano … è diventato rosso ma mi ha sorriso in un modo speciale … ho pensato io Davide ti amo … Davide, Davide mi ripetevo il suo nome mille e più volte al giorno, me lo cullavo dentro … Siamo stati per una intera ora seduti su di una panchina nel giardino della facolà, Davide stava con gli occhi chiusi come se stesse prendendo il sole, io vicino a lui, stretto fintanto che si potesse fare senza che sembrasse strano o equivoco per gli altri, a sentirmelo, a respirarlo … gli ho stretto la mano … ha lasciato fare … poi si è staccato all’improvviso da me, si è alzato e guardandomi dritto negli occhi e non l’aveva mai fatto prima, mi ha detto tu, Federico mi devi lasciare stare. Non ho saputo che replicare e l’ho lasciato allontanarsi. Ed è iniziato il mio calvario. Davide non faceva altro che evitarmi. Io sceglievo la sua fila e lui si alzava e cambiava posto, lo cambiava anche se stavo soltanto in una fila vicina, è arrivato fino a non venire a prendersi più il posto. Preferiva stare seduto sui gradini piuttosto che rischiare durante le ore di attesa che io gli andassi vicino. Io non capivo e Davide non mi voleva far capire e soffrivo, soffrivo da morire … quando cercavo di parlargli lui mi bloccava ancora prima dicendomi non hai capito che non ti voglio vicino? Lo diceva in un modo orrendo, troppo freddo … ed io giuro l’ho odiato con tutto me stesso e subito dopo sentivo di amarlo e di non poter vivere senza di lui … lo so sembra assurdo, non lo conoscevo neppure eppure era proprio così. E’ arrivata l’estate … l’inferno in terra, non uscivo, non sono neppure andato in vacanza sempre chiuso in casa a studiare esami che non sarei neppure riuscito a dare a settembre. Francesca era la mia salvezza mi ha impedito di sprofondare con una invadenza forte e determinata, testarda … eppure a volte mi sembrava di stare impazzendo, non mi riconoscevo più e neppure le persone che mi stavano attorno, un po’ mentivo ma era un peso da reggere ed io non avevo molte forze residue. E’ finita anche quell’estate sono iniziate di nuovo le lezioni. Quando ho rivisto Davide mi è venuto da piangere, e sono dovuto andare a nascondermi in bagno a piangere, a dirotto … era troppo bello, quei suoi capelli biondo scuri appena mossi, quei suoi profondi occhi castani, le sue manie, le sue gambe. Dio mi era mancato all’esaurimento … Allora non capii se fosse stata la pena per i miei occhi rossi o per i chili persi o per l’espressione del mio volto o se durante l’estate qualcosa fosse cambiato anche per lui ma mi venne vicino, mi salutò e mi chiese se avevo tempo che doveva parlarmi, da soli per un po’ … si, sicuro amore mio, ho pensato ma ho solo annuito. Dopo l’ora di fisica sono andato a casa sua. Abitava vicino alla facoltà in un appartamento con altri due studenti. Mi ha offerto una birra e poi siamo andati in camera sua. Fino all’ora eravamo sempre rimasti in silenzio, senza guardarci, entrambi incredibilmente impacciati ed imbarazzati, io ancora troppo dolente. Ha iniziato lui, faceva fatica, si inceppava, balbettava, mi faceva una gran tenerezza … non mi piaceva vederlo soffrire a quel modo ma se cercavo di sollevarlo anche solo un po’ con qualche parola vedevo che lui si incupiva e mi faceva segno di no con la testa, voleva parlarmi ed io dovevo solo ascoltarlo. Mi disse che era gay, lo sapeva di esserlo da quando aveva 11 anni e ci aveva sempre sofferto troppo, mi disse che si era innamorato di me fino dalla prima volta che mi aveva visto ma io ero davvero troppo per lui e poi ero sempre circondato da un sacco di ragazze che mi facevano il filo ed io ci stavo e si era pure informato (incredibile!! Lui con quella sua stra-assurda introversione?!?), e gli avevano detto che mi davo un gran da fare, insomma un puttaniere … e poi quando era iniziata quella cosa tra noi lui era convinto che fosse solo un mio gioco, uno stupido gioco per provarmi chissà che o forse solo per far passare il tempo e la noia e lui aveva troppa paura di quanto si stava innamorando di me e non ce l’ha più fatta. Era stata una scelta davvero difficile, ci aveva sofferto all’inverosimile ed ancora ci soffriva tanto eppure era giusto così ed io dovevo smetterla di fare quel gioco con lui, dovevo rispettarlo, lui ed i suoi sentimenti, mi disse “ti prego Federico”. Io non sapevo che dire, lo ascoltavo e mi sentivo sempre più confuso non capivo affatto se dovevo essere felice o disperato. Poi Davide ha smesso di parlare e se ne stava in piedi a testa bassa, zitto a guardarsi i piedi ed io pure zitto a guardarlo e non capivo, davvero. Il silenzio è diventato pesante, per davvero sembrava di sentirselo addosso. Era insopportabile. Davide mi ha guardato solo per un attimo e poi ha detto “ecco, è tutto lasciamoci così, in amicizia, anche se non c’è e non potrà mai esserci, senza rancore ma lasciamoci perdere, è meglio.” Io mi sono sentito ghiacciare, ho detto va bene, come vuoi. Mi ha accompagnato all’uscita … io l’ho guardato e gli ho chiesto se potevo abbracciarlo, si, almeno una volta … ha scosso il capo, ha detto no ma poi mi ha preso la mano … io l’ho stretto tra le braccia forte così forte, ci siamo fatti quasi male … tremava e continuava a ripetermi Federico non ferirmi, ti prego non ferirmi … io gli ho detto Davide io ti amo.
