QUANDO UN CONTATTO GAY NON SI PERDE

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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QUANDO UN CONTATTO GAY NON SI PERDE

Messaggio da progettogayforum » venerdì 10 novembre 2023, 10:32

Caro Project,
ho una domanda per te: che significa quando un contatto gay non si perde? Ma per capire il senso della domanda devi avere pazienza e leggere il seguito.
Ho 36 anni, il mio ex ragazzo ne ha 35. Stiamo insieme da quando eravamo ragazzi tutti e due. Nello scorso mese di maggio tra noi ci sono state delle incomprensioni e abbiamo deciso che ognuno se ne sarebbe andato per i fatti suoi. Le incomprensioni erano in realtà una cosa abbastanza comune nel nostro rapporto ma in genere si superavano senza arrivare ad una rottura, in questo caso invece abbiamo deciso di non sentirci più e effettivamente per un bel po’ di tempo (quasi due mesi) non ci siamo proprio sentiti. Poi lui mi ha chiamato per motivi che non avevano nulla a che vedere con noi e abbiamo anche parlato un po’ di noi, non so se fosse solo un modo di creare l’occasione di un contatto, comunque la conversazione è stata gradevole, niente di intimo, ma nemmeno di banale. Dopo quella telefonata abbiamo continuato a sentirci con una periodicità più meno settimanale, mai colloquio sciolto al cento per cento, ma mai banale e mai ridotto a pura formalità, poi siamo arrivati a chiamarci senza bisogno di cercare scuse e a cominciare la telefonata con un semplice: “Volevo sapere come stai…” Poi sistematicamente si passava a parlare di salute e di lavoro, ma nessuno dei due ha mai fatto un passo che lasciasse pensare all’ipotesi di rimettersi insieme. Io mi chiedo: se uno vuole tenere la distanza perché continua a farsi vivo? In realtà lo cerco anche io, anzi faccio in modo che le mie chiamare non siano pochissime, proprio per mantenere un equilibrio, e non è una questione formale. Potrei chiedermi in fondo perché lo chiamo io, ma io lo chiamo perché non lo voglio tenere a distanza e mi manca e penso che lui se ne renda conto, ma ogni volta che si accorge che il discorso sta per avvicinarsi a questo argomento si affretta a chiudere la telefonata, ma mai in modo infastidito. Il fatto è che mi manca, un po’ per il sesso, ma non solo per quello, con lui c’era un dialogo unico e poi la fiducia che avevo in lui io ce l’ho ancora tale e quale. Io pensavo che si sarebbe trovato un altro ragazzo, uno capace di farlo stare bene sempre, cosa che io non sono mai (o quasi mai) riuscito a fare, ma francamente non penso che si sia trovato un altro ragazzo. Lui, a suo modo è fedele, non ti abbandona, magari ha “anche” un altro ragazzo ma non ti abbandona per questo. Lui è stato la colonna portante della mia vita per tanti anni, a modo suo, certo, ma c’è stato e io francamente non ho mai pensato che mi sarei potuto trovare un altro compagno, perché con lui stavo bene. Non so se dire che con lui sto bene anche adesso, ma penso di sì, perché comunque lui adesso c’è, non è sparito. All’inizio, insomma non proprio all’inizio ma quando anche lui ha trovato un lavoro stabile, gli avevo fatto la proposta di vivere insieme, cioè proprio di comprare una casa nostra, ma lui ama troppo la sua libertà per fare una cosa del genere, e allora non gliel’ho più chiesto. “Ama la sua libertà” non vuol dire che cerca sesso fuori senza dirmelo. Anche se sembra un paradosso, quando è successo me lo ha detto. Lui vuole la sua libertà perché non vuole sentirsi sul collo il fiato di nessuno e poi questo restare insieme a distanza è stato salutare, non era una scelta stupida, tutt’altro. È vero che non abbiamo vissuto insieme e che è stato tutto molto diluito nel tempo, ma alla fine stavamo bene insieme, io, almeno, stavo bene e mi sembrava che stesse bene pure lui. Ancora oggi, nonostante la separazione, quando mi squilla il cellulare e vedo che è lui mi sento felice e l’effetto dura per diverse ore anche dopo la fine della telefonata. È raro che dopo la telefonata subentri una fase negativa, se succede, a distanza di tempo mi rendo conto che sono io che ho interpretato male le cose che lui mi ha detto. Me ne rendo conto perché quando mi aspetto maggiore distacco succede esattamente il contrario, o almeno lo vedo assolutamente tranquillo. Io so che non se ne andrà, che il nostro rapporto sia o non sia esclusivo per me conta veramente poco, quello che conta è la sua presenza, il fatto che non sparisca perché nel mio mondo lui non è sostituibile. So che non sparirà, ne ha avuto moltissime occasioni e non lo ha mai fatto, ma nonostante tutto, una certa paura di fondo resta, che non dipende da lui ma da me. Vorrei sognarlo stanotte. Mi manca tanto. Chissà come andrà a finire. Penso a lui in continuazione. Nonostante io abbia mandato in lavanderia tutte le copertine che ho usato nella stagione estiva, non ci ho mandato quella che c’era sul letto l’ultima volta che siamo stati insieme. All’inizio la consideravo come una specie di reliquia perché aveva conservato un po’ del suo odore, poi, col tempo, l’odore se ne è andato, ma quella copertina non l’ho mai più riusata, l’ho messa nel cellofan e l’ho conservata in un posto a parte. Non so se sono romanticherie o forme di dipendenza patologica. Mi chiedo che cosa gli passa per la testa e perché non ci rimettiamo insieme, me lo chiedo perché non c’è nessuna ragione seria per non stare di nuovo insieme e lui lo sa, come lo so io, ma continuiamo a tenere il punto anche se ci sentiamo in pratica tutte le settimane e anche di più. Mi manca pure il sesso con lui, che era una cosa assolutamente spontanea sia per lui che per me. In certi momenti “particolari” penso intensissimamente a lui e penso che tra pochissimo potremo stare di nuovo insieme, ma poi non succede, e allora comincia la fase negativa e penso che comunque prima o poi sparirà, ma anche quello non succede. Mi sento in bilico, non so che cosa fare, se provare a rompere lo stallo oppure no. Siamo stati tanto stupidi da pensare a una separazione e la separazione all’inizio era sostenuta sia da lui che da me per ragioni di puntiglio. Erano ragioni stupide ma oggi tornare indietro è difficile, straordinariamente difficile, io penso che ci si voglia bene come prima e più di prima, ma l’orgoglio è difficile da mettere da parte. Io proverei a dirgli di tornare insieme ma temo una risposta negativa o anche solo interlocutoria che mi farebbe stare molto peggio di adesso. Che ne pensi? Che devo fare?
Alberto

