Gay e questioni di cuore

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
barbara
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Re: I gay e le... questioni di cuore

Messaggio da barbara » domenica 1 dicembre 2013, 18:43

Ah davvero? Questa proprio non me l'aspettavo! :roll:

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IsabellaCucciola
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Re: I gay e le... questioni di cuore

Messaggio da IsabellaCucciola » domenica 1 dicembre 2013, 18:54

Ciao solecucciolo,
intanto noto una cosa di quello che hai scritto, la voglia di provocare... non capisco se però è dettata dalla voglia in sé di provocare o da un senso di rabbia...
solecucciolo ha scritto:Chissà per quale incantesimo, voi che scrivete nei forum, siete sempre pieni di amici gay che "vogliono vivere in coppia e formare una famiglia".
Invece, appena si mette il naso fuori, nella vita reale... la realtà appare ben diversa.

Qua, generalmente, i gay (maschi) sono single e felici di esserlo; nelle grandi città, come Milano e Roma, un gay si fa in media quattro ragazzi a settimana, e a cambiare andazzo non ci pensa proprio. La giostra (oggigiorno, nelle nuove App, denominata "tritacarne") va avanti, imperterrita, fino ai 45 anni,
Sinceramente una volta la pensavo anche io così, pensavo che i gay avessero in mente solo il sesso... poi mi sono resa conto di quanto fosse miope la mia visione... come faccio a poter dire che tutti i gay pensano solo a quello??? Potrei dirlo se avessi conosciuto tutti i gay di ogni città, cosa che è un po' impossibile... il fatto di basarmi solo su discoteche, dark room, saune e altri locali, è comunque limitante, perché ci sono gay che fanno una vita “riservata”...
solecucciolo ha scritto:Ci sarà anche qualche etero che alla relazione stabile preferisce godersela; ma tutto il resto del mondo è popolato da coppie etero, che mandano avanti questo pianeta, da millenni, con famiglie e figli.
Dimentichi che per secoli il matrimonio è stato visto come un “obbligo” sia per l'uomo che per la donna... e poi ti faccio notare che sono tanti i motivi per cui un uomo può sposarsi e poi spassarsela comunque...
solecucciolo ha scritto:non sono contrario alle adozioni. Anche se mi viene un po' da sorridere, immaginandomi quali giustificazioni dovrebbero inventarsi (da dare al piccolo adottato), per tutto quel via vai di giovanotti, per casa, e in camera da letto.
con questo hai pienamente dimostrato quello che pensi dei gay, quindi quando ho parlato di provocazione devo averci azzeccato in pieno ;) ...
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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Blackout
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Re: I gay e le... questioni di cuore

Messaggio da Blackout » domenica 1 dicembre 2013, 23:03

Cosa ne penso? Che come al solito si generalizza e che si valuta l'iceberg solo da ciò che si vede anzi che da tutto l'insieme.
A parte che anche chi va nelle disco o bar gay o altri posti dedicati può essere una normalissima persona desiderosa di relazione, non vedo il nesso tra frequentatori di locali gay e il non volere una relazione.
Non ho dati scientifici alla mano ma prima di tutto immagina che tra gay non esiste una figura di unione riconosciuta (le stiamo vedendo solo da pochi anni a questa parte), che spesso la relazione è mantenuta segreta per evitare tutta una serie di problemi che non sto qua ad elencare e che (almeno in Italia) solo recentemente si è in qualche modo sdoganata la figura dell omosessuale; in tutto ciò aggiungici che i cambiamenti socio-culturali degli ultimi decenni stanno intaccando tutti i tipi di rapporti (non solo quelli sentimentali) come già gli altri ti hanno scritto con tanto di statistiche.
Penso che tuttavia una componente istintiva nell'uomo sia presente, la monogamia è spesso sentita come un obbligo, questo perchè in natura i rapporti sessuali sono più liberi, noi abbiamo invece anche le convenzioni sociali, ma qui si va sul personale; ma questo vale per tutti senza distinzione di orientamento sessuale, ci sarà chi lo sente molto e chi quasi per niente ma non trovo giusto dire che ai gay interessa solo il sesso senza obblighi e gli etero cercano solo la monogamia, è uno sbaglio colossale.
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

