Coppie miste gay: quando l'amore é straniero

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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barbara
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Coppie miste gay: quando l'amore é straniero

Messaggio da barbara » venerdì 23 luglio 2010, 22:39

Come per la coppia eterosessuale l’unione di persone di culture diverse, se rappresenta un arricchimento per la vita di coppia, può anche provocare incomprensioni e conflitti importanti su aspetti cruciali.
Per il rapporto eterosessuale i nodi critici sono il ruolo della donna nella famiglia e l’educazione dei figli.
Per la coppia omosessuale é il modo stesso in cui essa viene vissuta l'omosessualità , condizionato spesso dal livello di omofobia presente nei due diversi paesi .

Alcuni esempi:

In ben 37 Paesi africani l’omosessualità è un reato gravissimo, punito col carcere e in alcuni casi con la pena capitale.


In Marocco ha suscitato scandalo il coming out dello scrittore Abdellah Taia. Qui si può anche essere zemel, ma è severamente interdetto dichiararlo. C'è chi invoca il linciaggio dello scrittore perché “nuoce all’immagine del Marocco e dell’Islam” ,mentre i suoi amici... tacciono

In Arabia Saudita tutta l'attività sessuale fuori dal matrimonio eterosessuale è illegale. La punizione per l'omosessualità, travestimento da donna o coinvolgimento in qualche cosa che faccia pensare all'esistenza di una comunità gay organizzata, varia dall'imprigionamento, alla deportazione (per gli stranieri), alle frustate e all'esecuzione.

In India il reato di omosessualità è stato tolto solamente nel luglio 2009 e il rifiuto familiare è fortissimo, tanto che la cronaca ha parlato di un principe diseredato per il suo orientamento sessuale.

Oltre all’omofobia vi sono poi molti altri ambiti che possono essere fonte di divisione.
Un esempio drammatico sul concetto di “fiducia” all’interno di un rapporto affettivo: recentemente un palestinese è stato condannato per stupro per aver fatto credere alla sua compagna di essere israeliano.

Quando si frequenta un ragazzo di un’altra cultura insomma é senz'altro utile sin dall’inizio conoscere bene la sua realtà e il suo modo di pensare, non dare nulla per scontato , manifestare le proprie idee, confrontarsi , avere la pazienza di ascoltare un punto di vista che può essere davvero appartenente ad un altro mondo. Ciò non toglie che questi ragazzi, se aiutati e se lo vogliono, possono col tempo cambiare il loro modo di pensare .

Infine bisogna ricordarsi che l’immigrazione si accompagna in genere a un vero e proprio trauma nell’identità della persona. Una sofferenza molto più profonda , rispetto ai disagi che affronta un italiano andando in un paese europeo, e che può rendere meno equilibrato l’atteggiamento di un ragazzo di fronte a una situazione imprevista.

La nostra educazione normalmente non ci prepara abbastanza all'incontro con le altre culture, poiché é italianocentrica o nel migliore dei casi centrata sul pensiero occidentale. Questo in una società multietnica é stato ed é un enorme limite e fonte di problemi e conflitti che avrebbero potuto essere evitati, se solamente avessimo avuto una politica più lungimirante ( o meno razzista?)
Ultima modifica di barbara il giovedì 29 luglio 2010, 8:20, modificato 2 volte in totale.

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Telemaco
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Re: Coppie miste gay

Messaggio da Telemaco » sabato 24 luglio 2010, 17:50

Eh già Barbara, quello delle famiglie multiculturali è un gran bel problema, uno fra i più delicati e complessi da affrontare per le società attuali che sono sempre più multietniche e coinvolte nella globalizzazione dei rapporti familiari.

Se già solo al giorno d'oggi molti sistemi giuridici fanno una grande fatica a gestire il contatto fra il diritto familiare e matrimoniale proprio e quello straniero all'interno della classica famiglia eterosessuale, il tema delle coppie multiculturali omosex secondo me non è stato nemmeno ancora concepito agli alti livelli... :roll:! Eppure il problema si presenta già con tutti i suoi pesanti risvolti di incomprensioni e attriti; un utente pochi giorni fa ha raccontato nel suo thread una storia decisamente esemplare, ricordi Barbara?

Pensa solo alle scintille che scoppiano quando finisce male un'unione fra una persona proveniente dalle aree di diritto occidentale ed una proveniente dalle zone di diritto islamico! se i problemi dal punti di vista giuridico-formale sono ufficiali, palesi, e le soluzioni che si applicano raramente riescono a costruire un compromesso soddisfacente, figuriamoci come rischiano di essere profondi i contrasti a livello sociale e intimo!

