COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 19 febbraio 2014, 13:41

Virgil: ciao Project!

Project: Ciao!! Piacere di sentirti! Come stai adesso che sei a casa?

Virgil: eheh, l'apparenza è di tranquillità

Project: Wow!!! Così deve essere… Ma perché l’apparenza?

Virgil: stare qui mi fa un effetto abbastanza strano

Project: beh, stai a casa, con i tuoi amici tradizionali, con persone che dovresti conoscere meglio, o almeno da più tempo

Virgil: sì, ma la sensazione è di non conoscerle, in realtà… come di una farsa… è davvero strano

Project: oh oh, posso capire, in effetti quello è il tuo mondo virtuale

Virgil: che vuoi dire?

Project: che anche a casa e forse soprattutto a casa non puoi sentirti libero come vorresti, forse magari sei più libero quando stai lontano

Virgil: io parlo di quelli che conosco da più tempo… la sensazione è quella di non aver (quasi) mai avuto conversazioni vere con loro

Virgil: sì, infatti… è quello che ti raccontavo l'altra sera… che con i pochi che ho conosciuto fuori ho in realtà avuto conversazioni più naturali di quelle con alcuni amici di sempre

Project: lo capisco bene, io sono vecchio ma il mio mondo vero è solo PG

Virgil: anche se magari sugli amici di fuori ho paura di non poter contare al momento del bisogno… ma forse mi sbaglio

Project: anche fuori ci sono ragazzi ok!

Virgil: volevo chiederti anche qualcosa in più sul discorso libertà di coppia e possessività, se hai 5 minuti… mi avevi detto che non è fattibile chiedere il 100% di una persona, un rapporto di coppia così non potrebbe funzionare… e che spesso le relazioni con terze persone basate su scambi di momenti o anche parole possono essere più profonde di quelle in cui c'è il sesso...

Project: sono cose diverse, certo se c'è un coinvolgimento sessuale e anche affettivo VERO siamo ad un altro livello ma non è una cosa così comune, spesso si fa coppia per provare e o per fare esperienza

Virgil: certo… completamente d'accordo… quello che volevo chiederti riguarda un possibile rapporto con coinvolgimento sessuale affettivo vero… premessa: nell'ambito di un tale rapporto, pomeriggi passati a chiacchierare con altre persone con cui si sia instaurato un altro rapporto affettivo vero dovrebbero essere totalmente normali, nell'ambito del discorso per cui non si può chiedere il 100% di una persona… domanda: cosa succede se tali rapporti con altre persone (rapporti veri sia questi, che quelli con la prima persona) dovessero configurarsi come "tradimento" secondo la concezione comune (ossia dovessero implicare effusioni e, nel caso limite, sesso)? diventano in questo modo "sbagliati"? e se sì, cosa comporta l'eventuale elemento sesso nel rendere un rapporto vero con una terza persona più sbagliato del rapporto vero con la prima?

Project: tutto sta nel cervello delle persone, ci sono ragazzi che "se effettivamente non è un tradimento" non si sconvolgono ma devono prima capire che il loro rapporto non è messo in crisi, non è facile che lo capiscano, ma se c'è un rapporto affettivo vero e si capisce che le esigenze dell’altro non sono superficiali è pure possibile che la cosa non sia considerata un tradimento e non metta in crisi nulla. La possessività è pericolosa ma è il modo di vedere comune

Virgil: d'accordo con te, ma se è il modo di vedere comune non vuol dire che sia quello migliore…

Project: non penso che sia quello migliore, voglio dire che se vuoi bene veramente a un ragazzo e ti rendi conto, perché ne parli esplicitamente con lui, che lui vuole bene a un terzo ragazzo, eventualmente anche con coinvolgimento sessuale, se capisci che questo fatto non distrugge il tuo rapporto, alla fine non ci resti male e lo accetti. Questo modo di vedere le cose non è il modo di vedere comune ma ha alla base un rapporto affettivo molto profondo, più importante dei pregiudizi

Virgil: continuando il discorso, cosa ne pensi del caso in cui i due rapporti, entrambi veri e sinceri, dovessero evolversi naturalmente verso lo scioglimento del primo e il rafforzamento di quello con l'ipotetica terza persona? il rapporto vero con la terza persona doveva invece andare evitato? lo si sarebbe dovuto intraprendere solo dopo aver interrotto quello con la prima persona? (tutte conclusioni "tradizionali" che non condivido ma che mi mettono alla prova visto che rappresentano la visione comunemente accettata) e, per portare la discussione ad un suo estremo, è possibile che tali rapporti veri possano coesistere?

