STORIA DI UNA COPPIA GAY

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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STORIA DI UNA COPPIA GAY

Messaggio da progettogayforum » sabato 15 aprile 2017, 9:42

Caro Project,
ho 33 anni, sono gay e sono sempre stato gay, in un ambiente in cui essere gay era di fatto impossibile, e ho finito per rimuovere l’idea di un rapporto con un ragazzo vero. Vivevo il sesso solo nella masturbazione, in pratica vivevo solo di video porno e di fantasia, non era male comunque e alla fine mi ero abituato all’idea che sarei rimasto single, poi, cinque anni fa ho conosciuto un ragazzo, allora ventitreenne, e tra noi è nata una complicità, direi una capacità di capirci che non pensavo sarebbe mai esistita. Il sesso tra noi ha avuto un’importanza enorme, per lui era un po’ una rivalsa rispetto alle tante delusioni che aveva collezionato. Sentirsi desiderato e nello stesso tempo portare me a superare le mie inibizioni penso siano state per lui due componenti importantissime del nostro rapporto. E in effetti io, che non ero mai stato con nessuno, con lui stavo benissimo. Il sesso era una cosa che ci legava molto, ci conoscevamo bene da quel punto di vista e non solo da quello. Lui ha avuto anche storie con altri ragazzi, e anche tanti dubbi relativamente al nostro rapporto. Io ho conosciuto tanti altri ragazzi, anche se non ho avuto nessun’altra storia, ma alla fine, dopo cinque anni il nostro rapporto esiste ancora, con qualche ruvidezza, forse, ma esiste e non è superficiale. Avrei forse potuto avere storie alternative, ma quello che provo quando sto con lui e soprattutto quando facciamo l’amore, perché secondo me è proprio amore, penso sia una cosa importantissima, secondo me è assolutamente unico. Io sono innamorato di lui, lui forse non lo è di me, o forse sì ma non lo vuole dire, ha paura delle parole, ma solo delle parole, però per me è insostituibile. Con lui sto bene, certe volte mi prendono le angosce quando lo vedo triste e aggressivo, perché so che sta passando momenti brutti, ma spero che passino preso, in fondo so che passeranno. Non mi sono mai innamorato di altri ragazzi, vorrei stare con lui tutta la vita, eppure non riesco a progettare un futuro a nessun livello, quando faccio delle scelte, per esempio di lavoro, che potrebbero allontanarmi da lui, mi sento come se lo stessi tradendo e ci sto malissimo. Lui è molto orgoglioso e spesso si sente frustrato. È di una intelligenza folgorante ma cade anche facilmente nella malinconia. Vorrei avere con lui un rapporto più tranquillo, più prevedibile, ma questo non accade, non schioda da quello che ha in mente e non c’è modo di fargli cambiare programma, al punto che in pratica non ci provo nemmeno più. Io penso spesso al suo futuro, lui non ci pensa mai, io sono preoccupato per il suo futuro nel mondo del lavoro perché penso che potrà avere delle delusioni molto pesanti, però penso pure che il lavoro potrebbe aprirgli prospettive del tutto nuove. Ma lui di queste cose non vuole sentire parlare. Quando stiamo insieme e facciamo un po’ di sesso, alla fine mi dice che gli restano delle sensazioni strane, io penso che questa sia la premessa di un abbandono ma poi non succede così. Certo è che nonostante tutto, dopo cinque anni, ci vediamo ancora e quando lo stringo a me ho la netta impressione che sia felice, per lo meno più tranquillo. Ho provato a capire che cosa si porta dentro, ma è come una scatola chiusa, non parla mai del passato, di quando era bambino, dei rapporti coi genitori e coi fratelli, tutto questo è come se non esistesse, evita sistematicamente questi argomenti e penso che non sia un caso. Certe volte lo vedo aggressivo, rivendicativo, ma sono momenti, altre volte ha proprio bisogno di affetto e anche di sesso e in queste cose non è complessato, in pratica ho imparato da lui a vivere il sesso senza complessi. Ho spesso paura che la nostra storia possa assumere per lui una valenza negativa, che quelle strane sensazioni di cui parla siano un po’ un segno premonitore di un rifiuto e soprattutto di una lettura al negativo di quello che abbiamo vissuto insieme. Vorrei capire qualcosa di più su di lui ma è sfuggente. Sa di esercitare un potere su di me, perché gli voglio bene, ma sottolinea troppo spesso la precarietà dei nostri rapporti, il loro essere solo sesso, anche se a me non sembra che sia così. Lui è un ragazzo molto bello, anche se non si considera tale, io sono molto al di sotto del suo livello, se solo volesse, potrebbe avere tutti i ragazzi che vuole, ma non succede e continua a cercarmi, io lo faccio meno perché ho paura di infastidirlo, ma lui lo fa e ha la certezza che mi troverà sempre disponibile. Una cosa ammiro di lui: ha una grande dignità, non fa scelte di convenienza o di comodo, non è mai successo, ma qualche volta ha atteggiamenti di sfida e di provocazione molto determinata, anche se poi durano poco. Tutto questo per me è uno stress, questo non posso negarlo, ma così mi sento anche vivo, certo è che gli voglio bene e cerco di volergli bene nel modo migliore possibile, quando non lo sento mi manca, non nel modo frenetico dell’innamoramento, ma mi manca come presenza fondamentale della mia vita, come punto di riferimento, come scopo della vita, ma quando c’è mi mette in ansia, in qualche modo mi condiziona, ma il fatto che ci si voglia bene mi rende orgoglioso, mi sembra che quella sia la cosa più importante della mia vita, che se non lo avessi incontrato avrei vissuto una vita stupida, superficiale, mentre così ho dato un senso alla mia vita. Non so se nelle cose che ho detto mi sono lasciato andare troppo alle belle parole, può anche darsi che sia successo e che magari il nostro rapporto sia molto meno magico di come l’ho presentato, molto più problematico o forse addirittura ai limiti del patologico, perché visto dal di fuori sembra stranissimo e non è riconducibile alle comuni dinamiche di coppia, però è un rapporto che resiste al tempo. Occasioni per prendere altre strade ne abbiamo avute parecchie ma poi siamo tornati insieme. Non so se questo sia amore, ma in un certo senso penso che lo sia.

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