Alyosha
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Re: QUANDO UN CONTATTO GAY NON SI PERDE

Messaggio da Alyosha » sabato 11 novembre 2023, 10:25

Intanto la prima cosa che mi viene in mente da dire è che non è affatto scontato che dopo tanti anni ci sia ancora attrazione fisica e che pare sia quella a trascinare il vostro rapporto. Lo dico in senso positivo chiaramente. Si vede bene come il coinvolgimento emotivo sia elevato da parte di entrambi e anche che la distanza vi ha fatto bene, perché quanto meno pare abbia interrotto dei giochi ridondanti. A volte guadagnare la giusta distanza è l'unica via per interrompere dei circoli che si sono avvitati su loro stessi.
Non credo tuttavia la cosa giusta da fare sia muoversi in una direzione piuttosto che nell'altra. Non avanzerei direttamente la proposta, ma lascerei che le cose prendano la direzione che vogliono loro. Nella separazione c'è stato un ritorno alle vostre cose, che per tanti versi ha creato maggiori spazi di libertà e spontaneità, per cui lascerei scorrere libera questa spontaneità. Le cose andranno come vogliono loro.
Di lui parli poco, ma da quelle poche cose che dici pare non voglia tornare indietro rispetto alla decisione presa. Leggo così quelle interruzioni brusche delle chiamate che non permettono di andare al dunque. Per altro non ha mai voluto un tipo di legame esclusivo, ancorché tu non ti sia mai sentito tradito. Mi pare che da parte sua non ci sia in testa un modello di convivenza vecchia maniera diciamo così. In effetti non c'è ragione per altro per il quale un rapporto di coppia debba strutturarsi nel senso della monogamia o della convivenza.
Quello che però è fondamentale è che ci sia reciprocità reale, non un desiderio di mantenere il rapporto a tutti i costi o come la chiami tu una forma di dipendenza. Mi pare anche di intuire che il rapporto si sia interrotto da poco e per tutte queste ragioni resterei in ascolto come ti ho già scritto prima. Non fare niente delle volte è la forma migliore di azione, il tempo della riflessione, della maturazione di decisioni e della trasformazione dei nostri stati interiori è fondamentale molto più che quello della scelta. La scelta, in questi casi, è come un frutto da cogliere solo quando è maturo diciamo così, non qualcosa da prendere quando serve a noi.

I rapporti si possono ristrutturare, anzi senza questa ristrutturazione non possono ritenersi conclusi realmente (e in genere si ripetono ciclicamente in altre relazioni). Per come racconti non credo la vostra relazione si interromperà definitivamente, però al netto della tua nostalgia, va chiarito se le ragioni dell'insoddisfazione reciproca erano reali o motivazioni passeggere e credo che per dare a te stesso una risposta sufficientemente solida serva tempo.