Project: il fatto che il secondo rapporto possa diventare più importante del primo è possibile ma il fatto non è comunque automaticamente distruttivo del primo, quanto al fatto che possano coesistere, penso proprio di sì, ho visto situazioni del genere e sono anche durate, poi però la pressione sociale e culturale porta facilmente alla rottura dell'equilibrio

Virgil: :) Che bello leggerlo da te! un po' mi tranquillizzi…

Project: perché?

Virgil: perché hai la mia stessa visione e pensare di essere isolato a pensarla così mi fa sentire sbagliato, un po' come lo è, e ancor più in precedenza lo è stato, il pensare di essere isolato a provare affetto per i ragazzi!

Project: l'affettività è senza regole ed è istintiva, il tradimento vero consiste nel nascondere e nel non dire come stanno veramente le cose. Ma se un ragazzo che ti vuole bene ti dice che vuole bene anche a un altro ragazzo, tu che fai? Lo cacci perché non hai l'esclusiva? Fai in modo che possa realizzarsi al meglio e non lo abbandoni, se veramente gli vuoi bene, non fosse altro perché non viva come una cosa negativa il sentimento che prova per l’altro ragazzo

Virgil: visto che provo una profonda stima nei tuoi confronti leggerti in qualche modo mi fa sentire in buona compagnia

Project: piano piano questo modo di vedere le cose si va diffondendo e sarà sempre più così, tanto più in campo gay

Virgil: già! quell'atteggiamento nei confronti dell'affetto verso un altro ragazzo è quello che sento anch'io!

Project: se vuoi bene ad un ragazzo, vuoi che stia bene non SOLO con te ma che stia bene secondo il suo modo di sentire

Virgil: ...direi quasi Parole Sante!! :P ehm, o forse no, non dei santi del futuro prossimo… :)

Project: il voler bene non è un contratto, non ci sono condizioni, non ci sono obblighi

Virgil: perché non pubblichi questa chat? (cambiando il mio nome magari) credo che possa essere un utile spunto di riflessione! (e anche di possibili battaglie morali, purtroppo)

Project: ok, e la metto anche nel manuale

Virgil: mi piacerebbe molto sapere come la prendono i ragazzi ma credo che non la prenderanno bene

Project: beh, mette in crisi i modi tradizionali di ragionare, quelli ereditati del concetto di matrimonio. La possessività è una cosa molto radicata, però vediamo che succede!

Virgil: ok, project, grazie e alla prossima, io vado a dormire che è molto tardi. Un abbraccio e buonanotte!

Project: Notte e alla prossima!

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Landon
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Re: COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Messaggio da Landon » giovedì 20 febbraio 2014, 19:27

Premetto di tentare d'essere il più sintetico possibile.
Mi dispiace ma dal mio punto di vista non penso che riuscirei a vivere in una situazione simile. Provo a riepilogare per vedere se ho ben capito. In questa conversazione il ragazzo della mail solleva il problema su un rapporto affettivo-sessuale vero e proprio non fra due ragazzi ma, bensì, fra tre ragazzi. Mettiamo il caso in cui il ragazzo A ed il ragazzo B si fidanzino. Dopo qualche anno il ragazzo A incontra un altro ragazzo, C, e se ne innamora. Egli si trova bene con entrambi e decide di dire a B quello che prova verso C. Secondo quello che voi dite nel topic la cosa dovrebbe essere accettata e non soltanto come transitoria ma come un qualcosa di stabile. Si tratta a tutti gli effetti di un triangolo amoroso. Sinceramente, se quello che ho capito è giusto, io non penso che riuscirei a vivere una ipotetica relazione in questo modo. Non si tratta di possessività dell'altro e nemmeno di fedeltà ma, bensì, di rispetto. A me, in tutta franchezza, sembra che il ragazzo A voglia tenere il piede in due scarpe. Posso ammettere una fase del genere ma solamente transitoriamente. Alla fine bisogna prendere una scelta dolorosa o meno. Quando si dice di dover accettare questa situazione se si vuole bene ad un ragazzo con il quale si sta insieme, beh, mi dispiace, ma si tratta di rispetto. Sinceramente io non trovo questo comportamento rispettoso dell'altro. Forse saranno miei limiti mentali ma non riesco ad accettare questa visione.

