APOLOGIA DEL SESSO GAY

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
Rispondi
Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5951
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

APOLOGIA DEL SESSO GAY

Messaggio da progettogayforum » domenica 12 maggio 2019, 9:22

Ciao Project,
ti scrivo a distanza di tanto tempo, non so nemmeno se ti ricorderai di me perché sono passati più di cinque anni, allora avevo 35 anni e avevamo parlato più volte in chat del ragazzo di cui mi ero innamorato, che aveva esattamente 10 anni meno di me, per essere precisi 10 anni e due giorni. Io allora ero incredulo, un po’ disorientato dal fatto che un ragazzo tanto più giovane di me si fosse innamorato di me, stavamo insieme già da tre anni, gli volevo bene, ma lui mi ricordava che il nostro rapporto era basato solo sul sesso e questa cosa mi creava un enorme imbarazzo, mi sentivo una specie di giocattolo nelle sue mani, mi sembrava che lui non capisse il valore di tante altre cose e che riducesse tutto solo al sesso. Certe volte mi chiamava nei momenti più improbabili, la sera tardi o la mattina prestissimo e poi si fiondava a casa mia, io gli preparavo un po’ di colazione o di cena che lui regolarmente non mangiava, non perdeva tempo, mi portava in camera da letto e il resto te lo puoi immaginare, poi, una volta che avevamo fatto quello che dovevamo fare mi salutava e se ne andava. Quando ho parlato con te il nostro rapporto era a questo punto, io ero molto stressato e avevo pensato più volte di tagliare i ponti con quel ragazzo, per certi aspetti mi affascinava ma per altri mi metteva molto in imbarazzo, avevo l’impressione che io e lui non ci saremmo mai capiti veramente, anche se una vocina di fondo mi diceva il contrario. Ricordo che parlare con te mi creò all'epoca più confusione che altro, avrei voluto risposte nette sul che fare e invece i dubbi aumentavano. Tu avevi una tua tesi che al momento mi sembrava assurda, sostenevi che un rapporto sessuale che dura per anni non può essere solo un rapporto sessuale e che non dovevo considerare il sesso qualcosa di riduttivo. Io ti dicevo che nel sesso lui era del tutto sciolto, per niente imbarazzato, cioè si sentiva proprio a suo agio, che era una condivisione senza riserve, insomma una cosa vera, seria. E tu insistevi nel dire di non mettere in crisi questa relazione ma di dare tempo al mio ragazzo e soprattutto mi dicevi che non dovevo in nessun caso tenere con lui atteggiamenti rigidi, di chiusura o di freddezza ma dovevo capire che il bisogno di affetto si può esprimere in mille modi e l’affidamento sessuale ad un’altra persona è una fortissima richiesta di affetto a tutti i livelli, non solo a livello di sesso. Mi mettevi in guardia dal gettare via qualcosa che poteva essere veramente prezioso e mi spingevi a non allontanare quel ragazzo qualunque cosa fosse successa.

Con gli anni lui ha avuto le sue storie, chiamiamole così classiche, ma come cominciavano finivano, mentre il nostro rapporto anche se ormai sporadico e tutto basato sul sesso, andava comunque avanti. Forse, per lui fare sesso con me, cioè poter essere veramente se stesso con me (cosa che non credo succedesse con altre persone) era anche una consolazione di tante frustrazioni e di tante sconfitte. Il perdurare del nostro rapporto sessuale era anche una porta aperta su possibili futuri sviluppi. Ha avuto momenti neri veramente bruttissimi ma piano piano li ha superati. Io ho cominciato a capire qualcosa in più della sua vita e anche a volergli bene in modo più profondo, ma la base del nostro rapporto restava il sesso e io piano piano avevo cominciato ad abituarmi all'idea che non ci saremmo mai allontanati molto da lì.

Poi l’ho perso di vista per un lungo periodo (più di tre mesi), non sapevo se chiamarlo o no, pensavo che avesse trovato la sua strada, per un verso ne ero contento e per l’altro mi sentivo molto malinconico. Qualche giorno fa mi chiama inaspettatamente, io gli rispondo con entusiasmo e lui resta colpito da questo fatto, capisco che quei tre mesi li ha passati da solo e anche in modo malinconico. La sera ci vediamo e si arriva al sesso. Io mi chiedevo come avevo potuto svalutare quelle cose, perché era evidente che avevano un valore affettivo enorme, non esplicito, certo, ma fortissimo. Non eravamo due estranei o due partner casuali ma due uomini che si vogliono bene e che si fidano uno dell’altro al 100%. Era felice che i tre mesi di pausa non avessero cambiato nulla tra noi e ne ero felice anche io, ma restava il problema che il tutto comunque sembrava limitarsi solo a livello sessuale, non era così ma sembrava che fosse così. Quando ci separiamo ci diamo un appuntamento per la domenica successiva (tre giorni dopo) ed era sottinteso che il nostro sarebbe stato un incontro sessuale. Io, però, cominciavo a capire che non sarebbe stato comunque solo un incontro sessuale, anche se i discorsi sarebbero stati limitati ai minimi termini. La domenica mattina mi chiama e mi dice che non è dell’umore giusto e che ha bisogno di parlare perché sta sempre solo e si sente un po’ depresso. Ci vediamo in centro e andiamo a fare una passeggiata a Villa Borghese. Posso dire che è stata una delle più belle giornate della mia vita. Mi sono detto: io quest’uomo lo amo! È bellissimo stare con lui! Ero concentratissimo su quello che mi diceva, gli rispondevo come meglio potevo e nelle cose che lui mi diceva riconoscevo tante cose che gli avevo detto io e che non erano passate come una folata di vento ma avevano lasciato un segno.