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GAY E EX POCO EX

Messaggio da progettogayforum » lunedì 13 novembre 2023, 17:11

Caro Project,
mi sento un po’ il colpa verso il mio ex. Ve bene che è il mio ex, ma abbiamo mantenuto un certo contatto anche dopo. Niente più sesso, ok, però ci si sente lo stesso e almeno dal mio punto di vista, ma penso pure dal suo, non è proprio una cosa indifferente, in genere sia lui che io facciamo in modo che i contatti non si perdano. Domenica scorsa, secondo i nostri taciti accordi, ma sarebbe meglio dire secondo una prassi che si era consolidata nel tempo, sarebbe toccato a me chiamarlo, ma non l’ho fatto, un po’ perché avevo poco tempo, anche se so che una scusa del genere è proprio penosa, però soprattutto diciamo così per fare il sostenuto, per vedere se mi avrebbe chiamato lui, anche se questa volta non toccava a lui. Adesso però mi sento un verme. Di solito lo chiamo la domenica mattina, perché la domenica mattina alle 8.00 penso che non abbia problemi o impegni di altro genere. Gli altri giorni sta al lavoro dalla mattina al pomeriggio e qualche volta pure la sera, e nei fine settimana penso che possa stare col suo ragazzo, ammesso e non concesso che se ne sia trovato un altro, argomento tabù, sul quale non posso indagare e nemmeno fare domande. In questo periodo i nostri contatti evitano scrupolosamente, da ambo i lati, qualsiasi discorso che possa avere un riferimento di tipo sessuale anche estremamente vago. Ho notato che, mentre prima se ne parlava eccome, e soprattutto ci si giocava parecchio, adesso è come se quell’argomento non esistesse, e anche lui, come me, non fa mai domande sulla sfera privata, non mi chiede se ho un altro ragazzo, niente di tutto questo, il discorso è neutro e questo mi fa pensare. Noi non abbiamo mai litigato, ma forse non ci siamo mai messi insieme nel vero senso della parola. Non abbiamo mai avuto un momento di rottura perché non siamo mai stati una coppia, almeno nel senso tradizionale del termine. Il progetto comune del quale parlava Alyosha sul forum rispondendo a un altro ragazzo, noi non lo abbiamo mai avuto. Lavoriamo in settori lontanissimi, non saprei dire se abbiamo interessi comuni di tipo culturale, tipo libri, cinema o cose del genere, ma direi di no, siamo diversissimi, non so come abbiamo fatto ad andare d’accordo ma è successo e, in pratica, ci siamo scelti automaticamente, come se fosse una cosa scontata e inevitabile. Io, quando ci siamo conosciuti avevo avuto proposte da altri due ragazzi, ed erano proprio ragazzi niente male, ma dopo che ho incontrato lui non ho più avuto nessun dubbio, io volevo lui e basta e la cosa è stara reciproca dal primo momento. E poi, sempre con buona pace di Alyosha, il nostro rapporto è nato dall’attrazione sessuale, ci posso girare intorno quanto mi pare ma è così, il resto, cioè il coinvolgimento affettivo è venuto dopo, al massimo contemporaneamente ma certamente non prima dell’attrazione sessuale e non era solo un’attrazione estetica, platonica, no! Era proprio un’attrazione sessuale fortissima ed era reciproca. Io avevo avuto altre esperienze ma con lui era tutto diverso e pure lui era proprio partito per la tangente, il suo trasporto era evidentissimo e forse era proprio quello che trascinava anche me in un vortice di passione, non mi vergogno a dirlo, proprio di passione sessuale. E poi più lo conoscevo più emergevano i suoi pregi e i suoi difetti. I difetti, tutto sommato, erano molto relativi ma la qualità della persona era alta e questo mi ha fatto vivere momenti irripetibili, anche sul piano affettivo, però se posso immaginare momenti di trasporto sessuale senza un coinvolgimento affettivo profondo, o forse con un coinvolgimento affettivo diciamo così intuitivo e previsionale, non riseco ad immaginare un vero coinvolgimento affettivo con un coinvolgimento sessuale per così dire mezzo mezzo, cioè non veramente intenso. Per me funzionava così, per lui penso pure, anche se non lo so. Mi sono chiesto che cosa potesse trovare lui in me, ma evidentemente qualcosa ci trovava perché quando gli prendevano i momenti di entusiasmo era proprio travolgente. Tu mi chiederai come abbiamo fatto a diventare ex, se tutto andava così bene, e in effetti non saprei cosa dire. Certe volte nelle coppie si creano dei meccanismi strani, cioè si innescano quelli che io chiamo giochi di assenza, che sono in fondo delle ricerche di conferme, come a dire: “Vediamo che cosa fa se io non lo chiamo, se io mi stacco un po’ da lui.” Ma questi giochi sono pericolosi perché suscitano nel partner meccanismi analoghi che, prima che rovinare i rapporti affettivi raffreddano se non congelano la sessualità, che, secondo me, ha continuo bisogno di essere attizzata. I giochetti, che si fanno eccome in queste cose, sono un modo di spegnere l’incendio, non di alimentarlo. Io non do colpe al mio ex per il fatto che è finita come è finita, non è colpa sua, ma quando l’interesse sessuale si raffredda, magari perché sei geloso e hai paura che lui ti possa attaccare qualche brutto malanno, proprio perché ha altri partner e non te lo ha detto, beh, allora l’entusiasmo si spegne e piano piano ti adatti anche a stare solo, ma il guaio è che a forza di stare solo, poi lui ti manca e ti manca proprio a livello sessuale, non ci pensi solo, malo vorresti lì, come prima, in qualche modo la distanza ti spinge a innamorarti di nuovo ma sempre dello stesso ragazzo, perché in fondo lui non ti ha deluso, altrimenti non ti mancherebbe, però allo stesso tempo non fai nulla per riconquistarlo e quasi ti adagi ad aspettare che succeda quello che deve succedere senza fare niente per cambiare il destino. È quello che sto provando adesso, lo lascio andare ma con una malinconia terribile, lo vorrei riconquistare ma non lo faccio. Non so se per lui le cose funzionano nello stesso modo, ma più o meno penso che succeda lo stesso. Ho letto il post di quell’altro ragazzo che parla del suo ex, però io non penso che il loro rapporto sia finito, non lo penso perché leggendo quel post ho pensato a me e al mio ex e questo post viene da quella lettura. Può anche essere razionale dire che in fondo sentirsi ogni tanto senza mai nemmeno parlare di sesso non vuol dire rimettersi insieme, però, così, istintivamente, sono portato a credere che la storia di quei due ragazzi non sia finita e che in qualche modo continui a covare sotto la cenere, lo penso perché vorrei che fosse così per la mia storia. Sarà pure un pensiero irrazionale, ma secondo me, quando una storia in qualche modo continua, non è una storia finita, sembra solo un’amicizia, ma un’amicizia tra due ragazzi che hanno fatto tanto sesso insieme non è un’amicizia come un’altra, anzi non è proprio un’amicizia, magari si potrebbe dire che è una relazione di coppia sporadica e senza sesso, ma in fondo non è nemmeno senza sesso, perché per me una valenza sessuale ce l’ha eccome e penso pure per lui, forse questo non basta per rimettersi insieme, ma io penso che invece basterebbe eccome se ci fosse la possibilità di infrangere quel setto separatore che si è creato e penso che, al di là delle parole, che in queste cose non servono a niente, bisognerebbe proprio avere il coraggio di fare un gesto sessuale per spezzare l’incantesimo. È qualche giorno che ci sto pensando in modo sempre più intenso. In fondo, se ci provo, che cosa mi può succedere? Al massimo mi dice di no, ma se mi dice di no non crolla nulla, perché tutto resta come è adesso, ma se mi dice di sì è un passo avanti enorme sia per lui che per me. Mi devo caricare ancora un po’, ma penso che tra pochissimo tempo ci proverò e ho il presentimento che sarà la cosa giusta.
Fabio
p.s. per Project, per favore metti questa mail nella discussione di Alberto.