Non mi è ben chiaro un altro concetto. Quando si dice che "il mondo vero è solo PG" non concordo. Il forum è sicuramente uno dei più dettagliati e ben fatti dell'intero web ma di qui ad affermare che il solo mondo vero è questo forum non mi trovo in accordo. Altrimenti con la frase "il mondo vero è solo PG" cosa si intendeva realmente? Anche questo punto non mi è chiaro.

Specchinfranti
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Re: COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Messaggio da Specchinfranti » giovedì 20 febbraio 2014, 20:57

Sinceramente non ho ben inquadrato la situazione, non capisco se la cornice è quella di una relazione amicale o sentimentale; ad ogni modo nel caso fosse la seconda non sono affatto d'accordo! L'amore (sentimentalmente parlando, ossia quello che si prova o si dovrebbe provare per un marito, per una moglie, per un partner o una partner) è duale per definizione! Ci si accorge di amare realmente qualcuno quando quella persona ci basta e quando ,tremando alla sola idea che il "privilegio" di quel corpo possa essere concesso a qualcun altro, ci si rende conto di non sentire più il bisogno "di cercare" e di guardarsi intorno essendo pieni della presenza dell'altro! L'amore implica gelosia ( non "possesso" si badi bene) solo gelosia che è la prima cartina al tornasole dell'interesse esclusivo che si prova per un'altra persona. Io sono del parere che l'amore lo si può provare nei confronti di un genitore, di un amico, di un animale domestico e così via con la stessa intensità con cui lo si prova per un partner, la sostanza non cambia, è sempre quella, cambia però la forma, ogni tipo di amore assume connotazioni peculiari che gli sono proprie e che lo differenziano dagli altri ( comunque non meno importanti o intense); paragonando l'amore per un amico a quello per un partner si può certamente notare che, sebbene essi siano uguali nella sostanza, differiscono però nella forma, nel modo in cui si estrinsecano e nelle emozioni che generano. L'amore per un partner ha una sua "sintomatologia" ed è così da sempre! Io credo che l'amore, in quanto emozione facente parte del corredo emotivo umano, abbia caratteristiche ben definite e universali, benché ognuno poi possa confrontarsi con esso, viverlo, esperirlo e manifestarlo in modo differente e del tutto personale. La tristezza, per esempio, è un'emozione! Tu puoi sicuramente farne esperienza e affrontarla in modo soggettivo ma ciò non toglie che il sostrato emotivo e le sensazioni più interne siano le medesime. Io credo che l'amore per sua natura implichi un'involontaria accettazione incondizionata dell'altro, uno slancio totalizzante verso di lui nonché il profondo desiderio di accoglierlo nel proprio mondo interno e di entrare a far parte, a nostra volta, del suo mondo soggettivo. Come ripeto, ciò che può fare la differenza è il modo personalissimo in cui si decide ( più o meno consciamente ) di viverlo quel sentimento; si può scegliere di abbandonarsi ad esso con tutti i pericoli che comporta o di resistergli e viverlo in maniera più "anestetizzata" e più controllata, e questa seconda opzione può essere frutto di caratteristiche temperamentali del soggetto o anche ( il più delle volte) di dinamiche più o meno conscie legate alla sfera dell'affettività. Molte tipologie di rapporto vengono spacciate per amore, ma in realtà hanno a che fare con altre forme di trasporto, affetto e d'intimità tutte rispettabili e legittime ma che non sono proprio assimlabile a quell'amore che ti "stravolge" l'esistenza! Penso quindi che l'amore sia un sentimento che si può provare per UNA SOLA persona alla volta!

