MITO E REALTA' DELLA COPPIA GAY

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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Ilex
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Re: MITO E REALTA' DELLA COPPIA GAY

Messaggio da Ilex » lunedì 29 ottobre 2012, 16:30

Io credo che l'amore tra due ragazzi o tra due ragazze esista almeno quanto esiste l'amore tra un ragazzo ed una ragazza.
L''innamoramento spesso parte dall'attrazione fisica, ma può anche nascere dall'ammirazione, dalla gratitudine per l'interesse dimostrato dall'altro, dalla tenerezza che ispirano i gesti; è comunque innegabile che la componente sessuale, intesa come desiderio e complicità fisica, sia fondamentale perché un rapporto amoroso possa essere considerato pienamente gratificante. Questo credo valga sia per i gay che per gli eterossesuali. La differenza tra gli uni e gli altri consiste nell'assenza di quella cornice socio-culurale che Nicomaco ha tratteggiato. Per gli omosessuali non esiste un riconoscimento del legame affettivo all'interno della comunità, non ci sono contratti civili che lo investano del ruolo di nucleo sociale, come accade per la famiglia col matrimonio. Questo credo sia l'ostacolo principale che non permette all'amore tra gay di sopravvivere facilmente al cambiamento dei sentimenti, che in nessuna coppia sono immutabili , ma evolvono spostandosi sempre più da un'interesse e un desiderio fisico, ad un bisogno di riconoscersi all'interno di un "nido" che ci si è costruito, nel quale ritrovare affetto e sostegno
Che l'attrazione sessuale sia considerata così svanevole per un gay come testimoniato dall'articolo, credo dipenda dalla promiscuità tanto pubblicizzata ed ormai ritenuta quasi meno imbarazzante di un legame omosessuale unico e profondo, la quale tende a spostare le aspettative sessuali dell'individuo dal desiderio di un'intimità gratificante, alla ricerca di stimoli e sensazioni fisiche nuove non appena sembra che non resti più nulla da sperimentare all'interno di una coppia.

Non penso che due anziani coniugi conservino la passione dei 20 anni, e
nemmeno che una coppia di giovani sposi da poco genitori, viva lo stesso genere di affiatamento che li aveva conquistati nei primi mesi di fidanzamento, semplicemente l'evolvere del sentimento è per loro una cosa naturale come lo scorrere dell'acqua in un fiume, se non c'è un letto, se non ci sono argini, l'acqua si disperde o finisce per accumularsi fino a creare disastri.
Scavarsi una via per i propri sentimenti credo sia una sfida per una coppia omosessuale, bisogna accettarla, sapendo di poter perdere.

barbara
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Re: MITO E REALTA' DELLA COPPIA GAY

Messaggio da barbara » martedì 30 ottobre 2012, 6:23

Stanotte non riesco a dormire... l'argomento è intrigante, non so se mi sveglierà del tutto o cosa. Vabbè. Provo a dire la mia.
Mi colpisce molto che il ragazzo della mail attribuisca l'intiepidirsi di un amore alla condizione gay. Mi è parso che non gli sia venuto il dubbio che questa sia una caratteristica dell'amore in sè.
Ricordate questa canzone di De Andrè?

http://www.youtube.com/watch?v=RqwUKejJZAM

Oltre a essere una delle mie preferite, contiene una grande verità. L'amore che "strappa i capelli" è meraviglioso, ma poi un bel giorno ti accogi che l'innamoramento è finito e che ha lasciato posto a un sentimento molto più fragile , fatto di "qualche carezza e un po' di tenerezza" . Nello stesso tempo hai condiviso molto con la persona che ami e ciò che hai costruito è ormai parte di te. Ed è qui che devi prendere la tua decisione, se impegnarti a rinnovare quella promessa che avevi fatto in principio , quando tutto era perfetto , o se chiudere perchè quello che hai non è abbastanza per te.
E' qui che decidi se continuare a vivere con quella persona o andare incontro a qualcosa d'altro o magari decidere che non sei fatto per la convivenza.
Mi stupisce sempre molto che una persona omosessuale tenda a dare per scontato che queste cose capitino a qualcuno in quanto gay , come a dire che alle persone eterosessuali ciò non accade.(E' una cosa che mi è capitato spesso di riscontrare, quindi non mi riferisco necessariamente all'autore della mail). Eppure è sufficiente, come dice Ilex, osservare cosa è accaduto ai propri genitori, alle coppie eterosessuali che sono insieme da un po' di anni per capire che l'amore cambia col tempo, e di molto.
Quindi cosa c'è di diverso in questo tra una coppia etero e una gay? Forse che i gay quando arrivano al punto critico decidono più facilmente di separarsi?
Ora , se ,come sembra di vedere, nelle coppie gay è statisticamente più frequente che si determini una separazione quando l'amore si intiepidisce, ciò cosa significa?
Non lo vedrei necessariamente come un limite.Ci sono partner eterosessuali che farebbero molto bene a separarsi, ma disgraziatamente non ce la fanno e si torturano inutilmente per anni in convivenze che logorano se stessi e i figli.
In alcune situazioni potrebbe darsi che la coppia omosessuale è riuscita a decidere di separarsi con meno difficoltà e prima di quanto non avrebbe fatto una coppia di eterosessuali, perchè è vero che se ci sono figli separarsi è più complicato, senza contare i condiziamenti esterni che in una coppia eterosessuale sono maggiori.
Oppure in altre situazioni è possibile che l'essere gay (per effetto dell'omofobia subita) abbia reso le persone meno attrezzate emotivamente ad affrontare le incomprensioni e i conflitti tipici di una lunga convivenza.
Questa ipotesi mi sembra vicina ad alcune considerazioni di Nicomaco, che mi paiono molto interessanti.
Vivere in coppia richiede una bella dose di pazienza , una capacità anche di rinunciare , di trovare compromessi tra le proprie priorità e quelle dell'altro e non tutti hanno queste qualità a sufficienza per reggere sulla distanza.
Su questo punto è possibile che una serie di caratterstiche sia interne che esterne alla persona omosessuale renda più percorribile la via della separazione, anche quando le condizioni per stare insieme ci sarebbero.
Se una persona si rende conto di questo, può interrogarsi e anche cercare di fare un percorso personale per migliorare la sua capacità di comprendere l'altra persona e interagire nelle situazioni di conflitto, oppure può cercare di ridurre le influenze esterne negative, se è in suo potere farlo.
Come giustamente dice Nep poi c'è anche il dolore della separazione damettere in conto. La separazione , specie se vissuta come un fallimento e non come una scelta, può lasciare vissuti pesanti da sopportare , e rendere più difficile il fidarsi degli altri, che è poi la condizione necessaria a instaurare una nuova relazione affettiva. Una separazione non superata emotivamente può minare la serenità del nuovo amore che si incontrerà.
In ogni caso, se una persona ha capito che sta meglio a vivere sola, è un bene che riesca a godersi serenamente questa scelta, senza preoccuparsi del fatto che ad altre persone è dato invece vivere un'esperienza differente.
Ma è altrettanto vero che molti hanno una spinta molto forte a vivere in coppia, tanto è vero che , dopo una separazione, tendono ha ricercare un nuovo partner. E ,se è così, allora dovrebbero a mio parere fare un lavoro su di sè per tentare di rafforzare quelle capacità personali e di comunicazione che fanno la differenza in una relazione affettiva. Gay o non gay , ognuno di noi deve alla fine capire per quale tipo di vita è tagliato e prima lo comprende , meglio è.

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