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RAGAZZI GAY AMLETICI

Messaggio da progettogayforum » lunedì 13 novembre 2023, 22:20

Prego Project di aggiungere questa mail al post alla discussione “quando un contatto gay non si perde”.
Ho letto gli interventi di Alberto, di Alyosha e di Fabio e li ho letti proprio avidamente, perché la questione degli ex che non sono poi tanto ex tocca anche me molto da vicino. Comincio a pensare che nel mondo gay queste cose non sono poi una cosa così eccezionale. Anche io ho un ex, o almeno io lo considero un po’tale, il mio unico ex, perché anche se non sono giovanissimo (38), per quanto sembri incredibile, ho avuto un ragazzo solo, che qui chiamerò Leo, perché l’ho sempre chiamato Leo, come accorciativo di Leoncino. Non è giovanissimo nemmeno lui (35) ma lui di ex ne ha avuti alcuni, penso tre, non di più, e ha mantenuto rapporti con tutti e tre. Più che chiamarlo Leo lo dovrei chiamare Amleto perché è un perpetuo indeciso. Il dubbio nel suo cervello c’è sempre, e se questa cosa lo mette al sicuro dal fare stupidaggini grosse, lo porta anche a non fare mai scelte definitive e questo è non solo il suo problema ma anche il mio, o meglio io subisco la sua perpetua indecisione, e temo che sia stato il problema anche degli altri due ex. Leo è un bravo ragazzo e gli voglio bene, non meno adesso di quando stavamo insieme, e in fondo noi adesso in teoria stiamo insieme, anche se, diciamo così, il rapporto non è esclusivo, perché lui non è mai stato veramente in coppia con nessuno, era diviso tra tre ragazzi e non voleva staccarsi da nessuno dei tre. Mi rendo conto che il mio problema è diverso da quello di Alberto e di Fabio, loro possono sperare o almeno sognare il ritorno del loro ex, io non posso fare niente di simile, per me Leo c’è, ma in modo parziale. Quando ci siamo incontrati e mi ha raccontato la storia dei suoi due ex io mi sentivo il vincitore della partita perché mi illudevo che Leo stesse con me. In fondo quando con un ragazzo ci vai a letto e ci parli seriamente per ore pensi che quello è il tuo ragazzo, solo che per lui, i cosiddetti ex non erano affatto ex, lui a quei ragazzi voleva bene veramente e pretendere che tagliasse i ponti con loro sarebbe stata una cattiveria grandissima nei suoi confronti e alla fine io mi sono adattato alla mentalità amletica di Leo, come penso che ci si siano adattati anche gli altri due. Per un po’ Leo ha rinunciato a fare sesso con loro e penso non solo che me lo abbia detto, ma che non abbia fatto sesso con loro veramente. Leo è amletico ma non racconta balle. Poi mi ha detto che uno dei suoi ex era in crisi e per ragioni serie e che un po’di sesso lo avrebbe fatto stare meglio e in fondo un po’ di intimità gliela poteva offrire solo lui. In questa situazione ho dovuto fare appello a tutte le mie forze per non reagire male, ma è finita che ho abbozzato anche di fronte a questa cosa, poi è successa una cosa analoga anche con l’altro ex. In pratica intorno a Leo eravamo in tre, poi uno dei due si è stancato di questa situazione e ha preferito sparire definitivamente e così siamo rimasti in due. L’ex di Leo che non se n’è andato io l’ho pure conosciuto ed un bravo ragazzo innamorato cotto di Leo, potrei dire quasi più innamorato di me. A questo punto siamo in tre. Spero almeno che non si aggiungano altri, perché con la mentalità di Leo potrebbe pure succedere. Oggi per esempio Leo mi chiama e mi dice che è venuto dalle mie parti per lavoro, io comincio a pensare che forse dopo il lavoro verrà a casa mia, perché certe volte lo faceva. Certe volte rimaniamo separato per settimane mi manca molto perché si dedica al suo ex superstite, e questa volta io non l’ho visto per 15 giorni. Parliamo al telefono, è una bella telefonata, in pratica mi vuole dire che non si è dimenticato di me, ma non mi dice affatto che passerà da casa mia, in quello che dice non c’è una sola allusione al sesso. Alla fine della telefonata in un certo senso sono contento che si sia ricordato di me, ma la telefonata è la telefonata di un amico, non certo del mio ragazzo, nemmeno del mio ragazzo condiviso col suo ex. In teoria noi stiamo insieme, ma così, per modo di dire, lui adesso si dedica al suo ex, non si dimentica di me ma va a letto con lui. È successo pure che passasse periodi anche di un mese in cui faceva sesso solo con me, anche se teneva comunque i contatti con l’altro suo ex. Una mia amica psicologa mi ha detto: “Lascialo! Questo con te ci gioca!” Ma io sono convinto che lui non stia affatto giocando. E poi se lo perdo, forse comunque non lo perdo del tutto. Mi dicono che questi sono i ragionamenti dei cornuti, ma il cornuto non sa di essere cornuto, io francamente non mi sento cornuto. Leo non mi ha mai detto cose false. Io lo vorrei tutto per me, penso che sia soprattutto una questione di gelosia, però gli voglio bene, magari la gente può pensare che sono uno stupido perché mi faccio mettere le corna, ma io non la vedo affatto così. Certe volte spero che l’altro ex si stanchi, ma credo che non succederà. Leo sceglie bene le sue vittime, e dico vittime scherzosamente. Forse sono io il caso patologico che si fa camminare in tesa, però se penso a Leo mi sento felice, so di non bastargli, di non essere tutto per lui, ma so che ci vogliamo bene. Non lo cambierei con un altro solo perché è amletico.
Stefano

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DA PARTNER GAY AD AMICI GAY

Messaggio da progettogayforum » martedì 14 novembre 2023, 20:29

Ciao Project, se credi, aggiungi anche la mia mail alla discussione di Alberto, Alyosha, Fabio e Stefano.
In effetti siamo in parecchi a non toglierci dalla testa i nostri ex, dico siamo perché ci sono anche io, anche se con meno trasporto rispetto ad Alberto e a Fabio. Penso che tra gli etero sia un fenomeno molto più contenuto. In effetti, noi gay ci possiamo permettere dei comportamenti molto più liberi, cioè meno condizionati da quello che dice la gente perché spesso delle nostre relazioni lo sappiamo solo noi e i nostri amici stretti. Io non ho mai avuto paura di essere considerato cornuto perché sono rimasto in buoni rapporti con l’ultimo mio ex, anche e forse soprattutto perché in pratica nessuno sa neppure che lui è stato il mio ragazzo, questi sono affari nostri e basta. E poi l’idea che la vita dei gay debba seguire le regole della vita etero non ha niente di realistico, e gli stessi etero seguono ben poco il modello di vita cosiddetto etero: moglie, figli e la famiglia prima di tutto. Personalmente non ho mai avuto il mito della coppia, sono stato con alcuni ragazzi (ho 34 anni), con alcuni è durata pochissimo, con uno, invece, è durata sette anni, e ci sono stato bene, adesso anche quella storia è finita, col mio ex ho mantenuto un buon rapporto senza sesso (se arrivasse non mi dispiacerebbe, ma se non arriva non mi cambia poi granché), siamo rimasti buoni amici e durerà finché durerà. Non mi sento portato per forza alla vita di coppia, sto benissimo anche solo, che poi non è un rimanere solo veramente, perché qualche amico c’è, anche etero e pure qualche amica. Certo non è come avere un ragazzo ma si sta bene lo stesso. Quando col mio ex è finita la relazione sessuale, un po’ mi è mancata, poi ho proprio cominciato a pensare ad altro, non a cercarmi un altro ragazzo, ma a crescere nel lavoro, cosa che conta molto nel mio equilibrio generale. Il mio ex per me adesso è un amico e solo un amico, non mi auguro affatto che si rimetta con me, deve fare quello che vuole, io non gli corro appresso, lo stimo come persona ma penso che entrambi stiamo veramente meglio soli, poi, è ovvio che sono e che resto aperto a tutto quello che verrà, “se verrà”! E non è affatto detto. Io credo che ci possa essere benissimo un’amicizia tra due ragazzi che hanno avuto una relazione sessuale per anni, lo credo perché a me, almeno, è capitato. Non voglio riconquistare nessuno e non rifiuto nessuno a priori, posso solo dire che al momento lui è solo un amico e non è poco. Dire “solo un amico” sembra un modo per sminuire il valore dell’amicizia che è, invece, una cosa importantissima. Dall’essere gay ho imparato questo: che le cose vanno accettate per quello che sono, momento per momento.
Carlo