Cito ora una frase a mio avviso densa di significato e molto veritiera:

" L'amore è per i coraggosi, tutto il resto è coppia! "

k-01

Re: COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Messaggio da k-01 » giovedì 20 febbraio 2014, 22:38

Mi trovo completamente d'accordo con specchinfranti. Hai letto per caso «Amore Liquido» di Bauman? In ciò che hai scritto ho notato molti collegamenti con quanto sostiene il noto sociologo.
In una coppia aperta, per me, non può esistere un grande sentimento d'amore. E' una forma di legame legittima come altre, che può anche funzionare, ma non ha molto a che vedere col sentimento amoroso.

Specchinfranti
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Re: COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Messaggio da Specchinfranti » giovedì 20 febbraio 2014, 22:50

No, non ho letto questo libro però conosco la teoria di Bauman circa "la società liquida"! Quella che ho espresso nel post è solo la mia visione, non sapevo coincidesse con quella di Bauman :) Me lo consigli?

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progettogayforum
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Re: COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Messaggio da progettogayforum » venerdì 21 febbraio 2014, 12:23

Vorrei innanzitutto rispondere a Landon che quando dico che per me “il vero mondo è PG” intendo dire che qui posso essere me stesso al 100%, cosa che non accade da nessun’altra parte. Ovviamente tutto il resto esiste, è inevitabile, ma si tratta di situazioni in cui la dimensione personale entra con dei limiti molto forti.
La chat che apre la discussione rappresenta un esempio tipico di pensiero divergente e come tutte le forme di pensiero divergente non è un pensiero condiviso ma può servire a mettere in evidenza che il monolitismo delle definizioni consacrate ha in effetti delle crepe. Si tratta in sostanza di un’eresia rispetto alla dogmatica comunemente accettata della coppia e dell’amore. La storia ha presentato molti esempi di pensiero divergente che ha finito per diventare maggioritario (non giusto, perché la dimensione evolutiva è insita nella vita stessa). In un certo senso il pensiero divergente può precorrere i tempi. È ovvio che un tipo di pensiero di questo genere venga interpretato e condannato sulla base delle categorie di pensiero più diffuse che indubbiamente hanno il fascino che accompagna tutti gli archetipi mitici, che non sono falsi, come non lo è nessuna modellizzazione, ma sono appunto modellizzazioni che risultano talvolta troppo schematiche e limitative per definire un sentimento che di per sé non è definibile. Dietro i modelli classici dell’amore e della coppia, che sono sostanzialmente modelli sessuocentrici, si sente fortissima l’influenza del paradigma matrimoniale e di un pensiero dogmatico che dà almeno apparente sicurezza. Ma si tratta di modelli che, se possono conservare una valenza come archetipi, sono poi ampiamente smentiti nella realtà. In Italia, il 50% dei matrimoni finisce davanti al giudice e quelli che funzionano solo di facciata sono comunque moltissimi. Il pensiero divergente “sembra” sempre riduttivo, viziato, imperfetto, questo è nella natura delle cose, ma piano piano se ne capisce il significato.
Vorrei aggiungere una notazione che mi sembra importante. Si rimprovera in genere alla Chiesa di avere un pensiero assolutamente dogmatico anche in materia sessuale. La Chiesa risponde a questa obiezione che la sua visione della sessualità è secondo natura ossia risponde a ciò che l’Antropologia richiede, ma dietro la parola Antropologia la Chiesa postula un’altra dogmatica di tipo para-scientifico. La Chiesa tende a sostenere un’Antropologia assoluta, la sua, e non vuole accettare il fatto che ogni "Antropologia (con la "A" maiuscola) è solo un’antropologia culturale (con la "a" minuscola). In altri termini non vuole accettare il relativismo culturale che è la più grande conquista del '900. I laici, pur rimproverando queste cose alla Chiesa ne ereditano lo spirito dogmatico e costruiscono una dogmatica laica, anche in materia di sessualità. Il pregio del pensiero divergente è proprio di non essere dogmatico, non è un modello da proporre ma un principio di libertà.

