APOLOGIA DELLA COPPIA GAY NORMALE

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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APOLOGIA DELLA COPPIA GAY NORMALE

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 11 ottobre 2023, 15:49

Caro Project,
ho cominciato a leggere i post di Progetto Gay quando avevo 19 anni, ora ne ho 35 e continuo a leggere i post di Progetto. Progetto mi ha aiutato soprattutto a non mettermi nei guai e a pensare prima di agire e devo dire che è stato utile. A 19 anni ero incantato da un ragazzo che mi piaceva moltissimo, che qui chiamerò Luca, anche se questo non è il suo vero nome, per lui avrei fatto qualsiasi cosa. Allora io apprezzavo le persone fuori del comune, quelle che hanno quel tanto di genio e sregolatezza che dà un pizzico di pepe alla vita, mi sembrava che quelli vivessero la vita con un’altra intensità, mentre io mi sentivo troppo normale, che per me allora voleva dire troppo banale, pure da gay. Poi, leggendo Progetto, è cominciato in me un cammino di distacco dai miti e dalla irrazionalità e di maggiore consapevolezza, ho cominciato a rendermi conto che le cose possono essere più complicate di come sembrano e ho cominciato anche a pormi un po’ di domande sulle cose che vedevo intorno a me, e così, analizzando certi comportamenti di Luca, ho cominciato a ritrovare delle cose un po’ strane, che secondo la mia logica non avevano senso e che non sapevo spiegarmi e questo fatto mi ha trattenuto dal farmi trascinare dagli entusiasmi. All’epoca conoscevo Luca solo di vista o poco più, lui qualche volta frequentava il gruppetto di amici che frequentavo anche io, gruppetto in cui, almeno in teoria non c’erano gay, in realtà c’ero io e anni più tardi ho avuto la prova che c’era anche un altro ragazzo che qui chiamerò Matteo, che a me non interessava granché, anzi direi per niente. Matteo era di pochissime parole, Luca, al contrario era un profluvio di citazioni e di battute. Tutto questo, allora, ingrandiva ai miei occhi la figura di Luca. Luca non si era inserito nel gruppetto degli amici per provarci con Matteo, che a me sembrava etero al 100%, ma semplicemente per pavoneggiarsi, ma questo l’ho capito dopo. Col tempo, dopo qualche mese, le cose sono cambiate ed è diventato sempre più evidente che Luca aveva ormai come obiettivo proprio Matteo, cosa che a me sembrava del tutto priva di senso. Io ero molto geloso di Luca e il fatto che Luca fosse ormai abbastanza chiaramente interessato a Matteo mi metteva in agitazione ma non potevo farci granché. Un giorno mi sono deciso e ho affrontato il problema con Matteo, anche se molto alla lontana. Era più che evidente che Matteo era infastidito dal modo di fare di Luca e ricordo che, per sintetizzare il suo pensiero, aveva fatto a proposito di Luca, il gesto che si fa per indicare che uno è fuori di testa. Dopo un po’ di giorni Matteo è proprio sparito dalla circolazione, e penso che sia successo proprio perché voleva stare alla larga da Luca, mentre Luca è rimasto nel gruppetto di amici. Io ero felice della sparizione di Matteo, che mi lasciava campo libero con Luca. Da una parte ero tentatissimo dall’idea di provarci con Luca, cosa però molto pericolosa, ma dall’altra mi ricordavo il gesto straordinariamente significativo di Matteo. In quel periodo su Progetto c’erano diversi post sulla prudenza, con esempi anche molto eloquenti. Io continuavo a frequentare il gruppetto di amici ma con un certo distacco, volevo osservare Luca ma rimanendo al coperto per capire in concreto che cosa volesse dire il gesto di Matteo. Luca ha cominciato ad interessarsi di un altro ragazzo, che qui chiamerò Luigi, molto carino, ma proprio molto, che però era radicalmente etero, e che io conoscevo abbastanza bene. Dopo un po’ mi sono deciso e ho chiesto a Luigi che cosa pensasse di Luca e lui mi ha detto che, secondo lui, non aveva tutte le rotelle a posto e ha aggiunto “e ci ha anche provato con me!” Io ho fatto la faccia stupita e Luigi mi ha detto che Luca per uscire dall’imbarazzo della situazione gli aveva detto che aveva una ragazza, che qui chiamerò Marina, e che gliel’avrebbe fatta conoscere, cosa che poi è successa, ma non è finita qui perché, a distanza di poco tempo, Marina è rimasta incinta e Luca l’ha sposata quando avevano entrambi solo vent’anni, e ha invitato tutti gli amici al matrimonio. Noi gli abbiamo fatto un regalo collettivo