Ora è da 12 anni che stiamo insieme e da 11 che conviviamo. Io ho perso tutti miei amici e la mia famiglia non mi vuole vedere, non mi parla più, mi ha tagliato i fondi ed ho lavorato per poter finire gli studi, ci ho messo un po’ di più ma ce l’ho fatta. Ce l’abbiamo fatta sia io che Davide. Tanti sacrifici e lavori impossibili, tanta fatica ma non importa, davvero, perché ora ho nuovi amici e sono una famiglia: io e Davide. Viviamo dignitosamente seppure di precariato e se anche mi offrissero di più ma lontano da lui, io non vorrei e per lui è lo stesso. Ma per lui se me lo chiedesse lascerei tutto quanto ho ricostruito con tanta fatica e inizierei da capo, per lui. Non ho ancora capito cosa sono in realtà se gay o bisessuale o chissà che altro. Con Davide facciamo l’amore in modo appagante e completo, io lo amo con tutto me stesso, lui è la gioia della mia vita me la motiva e me la riempie. Ho conosciuto tanti ragazzi anche gay, alcuni ci hanno anche provato con me ma non mi dicono nulla, d’altra parte neppure le ragazze non le guardo più … forse è solo che sono troppo innamorato del mio Davide e gli altri non li vedo più … Comunque non mi faccio molte domande che senso ha doversi a tutti i costi imporre una etichetta? Io mi sento semplicemente come Federico che ama Davide.
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TESTO DEL COMMENTO
Anonimo ha detto...
Vorrei capire una cosa ma come fa l'amore a durare per tanti anni? Mi chiedo cosa cambia nel tempo tra due ragazzi che convivono così a lungo, se si rimane insieme sulla base dell'amore o si rimane insieme sulla base delle cose costruite insieme, magari perchè ci si è aiutati all'inizio e si diventa solidali, o perchè si ha una casa, abitudini, oggetti e amici in comune, o semplicemente si ha paura di riaffrontare tutto o più semplicemente ancora la paura di rimanere di nuovo soli. Guardo i miei genitori e quelli dei miei amici, guardo alcune coppie "longeve" di amici e mi cheido di continuo ma è così che tutto deve andare? Sfiorire, attenuarsi, divenire quotidianeità, routine di gesti. Io l'amore nel tempo lo vedo diventare una forma di amicizia molto affettuosa con un pò di sesso perchè no, ma giusto la spolverata del sesso della sera prima di dormire perchè magari ti tira comunque per fantasie tue che riguardano te e qualcun altro reale o no non importa, ma importa che non riguardano più lui il tuo compagno, ma gari peggio il sesso del weekend quando il mattino dopo si può rimanere a letto a dormire. Mi vedo una cosa molto meccanica o per lo meno abituale e soprattutto mi fa paura pensare che a uno col tempo vada bene pure così in nome di un qualcosa altro che è il rendersi conto che l'innamoramento e la passione finiscono e o si tradisce o si cambia partner di continuo o si accetta questa quotidiana linea piatta di un amore che ormai è tale solo di nome. Io un amore lungo 12 anni come in questa storia non lo riesco a vedere in modo diverso eppure il ragazzo che l'ha scritta, questo federico sembra viverla in modo diverso, mi ha stupito il senso di felicità che ci traspare, anche solo il rievocare gli inizi sa di uno che il suo ragazzo lo vede speciale anche dopo tutto questo tempo, solo il dubbio mi rimane se è in fondo una sua illusione, se crede di essere felice perchè si accontenta o perchè vive di ricordi o non so che altro pensare, ma questa storia di amore duraturo tra gay per di più mi sta fottendo il cervello!!!
6 NOVEMBRE 2008 20.01

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