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Tom
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Re: COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Messaggio da Tom » venerdì 21 febbraio 2014, 15:25

Mi piace moltissimo l'ultimo post!
"La vita giusta è quella ispirata dall'amore e guidata dalla conoscenza"
(B.Russell)

k-01

Re: COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Messaggio da k-01 » venerdì 21 febbraio 2014, 16:50

Specchinfranti ha scritto:No, non ho letto questo libro però conosco la teoria di Bauman circa "la società liquida"! Quella che ho espresso nel post è solo la mia visione, non sapevo coincidesse con quella di Bauman :) Me lo consigli?
Assolutamente sì! Lettura impegnativa, almeno per me, ma molto interessante. Puoi trovarlo in rete. ;)

Specchinfranti
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Re: COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Messaggio da Specchinfranti » venerdì 21 febbraio 2014, 22:58

Il relativismo non può essere applicato a qualsiasi categoria e quando è radicalizzato inoltre conduce inevitabilmente a una distorsione dei concetti; essi finiscono infatti col venire slabbrati e dilatati a tal punto da diventare eccessivamente inclusivi perdendo così la loro accezione originaria e quindi anche la loro sostanza.
Il relativismo può essere applicato al concetto di amore ma non credo che sia possibile estremizzarlo e portarlo oltre certi limiti; relativismo di per sé è già ritenere che esistano altre forme d’amore oltre a quello canonicamente inteso (ossia quello tra due persone che condividono una vita e affettiva e sessuale) e ritenere che queste possano essere altrettanto importanti, nobili e intense proprio come l’amore che lega due “amanti” nel senso corrente del termine. A mio avviso a rendere così difficile definire e condividere unanimemente il concetto d’amore è anche una lacuna più propriamente linguistico-lessicale; infatti come accade in molte altre lingue, l’italiano possiede un solo lemma, ossia la parola “amore” per definire varie realtà (abbastanza simili ma al contempo molto diverse) e, se ciò è sicuramente positivo da un lato, poiché sottolinea il comune denominatore, vale a dire il forte slancio affettivo ed emotivo verso qualcuno, dall’altro manca di sottolineare le differenze di questo sentimento che, pur non variando nella sostanza profonda, cambia nella forma, nel modo di esperirlo, sentirlo e manifestarlo in base al tipo di legame che intratteniamo con l’altro che è al contempo motore e destinatario di quel “sentire”.
L’amore per un amico differisce da quello verso un genitore, ed entrambi sono diversi dall’amore che si prova per un partner. Nel suo nucleo l’amore per un amico è identico a quello che si prova per un “amante”, tutti e due infatti hanno in comune il fatto di riuscire a ingenerare, nell’individuo che lo sperimenta, il desiderio profondo di trascorrere del tempo con l’altro e di condividerci esperienze, entrambe le tipologie condividono lo stesso grado di profondità e intensità e portano con sé anche un po’ di sana gelosia ma inevitabilmente si situano su dimensioni diverse; l’amore per un partner si alimenta anche di erotismo, di sesso, ha bisogno di una progettualità e innesca reazioni diverse in chi lo esperisce.
L’amore di cui ho parlato anche nel precedente messaggio è un sentimento che trascende ogni definizione religiosa, sociale e culturale precostituita proprio in quanto sentimento libero, che non si nutre di alcun bisogno, né del bisogno di conformarsi a costrutti sociali e religiosi, né a quel bisogno scaturente dal timore di invecchiare in solitudine. E’ quell’amore “alto” ,elogiato e maledetto dai poeti, è quella forza irrazionale che ti fa domandare: “perché tra tanti/e proprio lui/lei?”, è quell’emozione che terremota il nostro equilibrio, che ci spoglia, che ci piega, è quel sentimento che è capace di farci stare bene con quello che abbiamo senza cercare altro e che riesce persino ad alterare la chimica del nostro cervello. Credo pertanto che sia opportuno nominarlo, chiamarlo per nome senza confonderlo con altri tipi di “sentire” altrettanto belli, altrettanto edificanti ma che non posseggono certamente la stessa sintomatologia e le stesse caratteristiche di quel sentimento la cui peculiarità ed eccezionalità riposano proprio nella sua rarità e nel fatto di essere esclusivo privilegio di un solo “qualcuno” che, senza fare niente di speciale e senza apparente motivo, invade e si appropria di una parte considerevole della nostra vita e soprattutto del nostro essere. In virtù di ciò, ritengo che l’amore “romantico” non possa essere che duale perché è proprio in questo che risiede la sua unicità e il suo carattere totalizzante. Un’amore eccessivamente profuso, dissipato, razionato e indirizzato a più “destinatari” perderebbe la sua sua esclusività.
L’amore è rischio, è costante pericolo e occore una notevole dose di coraggio per scegliere di darsi totalmente a qualcuno che domani potrebbe non esserci più e questo fa parte del gioco; credo pertanto che chi si cimenta in una forma di rapporto diversa da quella che vede come protagonisti soltanto due attori è qualcuno che forse non vuole, deliberatamente o inconsciamente, assumersi quel rischio e rinuncia a priori a quel brivido che solo legame “speciale” sa generare, speciale proprio in quanto legame irripetibile e possibile solo con qualcuno che, in un determinato periodo della nostra esistenza o per sempre (benchè questa parola faccia paura a molti), ci assorbe totalmente e divenendo una tassello fondamentale del nostro “mondo interno”, diventa inintercambiabile e insostituibile per noi!