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COPPIE GAY IN STAND BY

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 15 novembre 2023, 20:03

Caro Project,
vado spesso a vedere se nel forum c’è qualcosa di nuovo ed è da un po’ di tempo che almeno qualche messaggio nuovo c’è. La discussione sugli ex l’ho letta con curiosità e mi è piaciuta perché fa vedere quanto possano essere diversi gli atteggiamenti di fronte al problema se riprendere o non riprendere una relazione con un ex.
Io ho un ex col quale si è mantenuto un buon rapporto, gli altri sono spariti, proprio si sono volatilizzati, lui si è un po’ allontanato, questo sì, ma non è sparito, cioè in pratica è un ex perché non facciamo più sesso. A parte il sesso, noi adesso andiamo d’accordo e andavamo d’accordo anche prima e ci siamo sempre presi molto sul serio, cioè ci siamo rispettati. Non abbiamo litigato, e non c’è stata mai una rottura formale, cioè niente dichiarazione di guerra, semplicemente abbiamo cominciato sentirci meno, soprattutto a vederci meno e quindi sono venute meno anche le occasioni di fare sesso, ma in teoria tutto era ed è, almeno teoricamente, soltanto in sospeso, cioè io penso che se gli facessi una proposta diretta e concreta di fare un po’ di sesso, lui non mi direbbe di no, come io non direi assolutamente di no a lui. È per questo che il rapporto si è mantenuto, perché non c’è mai stata una vera rottura. Io non penso che lui abbia un altro ragazzo e neppure io mi sono cercato un altro, perché lui c’è. Certo è che sembra quasi un paradosso che si metta in stand by la sessualità per finire d’amore e d’accordo in un’amicizia senza sesso, che però potrebbe diventare di nuovo una relazione sessuale se uno dei due lo chiedesse. Noi siamo una coppia sospesa. Prima eravamo una coppia, ma adesso siamo in pausa. Probabilmente il lavoro ci assorbe molto e ci rende difficile trovare il tempo per coltivare una vera relazione di coppia. Ma alla fine non credo nemmeno che adesso siamo in stand by per motivi di lavoro. Semplicemente le cose vanno così. Tra noi c’è un ottimo rapporto, è un po’ come se fossimo fratelli, e forse pure meglio. Ci si vede abbastanza di rado e praticamente sempre in pubblico, ma quando succede si sta bene insieme, si capisce che un interesse reciproco c’è, ma d’altra parte un interesse reciproco c’è pure tra due amici. Francamente non penso che lui abbia una vita parallela di cui io non so niente, penso che ormai abbiamo messo le cose su un altro piano, d’altra parte ormai siamo entrambi vicini ai 50 e siamo entrambi di carattere molto calmo. Quando ci sentiamo al telefono io mi sento a mio agio, vorrei anche una qualche proposta sessuale che non arriva, ma in fondo il sesso ha senso se è veramente voluto da tutte e due le parti. Con lui parliamo anche di cose molto intime, questo aspetto della nostra conversazione non è mai venuto meno. Vorrei dirgli che nel mio mondo lui è al primo posto assoluto, ma non glielo dico, prima di tutto perché penso che l’abbia capito da un pezzo e poi perché un discorso del genere lo metterebbe in imbarazzo, quindi niente mezze dichiarazioni d’amore. Lui non fa dichiarazioni d’amore, non le ha mai fatte, prima faceva dichiarazioni di interesse sessuale, adesso non fa più nemmeno quelle, ma non sparisce e continua a prendermi sul serio. Ricordo una delle ultime volte che abbiamo fatto un po’ di sesso, lui, dopo, era così stanco che si è addormentato, ma non era stanco per il sesso, o forse non solo per il sesso, ma anche perché aveva lavorato tutto il giorno. Non resta mai a dormire a casa mia, ma quella volta c’è rimasto, non per scelta ma perché era proprio crollato. L’indomani gli ho portato il caffè la mattina ed è stata una cosa molto tenera. Mi fa piacere quando mi cerca e mi parla di cose nostre, come se mi ricordasse che noi siamo ancora una coppia, in stand by quanto si vuole ma una coppia vera. E poi chi l’ha detto che una coppia vera si regge sul sesso, la nostra è partita col sesso e poi piano piano si è trasformata in altro. Ho nostalgia del sesso? Sì, in un certo senso sì, ma la tenerezza non è mai venuta meno, noi siamo importanti l’uno per l’altro, o forse siamo semplicemente vecchi e forse vecchi più nello spirito che nel fisico. Noi non siamo una coppia platonica, il sesso tra noi c’è stato eccome, ma siamo una coppia un po’ stanca, cioè fisicamente stanca. Siamo a novembre inoltrato ma fa ancora caldo e lui mi ha proposto un weekend in montagna, io ho preso tempo ma penso che gli dirò di sì, anche se su questo viaggetto romantico non ci devo fare troppe fantasie, voglio dire che non devo pensarlo come una possibile occasione di tornare al sesso, sarà un bellissimo viaggetto insieme, magari dormendo insieme nello stesso letto, ma devo accettare l’idea che con ogni probabilità finirà tutto lì… forse, ma la fantasia è difficile da controllare, lui però ci sarà comunque e sarà comunque un bellissimo weekend!