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Re: I gay e le... questioni di cuore

Messaggio da IsabellaCucciola » lunedì 2 dicembre 2013, 11:11

Blackout ha scritto:Cosa ne penso? Che come al solito si generalizza e che si valuta l'iceberg solo da ciò che si vede anzi che da tutto l'insieme.
Blackout, stavo riflettendo su una cosa… molte volte le generalizzazioni si fanno perché si è stati feriti troppo, e allora si preferisce generalizzare un modo da “proteggersi” per evitare in futuro di soffrire di nuovo, infatti c’è un detto che recita: “Chi è stato scottato dall'acqua calda, ha paura anche di quella fredda.”
Se note nelle parole di solecucciolo, c’è un tono di provocazione e di sarcastico della realtà gay… ed è lo stesso tono che usavo io anni fa prima di rendermi conto che non tutti i gay sono uguali, e sai perché usavo quel tono, e soprattutto pensavo per stereotipi? Perché la maggior parte dei gay che avevo conosciuto erano i classici gay vuoti, stronzi, e che pensavano solo al sesso… e quindi avevo di deciso di pensare che tutti fossero così, almeno avrei avuto una “scusa” per non doverli frequentare…
Non so se questo è il caso di solecucciolo, anzi sarebbe bello se scrivesse ancora, ma ho paura che il suo sia stato un po’ come il gettare il sasso e nascondere la mano ;)
Le generalizzazioni non fanno mai bene, però sono cose che bisogna capire con il tempo…
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Re: I gay e le... questioni di cuore

Messaggio da marc090 » lunedì 2 dicembre 2013, 12:15

Non so se questo è il caso di solecucciolo, anzi sarebbe bello se scrivesse ancora, ma ho paura che il suo sia stato un po’ come il gettare il sasso e nascondere la mano ;)
Le generalizzazioni non fanno mai bene, però sono cose che bisogna capire con il tempo…
Solecucciolo ha scritto secondo le sue idee, tutte quelle che si è formato attualmente, no? Ma questo è un forum per confrontarsi... alla fine, se vuole rispondere ai numerosi punti che gli hanno fatto notare, non ha che da continuare a partecipare... :)
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: I gay e le... questioni di cuore

Messaggio da Blackout » lunedì 2 dicembre 2013, 15:22

Isabella, forse sono sembrato duro nelle parole che ho usato ma anche quelle di solecucciolo paiono assai dure.
Purtroppo per le generalizzazioni si passa, ci passiamo tutti e io non ne sono esente. Nei momenti di sconforto viene da pensare "ma sarò l'unico che la pensa così?" e ti sembra proprio che sia così. Ma se sia roberdisill che solecucciolo si dovessero convincere che è così, i primi a soffrirne sarebbero loro, perchè la speranza andrebbe a ridursi sempre.
Credimi, anche la mia si riduce giorno per giorno, vedo una superficialità che è diventata moda e che è una sorta di abito da mostrare agli altri per sembrare migliori e sempre superiori a tutto, ma spesso è una superficialità apparente, perchè sotto sotto alcuni la usano per pararsi dalla sensibilità, che in questo mondo ancora viene spesso vista come una seccatura. E poi ci sono anche quelli che proprio non riescono a fingere, che la sera, nelle ore di solitudine a casa, soffrono come cani. Ma per loro non esistono locali o bar appositi, non ci sono chat dove accomunarsi (se escludi questo forum, molto più serioso di altri, che lo sono solo apparentemente) ma si deve andare avanti così, perchè la nostra struttura sociale si è evoluta così. Almeno così la vedo io, per l'esperienza che ho e che non è per niente totale o definitiva. Spero (ecco la speranza che ancora riesce debolmente a brillare) di poter cambiare opinione in base a nuove esperienze.
Ora mi interrompo se no scrivo i miei soliti trattati filosofici :)
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

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Re: I gay e le... questioni di cuore

Messaggio da solecucciolo » lunedì 2 dicembre 2013, 16:11

Ringrazio chi mi ha invitato a continuare a partecipare alla discussione.
Questo mi fa sperare che ci sia il desiderio di confrontarci, di valutare l'opinione di tutti, senza pregiudizi.

