Caro Project, sono contento di aver parlato con te ieri sera, io pensavo che il discorso sarebbe stato incentrato sul sesso, ma non ne abbiamo parlato proprio e mi sono sentito a mio agio, cosa che non succede mai a casa mia dove i miei si impicciano e fanno mille domande che non sopporto più. Sto cercando di guardare lontano, di non pensare troppo al presente e di costruire qualcosa di buono per il mio futuro, e questo sia che io abbia un compagno sia che non ne abbia. Diciamo pure che sono preparato all’idea di restare solo, o meglio all’eventualità di restare solo, almeno relativamente solo, sono preparato all’idea che niente vada come vorrei, ma almeno nella mezza vita che ho davanti, alcune cose non le voglio fare. Non avrò un ragazzo (io spero di sì, e credo di sì), questo so che è possibile, ma non voglio assolutamente cacciarmi in storie che non mi riguardano, ed è invece proprio questo che i miei mi vorrebbero spingere a fare, loro hanno i loro progetti, e si sono fatti un’idea precisa della ragazza che dovrei sposare, non così in generale, ma l’hanno proprio individuata e secondo loro deve essere quella. Non è affatto brutta, e questo, secondo loro è determinante dal mio punto di vista, poi è ricca, e questo è determinante dal loro punto di vista. Il padre è un imprenditore amico di mio padre, è pieno di soldi e ha solo questa figlia, quindi, tirando le somme è la donna ideale. Lo scorso anno ho parlato con questa ragazza, quando i progetti matrimoniali erano ancora molto lontani e non mi è piaciuta per niente, era una bambola programmata, che sapeva tutto, capiva tutto, aveva la risposta pronta su tutto, ecc. ecc.. Io sono l’esatto contrario. Non mi ripugna, non la odio, ma mi è totalmente indifferente e poi io sono gay e francamente, non ho mai fatto fantasie su una ragazza. Come posso pensare di mettermi, non dico con questa, ma con qualsiasi altra ragazza? Io sono innamorato di un ragazzo, che chiamerò Carlo, siamo amici, almeno in teoria solo amici, ma tra noi c’è un feeling di un altro genere. Qui al paese siamo solo amici del bar, lui non viene mai a casa mia e io non vado mai a casa sua, quindi in pratica siamo solo conoscenti. Dobbiamo stare attenti a quello che facciamo non tanto perché siamo due ragazzi ma perché lui fa il meccanico in un’officina e i miei uno così non lo accetterebbero mai. Carlo non ha studiato ma è un ragazzo intelligentissimo e certe volte mi mette proprio in difficoltà perché capisce le cose molto prima di me. Adesso sta facendo un corso serale per diventare perito meccanico, e dopo il lavoro va a scuola fino alla sera tardi, il mio rimpianto è che non posso andarlo a prendere quando esce, io ci andrei eccome, ma sappiamo entrambi che è meglio evitare. Io dico che resterò solo perché vedo molto difficile che si possa creare con lui, almeno a breve, un rapporto che non sia solo sotto traccia, ma un rapporto sottotraccia c’è, lo sento, ed è l’unica cosa che mi fa andare avanti, e comunque una speranza seria ce l’ho. Quando ci vediamo e c’è gente, mi sorride, quando siamo soli spendiamo qualche parola, ma sono parole significative, non sono chiacchiere o vanterie. Il problema del diverso livello sociale in qualche modo c’è pure tra noi e i condizionamenti sono tanti, lui dice che vuole essere indipendente, che “se vuole stare con una persona” lo fa perché sta bene con quella persona, ma lo fa da uomo libero, che se ne può andare quando vuole e quando sente che le cose non vanno. Sono ormai tre mesi che la domenica ci troviamo in città (a più di 80 km dal paese) per starcene un po’ per conto nostro. Sono cose banalissime, una passeggiata, un gelato, una pizza, poi un po’ a parlare nel parco e poi a casa ma in orari diversi. Una volta lui rientra col pullman diretto e io vado in un altro paese e cambio e la vota successiva facciamo il contrario, così non rientriamo insieme, è pesante, lo so, ma possiamo fare solo così, anche il viaggio di andata non lo facciamo insieme. Mia madre è convinta che io vada in città per vedere una ragazza ed è furiosa perché io non le dico nulla, e lei ha l’impressione che non riesce a gestirmi. Mi mancano ormai pochi esami alla laurea magistrale e Carlo sta lavorando come un matto per mettere insieme un po’ di soldi e per poter andare a lavorare in città, o anche in un’altra città, meglio se lontana. A luglio, se tutto va bene dovrebbe diventare perito, a scuola i prof. lo adorano, e lo credo bene! Insomma, poi ci sarà il problema di trovare lavoro, e io pure devo prima laurearmi, ma sto cercando di non perdere tempo e di fare il più presto possibile. Una volta trovato lavoro, ce ne andremo via ma insieme, sarà dura, perché la mia famiglia non lo accetterà minimamente, la sua invece penso che capirà. Insomma, Project, questo è tutto, al momento. D.
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