COPPIE GAY E TENTATIVI DI RECUPERO

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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COPPIE GAY E TENTATIVI DI RECUPERO

Messaggio da progettogayforum » martedì 6 febbraio 2024, 20:18

Accade spesso che un rapporto affettivo che è stato importante tenda a svanire a vantaggio di altre relazioni, semplicemente perché la vita segue il suo corso e pensare di controllarla è un’impresa impossibile. Ma ad un’analisi più approfondita potrebbe risultare evidente che la crisi è stata determinata da una serie di incomprensioni non risolte che si sono consolidate ma che non sono in sé un impedimento tale da compromettere la prosecuzione del rapporto. Proprio perché la vita va avanti, è impossibile ricostruire a posteriori quello che è andato perduto e un malinteso senso di autonomia ci allontana spesso dall’idea del recupero. Il recupero, che, quando funziona, è sempre parziale o meglio non riproduce mai la situazione precedente, non è comunque mai certo e non è neppure a priori la scelta vincente. Recuperare una relazione non significa mai riportarla allo stadio iniziale ma recuperarne gli aspetti ancora possibili e compatibili con le mutate circostanze, il che non toglie che in alcuni casi, le situazioni recuperate possano anche essere migliori di quelle di partenza perché la percezione della crisi aumenta la consapevolezza delle parti e le conduce a maggiore ragionevolezza. Gli abbandoni, o meglio le desistenze si consolidano quando il disimpegno reciproco si prolunga nel tempo. Tentare di recuperare una relazione vuol dire considerarla almeno unilateralmente non estinta. Fare il primo passo verso il recupero non è un gesto di debolezza ma riveste un significato affettivo forte, significa che si crede ancora nell’altro e nella possibilità che possa ancora avere un ruolo nella nostra vita. Chi sceglie di tentare sa bene che la sua strada è in salita, sa che può fare la prima mossa ma non sa a priori che cosa aspettarsi, accetta il rischio di una delusione, fa un atto di fede, accetta implicitamente anche una mezza risposta, cioè un possibile declassamento della relazione da relazione di coppia o quasi a relazione di amicizia, che sarebbe pure accettabile, se si trattasse di una vera amicizia e non di un modo garbato di dire “Grazie, ma non mi interessa!” Va detto chiaramente che alcune relazioni sono ricucite per motivi di interesse o di comodo, senza neppure una minima autentica disponibilità affettiva reciproca. E lì il rattoppo è peggiore dello strappo. In altri casi la ricucitura è forte proprio in virtù di un migliore adattamento reciproco che porta a rapporti organizzati diversamente, più elastici, più a distanza e paradossalmente più solidi. Al limite, la finalità del tentativo di ricucitura può anche non essere il ristabilimento di una relazione, ma un semplice modo per dire all’altra persona: “Ti voglio bene! Non mi sono dimenticato di te!” La proposta di ricucitura fa bene non solo a chi la fa ma anche a chi la riceve, porta al sorriso, al buon umore, a rivedere il passato in una luce migliore. Non è raro che le relazioni che sembrano finite stiano in realtà in stand by, in questi casi può certamente accadere che un tentativo di recupero sia accolto come una cosa veramente positiva. Le pause, gli intervalli e le oscillazioni fanno parte della normalità della vita affettiva che, quando raggiunge la calma piatta, sconfina nella monotonia di una ripetizione abitudinaria in cui la dimensione affettiva assume un ruolo assolutamente marginale, ammesso e non concesso che ne assuma uno. Le storie in stand by sono come i computer in stand by, l’esecuzione dei programmi è sospesa, ma quanto è stato già elaborato non viene cancellato o archiviato nella memoria di massa ma viene conservato nella memoria attiva e resta disponibile come punto di partenza della ripresa del programma, una volta conclusa la pausa. I segni che il recupero ha senso sono minimi ma si percepiscono in modo netto, bastano poche parole o anche solo degli attimi di silenzio inattesi, basta anche un minimo tono affettivo nella risposta per capire che la pausa è superata e che il contatto è ripreso. In fondo ciascuno di noi capisce istintivamente se una storia è veramente finita o è in stand by. Chi continua a pensare alla persona con la quale si sono interrotti i rapporti lo fa perché istintivamente percepisce che si tratta di una pausa e non di una rottura. Quando nelle relazioni interrotte i due partner o i due amici continuano di tanto in tanto a contattarsi ha senso parlare di relazione in stand by. I contatti episodici servono proprio a decidere se la relazione deve continuare a rimanere in stand by o deve essere relegata definitivamente in archivio. Non è il tempo a decidere se una relazione è effettivamente finita o è in stand by, ma questo dipende soltanto dalla volontà condivisa dei partner di mantenere comunque un contatto. Il contatto negato è segno di rottura, il contatto infrequente è segno di una relazione in stand by. Penso che, se qualcuno è tentato di recuperare una relazione che sembra finita e non lo fa per orgoglio, quel qualcuno corre il rischio di potersi pentire di quell’atto di orgoglio che può essere dannoso per chi lo fa oltre che per chi lo subisce anche inconsapevolmente. Chi ha la tentazione di recuperare un rapporto dovrebbe farsi coraggio e prendere l’iniziativa. Se la cosa andrà male ci sarà solo un po’ di orgoglio frustrato, ma se dovesse andare bene ci sarebbe un pezzetto di felicità in più per entrambi i partner.

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