La maggior parte delle risposte che ho letto, suggerisce una lettura positiva del mondo gay e delle dinamiche relazionali ad esso connesse.
Alcuni interventi invitano ad un confronto col mondo etero che ha (più o meno) dinamiche simili.

Adesso mi trovo nella difficile posizione di colui che sembra attaccare i gay, il loro mondo, il loro modo di amarsi.
Questo è un fraintendimento che, se mi riuscisse, vorrei chiarire.
Il mio non è un attacco, né una critica fine a se stessa.
La "questione omosessuale", con tutte le dinamiche ad essa connesse (compresa quella affettiva) mi sta molto a cuore, anzi, è il stato il tema più importante della mia vita.
Quando ero adolescente, negli anni '70, la parola "gay" non esisteva nemmeno.
Da quel periodo in poi, ho vissuto sulla mia pelle una rivoluzione storica, epocale.
Prima di allora, nell'inconscio collettivo, l'immagine dell'omosessuale era associata esclusivamente a simboli negativi (malattia mentale, deviazione, vizio, depravazione, pazzia, immoralità).
In questi 40 anni sono state fatte conquiste allora inimmaginabili.
Il concetto di omosessualità è stato accettato in varie parti del mondo.
Dal "mostro" che era prima degli anni '60, oggi l'omosessuale viene percepito come una persona come tutte le altre, con gli stessi diritti, e, cosa più importante, con la stessa capacità di sentimenti, di tutti gli altri.
La rivoluzione più grande, a mio parere, non è stato solo il riconoscimento della sessualità gay (ritenuta oggi "normale" come la sessualità etero), ma soprattutto il riconoscimento dell'affettività gay.
Non solo (io, maschio) ho il "diritto" di amare un altro maschio, ma il mio amore ha lo stesso "valore" di quello tra due etero.

Da quegli anni lontani e difficili, siamo arrivati quindi ad oggi, dove, in molti paesi, legislatori lungimiranti hanno dato il via ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Ci tengo a precisare, quindi, che fin da quegli anni lontanissimi, ho passato tutta la mia vita a fianco della causa gay, sostenendola, partecipandovi, dando il mio contributo come attivista, e cercando di ritagliarmi uno spicchio di mondo che assomigliasse un pochino anche a me.
Dagli anni '70 in poi, ho vissuto (ma anche osservato) tutte le fasi; e il nostro impegno (mio e quello di centinaia di altri omosessuali) non è stato inutile.

Nel corso di tutti questi anni si sono succedute svariate fasi: alcune in cui le difficoltà apparivano insormontabili, altre in cui le conquiste (personali, sociali) ci davano lo slancio di andare avanti.
L'arci-gay con decine di circoli che spuntavano in tutta Italia... l'OMS che nel 1990 cancella l'omosessualità dall'elenco delle patologie psichiatriche... locali, associazioni... il flagello dell'AIDS.. e ancora discoteche, spiagge-gay, mete gay... il cinema che celebra con film bellissimi le meraviglie dell'amore omosessuale...
L'omosessuale, da malato psichiatrico, è arrivato ad essere riconosciuto persona normale, con cuore e sentimenti uguale agli etero.
In quegli anni, la pensavo esattamente come voi.
Se fossero esistiti i forum, avrei scritto le stesse cose che ho letto nelle vostre risposte.
Voglio dire che ho passato tutta la mia intera vita ad essere convinto che l'amore omosessuale potesse essere identico a quello etero.
Ho passato tutta la vita a rivendicare il diritto di poterci amarci.