Anzi, a tutto questo si aggiunge che ogni stato è gelosissimo degli aspetti legislativi che toccano gli ambiti di diritto più sensibili (persone, famiglia, matrimonio, rapporti di parentela, successioni) e PROPRIO in questi casi, quando sarebbe opportuno poter riuscire a trovare una conciliazione paritaria, è invece tremendamente difficile che un ordinamento ceda alle ragioni dell'altro; proprio gli aspetti familiari sono sentiti come il nucleo più prezioso e inviolabile della cultura, della tradizione, dell'identità sociale di una nazione, per questo i punti di contatto con altri ordinamenti raramente saranno indolore.

Proprio in queste situazioni i conflitti valoriali e etici sono i più forti in assoluto, anche perchè le distanze fra le varie modalità di pensiero e le varie culture sono spesso amplissime.

Basti pensare alla spaccatura netta fra la concezione europea della parità fra i coniugi, e molti paesi di diritto islamico, nordafricani e mediorientali, che non la tollerano per motivi religiosi; figuriamoci come tali paesi potrebbero vedere una coppia omosex, assolutamente inconcepibile se ci si fonda sul diritto coranico rivelato. La subordinazione della donna è anche requisito essenziale nel matrimonio in molte società del Sud Est Asiatico.

Oppure si pensi all'ostilità in seno all'Unione Europea che paesi fortemente cattolici come Italia o Polonia o fortemente ortodossi come la Grecia hanno avuto in passato per l'accettazione di concetti come il divorzio, e hanno attualmente con altri temi quali le coppie di fatto (tanto più se omosessuali!) al punto da dover apporre riserve apposite alla ratifica dei trattati sull'UE.
La Polonia ha avuto fortissimi problemi ad adeguarsi alle normative comunitarie sulla famiglia proprio per la strenua difesa del suo concetto interno di famiglia, intesa come matrimonio religioso eterosex.

So che esistono invece culture lontanissime in cui la visione dell'omosessualità è addirittua ribaltata, però non con riguardo all'orientamento sessuale in sè, ma dal punto di vista del travestitismo e dell'effeminatezza; nell'arcipelago del Regno di Tonga, per esempio, l'omosessualità (ma forse più correttamente parlerei di travestitismo) non solo non è osteggiata, ma anzi viene incoraggiata, per esempio se una famiglia ha solo figli maschi o se nasce un maschio invece di una femmina desiderata si veste il bambino come una femmina fino a che, diventato adulto, decide se continuare a essere un travestito o se cominciare a vestire panni maschili; anche in altre zone del sud pacifico esiste una visione simile, per esempio nelle isole Figi e Salomone se il primogenito è femmina, l'eventuale secondogenito maschio ci si aspetta che sia omosessuale, o almeno dovrà travestirsi da femmina. insomma i poveri polinesiani gay saranno costretti ad essere effeminati per poter essere socialmente accettati :?

E' invece stupefacente (per me italianotto!) notare come in altre culture il problema dell'orientamento sessuale della persona non venga nemmeno ritenuto "problema": ancora mi lascia di stucco la dichiarazione che è stata fatta quando in Islanda è stata approvata la legge sulle coppie omosex: la legge è passata all'unanimità, e i proponenti hanno detto: "che problema c'è, questi temi non possono essere fonte di conflitto, la società islandese non si sognerebbe mai di questionare sulle scelte sessuali dei suoi cittadini, i veri problemi sono altri, come la crisi finanziaria". :shock:
Ah fra l'altro l'Islanda è il primo paese al mondo ad avere una presidente del governo dichiaratamente lesbica! :D

In conclusione Barbara, il dialogo interculturale, in questo marasma di diversità socio-culturali, direi che è un lavoro difficilissimo; però è anche un impegno obbligatorio per evitare che l'incomprensione e il fraintendimento (e la facilità con cui ci si può cadere) portino guai.

Però, per noi esseri umani, l'apertura mentale non è il nostro forte... :roll:
# Non basta un giorno di freddo per gelare un fiume profondo.
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Re: Coppie miste gay

Messaggio da barbara » sabato 24 luglio 2010, 19:34

Telemaco, dopo aver letto il tuo post , posso solo dirti che se domani mattina ti candidi al parlamento, io ti voto!
Seriamente , ma da grande non ti adrebbe di entrare in politica?

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Re: Coppie miste gay

Messaggio da Telemaco » sabato 24 luglio 2010, 19:54

Nooo per carità che lavoro orribile che dev'essere! :lol:
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Re: Coppie miste gay

Messaggio da barbara » domenica 25 luglio 2010, 9:29

Sull’argomento immigrazione e omosessualità c’è un sito dell’arcigay molto interessante:
http://migra.arcigay.it/

Ci trovate anche una ricerca, dalla quale ho preso qualche spunto che qui riporto .

Nei casi intervistati l’omofobia nel paese di origine è molto maggiore che in Italia.