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Re: QUANDO UN CONTATTO GAY NON SI PERDE

Messaggio da Alyosha » giovedì 16 novembre 2023, 19:29

Confesso che ho faticato un po' a leggere i post, questa modalità di interazione è complessa nel senso che l'interlocutore chiaramente non si sta rivolgendo in modo pubblico, ma è all'interno di una discussione a due.

Ad ogni modo mi sento di intervenire per il piccolo punto che mi riguarda, perché capisco il senso di tutti questi interventi. Si tratta per lo più di storie molto intense, che hanno avuto una rilevanza e che per un motivo o per l'altro sono in fase calante. Quando parlavo di progettualità di coppia non necessariamente mi riferivo a qualcosa di immateriale. Va da sé che ogni coppia funziona a modo suo e generalizzare lascia sempre il tempo che trova. Lungi da me snobbare il legante sessuale. E' il cemento di una coppia e quando c'è la relazione viene facilitata sotto ogni punto di vista. Delle volte però al netto di tutte le considerazioni sociologiche che si possono fare sul modello esclusivo di coppia, mi chiedo quale sia la disponibilità affettiva reale di ciascuno di noi e quanto piuttosto non si faccia leva sulle esigenze dell'altro. Vivere dentro una relazione di coppia non è una prescrizione medica e personalmente penso che le relazioni finché ci fanno stare bene vadano protette. Semplicemente c'è un punto nel quale lo sforzo richiesto per continuare a stare con l'altra persone, vincerne le cattive abitudini o i fraintendimenti sia tanto e tale che forse vale al pena interrompere il rapporto e dedicarsi a se stessi. Questo momento cambia di coppia in coppia ed è diverso per ciascuno di noi.

Quello che trovo irrinunciabile è tuttavia la reciprocità. In questo senso parlavo di progettualità condivisa. E' importante essere certi che le cose pattuite stiano bene ad entrambi per davvero.

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GAY E OCCASIONI IRRIPETIBILI

Messaggio da progettogayforum » venerdì 24 novembre 2023, 21:14

Caro Project,
in una giornata come quella di oggi mi sento un po’ sballottato dalle onde, per un verso vorrei cercare di riprendere i rapporti con un ragazzo col quale ho avuto una relazione molto elastica ma onesta, durata anni, ma per l’altro mi sento molto frenato perché nonostante la nostra lunga frequentazione, della sua vita attuale e di quella che ha vissuto da almeno sei mesi fino adesso io non so assolutamente nulla. Se ne avessi un’idea potrei regolarmi meglio, ma adesso mi mancano proprio le informazioni minime per poter prendere una decisione almeno un po’ ragionata.

Tu scrivi spesso che in queste cose bisogna andare d’istinto, ma io ho sempre vissuto di dubbi, e anche questa volta non so che cosa fare. Lo chiamo? Col rischio di sentirmi uno fuori posto, del tutto inatteso se non addirittura sgradito? Oppure resto nel mio buco e faccio finta che tutto quello che c’è stato tra noi non sia mai esistito? Noi non abbiamo mai litigato, le cose si sono raffreddate da sole col passare del tempo e io ho paura (quasi la certezza) che lui mi abbia semplicemente cancellato dal suo orizzonte.

Non abbiamo perso del tutto i contatti, ma ormai siamo a una telefonata ogni 15 giorni, una telefonata che qualche volta è anche seria, perché lui è una persona seria, ma oltre la serietà avverto anche una certa freddezza, non parlo di distacco ma di cambiamento di ruolo, non penso affatto che non voglia più vedermi, però credo di non fare più parte del mondo al quale tiene di più, diciamo che mi sento più marginale, mi sento alla periferia del suo mondo. In fondo io non ho fatto nulla per ravvivare il rapporto, ho lasciato correre il tempo, ho rinviato e non sempre per motivi veramente seri, insomma, pure io mi sono distaccato.

Non mi sento spinto verso di lui da un amore travolgente e probabilmente non ho mai provato sentimenti del genere. Lui d’altra parte mi ha ripetuto mille volte che non era innamorato di me, anche se, non lo posso negare, mi sono sentito cercato e voluto da lui, qualche volta anche in modo molto insistente, cosa che per un lato mi gratificava e per l’altro mi preoccupava. Adesso è tutto cambiato e penso che probabilmente adesso sono io che correrei appresso a lui e non viceversa.

Probabilmente è finito un periodo della vita oppure nei suoi orizzonti ci sono altre persone, adesso è tutto molto raffreddato, direi piuttosto congelato, anche se non del tutto. Mi pesa soprattutto il non sapere. Mi piacerebbe avere le idee chiare, cioè capire se ha un senso provare a riprendere contatto oppure la cosa è totalmente priva di senso perché lui ha preso definitivamente un’altra strada e ormai mi devo mettere l’anima in pace. Onestamente penso che mi piacerebbe riprendere i contatti, ma se non siamo in due a volere la stessa cosa è meglio non sollevare troppa polvere e lasciare le cose come stanno.

Mi dispiacerebbe soltanto che lui facesse un ragionamento analogo verso di me e magari non si facesse vivo proprio per paura che io possa avere preso definitivamente un’altra strada. Sarebbe veramente assurdo che una relazione come la nostra, che pure se non travolgente era comunque una cosa seria e sembrava anche stabile, si perdesse solo per un malinteso. Io credo che domenica mi farò coraggio e lo chiamerò, e andrà come deve andare.

Il guaio è che poi, al telefono farò come ho fatto sempre, parlerò di un sacco di cose banali, o magari non banali ma semplicemente generiche e non gli dirò quello che gli vorrei dire e per l’ennesima volta la telefonata si chiuderà lasciando tutto nel vago, come è sempre successo. Io a lui ci penso ancora ma questo non vuol dire affatto che lui pensi a me, il tempo è passato e probabilmente le cose sono cambiate. Project, non ne posso piò di questa irresolutezza. Domenica devo assolutamente farmi coraggio e arrivare al punto. Se si deve voltare pagina si volterà definitivamente, ma se andrà bene, beh, anche se andrà bene non so che cosa quell’andare bene potrà significare… Comunque ci devo almeno provare!