Quando mi trovo a discutere con persone omofobe, o "etero che non accettano l'omosessualità" (nelle sue svariate forme), sono esattamente come voi: difendo la causa gay, rivendico il diritto di due persone delle stesso sesso a potersi amare liberamente.
Quando mi rivolgo agli etero metto in luce tutte gli aspetti positivi concernenti l'omosessualità.
Purtroppo, in tutto il percorso, nonostante tutte le buone premesse, dove arrivare alla conclusione che qualcosa è andato storto: ci sono aspetti, all'interno della dinamica affettiva omosessuale, che presentano "alcuni problemi".

Ecco perché sono qui a parlarne.

Questo forum si chiama Progetto Gay, quindi presumo che ci siano persone interessate all'argomento.
Persone interessate, quindi, non solo alla facciata, ma anche alla sostanza delle cose, alla verità.
Persone interessate non solo alla questione dei diritti dai gay, ma anche a tutto il resto, anche a tutto ciò che attiene alla vita di un gay, sfera affettiva per prima!
Il mio non è quindi un "attacco". Nessun desiderio di provocazione.
Il mio è un tentativo di auto-critica, che faccio ad alta voce.
Una auto-critica che non è volta a "togliere" o eliminare le conquiste fatte fino ad oggi, bensì a migliorare ancora di più la condizione omosessuale.

Così come intravedo la buona fede negli interventi di chi ha scritto, sarei felice che fosse percepita anche la mia buona fede.
Buona fede che è presente anche nelle critiche che muovo, e che ingenuamente desidererei spronassero un'auto analisi, volta a capire il perché degli aspetti problematici, e non il desiderio di insabbiarli (come se non esistessero!).

La prima cosa che venne sdoganata fu il sesso. Il sesso tra maschi.
Quello che fino alla metà del secolo scorso era un tabù assoluto, adesso siamo all'opposto.
Ed è proprio dalla differenza di approccio alla sessualità che hanno i gay maschi dalle lesbiche, che si può rintracciare una prima, ma importante, differenziazione tra omosessualità maschile e omosessualità femminile.
Nel corso di tutti questi ultimi decenni, i gay maschi (a differenza delle lesbiche) si sono dati da fare per garantirsi un bene primario, il più urgente, il più immediato: la creazione di "luoghi" dove l'incontro sessuale fosse possibile, più facile, più accessibile.
Nascono quindi luoghi all'aperto, cruising, poi circoli privati, poi pub, locali, poi discoteche, poi saune, poi dark-room, locali per fare sesso in tutti le varianti (feticistiche o meno)... per poi approdare ai social network do giorni nostri, i quali, per i maschi gay, hanno rappresentato una sorta di "terra promessa"... un paradiso terrestre, con un'offerta di sesso assolutamente senza precedenti.
Per le lesbiche, invece, non c'è niente di tutto ciò. E questo sottolinea una sostanziale differenza tra la dinamica maschile e quella femminile.

Il sesso è importantissimo, nessuno lo mette in dubbio. Ma la sfera affettiva non si nutre di solo sesso, ma anche di "relazione".
Ed è nella dinamica "relazionale" (tra maschi) che un sacco di nodi sembrano venire al pettine.