ma nessuno di noi è andato al matrimonio. Dopo il matrimonio Luca è sparito e io mi sono detto che c’erano parecchie cose che non quadravano nel comportamento di Luca: prima si mette appresso a Matteo e poi a Luigi e dopo poco mette incinta una ragazza e la sposa… No! La cosa non aveva senso. Ok, ci sono le sessualità fluide, ma mi restava sempre in mente quel gesto di Matteo, che diceva tutto. Abbiamo saputo soltanto dopo parecchio tempo che il matrimonio di Luca era durato appena un anno e che dopo il divorzio o forse l’annullamento, non ho capito bene se una cosa o l’altra, Luca, lasciato pure il figlio, che era stato affidato solo alla madre, se ne era andato a vivere a Praga, in un appartamento pagato dalla famiglia, ma non abbiamo saputo niente altro. Che c’entra Progetto in tutto questo? C’entra eccome! Leggendo Progetto ho imparato ad essere prudente e a capire che prima di partire in quarta bisogna capire se la cosa ha un senso e soprattutto se quello che vedi come il ragazzo dei tuoi sogni lo è veramente. Se non mi fossi tenuto a distanza da Luca, probabilmente sarei rimasto impegolato anche io in qualche storia con qualche risvolto patologico e non so come ne sarei potuto uscire. Allora ero giovanissimo, ma la storia di Luca è stata per me come una specie di vaccinazione. In pratica, quando incontravo un ragazzo che mi poteva interessare, lo passavo ai raggi X e al primo segno di stranezza (parlo di stranezza vera ai limiti del patologico, e ce n’erano!) prendevo le distanze e me ne tornavo a stare per conto mio. Qualche anno dopo ho incontrato il mio attuale ragazzo, che chiamerò Francesco, ci siamo studiati per molto tempo prima di fare un passo allo scoperto. Sia lui che io eravamo due perfetti single con qualche amicizia anche femminile e nessuno dei due aveva stampata sul petto la bandierina arcobaleno, ma ci siamo individuati lo stesso. Parlavamo entrambi molto poco e i primi approcci sono stati lentissimi, i suoi comportamenti erano esitanti, come i miei, ma sempre coerenti, cioè senza stranezze e senza eccessi. lo sentivo molto affine. Tra noi non abbiamo mai parlato di ragazze, era evidente che ci trovavamo reciprocamente interessanti ma nessuno dei due aveva il coraggio di fare un passo oltre e di uscire allo scoperto, poi a un certo punto Francesco ha rotto il ghiaccio e ha detto: “se preferisco uscire con te piuttosto che con una ragazza, dal mio punto di vista una ragione c’è…” e io gli ho risposto: “anche dal mio punto di vista!” Non ci siamo detti esplicitamente quale fosse la ragione ma la cosa era evidente ad entrambi. Tra noi non si usava né la parola gay né la parola omosessualità, parlavamo solo di noi come di due amici che si vogliono bene, anche se piano piano eravamo diventati più che amici. Avremmo avuto entrambi problemi in famiglia se la nostra storia avesse avuto dei risvolti pubblici e quindi è rimasto tutto in una dimensione strettamente privata e devo dire che la cosa non mi dispiace affatto. Il fatto che nessuno metta becco nel nostro rapporto mi sembra estremamente positivo: niente chiacchiere, niente pettegolezzi, niente giudizi di gente che non c’entra niente, siamo solo io e Francesco e il nostro rapporto appartiene solo a noi, non dobbiamo dare spiegazioni a nessuno, non dobbiamo essere conformi a nessun modello e non dobbiamo recitare nessuna parte in commedia. Io e Francesco siamo prima di tutto amici nel senso profondo del termine, cioè ci capiamo e ci sosteniamo a vicenda, c’è anche un po’ di sesso, quando capita, e neanche tanto poco, abbiamo il piacere di stare insieme, gli altri ci vedono come due single impenitenti, in attesa dell’anima gemella, che a loro giudizio dovrebbe essere per forza una ragazza, ma noi l’anima gemella l’abbiamo trovata da un pezzo. Francesco ha soprattutto una dote che mi piace moltissimo: è un ragazzo normale, come me! Non è un genio, non è un Apollo, è un ragazzo normale, senza stranezze allarmanti e senza sogni megagalattici per la testa, sto bene con lui e non per abitudine o per quieto vivere, come ho letto in un post recente di Progetto, ma perché lo sento uno come me. Forse questo post può sembrare l’apologia della normalità, ovviamente di una normalità gay, ma francamente non mi sento, anzi non ci sentiamo eccezionali ma non abbiamo mai avuto la sensazione che ci mancasse qualcosa.

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