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Quando un contatto gay non si prede - seguito

Messaggio da progettogayforum » lunedì 18 dicembre 2023, 13:46

Ciao Project, sono Alberto del post “Quando un contatto gay non si perde”, che hai pubblicato il 10/11/2023 nella sezione “Coppie gay” del Forum. Ti volevo tenere informato del seguito di quel post. Effettivamente il rapporto col mio ex non si è perso, ma non solo, abbiamo anche ritrovato gli entusiasmi di una volta. Dopo un lungo periodo di pausa, io lo chiamo, gli dico che ho riletto i miei diari e soprattutto le sue mail degli ultimi anni e che lui mi manca e mi manca molto, mi rendo conto che è contento, la telefonata è gradevole ma lui è ancora timoroso, io penso che magari ha un’altra storia, non se la sente di propormi nulla e ci salutiamo così, apparentemente senza dirci nulla di nuovo, ma con la sensazione che comunque sentirsi ha eccome un senso. Dopo un paio di giorni mi chiama e mi chiede se l’idea che lui possa passare a casa mia mi sta ancora bene come una volta, e questo, nel nostro linguaggio, ha un significato esplicitamente sessuale, io gli dico di sì proprio con entusiasmo e allora lui si scioglie e io lo rivedo come era nei tempi migliori, mi chiede se in questo periodo ho mai pensato a lui, io gli rispondo che non lo voglio perdere per nessun motivo, lui mi chiede se l’ho mai desiderato sessualmente in questo periodo e io gli dico che è successo tantissime volte e lui mi dice che gli sono mancato e che non vede l’ora di venire da me, è ovvio che questo discorso significa che il sesso è ancora una forza determinante tra noi, penso comunque che il sesso tra noi abbia una valenza affettiva molto forte, anche se non dichiarata a parole. Lui comincia a giocare con un po’ di allusioni sessuali e io sto al gioco, ma non è un gioco sessuale banale, quando gli dico che mi manca e che quando non c’è la sensazione di vuoto è forte, lui mi risponde che non vede l’ora di venire da me, che ha passato un periodaccio e si stava inacidendo a forza di frustrazioni e di delusioni ma che io gli manco e gli manco tanto. Dopo questa telefonata è passato qualche giorno e ogni tanto mi ha mandato qualche sms vagamente allusivo e io ho risposto sullo stesso tono, poi ieri lui è venuto da me. Non c’è bisogno di dire che ho fatto di tutto per metterlo a suo agio. Lui, appena arrivato, ha spento il cellulare e l’ha poggiato sul tavolo, una cosa che non aveva mai fatto prima, sembra una cosa banale, ma è il segno che adesso il tempo nostro, cioè quello per noi, è solo per noi e tutto il resto può aspettare. Spegnere il cellulare è un gesto di rispetto al quale prima non pensava, ma adesso ci pensa. Poi si è spogliato completamente e si è infilato nel letto, perché, anche se il riscaldamento era stato acceso tante ore, faceva proprio freddo. Anche io mi sono spogliato e sono entrato nel letto e ci siamo abbracciati, è stato un momento intensissimo, ci siamo stretti fortissimo, sentivo il suo calore e il suo odore, due cose che mi erano mancate tanto, e l’ho visto sorridere leggermente, era contento, non abbiamo detto una parola, eravamo di nuovo insieme, sembrava che si fosse riprodotto il clima dei nostri primi incontri, ma era anche meglio, eravamo entrambi attentissimi a non mettere l’altro in difficoltà, ci guardavamo occhi negli occhi, intrecciavamo le mani, dentro il letto si stava caldi e stavamo proprio a contatto diretto. A un certo punto mi ha detto: “Posso?” Io gli ho detto: “Certo!” e il nostro contatto si è fatto più diretto e coinvolgente dal punto di vista sessuale. Ci capivamo perfettamente senza parlare. Vederlo così, totalmente coinvolto, mi ha dato una fortissima sensazione di benessere, a un certo punto aveva pure gli occhi umidi e glieli ho baciati. Non c’è stato nulla di meno di quello che ci doveva essere e nulla di troppo, nessuna insistenza, nessuna ritrosia, conoscevamo ciascuno i limiti dell’altro e ci accettavamo così. Il fatto di poterlo abbracciare, di trovare una corrispondenza totale, mi faceva sentire felice, di nuovo nel mio mondo, nel mio mondo vero. Abbiamo anche fatto sesso, ma il senso del nostro incontro non era certamente solo quello. Dopo, siamo rimasti per ore al caldo uno accanto all’altro, sempre senza parlare, poi mi ha chiesto se avevo qualcosa da mangiare e l’ho fatto entrare in cucina dove tutto era apparecchiato come piace a lui: il succo di frutta, il tè, i biscotti che preferisce e due cornetti con la crema vera. Lui, entrando, ha fatto una faccia sorpresa ma felice e mi ha detto: “Allora devo venire da te tutti i giorni!” Abbiamo fatto una merenda che era quasi una cena e poi ce ne siamo tornati a letto e lì l’ho rivisto come quando aveva vent’anni: una forza della natura: giocava, rideva, diceva scemenze e io mi godevo dei momenti che penso non scorderò mai. Non ho mai perso la speranza che le cose potessero andare in questo modo, lui non è uno qualunque, tra noi c’è un rapporto profondo, abbiamo proprio bisogno uno dell’altro e lui non è sostituibile, ci può anche essere un momento di crisi, e c’è stato, ma è servito ad entrambi a capire che ciascuno di noi, senza l’altro, è un uomo a metà. Mi sento fortunato perché ho avuto modo di incontrarlo e questo ha cambiato nettamente in meglio le nostre vite!