Vorrei fare una precisazione per cercare di esprimere meglio il mio pensiero.
Siamo tutti individui.
Ogni individuo, in quanto tale, ha milioni di potenzialità (in tutti i campi).
Questo vale per tutti
Ogni gay (maschio) ha quindi tutte le stesse identiche potenzialità di un maschio etero.
Esistono infatti gay che hanno realizzato cose meravigliose in tutti i campi: artistico, letterario, sportivo, architettonico, cinematografico, ecc.
Ci sono gay che sono persone meravigliose, ricche di virtù, cultura, saggezza (alcuni dei quali ho l'onore di avere come amici).
I gay (maschi) possono essere amici di grande valore.
Quello che voglio dire è che in tutti i campi in cui l'omosessuale si mette in gioco come persona, come individuo, quando deve usare il proprio talento, o scambiare la propria amicizia, il gay può essere una persona meravigliosa (o terribile, dipende dai casi), esattamente come accade ai nostri fratelli etero.
Pare però che ci sia un luogo, un ambito, una circostanza, in cui l'omosessualità (maschile) sembra avere un blocco, un rallentamento, una "impasse", ed è il momento in cui due omosessuali tentano di coniugare, nello stesso momento, con la stessa persona, relazione-sessuale e relazione-affettiva, contemporaneamente.
Voglio dire. Non è che il gay maschio non sia desideroso di amare, anzi, talvolta lo è moltissimo.
Ma è quando cerca di dare vita concreta a questo suo bisogno di amare (ed essere amato) che fa capolino l'effetto "Titanic": tutto frana, tutto crolla, tutti i percorsi paiono invariabilmente destinati a fallire clamorosamente.

Come tutti (dovendo anche girare per motivi di lavoro), ho conosciuto migliaia di omosessuali. Alcuni per cinque minuti, altri per anni.
In 40 anni ho potuto osservare un numero illimitato di modalità di affrontare il rapporto di coppia.
Si va dalla coppia aperta, dove i due maschi, di comune accordo si concedono reciprocamente il diritto di fare sesso anche con altri, fino alla coppia che ha abbandonato il sesso (non fanno sesso tra di loro, fanno sesso con altri, ma si sentono ugualmente una coppia).
Tra questi due estremi, un numero infinito di strade intermedie, con varianti di tutti i tipi.

Dov'è il problema?
Primo tra tutti, un comune denominatore: qualsiasi sia la modalità scelta, la relazione è destinata a finire.
Può trattarsi di una settimana, mesi o anni, ma finirà.
Mi direte: anche le coppie etero finiscono.
E' vero, ma non tutte.

Non so se dipenda dal fatto che gli etero sono il 90% dell'umanità; di fatto vediamo un numero altissimo di coppie etero intorno a noi... ne siamo circondati.. nelle nostre città, sul nostro luogo di lavoro, ecc.
La relazione tra maschi appare quindi una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere e sfasciare la coppia.
Il desiderio istintivo, innato, che ha ogni maschio gay di fare sesso sempre, non trova nessun freno, nessun ostacolo, nel desiderio dell'altro maschio gay che si trova di fronte.
Questa dinamica dà origini a vortici pazzaschi, inarrestabili, che sfociano nella presenza di undicimila iscritti, nella sola Milano, su siti di incontri per sesso gay.
Il bisogno di sesso del maschio etero, invece, dovendo confrontarsi con una dinamica (spesso) opposta, che è quella femminile, dà origine, evidentemente, a relazioni conflittuali, ma anche a momenti di crescita; tant'è che, di fatto, esistono milioni di coppie etero, che testimoniano che la relazione tra etero è sì difficile, ma possibile.
Ripeto: il fatto che la dinamica sessuale femminile abbia meccanismi diversi da quella maschile, lo dimostra il fatto che non esistono dark room per lesbiche, né luoghi di incontro all'aperto, né saune, ecc.

Il punto è che a fronte di un numero (anche piccolo in percentuale) di coppie etero che funzionano, pare non esistere un corrispettivo percentuale tra le coppie gay maschili.
I gay (maschi), quando desiderano una relazione, percorrono molte strade per tenerla in piedi (e far funzionare la coppia).
Sono quelli che definisco "tentativi".
"Tentativi di relazione", dove ce la si mette tutta per non far affondare la barca (che, nel frattempo, sta facendo acqua da tutte le parti).