Esempi riportati:

Nello Sri Lanka essere gay un reato.
In Cina non se ne parla ma già dai vent’anni si subisce una pressione fortissima verso il matrimonio.
In Moldavia è una cosa contro natura , chi é gay è visto come una minaccia e sottoposto ad aggressioni e offese continue.
In Albania è un disonore , il rifiuto familiare è altissimo e si può rischiare la morte.
Il Romania l’omosessualità è stata depenalizzata nel 2001, ma vi sono politici che ancora auspicano la creazione di ghetti gay.
In Iran l’esistenza di persone omosessuali non è nemmeno concepibile.
In Perù l’omosessualità viene confusa con la prostituzione maschile.

La sensazione all’arrivo in Italia è che dagli italiani si sia discriminati come stranieri , ma più accettati come omosessuali . Capita anche che un ragazzo prenda coscienza della sua omosessualità solo dopo il suo arrivo in Italia dove inizia a sentir parlare della cosa in modo meno negativo.
In ogni caso l’immigrato tende a nascondere la propria omosessualità , per la paura che i connazionali possano fare outing su di lui, cosa che succede spesso, facendogli correre dei rischi al suo rientro in patria . Quindi mantiene rapporti limitati con loro.
L’immigrato possibilmente evita anche i gay dichiarati , i locali e le associazioni gay.
Di conseguenza non riesce né a costruire un rapporto forte con il nucleo dei connazionali né con organismi che possano aiutarlo. Cosa che lo rende più fragile e isolato di altri immigrati.
Quando decide di approcciarsi al mondo omosessuale può essere facilitato dal suo aspetto esotico, anche se vive spesso queste attenzioni come legate esclusivamente al sesso, ritenendo che l’italiano sia poco interessato a lui come persona. Giudica inoltre eccessivo e troppo trasgressivo il comportamento sessuale dei gay italiani .
Nella coppia mista emergono spesso malintesi derivanti dalla differenza di cultura, ma le maggiori difficoltà sono altre. Un italiano può non sentirsi di impegnarsi a lungo termine con un immigrato perché la sua situazione non é stabile : potrebbe essere costretto al rimpatrio oppure avere la necessità di emigrare in un altro paese alla ricerca di un lavoro.
Il mancato riconoscimento della coppia omosessuale priva infatti l’immigrato dei diritti che avrebbe sposando una donna italiana e quindi egli può contare solo sul proprio lavoro per restare in Italia.
Un’altra fonte di incomprensione è legato alla disparità della condizione economica.
L’italiano può sentirsi sfruttato economicamente e l’immigrato può sentirsi umiliato da ciò oppure arrivare a considerarsi un oggetto sessuale.

La testimonianza di un italiano che mi ha molto colpito:

“ Lui è del marocco e adesso non lavora, questo è stato un motivo di incomprensione tra noi, perché pensavo “non è che questo mi sta prendendo in giro e vuole solo tornare in Italia? È un vagabondo che non vuol fare niente”. Poi mi ha spiegato che se lui trova lavoro, poi non può più giustificare il fatto che non si sposa. Se guadagna e diventa autonomo poi arrivano i suoi e gli dicono “c’è questa ragazza” e non sa come dirgli di no. Quindi lo capisco anche. Non si sente libero di fare nulla. Abbiamo litigato due o tre volte perché il Marocco è un posto per turismo sessuale, trovi ragazzi per strada, quindi c’è l’idea dell’italiano che arriva per fare e basta, poi una volta che ha fatto tu potresti essere uno straccio. Questo pesa perché io sono italiano. Ma dall’altra parte anche io avevo dei dubbi, perché lui è il marocchino che ha bisogno di tornare in Italia e che non ha una lira, quindi mi vorrà veramente bene o è solo per tornare in Italia? Questo ha creato incomprensioni e difficoltà proprio a letto. Nel momento in cui io mi avvicino, poi dopo tanto tempo che non lo vedi hai voglia di fare certe cose e la foga e la voglia di farle viene scambiata per voglia di sfruttarti. Contemporaneamente il suo ritirarsi viene interpretato da me come “ma allora veramente forse non vuole farlo, forse non gli piaccio, allora forse è vero che lui vuole solo tornare in Italia”. Quindi diventa un casino, abbiamo litigato. Un episodio particolare è stato che lui aveva bisogno di un letto. Lui mi chiede “se ce li hai mi lasci 100 euro che mi compro il letto nuovo?” e io “allora vuoi solo sfruttarmi!”. Lui c’è restato male. Adesso abbiamo deciso di fidarci.

Alla luce di questa ricerca l’Arcigay sta studiando modalità diverse di aiuto che salvaguardino il nascondimento e ad esempio non rendano necessario il coming out né l’uso di un mediatore

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