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Re: COPPIA GAY NON POSSESSIVA

Messaggio da barbara » sabato 22 febbraio 2014, 12:13

Io trovo punti di accordo con tutte le posizioni . Il principio su cui mi baso è che le regole di una coppia vadano decise dalla coppia. Per cui se una coppia decide che è lecito aprirsi a relazioni esterne e questo è ritenuto rispettoso da entrambi, per me non collide con la relazione amorosa.
Si tratta di una scelta difficile, per come siamo stati abituati, ma non impossibile e forse è quella che più si allinea con l'evoluzione della società, citando Bauman. Si tratta forse di una scelta ancora utopica, per come siamo stati educati, ma ci sono state epoche in cui si è pensato che questa fosse possibile (negli anni 60 ad esempio) , solo che poi non ha funzionato. Forse non eravamo pronti e adesso lo siamo. Chi può dirlo?
Nello stesso tempo però se in una coppia almeno uno dei due crede al valore della fedeltà, credo che non si possa che parlare di tradimento.
Per me il tradimento in questo caso prescinde dal fatto di dire o non dire.
Se hai fatto una promessa di fedeltà perché sai che il tuo ragazzo ti ha chiesto un impegno simile e vai con un altro , non puoi accusare il tuo ragazzo di essere possessivo.
Se non ti va bene quel tipo di rapporto perché lo ritieni possessivo, allora lasci il tuo ragazzo e ti metti con un altro.
Non posso aspettarmi insomma di ricevere il "permesso" da parte del mio ragazzo di tradirlo, se so per certo che il mio ragazzo ci starebbe male e non è per nulla d'accordo. A quel punto devo farmi carico io del senso di colpa conseguente al fatto di sapere che lui ci sta male, evitando di scaricare il senso di colpa su di lui. Certe volte si confessa non per chiarezza o altro, ma per scaricarsi la coscienza .In quest'ultimo caso non vedo molto rispetto. Se gli dico la verità, lo faccio nel suo interesse e nell'interesse del rapporto o lo faccio nel mio interesse?
Anche qui secondo me non c'è un comportamento giusto o sbagliato a priori, ma dipende dal significato che esso assume in quella coppia.
Se decido di dirlo è perché credo ancora nel mio rapporto di coppia e voglio condividere ciò che mi è accaduto perchè da ciò nasca un rapporto più autentico, oppure voglio che la coppia abbia nuove regole , un nuovo equilibrio , ma allora devo fare i conti anche con quello che pensa l'altro e assumermi le conseguenze .
Mi chiedo anche se questo ragazzo accetterebbe che il fidanzato abbia amicizie altrettanto intense . insomma per me ci deve essere sostanzialmente accordo e reciprocità, altrimenti , concordo con Landon, si tiene in piede in due scarpe.
Se invece, passando il tempo, capisco che mi sto innamorando della terza persona e che la cosa più logica , nel rispetto del mio fidanzato, sarebbe lasciarlo, perché dovrei farlo soffrire due volte dicendogli che l' ho pure tradito?

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