Ecco quindi che, invariabilmente, vediamo questi "tentativi" fallire. E la coppia si sfascia.
Certo: esistono anche coppie che vanno avanti.
Ne conosco molte.
Principalmente sono di due tipi: la coppia aperta, oppure la coppia a distanza (dove i due vivono in città diverse).
Entrambe queste modalità evidenziano un aspetto comune: la "distanza", che si concretizza come elemento imprescindibile all'interno della coppia maschile.

Il sesso, quindi, è il primo grando motore che spinge un maschio gay verso un altro.
Ma il sesso, l'attrazione, da soli non bastano; e nonostante l'amore, il desiderio, la volontà, l'impegno (sociale e individuale), l'essere visibili e accettati, la relazione tra maschi, forse proprio per la sua natura intrinsecamente transiente, non appare mai come un luogo di serenità, appagamento, benessere e crescita.

Esistono, quindi, coppie maschili, ma quelle che resistono, paiono luoghi bui, di silenzio, lontanza, infelicità.
Mentre il sesso tra maschi non conosce ostacoli, né freni, e sgorga naturalmente in tutte le sue espressioni, la relazione tra maschi sembra una stravaganza, una forzatura, qualcosa che, pure desideratissima, appare irrealizzabile... come costringere l'acqua di un fiume a scorrere nella direzione opposta.
Inutili appaiono quindi tutti i tentativi di voler far funzionare le cose in un certo modo; e questo vale per me, (che, per motivi anagrafici sono fuori dalle rotte dei sentimenti), che ho profuso la mia intera vita nel cercare relazioni stabili, ma vale anche per tutte le persone che ho attorno, i miei amati amici, che stimo (anche quando si ostinano a volermi convincere che la mia visione è eccessiamente pessimistica), ma che purtroppo, sono nella mia stessa identica situazione: ognuno di loro (a parte periodi, più o meno lunghi.. a parte quei "tentativi" di cui parlavo prima) è solo, senza un compagno.
Ma non solo i miei amici. Anche gli amici dei miei amici. E anche i conoscenti degli amici dei miei amici.
Una rete immensa, un popolo. Un esercito di gay, che raccontano, ognuno a modo suo, la storia di un fallimento relazionale (sentimentale).

Purtroppo la sintesi non è il mio forte, ma spero che, chi abbia avuto la bontà di leggere, possa cogliere la buona fede delle mie parole.
La volontà, quindi, non di una critica spregiativa, ma le lacrime di chi vede non funzionare un aspetto così importante nella vita dell'individuo, che è quello del piano relazionale-affettivo.

L'odio di alcuni gay, verso alcune altre categorie di gay, è un'altra questione gigantesca, che non aprirò certo adesso.
Vi prego soltanto, di non aggredirmi come se fossi io il nemico.
Io non sono il nemico. Sono uno di voi.

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IsabellaCucciola
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Re: I gay e le... questioni di cuore