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GELOSIA GAY

Messaggio da progettogayforum » martedì 19 dicembre 2023, 12:34

Caro Giulio,
dopo mesi di parziale separazione, che ci siamo imposti senza nemmeno capire perché e che abbiamo patito e protratto entrambi per orgoglio, abbiamo finalmente capito che alzare barriere non ha alcun senso e che, se rivendicare la propria libertà è un diritto sacrosanto, allontanare chi ti ama, anche se ti ama a modo suo e non a modo tuo, significa impoverire la propria esistenza per un puntiglio e causare al proprio partner momenti di smarrimento e di perplessità senza una vera causa. Siamo tornati insieme, con l’imbarazzo di due ragazzi che vivono la loro prima storia d’amore, anche se ormai abbiamo entrambi 35 anni. Personalmente mi sono reso conto che l’orgoglio di non voler più essere un bambino mi ha privato dell’unica persona che ho amato veramente, ho capito che essere liberi e essere soli sono due cose completamente diverse e che la soddisfazione di riabbracciarti è più importante di qualsiasi ragionamento. So che non sei mio, ma che mi vuoi bene, ho capito che sono due concetti diversi, che devi essere libero, ma che devi anche essere libero di volermi bene perché quel volermi bene è un valore fondamentale di per sé, anche senza l’idea del possesso, e anzi l’idea del possesso è incompatibile col volersi bene. In teoria sapevo benissimo queste cose e te le ho ripetute io stesso tante volte ma, per me, sopportare veramente la tua libertà era difficile, la gelosia lavorava nel profondo. Una causa della nostra separazione c’è stata: la mia gelosia, la mia incapacità di accettarti come sei, di riconoscerti quella libertà che per te era istintiva e per me era come una violenza. Consideravo la tua libertà come un’offesa fatta a me, come un tradimento di patti immaginari che nella realtà non c’erano mai stati, mi sentivo tradito, sminuito da certi tuoi comportamenti che non avevano niente a che vedere col tradimento, ti volevo punire per quelli che io consideravo tradimenti e tu non capivi la mia gelosia, per te non era cambiato niente, perché oggettivamente non era cambiato niente, ma il mio cervello lavorava a vuoto e finivo per essere quasi ossessionato dall’idea che tu potessi stare con un altro e nonostante tutto continuavo a parlarti della tua libertà, a parole ti dicevo che la tua libertà doveva essere assoluta e che io ti avrei voluto bene comunque, ma poi, nei fatti, non ci riuscivo per niente e i sentimenti che provavo per te cominciavano a diventare ambigui, diventavano sentimenti di amore-odio, un mix distruttivo del quale tu non potevi renderti conto. Ti sarai chiesto il perché di certe mie sfuriate apparentemente immotivate, di certi miei scatti, di certi miei momenti di rifiuto, ma era difficile capire, perché pensavo una cosa e ne dicevo un’altra, facevo ipocritamente il doppio gioco, perché in realtà io ti volevo mio, pensavo che amare significasse possedere l’anima di un altro e disporne a proprio piacimento. Io ho fatto una tragedia di cose inesistenti ma tu avevi tutto il diritto di vivere la tua vita. Volersi bene è un fatto che non ha niente a che vedere con un patto di stretta fedeltà sessuale. E tu mi volevi bene. L’idea stessa che tu potessi avere o addirittura avere avuto un altro ragazzo mi sembrava inaccettabile. Io sono cresciuto con l’idea fissa della fedeltà, me l’hanno messa in testa in mille modi. Mi dicevano: “Se la tua ragazza va con un altro, ti ha messo le corna e ti sta prendendo in giro o ti sta raggirando per altri motivi ma puoi stare certo che non ti ama.” Ma se la mia ragazza, o nel mio caso, il mio ragazzo non va con un altro perché è costretto a non andarci, una cosa del genere vuol dire che mi ama o che si sente costretto a non amare il ragazzo che gli interessa veramente? Mi avevano messo in testa che si può amare solo una persona e che chi dice che vuole bene a più persone dice il falso e applicavo a te questi modi di ragionare e ti giudicavo un ipocrita, non accettavo di mettere in crisi in mio modo di ragionare, che poi non era nemmeno mio. Io ti vedevo doppio: per un verso come un ragazzo onesto, pulito, che dice quello che pensa, e per l’altro come un ipocrita che recita così bene che ha tutte le apparenze del ragazzo pulito. Non accettavo l’idea che avrei dovuto lasciarti la tua libertà, volevo farti mio, volevo impossessarmi di te, mi sembrava assurdo che tu facessi l’amore con me con tanto trasporto e poi potessi parlare di altri ragazzi come ne parlavi, perché tu ne parlavi liberamente, come della cosa più ovvia del mondo e questa cosa mi faceva rabbia, non riuscivo a capire che tu mi volevi bene veramente anche se eri diverso da me, io ti volevo trasformare a mia immagine e somiglianza e mi rendevo conto che non ci sarei mai riuscito. Prima di incontrarti non avevo mai provato vera gelosia perché, in effetti, degli altri ragazzi che ho avuto, mi interessava poco o nulla, erano avventure, ma da te io volevo una fedeltà assoluta perché tu dovevi essere mio. La gelosia è una brutta bestia che piano piano ti divora dentro, ti porta a svalutare le cose bellissime che hai, in nome di questioni di principio capaci di ridurre in cenere qualsiasi cosa. Sto imparando tante cose o meglio sto disimparando tante cose, vedo crollare tanti tabù e piano piano me ne sento liberato. È una situazione strana, che per me è nuova, devo abituarmici, però comincio a pensare che non è il crollo del mio mondo, ma il crollo di una sovrastruttura che consideravo mia ma era una specie di trappola ideologica. L’altra sera, quando ci siamo riabbracciati, non mi sarei staccato più da te, nel tuo abbraccio ho sentito che mi volevi bene veramente e che imponendoti questo distacco ti ho fatto del male, anche peggio di come ho fatto a me stesso. I ragionamenti sono la morte dei sentimenti, vanno bene per le scienze ma non per la vita profonda delle persone, che è tutta emotiva. Devo imparare a silenziare i geni malefici del mio dna, i geni dell’orgoglio e della stupidità. Giulio, ieri mi hai chiamato cucciolo e mi hai scompigliato i capelli come hai fatto centinaia di volte, ma ieri quei gesti avevano un significato particolare, marcavano la fine del periodo di incomprensione e l’inizio di un periodo in cui saremo più noi stessi e saremo meno condizionati dall’esterno. Il nostro mondo ha superato la sua crisi, tu hai avuto pazienza, non mi hai mandato a quel paese, volersi bene significa anche questo. Giulio! Ti voglio bene!
Alberto

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