Project, posso dire che adesso, a più di 40 anni, ho capito che cosa è un rapporto d’amore gay ed è veramente una cosa meravigliosa. Non è una favola, non corrisponde al progetto di nessuno, segue una sua logica che ha una forza, un’intensità unica, è qualcosa che guadagna col tempo in solidità, che ti porta in uno stato di comunione profonda con un altro individuo, ti senti rispettato e amato dalla persona che più hai amato, capisci che state costruendo qualcosa di solido insieme, qualcosa che sarà fondamentale per entrambi. Quando si prende coscienza di questo non si ha più paura che qualcosa possa cambiare questi sentimenti, le pause saranno sono pause, le esitazioni solo esitazioni, ma capisci che ci sarà comunque un abbraccio che avrà una sua potenza al di là di tutte le fragilità, e allora capisci anche il valore del sesso, del condividere l’intimità (come dici tu), i complessi e le paure che l’accompagnano. La sensazione di non essere una cosa sola soltanto in qualcosa ma l’idea di essere una cosa sola come due parti della stessa vita, senza segreti, senza paure, senza giudizi si rafforza nella tua mente e per la prima volta senti che esiste una forma di comunicazione assolutamente speciale. Project, tutto questo si capisce anche attraverso il sesso, anzi forse soprattutto attraverso il sesso. Adesso capisco il senso di quello che avevi cercato di farmi capire: il sesso è una forma d’amore che va molto al di là delle parole, ed è proprio vero. il mio rapporto col mio ragazzo adesso non mi sembra più riduttivo. Inconsciamente avevo sempre diviso l’amore dal esso e avevo avuto un’idea molto stupida del sesso derivata dalla mia esperienza di allora. Pensavo che in un rapporto ci dovesse essere o il sesso o una specie di amore sublimato, ma col mio ragazzo non c’è stato niente di simile. Quello che mi sembrava solo sesso, e forse sembrava solo sesso anche a lui, era veramente una forma d’more e io non lo capivo, o meglio noi non lo capivamo. Io ho sublimato il sesso per decenni, lui lo ha vissuto quasi come un’ossessione capace di farlo stare benissimo o malissimo, sembravano due realtà inconciliabili ma alla fine lui mi ha fatto capire che il sesso è una cosa fondamentale e che non è alternativo al volersi bene, perché c’è modo e modo di vivere il sesso. Ripenso a quando faccio l’amore col mio compagno, non è fare sesso, è proprio una forma d’amore, è bellissimo pensare che possiamo essere liberi insieme anche in una cosa così intima che potrebbe creare tanti tabù, ma quando c’è amore i tabù si superano e la sensazione di benessere è fortissima.

Ecco, Project, mai avrei pensato di trovarmi a fare l’apologia del sesso e invece da quarantenne mi trovo proprio a fare questo. Vorrei dire ai ragazzi di non banalizzare il sesso, soprattutto di non dare valore al sesso in sé ma alla persona con la quale lo si fa. Il sesso è bellissimo quando è veramente vissuto con amore in un clima di reciprocità. Le posizioni mia e del mio ragazzo si sono progressivamente avvicinate nel tempo, ciascuno ha cominciato a scoprire il mondo dell’altro, c’è voluto tempo, abbiamo attraversato alti e bassi ma il tempo non ha distrutto il nostro rapporto. Quando abbraccio il mio ragazzo, quando sento la sua presenza fisica mi sembra quasi un sogno poterlo stringere a me, avverto che quello che sembrava una sua debolezza era in realtà la sua forza. Insomma, se avessi buttato via tutto alcuni anni fa per questioni di puntiglio e di stupido pregiudizio avrei buttato via la mia felicità e avrei fatto violentemente del male alla persona che amo di più.
Project, questo è in sintesi quello che penso, adesso so che la vita di un gay, pure non più giovane, può essere bellissima.

Tom

Rispondi