Messaggio da IsabellaCucciola » lunedì 2 dicembre 2013, 18:08

Solecucciolo, intanto ti devo chiedere scusa per il tono che ho usato :oops: ...
solecucciolo ha scritto:Adesso mi trovo nella difficile posizione di colui che sembra attaccare i gay, il loro mondo, il loro modo di amarsi.
Questo è un fraintendimento che, se mi riuscisse, vorrei chiarire.
Il mio non è un attacco, né una critica fine a se stessa.
purtroppo ero convinta che i tuoi fossero attacchi, dato che quando una volta criticavo i gay, lo facvo proprio con il tono di chi cerca la rissa :oops: , e parlando del mondo gay usavo parole simili alle tue...
solecucciolo ha scritto:La prima cosa che venne sdoganata fu il sesso. Il sesso tra maschi.
Quello che fino alla metà del secolo scorso era un tabù assoluto, adesso siamo all'opposto.
Ed è proprio dalla differenza di approccio alla sessualità che hanno i gay maschi dalle lesbiche, che si può rintracciare una prima, ma importante, differenziazione tra omosessualità maschile e omosessualità femminile.
Nel corso di tutti questi ultimi decenni, i gay maschi (a differenza delle lesbiche) si sono dati da fare per garantirsi un bene primario, il più urgente, il più immediato: la creazione di "luoghi" dove l'incontro sessuale fosse possibile, più facile, più accessibile.
Nascono quindi luoghi all'aperto, cruising, poi circoli privati, poi pub, locali, poi discoteche, poi saune, poi dark-room, locali per fare sesso in tutti le varianti (feticistiche o meno)... per poi approdare ai social network do giorni nostri, i quali, per i maschi gay, hanno rappresentato una sorta di "terra promessa"... un paradiso terrestre, con un'offerta di sesso assolutamente senza precedenti.
Per le lesbiche, invece, non c'è niente di tutto ciò. E questo sottolinea una sostanziale differenza tra la dinamica maschile e quella femminile.
Allora... io penso che da una parte sia “scritto nel DNA” dei maschi questo bisogno di voler vivere costantemente la dimensione sessuale, dall'altra parte penso che molte volte questo bisogno sia anche dovuto al fatto che durantee l'adolscenza difficilmente un ragazzo gay riesce a vivere serenamente e normalmente la propria sessualità, e questo potrebbe far sì che al momento di poter vivere la sfera sessuale si cerchi di “recuperare” il tempo che si è perduto...
solecucciolo ha scritto:gli etero sono il 90% dell'umanità; di fatto vediamo un numero altissimo di coppie etero intorno a noi... ne siamo circondati.. nelle nostre città, sul nostro luogo di lavoro, ecc.
La relazione tra maschi appare quindi una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere e sfasciare la coppia.
Tieni presente che ci sono anche coppie etero che stanno insieme per convenienza, perché ci sono di mezzo i figli, per la paura di rimanere da soli... cioé non pensare che sia tutto oro quello che luccica...

Ti chiedo scusa per le poche righe che ti ho scritto, dato che hai sollevato un argomento interessante... e scusami ancora per il tono da stronza che ho usato nei post precedenti :oops: :oops: :oops: ...
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

barbara
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Re: I gay e le... questioni di cuore

Messaggio da barbara » lunedì 2 dicembre 2013, 18:14

Scherzi Sole cucciolo? Non vorresti mica smettere di scrivere. Con tutte le visite che sta ricevendo questa discussione??? :D
Dai, un dialogo quando più è appassionante , meglio è!
L'esperienza che posso portare io è quella della coppia etero, che ho potuto vivere e osservare molto dall'interno e senza , credo, quel complesso di inferiorità che per molti omosessuali fa sì che se ne amplifichino i pregi.
Credo che apparteniamo alla stessa generazione io e te, sole cucciolo. Magari sui vent'anni abbiamo leggiucchiato la "Morte della famiglia" o altri libri simili, che andavano per la maggiore.
La nostra differente esperienza ci ha portato su piani molto differenti e inevitabilmente cogliamo punti di vista assai diversi.
Io, da donna, trovo che l'esperienza di coppia etero italiana rischi di diventare per l'individuo assai soffocante e potenzialmente malsana, e vedo che purtroppo fra le giovani generazioni le cose stanno peggiorando , ad esempio rispetto al concetto di parità all'interno della coppia.
Tu, da uomo gay, trovi che l'esperienza di coppia gay sia mediamente assai labile e centrata sul sesso.
Dal mio punto di vista forse io do per scontato quegli aspetti positivi che tu invece auspicheresti, come il senso di appartenenza, quel "noi" sulla base del quale costruisci una vita insieme.
Forse dal tuo punto di vista tu invece (azzardo) dai per scontata la tua libertà di fare le scelte che ritieni giuste per te. Una libertà individuale che nella vita di coppia spesso viene meno.
Nella coppia eterosessuale molte volte è la donna a farsi carico del peso della rinuncia e ciò consente spesso un equilibrio che altrimenti verrebbe meno.
Sto generalizzando ovviamente , altre volte è l'uomo ad avere questo ruolo.
Stare insieme è difficile e logorante. E ci sono persone che si odiano ma non riescono a separarsi. Questo per dire che la separazione non è negativa in sé. A volte è una svolta positiva.
Dal mio punto di vista i gay e le lesbiche non farebbero alcun passo in avanti imitando le coppie eterosessuali.
Secondo me bisognerebbe proprio ripensare alla coppia in generale . Ripensare alla cultura che c'è dietro alla parola "amore" e offrire ai giovani un modello di amore che non coincida con il possesso dell'altra persona, né fisico né psicologico.
Ma torniamo alla vera domanda: perché gli uomini gay faticano a restare in coppia?
Posso azzardare qualche osservazione in merito. Gli uomini gay prima ancora di essere gay sono uomini, e come tali sono stati educati . L'educazione sentimentale dell'uomo è profondamente diversa da quella della donna.
Il testosterone poi fa il resto... Ma un uomo gay non ha solamente quella scorza (spesso ingombrante) di macho che la società gli ha consegnato.
E' anche una persona che ha in genere sofferto . L'omofobia subita è comunque un trauma . E sappiamo che la discriminazione è più feroce per i maschi. A ciò aggiungiamo che è più facile imbattersi in modelli di identificazione dove il sesso è al centro di tutto.
Ci sono teorie psicologiche secondo le quali la difficoltà di entrare in relazione profonda , la difficoltà di fidarsi , se non deriva da una relazione difficile con i genitori, potrebbe essere una conseguenza degli elementi che ho elencato prima.
Alcuni ragazzi gay che ho conosciuto avevano proprio difficoltà ad innamorarsi per cui il sesso era l'unico modo per entrare in contatto con l'altro.
Altri invece non riuscivano a sopportare l'idea di essere abbandonati , per cui inconsciamente avevano comportamenti tali per cui finivano per provocare una separazione. E altri ancora non riuscivano a tollerare le frustrazioni legate alla vita di coppia , non riuscivano ad accettare le incomprensioni , a mettersi dal punto di vista dell'altra persona, come se il loro bisogno di affetto fosse un pozzo senza fondo, che li rendeva alla fine assai egocentrici .
Insomma la questione che tu poni è molto seria e complessa . Ma se fosse vero che la difficoltà di amare degli omosessuali è una diretta conseguenza dell'omofobia, attribuire a loro la "colpa" di essere così sarebbe una nuova forma di ingiustizia cha va ad aggiungersi a quella che hanno già subito.
Per questo bisogna aiutare i giovani a trovare altri modelli nei quali identificarsi.

tobias
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Re: I gay e le... questioni di cuore

Messaggio da tobias » lunedì 2 dicembre 2013, 23:42

Sole cucciolo, ti prego, continua pure. L'argomento che ha aperto è molto complesso ma interessante,...non potrà che arricchire il forum! Devi scusarci, ma sai, quando spuntano critiche nei nostri confronti tendiamo a scattare e a metterci subito sulla difensiva :)

Stasera sono troppo stanco per fare un discorso più articolato.
Farò solo una breve riflessione per ora: riassumendo, tu ritieni che gli omosessuali maschi abbiano grosse difficoltà a costruire un rapporto di coppia solido e autentico. E tale difficoltà sarebbe dovuta alla nostra stessa natura, di uomini omosessuali.
Il tuo ragionamento ha una logica e potrebbe anche rivelarsi sostanzialmente veritiero....ma mi viene una domanda: non potrebbero avere un loro ruolo molto importante cause di tipo culturale, sociale (come ha già osservato Barbara)?
Siamo davvero così "geneticamente" incapaci di costruire una vita di coppia? Sarà che sono giovane e che sono tendenzialmente ottimista, ma io non credo che per forza debba essere così, per lo meno lo spero con tutto me stesso!

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